-NO!!!
ESMERALDA!!!- gridò lui disperato. Il ladro fuggì vigliaccamente dimenticandosi
del rubino e Goemon rimase solo e disperato con il corpo di Esmeralda fra le
braccia disteso per terra:
-Anf
… coff coff … Goe …. Goemon …. –
-Esmeralda!
Non devi ne parlare ne muoverti!-
-Ascolta
Goemon … mi dispiace … io volevo che andasse tutto bene e invece … vi ho
amaramente deluso a tutti quanti voi .. –
-NON
DIRLO NEANCHE PER SCHERZO! Tu sei andata benissimo l’unica cosa stupida che hai
fatto è stata proprio questa! AVREI DOVUTO ESSERE COLPITO IO NON TE!- la
rimproverò lui.
-Io
… non volevo che ti uccidesse Goemon … non avrei mai potuto … lasciarti morire …
preferisco morire io … per te … non voglio vedere la luce dei tuoi occhi che si
spegne … per sempre … -
A
Goemon vennero le lacrime agli occhi, le posò una mano sul viso e l’accarezzo
anche per farla stare tranquilla:
-Appena
arriveranno con l’elicottero ti curerò la ferita, so come fare non ti devi
preoccupare Zoe … ti salverò … - disse lui sperando di poter mantenere la
promessa.
-Si
Goemon … sai … non mi sono pentita … anf …. Nemmeno per un secondo … - ansimava
in un modo terribile – di ciò che ho fatto, lo rifarei dovessi tornare indietro
anche mille volte, non lascerei … anf … mai che … qualcuno ti ferisse … mi
spiace solo che le cose non sono andate come il previsto … ti voglio bene Goemon
… e non sai la gioia che provo nel vederti salvo … - Al samurai intanto le
lacrime gli scesero inesorabilmente lungo il viso, la sua piccola Esmeralda si
era sacrificata per lui … le accarezzava continuamente il viso –Anche io
Esmeralda … te ne voglio infinitamente piccola mia … - poi le diede un bacio, un
bacio semplicissimo come a volte lo si da alle madri ma era l’unico modo giusto
per ringraziarla.
Lei
gli sorrise, lamentandosi di tanto in tanto per il dolore … lui non la lasciò un
solo secondo, continuava a tenerla fra le braccia con una mano sul viso e con le
lacrime agli occhi, aveva tanta paura per lei … voleva salvarla al più presto,
non poteva … non voleva lasciarla morire …
Lei
era li, avvolta dal calore della sua sola presenza, orgogliosa di averlo salvato
ma profondamente delusa per come aveva fatto andare le cose
…
Aveva
un gran male alla schiena dove era stata colpita, ed ogni respiro era come se
gli sparassero altre pallottole nello stesso punto …
Vedeva
i suoi occhi riflessi nei suoi … entrambi erano opachi, privi di quella luce che
avevano di solito quando erano felici insieme … entrambi soffrivano e pregavano
perché quella non fosse l’ultima volta in cui sarebbero stati insieme, troppo
poco tempo trascorso fianco a fianco … non era giusto … entrambi desideravano
fermamente vivere insieme momenti bellissimi senza che nessuno li separasse …
mai …
Dopo
poco arrivò l’elicottero, Lupin e Jigen rimasero sconvolti vedendo la loro
compagna ridotta in quel modo …
Con
molta delicatezza la sollevarono cariandola sul velivolo, ma il dolore si faceva
sentire e lei di tanto in tanto lanciava degli urli di sofferenza …. Temeva di
non farcela tanto si sentiva soffocata da quel dolore … infatti dopo un po’
perse i sensi …
Goemon
l’adagiò con delicatezza e preparandosi per la
medicazione:
-Adesso
ti curo! Non ti preoccupare piccola mia non ti lascerò al braccio della morte!
Lupin aiutami a girarla e a sollevarle la maglietta …
-
Lupin
intervenne subito, e quando Goemon vide chiaramente la ferita si tranquillizzò
un pochino nel vedere che, anche se il proiettile era penetrato, era rimasto
abbastanza esternamente dato che riusciva a vederlo da fuori, ciò voleva dire
che l’imbracatura l’aveva salvata, in parte.
Disinfettò
accuratamente la ferita poi, facendole mordere uno straccio per sfogare il male
che sentiva, le estrasse il proiettile della schiena (che per fortuna non le
aveva nemmeno sfiorato la spina dorsale), il dolore fu immenso e lei lanciò un
urlo, ma per fortuna, il proiettile aveva solo perforato la carne, ne le ossa ne
i muscoli, per cui aveva buone probabilità di farcela. Così Goemon le ripulì
bene la ferita e la chiuse con dei punti fasciandole poi il busto con una stoffa
provvisoria, intanto Jigen fece rotta verso casa, dove avrebbero potuto
prendersi cura di lei maggiormente, anche se adesso era fuori pericolo…
Il
volo durò alcuni minuti, il samurai tenne per tutto il tempo il corpo
addormentato di Esmeralda fra le sue braccia con gli occhi fissi su di lei, si
sentiva frustrato e amareggiato. La sua piccola stella si era sacrificata per
lui e non aveva potuto fare niente sul momento per far si che non si ferisse …
il minimo che avrebbe potuto fare era salvarla da quel tragico incidente di cui
si sentiva colpevole in prima parte … chi poteva essere quell’uomo che aveva
sparato per riprendersi il rubino? Nessuno ci pensava al momento, ma era un
enigma che presto o tardi sarebbe stato da risolvere. Finalmente giunsero a
destinazione, Goemon si caricò il suo dolce peso sulle spalle, aiutato dagli
altri due compagni e la portarono in camera adagiandola sul letto a pancia in
giù.
Lui
le tolse di nuovo la maglietta e vide che la ferita durante il viaggio aveva
sanguinato ancora, quindi le tolse la benda e le disinfettò di nuovo la ferita
stendendole poi una specie di crema che aiutava a combattere i batteri il dolore
e anche a cicatrizzare, poi prese una garza e glie l’avvolse
intorno.
Quando
ebbe finito la girò mettendola coricata, avrebbero passato li la notte e il
giorno dopo sarebbero tornati subito a casa. O almeno così erano i piani, perché
dopo un po’ Esmeralda si rianimò, emettendo inizialmente dei piccoli gemiti e
poi chiamando molto chiaramente il suo nome:
-Goemon…
dove sei … - lui corse vicino a lei tenendole la mano
sussurrandole:
-Piccola
… sono qui accanto a te … -
-Goemon
… mi fa male … mi fa tanto male … ho paura Goemon … -
-Sei
fuori pericolo adesso Zoe … non ti accadrà nulla mi prenderò cura io di te
vedrai … - disse lui. Gli salirono le lacrime agli occhi, non riusciva a vedere
la sua Esmeralda così sofferente e per colpa sua. Anche se non era stato lui a
ferirla si sentiva in colpa per non essere riuscito a salvarla sul momento e per
solo per quello si vergognava di lui, mai nella sua vita si era disprezzato fino
a tal punto. Lupin e Jigen uscirono fuori lasciandoli soli, entrambi sconvolti
dall’accaduto e anche loro preoccupatissimi per la loro amica, quando poi si
sarebbero sistemate le cose avrebbero chiesto informazioni su quello che era
accaduto ma al momento era giusto che restassero insieme, da
soli.
-Goemon
… - disse lei con un filo di voce – voglio tornare a casa … ti ricordi quando …
quando ci siamo visti al lago … voglio tornare a quei momenti … voglio riviverne
tanti altri … come quello … -
Ogni
parola era un sospiro, una lacrima, un dolore alla schiena una pena incredibile,
ma doveva, voleva assolutamente parlargli, sentire la sua voce e il suo caldo
tocco …
Goemon
si sentiva troppo in colpa e anche se forse non era il momento più adatto si
sfogò con lei esprimendole ciò che provava in quel momento, con le lacrime che
gli scendevano lungo le guance:
-Esmeralda
… sono stato un’incosciente … se solo fossi stato più accorto ti avrei potuto
salvare risparmiandoti questo dolore e la disgrazia che ti è capitata, ma sono
stato un debole e non ho potuto fare niente per salvarti … ti chiedo scusa io …
non ti obbligo a perdonarmi voglio solo che tu sappia cosa sto sentendo in
questo momento … -
-Goemon
… Goemon smettila ti prego … non è colpa tua … non è colpa di nessuno, ti h
voluto proteggere perché … non volevo che tu venissi ferito e … sono felice di
averlo fatto, ma tu non ti devi attribuire nessuna colpa è stato il ladro che ha
voluto sparare e non ha nemmeno soccorso, tu non hai fatto nulla di male, non
avresti potuto intervenire Goemon … il proiettile era troppo veloce ..
-
-Zoe
… piccola io volevo … proteggerti … ma non ce l’ho fatta io …
-
-Goemon
ti prego .. non pensarci più non sono arrabbiata con te … ok? Coff coff … - dei
colpi di tosse la scossero un po’, Goemon per calmarla le accarezzò il
viso.
-Sai
Goemon … anche se forse le condizioni non sono eccezionali … è comunque una
bellissima sensazione … per me … stare tra le tue braccia …
-
-Ma
tu non eri cosciente sull’elicottero … -
-No
non lo ero … ma .. il tuo caldo abbraccio lo sentivo lo stesso … ed era stupendo
.. penso sia … stata la forza che mi ha tenuto in vita … un tepore che mi ha
fatto arrivare in fondo ad ogni mio respiro .. senza lasciarmi andare … - si
interruppe un momento per tentare di sollevare il braccio al fine di posargli la
tenera mano sulla sua guancia lacrimante, quando lui sentì quel tocco le prese
la mano baciandogliela.
-Stai
piangendo per me Goemon … ? –
Lui
non rispose e continuò a guardarla tristemente, le faceva una pena
incredibile.
La
guardava e in quel momento era incredibilmente debole, sospirava, parlava a
bassa voce quasi come se la sua voce fosse un soffio di vento, gli occhi semi
aperti opachi … un piccolo pulcino …
Si
sdraiò accanto a lei mettendola il braccio intorno alla
spalla:
-Esmeralda
tu … devi riprenderti … presto … devi farlo … devi … - Zoe lo guardò facendogli
un debole sorriso, poi guardò il soffitto in alto, con lo sguardo un po’ più
illuminato, sembrava quasi che la sua anima si fosse riaccesa magicamente della
sua luce.
Rimase
silenziosa per un po’ guardando sempre in alto poi gli parlò di nuovo: - …
ricordi quel giorno che abbiamo lottato? … –
-Nella
sala del covo … non potrò mai dimenticarmelo … -
-Io
ti ho risposto in giapponese a ciò che tu mi dicevi …
-
-E
con lo sguardo io capii che persona meravigliosa avevo incontrato …
-
-Si
… eravamo con … gli occhi .. negli occhi … -
-E
qualcosa ci ha legato … -
-Per
la vita e per la morte … -
-Qualcosa
di forte … -
-e
segreto … che nessuno potrà spezzare … -
-Esmeralda
… -
-Si
… ? –
Goemon
voleva confessarsi ma non aveva il fegato di farlo in quel momento, l’immagine
di lei, che lo guardava con quella debolezza di una vita appesa ad un filo, che
così teneramente gli parlava … lo aveva bloccato.
Lui
alzò un poco la testa, sfiorandole la fronte con le labbra e tenendola
abbracciata a se le disse:
-Sei
la persona più importante che io abbia mai avuto … prima ti temevo ma ora mi
rendo conto, che il fato mi ha dato una grande gioia facendoci incontrare quella
notte a New York … -
-Non
smetterò mai di venerare la mia madre per aver avuto l’onore … di incontrare un
uomo come te … -
-Per
madre intendi la Dea Cristiana?-
-Si
… ma non è una Dea … è la Madonna, una donna umana un tempo che diventò santa …
pietosa e misericordiosa, bella, gli occhi come il mare, la pelle come i petali
di una rosa e il loro profumo è la sua fragranza, mi è stata vicino nei momenti più
difficili quando non avevo nessuno .. –
-
Anche se io credo in un’altra religione, credo di conoscere questa vostra
protettrice, e se è per merito suo che ora ti conosco, la ringrazio dal più
profondo del cuore …. E anche … la sua bambina … -
Esmeralda
a quella frase si ricordò di un pezzo dell’ave Maria che aveva cantato quel
giorno al lago e apprezzò il fatto che si ricordava delle
parole.
Passarono
la notte insieme, Goemon non dormì per poter aver cura di lei in ogni momento
alla perfezione, verso le quattro del mattino Esmeralda si addormentò
profondamente e lui ne approfittò per riprendere un po’ di forze lasciandosi un
pochino andare anche lui. Ma tre ore dopo il sole entrò nella loro stanza e si
svegliò, lei era accanto a lui che dormiva tranquillamente. Sembrava che il
riposo e le cure le stessero giovando e la sua salute pareva migliorare di gran
lunga.
Infatti
quando la guardò, il suo viso aveva ripreso un bel colorito e la sua pelle
sentendola col tatto era molto più tiepida e l’espressione del suo viso era
molto più rilassata.
Quando
si svegliò, Goemon le baciò la fronte e le chiese gentilmente di girarsi, così
l’avrebbe medicata di nuovo; la ferita era meno sporca di sangue e stava già
iniziando il processo di cicatrizzazione e questo tranquillizzò il
samurai.
-Ti
fa ancora molto male?-
-Ahi
… più al tatto … anf … però va molto meglio … - rispose lei
ansimante.
Successivamente
l’aiutò a rigirarsi e la rimise coricata:
-Te
la senti di cominciare ad alzarti e provare a fare qualche passo? Più tardi ..
–
-Più
tardi ci proverò .. – rispose
-Hai
fame?-
-Si
ma anche sete .. –
-Tieni.
– le disse lui appoggiandole dolcemente il bicchiere sulle labbra, lei bevve
qualche sorso e dopo mangiò una fetta di una strana torta, che le diede un po’
di energia.
Sul
tardi della mattinata Goemon l’aiutò ad alzarsi dal letto tenendola per le spalle e lei provò a
camminare cavandosela egregiamente nonostante il male:
-Ascolta
… possiamo anche tornare a casa … posso farcela .. in fondo … sarò seduta in
aereo e non mi sforzerò … -
-Sei
ancora troppo debole, non penso sia una buona idea .. – le rispose lui poco
convinto della sua proposta.
-Lo
so ma … è solo un tratto di strada a piedi, poi è tutta macchina e aereo …
davvero posso farcela … ti prego … - dopo avergli detto quel “ti prego” le prese
la mano come se volesse supplicarlo.
Lui non poté resistere a quegli occhi che lo guardavano così profondamente e acconsentì a patto però che si sarebbe fatta aiutare per tutto il viaggio a muoversi, anzi, l’avrebbe portata in braccio senza che lei contestasse la sua decisione. Esmeralda acconsentì, in fin dei conti era una specie di sogno stare fra le sue braccia quindi perché rifiutare?
Ciao ragazzi! allora bene o male vi piace la mia fic? cmq volevo ringraziari tutti quanti voi che state seguendo la mia fanfic con così tnt passione capitolo x capitolo e nonostante tutto h apprezzayo anche le annotazioni critiche (chiamiamole così ^^) che sto utilizzando per perferzionare il mio modo di scrivere e per creare altre fanfic su Lupin! chiedo scusa x le mie imperfezioni di scrittura ecc ecc cmq spero che la storia vi piaccia e che continuiate a seguirla fino all'ultimo! grazie tutti a presto!