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Autore: Alexis_Writer_    21/07/2014    0 recensioni
Ho paura. Ho paura di rimanere sola, ho paura di non essere accettata, ho paura di me stessa. Non sono mai stata il tipo di ragazza che si lasciava trasportare dalla corrente, sono una che lotta per ciò che ama, che ci mette il 110% nelle cose che fa, ma spesso questo non basta. Non riesco a piacere alla gente, non so nemmeno come si faccia. Sono sempre stata una persona solitaria anche se desideravo aver qualcuno accanto. Ho una sola amica, Jane, la persona migliore del mondo, mia sorella. Siamo una l'opposto dell'altra, fisicamente siamo quasi uguali ma abbiamo un carattere diverso. Lei è dolce e meravigliosa, io una vipera, o almeno così dicevano i miei compagni di liceo. Finita la scuola abbiamo iniziato a lavorare e ci siamo trasferite in una casa poco distante dal centro di Londra. La mamma è morta tre anni fa, e papà se ne è andato lasciandoci da sole. Abbiamo dovuto diventare grandi nel giro di pochi giorni e ora ne percepisco gli effetti negativi di questa cosa.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER 1

-'Emmaaaa! Muoviti, dobbiamo andare a lavoro!' mia sorella corre in bagno spalanca la porta e rimane a fissarmi sull'uscio. 'Hai intenzione di arrivare in ritardo anche oggi?'
-'No Jane, finisco di asciugarmi i capelli e andiamo.' lei richiude la porta e torna in cucina. Afferro il pettine e mi spazzolo i capelli color rame, lo stesso colore dei capelli della mamma. Jane li ha biondi, li ha presi da papà, un biondo che sembra miele. Sembra impossibile, eppure abbiamo i capelli di due colori diversi. Mi guardo allo specchio un'ultima volta, poi raccolgo i capelli in una treccia laterale ed esco finalmente dal bagno.
-'La principessa ha finito di farsi bella? Dobbiamo solo andare a lavoro!' Mi guarda e un sorriso si accende sulle sue labbra, mi avvicino a lei e le metto un braccio sulle spalle uscendo da casa. Il negozio di abbigliamento dove lavoriamo si trova poco distante da casa e arriviamo lì in pochi minuti.
Salutiamo la proprietaria, una donna sulla quarantina dai capelli scuri, che ci sorride e ci da le nostre divise, una maglia blu con il nome del negozio scritto in bianco sul retro e mi avvio alla cassa. Non c'è molta gente, dal'altro canto, è da poco passato l'orario di apertura. Jane si avvicina a me e mi guarda con fare misterioso.
-'Oggi passa Zayn con un suo amico, ha bisogno di un paio di jeans, ieri ha strappato quelli che gli ho regalato io.' mi sorride e mi da una pacca sulla spalla. Zayn è il ragazzo di mia sorella, o almeno credo. La loro amicizia va avanti da quando ho memoria, entrambi hanno avuto tante storie prima di rendersi conto che si amavano a vicenda, ma non sono ancora sicura sulla loro situazione sentimentale. Con Zayn non parlo molto e Jane non dice nulla. Mi limito ad annuire con la testa e mi sposto nel reparto uomo. Passa il tempo, sono appena le 11 e il negozio è diventato abbastanza affollato.
-'Scusa, mi potresti aiutare?' una voce dietro alle mie spalle chiede il mio aiuto. Perchè proprio me? Mi guardo intorno: sia Jane che la proprietaria Celia sono libere, allora perchè venire da me? "Sei nel reparto uomo" pronuncia una voce dentro la mia testa, la mia coscienza immagino.
-'Certo.' mi giro sfoggiando il mio sorriso migliore allo sconosciuto, un ragazzo sulla ventina dai corti capelli castani. -'Di cosa hai bisogno?' domando al ragazzo.
-'Ok, finiamola in fretta. Un mio amico mi ha chiesto di venire a parlarti. In realtà non ho bisogno di nulla, ma questo mio amico e la sua ragazza hanno insistito così tanto che...'
-'Dove è il tuo amico?' gli domando interrompendolo. Lui si gira e senza farsi notare troppo indica un ragazzo e una ragazza vicino alla porta d'ingresso: Zayn e mia sorella.
-'Capito. Bhè, ci penso io, tu assecondami.' il ragazzo annuisce confuso e mi segue verso l'entrata.
Mia sorella mi viene incontro con un sorriso smagliante.
-'Hai conosciuto Liam!'
-'Liam?'- le faccio eco io. A quanto pare deve essere il nome del ragazzo. -'O no, noi ci conoscevamo già.'
L'espressione sul volto di Liam si tramuta in faccia sorpresa. Ma cosa non capisce della parola "assecondami"?
-'Si, ci siamo conosciuti qualche settimana fa, proprio qui in negozio.' Liam annuisce. Grazie al cielo hai capito!
-'Davvero?'- mia sorella sembra sorpresa. -'Che bella notizia! Stasera io e Zayn usciamo, volete unirvi a noi?'
Un'uscita a quattro? No grazie, non mi sono mai piaciute, tantomeno se organizzate da Jane. Liam non sembra una brutta persona, ma non voglio uscire.
-'No! Non posso.' rispondo scocciata a mia sorella.
-'E dai Emma! Che problemi ci sono se per una sera salti il lavoro?' Jane si riferisce al lavoro da baby sitter che svolgo di sera. Che incoscente! Saltare il lavoro? E chi le paga le bollette se non lavoro?
-'Jane, non si discute. Stasera andrò a lavoro, tu esci, non c'è nessun problema!'
-'Sicura?' Il suo tono sembra triste e deluso, diverso da quello che usa di solito.
-'Certo, e ora scusatemi, ma ho del lavoro da svolgere.' Faccio appena un cenno con la testa verso le persone presenti e mi allontano dal gruppo.
Mi sposto verso i camerini e faccio finta di sistemare alcune maglie solo per distrarmi dalla rabbia che provo nei confronti di Jane. Farmi conoscere un ragazzo con una scusa patetica e poi chiedere di uscire tutti insieme? Idiota! Tutto sommato, quando torniamo a casa le preparo il suo piatto preferito e le scaldo un po' di thè sul gas prima di uscire per andare dai Jonhson, i cognugi al quale devo fare da baby sitter ai loro figli. Entro in macchina e accendo il motore che fa qualche strano rumore prima di poter finalmente andare via. In radio c'è la mia canzone preferita così alzo il volume e mi metto a canticchiare lungo il tragitto finchè non parcheggio nel vialetto di casa e spengo l'auto. Fuori dalla porta sento delle grida di bambini provenire dal salotto, mi apre Josh il figlio più grande che ha quasi 10 anni e mi abbraccia prima che possa mettere piede sulla soglia.
-'Emma, Mike e Jessy litigano di nuovo per il telecomando.' mi dice triste.
-'Ma la mamma e il papà dove sono?' gli chiedo con tono dolce.
-'In cucina, la mamma ha perso gli orecchini e papà le sta dando una mano a cercarli.'
Entriamo e saluto i signori Jonhson, delle persone gentili e adorabili. La signora Jonhson rinuncia a continuare la ricerca e si avviano verso la parta d'ingresso.
-'Ho chiesto a mio nipote se vuole venire a darti una mano. I ragazzi lo adorano e sono sicura che ti troverai bene con lui. Arriverà più tardi.' A quanto pare non sarò da sola stasera, vabbè dai. La signora si chiude la porta alle spalle e io aspetto che siano usciti dal vialetto prima di andare dai bambini. Mike, il bambino di 8 anni e Jessy la bambina di 5 si stanno azzuffando per il possesso del telecomando, proprio come mi aveva detto Josh.
-'Ho un nuovo gioco da fare per questa sera, a chi va?' I bambini iniziano a saltare intorno a me con le mani alzate e gridare "Io! Io! Io!" ma qualcuno che suona alla porta mi costringe ad andare ad aprire.
Deve essere il cugino dei bambini, il ragazzo di cui parlava la signora prima. Appoggio la mano sulla maniglia e apro. Il ragazzo è girato dalla parte opposta della porta, guarda verso la strada dandomi le spalle.
-'Ehm...sei il nipote dei Jonhson?' Domando dopo pochi secondi.
-'Si sono io.' Si gira dalla mia parte. Sono sicura che sia la stessa persona, la stessa persona che questa mattina mi ha domandato "Scusa, mi potresti aiutare?" Liam.
-'Tu?!' Lo guardo dritto negli occhi marroni. Cugino dei bambini? Nipote dei Jonhson? Non è possibile!
-'Ehm, si, sono io. Non credevo che tu fossi la baby sitter dei miei cuginetti. Posso entrare?'
Mi sposto dalla porta e lo lascio entrare. Non appena mette piede in sala dove ci sono i bambini, questi gridano il suo nome e gli corrono incontro. Sui loro visi appare uno sguardo di immensa felicità mentre gli saltano in braccio, tutti e tre contemporaneamente.
La serata scorre velocemente, alla fine i bambini si addormentano in braccio a Liam e io rimango a guardarli. Sono di una dolcezza infinita, rimango a fissarli per parecchio tempo prima di accorgermi che Liam mi sta guardando.
-'Che vuoi?' gli chiedo acida.
-'Che gentilezza.' Esclama in tono sarcastico.
Abbasso lo sguardo e sento il rumore di una macchina spostarsi sui sassi del vialetto. Mi avvicino alla porta e la apro. La signora Jonhson entra in casa abbracciandomi e poi si avvicina a suo nipote che nel trattempo aveva raggiunto la porta. Saluto tutti ed esco avviandomi verso l'auto. Inserisco la chiave, ma non si accende.
-'Stupida macchina! Vuoi rovinarmi la giornata?' esclamo puntando le mani sul volante più e più volte. Rimango seduta nella macchina spenta per alcuni minuti decidendo sul da farsi, Liam mi passa davanti ma io rimango a fissare il vuoto davanti a me.
-'Tutto ok?' domanda tornando indietro e appoggiandosi vicino alla vettura.
-'La macchina non parte.' Sbuffo e mi metto le mani tra i capelli. Ci mancava solo questa.
-'Io me la cavo con i motori, se vuoi posso dare una sbirciata.'
Faccio spallucce e lui si avvicina al parabrezza trafficando per un po' con il motore.
-'Prova ora.' mi grida alla fine.
Giro la chiave, la macchina fa un po' di scoppi, ma poi si funziona perfettamente. Do un po' di gas, giusto per constatare l'efficienza del lavoro del ragazzo che intanto si avvicina alla macchina e sorride soddisfatto.
-'Grazie.' gli dico senza tante galanterie. Faccio retromarcia sul vialetto e guido fino a casa. Vedo le luci della cucina accesse, segno che Jane è ancora sveglia, magari perchè aspetta che torni a casa prima di andare a dormire. Entro e lancio le chiavi della mia macchina arrugginita sul mobile della sala, Jane esce con la testa dalla porta della cucina e mi guarda con espressione sconsolata. Ricambio il suo sguardo e lei mi fa segno di seguirla in cucina.
-'Guarda chi è venuto a trovarci.' dice senza troppo entusiasmo.

Spazio Autrice

Ciao a tutti/e questa non è la prima Fan Fiction sugli One Direction che scrivo. Ne ho scritte altre che ho pubblicato nella mia pagina di Facebook, ma ora ho deciso di pubblicarle anche qui. Ditemi cosa ne pensate.
   
 
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