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Autore: Tina77    21/07/2014    3 recensioni
"Forse lo sto fissando da un po', perché lui mi guarda per qualche secondo con aria interrogativa, finché io non scuoto lievemente la testa, le guance imporporate. Lui mi sorride dolcemente, e questo sorriso mi riporta a quello che sembra un secolo fa, dopo la parata dei nostri primi giochi. E come quella volta, mi alzo leggermente sulle punte dei piedi e gli do un piccolo bacio sulla guancia, sussurrando -Grazie per i fiori, Peeta.-, con gli occhi lucidi."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 16

 

E' passato quasi un anno da quel giorno. Ma il ricordo è ancora così vivo nella mia mente che ogni volta mi sembra di essere sbalzata all'indietro, di sentire il profumo della cannella sulle dita di Peeta attorno al mio viso...

È un giorno come un altro, io sono stata a caccia e lui è di ritorno dalla panetteria. Gli affari vanno così bene che Peeta ha dovuto assumere a tempo pieno un' impiegata. Io gli faccio spesso compagnia o lo aiuto con la contabilità, anche se il più delle volte mi limito ad osservarlo mentre decora dolci e torte dai colori sgargianti. Mi trovo in giardino, e sto sistemando delle sedie attorno ad un tavolino in bambù che Effie ha mandato ieri. Mi si avvicina e come sempre mi dà un bacio. Poi mi prende per mano e mi fa sedere sulle scale davanti a casa. -Oggi è successa una cosa strana.- inizia. Aspetto che continui e nel frattempo inizio a giocare con la punta della mia treccia. Ma lui mi prende il viso tra i palmi e mi guarda intensamente. -Mi è venuta in mente una cosa che è successa parecchio tempo fa, può darsi che tu nemmeno te ne ricordi.- rido appena e ribatto -Ma come? Non dubitare della mia intelligenza, signor Mellark.- Lui mi lascia andare appena, spostando le mani attorno al mio collo e provocandomi non poche sensazioni. -Ecco, sei già arrivata al punto. Sai quando siamo andati per la prima volta nell'ufficio del sindaco per discutere della panetteria, circa un anno fa...-. Si interrompe quando mi vede avvampare e così sa che non deve proseguire e che mi ricordo perfettamente dell'incontro con i due anziani e quello che aveva detto riguardo al matrimonio. -Quindi...Mi sposeresti, Katniss? Diventeresti la Sg.a Mellark? Lo so che forse è presto per te, ma sono passati quasi tre anni dalla guerra e, bè, io proprio non riesco a vedere un modo migliore per essere felici insieme. Ci siamo aiutati così tanto, Katniss, e io ti amo adesso forse più di prima. E sono pronto a giurare che non smetterò mai di farlo. Mai.-. Poi resta in silenzio mentre io fatico a trattenere le lacrime e cerco di fare ordine nella mia mente. Mi chiamo Katniss Everdeen. Ho 21 anni. Panem è in pace e stiamo tutti bene. Peeta mi ama...Annuisco appena, sentendo il pianto incastrato in gola, l'aria che fatica ad uscire per la gioia. Lui avvicina i nostri visi e mi bacia come non ha mai fatto, mettendoci tutto l'amore incondizionato di cui è capace. Poi si allontana e mi prende la mano destra. -L'ho comprato da un po'...- mi infila al dito un anello con una piccola gemma arancione centrale e mi sussurra a fior di labbra -Così ti ricorderai sempre di me-. Io rido appena e asciugo velocemente una lacrima dalla mia guancia. -Ti amo, Peeta.-.

 

-C'è nessuno?-. La voce di mia madre mi fa sobbalzare leggermente. -Sono in cucina, mamma.-. Lei mi viene incontro e mi sorride dolcemente. -Nervosa?-. Non c'è da stupirsi se mi sono persa nei miei pensieri fino a questo momento, dato che il “gran giorno” è oggi. Se fosse stato per noi ci saremmo limitati davvero alla tostatura, ma a quanto pare alla Ghiandaia Imitatrice la privacy non è concessa. Ci saranno moltissime persone, che io nemmeno conosco. Faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi. -Parecchio.-. Lei ride e mi si avvicina ancora, abbracciandomi. -Dai, tesoro, è ora di prepararsi. Effie non me lo perdonerà mai se arriveremo in ritardo al suo ricevimento!-. Sbuffo sonoramente, per poi seguire mia madre su per le scale fino ad arrivare nella mia stanza. Questa volta la preparazione sembra richiedere il doppio del tempo perché a quanto pare non è sufficiente che io sia bella solo per qualche ora. -Domani ci ringrazierai.-. Flavius ride sommessamente e anche le ragazze trattengono a stento una risatina. Io alzo gli occhi al cielo. Ok, non posso dire di essere miss purezza, ma ammetto di essere nervosa per questa notte. In tutto questo tempo abbiamo aspettato, perché, sì, volevo fare le cose con un certo ordine. A volte non era facile fermarsi, soprattutto dormendo insieme ogni notte, ma non rimpiango la mia scelta. Voglio che questo momento sia speciale per Peeta, che succeda la notte in cui gli prometto che staremo insieme per sempre, che lo amerò per sempre.

Il mio abito non ha nulla a che vedere con quelli che ho provato anni fa, questo mi rispecchia e mi fa emozionare anche solo a guardarlo. È molto semplice, in lucido raso bianco e con un'ampia gonna a trapezio. Il corpetto mi fascia stretta e la scollatura è a cuore. Per la cerimonia indosserò anche un copri spalle in finissimo tulle trasparente, decorato da piccoli fiori argentati e luccicanti. Solo a guardarlo smetto di respirare per un paio di secondi. Sono Katniss Everdeen, probabilmente la ragazza meno romantica di tutto Panem, ma questo abito...sospiro, e l'aria esce tremolante dalle mie labbra appena tinte di una chiara tonalità di rosa. Prima di uscire mi guardo allo specchio, curiosa. La prima cosa che noto sono le guance in fiamme, poi gli occhi luminosi, infine i capelli morbidamente acconciati in boccoli in parte raccolti e tenuti fermi da fiori che richiamano il mio abito e in parte lasciati liberi sulla nuca. Non sono mai stata un'amante della bellezza e non mi sono mai curata eccessivamente del mio aspetto ma ammetto che di fronte a quest'abito mi è impossibile non rimanere ammirata. Ma non è per me che voglio essere bella. Realizzare che sto davvero per sposarmi fa si che le mie mani inizino a sudare. Ma Haymitch stranamente non dice nulla quando mi afferra saldamente per condurmi all'altare. Mi faccio trascinare e tengo gli occhi bassi. Ci sono troppe persone che mi guardano e la cosa non mi piace ora come non lo faceva anni fa. Arrivare davanti al prete è strano. È la seconda volta che vedo quest'uomo e devo ammettere di ammirare molto la sua fede. Anche io vorrei credere così tanto in qualcosa da renderlo lo scopo ultimo della mia vita. Al momento il mio fine però è qui al mio fianco, che mi guarda come se fossi una stella. I nostri occhi si incontrano e nessuno dei due riesce a mascherare la gioia di questo momento. È una cerimonia tradizionale, con tanto di promesse, scambio di fedi e bacio finale. Ma tutto scorre così velocemente che non riesco nemmeno a realizzare di essere sposata fino a quando più tardi non mi ritrovo nel mio salotto, ad un passo dal caminetto, con Peeta che mi guarda con lo stesso viso di poche ore fa. -Prendi.- mi dice, allungando verso di me un piccolo piatto in ceramica. Poi prende la fetta di pane che vi aveva tagliato sopra e la mette sulla griglia a cuocere. -Non mi sembra neanche vero.- le parole mi escono di bocca senza che io me ne sia accorta. Subito abbasso lo sguardo, le guance rosse. Lo sento ridere a pochi sentimenti dal mio naso e istintivamente mi avvicino di più a lui, come faccio sempre. Le nostre bocche si trovano per un lento bacio, prima che lui si separi da me per togliere il pane dal fuoco e appoggiarlo sul piatto tra le mie mani. -Prima tu, Signora Mellark.-. Ci imbocchiamo a vicenda, secondo la tradizione del nostro Distretto, e in un niente mi ritrovo nuovamente tra le sue braccia. La consapevolezza di questo momento mi colpisce con la forza di un'onda e adesso sì, sono libera di affogare. Saliamo le scale e non appena ci troviamo alla porta lui m guarda sorridente. -Permetti?-, tendendo le mani verso di me. Io rido, gettandogli le braccia al collo e facendomi sollevare. Il vestito causa qualche problema, e quando oltrepassiamo la soglia finiamo entrambi a terra, io sopra di lui. -Tutto apposto? Scusami, questo abito è un bel fardello.-. Lui mi mette un dito sulla bocca. -Smettila di preoccuparti. È tutto meraviglioso.-. Lo guardo persa per qualche secondo, prima di tentare di alzarmi in qualche modo. Alla fine sono costretta a rotolare su un fianco, rinunciando a qualsiasi altro tentativo. Ridiamo entrambi, guardandoci negli occhi. -Forse è il destino che vuole che tu resti sdraiata qui accanto a me...-. Sussurra lui al mio orecchio, facendomi venire i brividi. Mi odio perché non riesco a dire niente, ma solo ad avvicinarmi a lui quanto basta perché le nostre bocche si tocchino ancora una volta. Adesso le sue mani sono decise sul mio corpo, non ci sono scrupoli o precetti morali a tenerci lontani. Slaccia con facilità i bottoni bombati del mio corpetto, mentre io resto inerme ed immobile come una bambola, il viso rivolto verso i piedi del letto. È terribilmente imbarazzante. Quando mi libera dal mio abito, lasciandomi con indosso solo la sottoveste e il completo in pizzo che mi hanno costretto ad indossare, decido di facilitargli il compito ed alzarmi. Le mie braccia sono ancora una volta attorno al suo collo, poi le mie mani scendono fino ad allentargli e toglierli la cravatta. Quando anche Peeta non indossa altro che la biancheria, mi fermo di colpo. -Peeta...-. Sento l'ansia montare dento di me. Ora che tutto è reale non sono più sicura di niente.-Stai tranquilla. Cercherò di non farti del male, te lo prometto.-. -Sì...-. Annuisco lentamente, più per autoconvincermi che per altro. Poi lo prendo per mano e insieme facciamo quei due passi che ci fanno raggiungere il nostro letto.

 

Nota dell'autrice:

Ciao! Non sono molto soddisfatta di questo capitolo, per quanto io sia romantica credo di aver esagerato un po'. Spero che vi piaccia comunque. Non ho molto tempo per scrivere ultimamente, quindi approfitto di questo spazio anche per ringraziare delle ultime recensioni che mi avete mandato e a cui non ho avuto modo di rispondere. Grazie ancora e a presto.

Tina77

  
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