POV SOFIA:
Dopo tre estenuanti ore a fare da manichino a Chloe, poiché gli altri erano usciti a cena, mi “ rilascia “ e osservo il suo operato: mi ha costretta ad indossare un vestito al ginocchio nero attillato con una scollatura tonda e la schiena lasciata scoperta tranne che per alcune strisce argentate. Ha abbinato dei tacchi alti e una borsa coordinati con le strisce. Al polso mi ha messo un bracciale largo d’argento. In viso mi ha fatto un trucco naturale, con una linea sottile di eye-liner nero sulla palpebra. I capelli, probabilmente con qualche aiuto divino, me li ha fatti sembrare più mossi che crespi. L’effetto mi piace, e la vado ad abbracciare. << Grazie. >> le dico. << Prego, ma ora va, ho sentito una macchina, probabilmente è lui… >> e mi spinge fuori dal mio bagno. Esco da camera mia e scendo velocemente -tacchi permettendo- le scale. Appena arrivo davanti alla porta faccio un bel respiro e gli apro sorridendo. Indossa uno smoking, qualcosa che non pensavo che gli avrei mai visto addosso, al di fuori di anniversari, matrimoni e funerali. << Vogliamo andare madame? >> e mi porge il braccio. << Certamente monsieur >> gli afferro il braccio e usciamo. Ci avviamo verso la sua macchina, parcheggiata lì vicino. Come un gentiluomo mi apre la portiera, e io entro. Lui fa altrettanto dopo pochissimo. << Ho prenotato in un posto speciale… >> inizia, e io mi incuriosisco << …ma non te lo dirò. >> finisce ghignando. << Crudele >> e metto un finto muso. << Ti amo tanto anche io >> passando dal ghignare al ridacchiare. << Sono le parole che ci siamo detti al nostro primo appuntamento perché non volevi dirmi dove mi avresti portata… >> dico accorgendomene un istante dopo. << Già… ti va di ascoltare un po’ di musica? >> mi domanda. << Perché no… >> rispondo, e fa partire un cd. Parte Unintended dei Muse, la riconosco subito. È la canzone che stavamo ascoltando quando ci siamo dati il nostro primo bacio ad Edimburgo. Per i quattro minuti della canzone restiamo in silenzio, immersi nei ricordi. Appena finisce lo guardo e gli dico << Grazie >> e lui mi sorride. << Ti ricordi del nostro primo appuntamento ufficiale sette anni fa? >> gli domando, e lui sorride. << Come dimenticare. Ti portai nel parco per fare un pic-nic sotto le stelle, e tu eri talmente contenta che pensavo saresti svenuta da un momento all’altro… >> dice ridacchiando. << E te? Tu eri schizzofrenico! >> qui tocca a me ridacchiare. << Certo certo… Siamo arrivati. >> e mi fa scendere. Siamo al Claire De Lune, un ristorante a bordo piscina - illuminata vista l’ora -. Adoro questo posto. << Grazie! >> e gli salto addosso baciandolo. << Se ogni volta mi bacerai così, sappi che lo farò molto ma molto più spesso. >> dice appena ci stacchiamo. << Spiritoso. Andiamo! >> e lo trascino all’ingresso. << Salve, abbiamo un tavolo prenotato a nome Szilard. >> dice alla ragazza bionda che è all’ingresso, la quale lo guarda in un modo che non mi piace neanche un po’. << Seguitemi. >> e ci guida ad un tavolo per due più lontano rispetto agli altri. << Ecco i menù. Sono Isabella, e sarò la vostra cameriera per stasera. Chiamatemi appena vi servo. >> tutto questo sermone fissando Fabio, molto intensamente –anche troppo secondo me- e senza degnarmi di uno sguardo, mentre lui è impegnato a guardare me. Ma decido di vendicarmi, e vedendo una radice lì vicino, la faccio crescere. Lei andando via inciampa e cade lunga per terra. << Oddio! Sta bene? >> chiedo alzandomi sorridendo maligna. << Sì benissimo >> e se ne va bofonchiando. << Sofia… >> mi rimprovera. << Quella ti stava spogliando con gli occhi… Mi dovevo vendicare. Far crescere una radice di per se lunga è talmente facile che non devo neanche concentrarmi… >> e insieme scoppiamo a ridere. << Ti va di organizzarle insieme degli scherzi? >> mi chiede con aria malandrina, e io scoppio a ridere e annuisco. La ragazza torna sorridendo. << Avete deciso cosa prendere da bere? >> domanda. << Certo. Per me una coca cola, per lei un’aranciata e per il suo grembiule dell’acqua. >> risponde Fabio serio ma lo conosco, e vedo che sta trattenendo una risata. << Perché al mio grembiule dovrebbe servire un bicchiere d’acqua? Oddio! >> urla non appena vede che sta andando a fuoco, troppo poco per farle male ma abbastanza per spaventarla. << Scusate… >> detto questo si fionda alla piscina e lo immerge nell’acqua. Poi si dirige verso le cucine, inciampando in una mia radice e finendo di nuovo lunga a terra. Appena vediamo che la nostra “ vittima “ si è volatilizzata, scoppiamo entrambi a ridere e ci battiamo il pugno. << Io sono stato per anni con Nidhogrr, te che scusa hai per essere così crudele? >> mi domanda appena finiamo di ridere. << La scusa che nessuno può guardare il mio fidanzato ad eccezione della sottoscritta. >> dico con espressione seria. << Dopodomani si parte a cercare Hamal… >> se ne esce con tono sconsolato dopo poco. << Considera che nell’ultimo viaggio che abbiamo fatto insieme ci siamo dati il nostro primo e secondo bacio… Magari anche Budapest ci riserverà qualcosa di bello… >> considero io. << Hai ragione >> mi dice sorride. << Sono una donna, è ovvio che io abbia ragione. >> e ridacchiamo. Passiamo così la serata, ridendo e scherzando, e facendo scherzi alla povera cameriera che si ritrova lunga a terra per non so quante volte e con i capelli bruciacchiati da una torcia, un secondo grembiule colpito e i pantaloni all’inizio bianchi neri dal fumo. << Hai visto la sua faccia quando le ho fatto bruciare un laccio della scarpa? >> chiede ridendo a crepapelle in macchina. << E quando il cespuglio le ha teso l’agguato bloccandole una gamba? >> domando io unendomi alla sua risata. << Povera Isabella… Dopo questa serata l’avremo traumatizzata… >> dice Fabio e entrambi scoppiamo in una risata finché non arriviamo alla villa. << Mi sono divertita da morire stasera. >> dico davanti alla porta. << Questa era l’intenzione Sofi. Buonanotte >> mi sussurra all’orecchio e, prendendomi i fianchi con le mani, mi da un bacio a stampo, dopodiché se ne va. << Buonanotte Fabio. >> dico a mia volta, ed entro in casa, dove mi levo quelle trappole mortali note ai più come scarpe coi tacchi, e mi fiondo in camera mia, dove mi strucco, mi svesto, e mi infilo sotto le coperte sognando felice.
ANGOLO AUTRICE:
Io-sorry sorry sorry sorry sorrry!!!!!! Non uccidetemi!!! Sono stata fino al diciassette a Londra, e sono tornata la sera tardi, il diciotto me lo sono preso sabbatico, sabato mi sono svegliata tardi e il pomeriggio dovevo prepararmi per una festa. E domenica non stavo bene. Oggi mi sono imposta di scrivere ed è uscita questa porcheria! Scusate non uccidetemi! Inoltre sto lavorando a ben due nuove storie, e la voglia di scrivere in estate è pari a zero…
F-Tutte scuse! Tu ci hai abbandonati! Vergognati Vaniglia!
Io-Fabio, già i lettori saranno incavolati neri, non ti ci mettere anche tu…
S-Ha ragione Fabio… Tu ci hai abbandonati! *mi lancia contro un pomodoro spuntato da chissà dove*
Io-*scansa il pomodoro con un’agilità improbabile per non macchiare la maglietta nuova* Sofia! Non mi lanciare contro le cose!
L-Chi lancia cosa a chi?
Io-Niente Lidja. Un’altra cosa: non conosco la zona dei Castelli (dove vivono loro), perché io vivo da tutt’altra parte, perciò il ristorante me lo sono inventato.
L-Ok.
N-Dille le cose vere ogni tanto però Vaniglia…
Io-Nidhogrr, che sorpresa vederti! Come stai?
*iniziano una conversazione fra viverna e Slytherin*
S-Ok chiudiamo noi… Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto…
F-Recensite!
L-Kiss kiss!!!
(P.S.- Ecco il link del vestito di Sofia: