Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: niclue    22/07/2014    2 recensioni
Jily AU nel mondo babbano, dove James e Lily sono buoni amici ma vanno in scuole diverse.
Dal testo:
"Sei innamorato di me, mi hai baciata perché ti andava di farlo, volevi disinfettarmi il labbro o volevi semplicemente zittire il mio sproloquio?"
La mia prima fan fiction in assoluto: mi raccomando, siate cattivi.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Beh, salve! 
Sono niclue *ribadisce l'ovvio* e vi presento la mia prima storia pubblicata su un sito! *rullo di tamburi*
Beh, vi ringrazio di già solo per aver cliccato, a quanto pare vi ho incuriosito e meno male.
Ora la finisco di ciarlare e vi lascio alla storia tanto attesa
Purtroppo per voi sarò alla fine della storia ad attendervi.
Ora ho veramente finito: buona lettura!

 

                                                   

                                                        Davvero un buon motivo

"Io ti ammazzo Evans!"
Scatto in avanti, ridendo e incespicando tra la folla.
Dietro di me sento Marlene che continua a minacciarmi cercando di intimorirmi, ma ciò non le riesce benissimo dato che sento anche lei ridere.
Intanto continuo a correre perché con una Marlene arrabbiata non si può mai sapere. Ineffetti, potrebbe davvero "strapparmi gli occhi e farmeli ingollare".
Mah, non la capisco. 
In fondo non l'ho fatta apposta a rovesciarle il gelato sulla sua maglietta. Dovrebbe imparare a contenere la sua rabbia, la ragazza.
Sento Mary e Alice, che durante il dramma sono state in disparte a cercare di trattenersi dal ridere, cominciare a urlare dal ridere. 
Continuo a correre per il centro commerciale e sorrido divertita mentre schivo la gente che cammina verso di me dal verso opposto.
Volto un'attimo la testa per controllare di quanto sia il distacco tra me e le altre e, nel mentre, svolto un angolo.
Non faccio in tempo a tornare con lo sguardo in avanti che vado a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Gli vado addosso così violentemente, che entrambi perdiamo l'equilibrio e cadiamo, e capito dritta sopra il malaugurato.
Chiudo gli occhi e sbatto la testa contro il suo petto, ma, per l'impatto, mi mordo un po' troppo forte il labbro, tanto da sentire il sapore metallico del sangue in bocca.
Non ho ancora aperto gli occhi che comincio a scusarmi.
"Oh mio Dio, mi dispiace davvero, io n-"
Mi fermo di botto e sgrano gli occhi dopo che davanti a me riesco a vederlo.
Quasi non ci credo. Sono mesi che non lo incontravo.
Ma sì, quei capelli sono inconfondibili. Di quel marrone tanto scuro da sembrare nero, scompigliati da far paura, che mi fanno lottare conto l'istinto di affondarci una mano.
Anche lui è stupito. Ha più o meno la stessa espressione che devo avere io.
Occhi sgranati. Bocca socchiusa. Incapacità di trovare qualcosa da dire.
Per lo shock ha il respiro affannato. Sento il suo petto alzarsi e abbassarsi molto velocemente. 
In una situazione normale starei pensando a qualcosa del tipo: 'Oh mio Dio santissimo e tutti i Santi, sono sdraiata sopra di lui!'
Ma questa non è una situazione normale. 
Sono quattro mesi che non ci vediamo. Certo, se non contiamo quel saluto insignificante che ci siamo dati a Natale. 
Il mio sguardo vaga su tutto il suo viso, cercando di ricordare ogni neo, ogni dettaglio di lui, dato che non so quando ci rivedremo ancora.
Infine poso i miei occhi su quelli nocciola di lui, sempre brillanti di vita e di allegria dietro le lenti degli occhiali.
Il suo sguardo si sofferma sulle mie labbra; probabilmente stanno sanguinando per il morso. E' sempre stato molto premuroso nei miei confronti.
Lo vedo finalmente alzare lo sguardo e incontrare il mio. Per un momento mi sembra che i suoi occhi brillino di più, ma sarà stata solo un'impressione.
Non so per quanto tempo stiamo così, semplicemente a guardarci negli occhi, estraniati dalle persone, dal brusio, dal mondo.
Lui sembra riscuotersi, anche se non riesce a smettere di guardarmi negli occhi.
"Lils," disse con quel tono dolce e allegro che usa sempre con me "vedo che riesci a battermi nell'entrate di scena" e si apre in un sorriso divertito.
Arrossisco, rendendomi conto solo adesso della situazione in cui mi trovo, cioè sopra il mio migliore amico/ragazzo che mi piace da sempre. 
Oh mio Dio santissimo e tutti i Santi, sono sdraiata sopra di lui!
"Beh, mi dispiace per te James, ma sai, io ti batto sempre." dico, senza scompormi. Però quel rosso che occupa temporaneamente le mie guance non accinge a sbiadirsi, anzi. Lui se ne accorge ovviamente - per forza siamo a due centimetri di distanza - e il suo sorriso si allarga ancora di più.
"Lo so che sono irresistibile, ma se mi devi saltare addosso non c'è bisogno di arrossire" dice, cercando la sua aria strafottente, ma non riesce bene dato che anche le sue guance si stanno imporporando.
"Beh, non devi neanche tu allora." replico io, mentre provo ad alzarmi.
"Che fai ora, scappi?" mi provoca, mentre mi blocca le braccia per impedirmi di alzarmi.
"Sai com'è dopo un po' il tuo petto diventa scomodo.." rispondo io arrossendo ancora un po' di più "Ma cos'è tutta questa esigenza si tenermi vicina, Potter?" chiedo maliziosa, alzando un sopracciglio e guardandolo con aria inquisitoria.
"Avere Lily Evans che arrossisce davanti ai propri occhi ed esserne la causa è un evento più unico che raro, non me lo perderei mai" risponde, gongolante.
Io sbuffo spazientita, ma non distolgo lo sguardo. 
Ha un po' ragione, devo ammettere. Ineffetti, io non arrossisco mai. 
"Per favore, non essere tanto sicuro di ciò che non puoi provare. Se non te ne eri accorto stavo correndo. Tu non mi fai alcun effetto."
Sono sempre stata brava a dire bugie. Pare che l'abbia bevuta perché mi guarda leggermente indeciso. 
Poi però aggiunge "Sì, è vero, correvi. Ma è da un po' che stai stazionato sul mio petto. Ti dovresti essere ripresa dall'affanno, no?"
"Si vede che non hai mai preso attenzione alle mie condizioni finita l'ora di Ginnastica" borbotto, un po' seccata.
Fa spallucce e sorride, e io ricambio, quasi automaticamente. Il suo sguardo torna un'attimo sulle mie labbra, mentre lui inumidisce le sue. Lo guardo, in attesa.
"Posso alzarmi, messere?" chiedo, impaziente.
"Non vedo perché dovrebbe, signorina."
"Io non vedo perché non dovrei, invece."
"Mi spieghi perché mi sei sbattuta addosso, facendo incontrare il mio fondoschiena al pavimento?" chiede, incuriosito.
"Ah, sì, una lunga storia. Te la riassumo: io, Mary, Alice e Marlene siamo uscite insieme, ho fatto cadere il gelato addosso a Marlene e lei ora mi sta cercando per spellarmi viva."
Lui ridacchia, divertito,"Hai fatto cadere il gelato addosso a Marlene?"
"Non l'ho fatta apposta!" mi metto in difensiva, "Lo sapete che gesticolo mentre parlo, e quel gelato era nella traiettoria della mia mano. Se Marlene non sa mettere il gelato in una zona in cui è matematicamente certa che non verrà urtato da un mio arto non è certo colpa mia."
Lui continua a ridere e io mi spazientisco.
"Non - è - affatto - divertente." E lo picchio forte sul petto.
"E va bene, scusa, la smetto." Trattenendosi visibilmente. 
Lo guardo scettica, poi sospiro e cedo "Avanti, puoi ridere." 
Lui non se lo fa ripetere due volte e scoppia in una sonora risata. Aspetto che si calmi, cosa che si fa un po' attendere.
"Perché non mi lasci alzare?"
Cerco di nuovo di alzarmi strattonando le braccia dalla sua presa. Lui, però, la rafforza un po' e, con un colpo di fianchi inverte le posizioni.
Ora sì che la cosa si fa imbarazzante, penso, arrossendo furiosamente.
Lui sorride, vedendo il mio imbarazzo anche se arrossisce molto anche lui.
"Perché dovrei?"
"Beh, vediamo," comincio ad illustrare sarcasticamente "1) siamo nel bel mezzo di un corridoio di un centro commerciale affollato come non mai; 2) ti sto praticamente schiacciando tutti gli organi vitali; 3) io, normalmente, non uso come materassi i miei amici, in special modo i miei amici maschi, e non intendo affatto iniziare ora; 4) le mie amiche mi staranno cercando; 5) n-"
Non riesco a finire la mia lista di buoni motivi che vengo sopraffatta da un buon motivo - davvero un ottimo motivo - per stare zitta.
Labbra. Dolci e calde labbra. Incredibilmente morbide. 
Sono nel panico. Possiamo definirlo come il mio primo bacio, se non contiamo quelli dati a cinque anni o quelli dati a Obbligo o Verità. 
Non ho la minima idea di cosa debba fare. A scuola non danno istruzioni o esercizi su questo. Sono decisamente impreparata. E io non sono mai impreparata. Persino quelle volte in cui non studio riesco sempre a cavarmela con una sufficienza. Ma questo non c'entra con la scuola. Oh no. Questo è molto, molto meglio. Peccato che io stia tutto il tempo a rimuginare su quanto io sia nel pallone in questo momento. E il mio cervello non aiuta affatto: c'è una parte che continua imperterrita a impazzire per il fatto che non so cosa diavolo io debba fare, mentre un'altra sta urlando 'Oh mio Dio, mi sta baciando. Oh mio Dio, lo sto baciando. Oh santa Madonna ci stiamo baciando!', quindi non giova molto.
Alla fine mi decido, per la prima volta in vita mia, di pensare che il mio cervello non mi aiuterà in questa situazione, quindi dò ascolto al mio istinto e decido semplicemente di chiudere gli occhi e godermi il momento.
Non so esattamente quanto tempo è passato, ma a me sembra davvero troppo, troppo poco.
Lentamente si stacca e mi guarda teneramente, mentre porta una mano alla mia guancia e me l'accarezza. 
Sono ancora un po' stordita e distolgo lo sguardo da lui per cercare di rimuginare su cosa questo possa significare per lui.
Richiamo a me il mio amatissimo cervello che sembra essersi riavviato e che mi permette di essere la migliore del mio anno in matematica e fisica e cerco di analizzare la cosa.
Se si valutano le possibilità si presentano diverse opzioni, tra le quali:
1) è innamorato di me e, dato che non è un mostro con le parole e i discorsi ha deciso di mostrare i suoi sentimenti in modo più semplice;
2) nessuna implicazione amorosa e/o sentimentale; mi ha baciata perché gli andava di farlo;
3) il mio labbro sanguinava ancora e quindi ha cercato di fermare il flusso di sangue con le sue labbra;
4) voleva semplicemente che stessi zitta dal mio elenco di motivazioni sul perché mi dovrei alzare.
Penso che questo mio metodo di elencare ogni cosa mi stia sfuggendo di mano.
Devo essere stata in silenzio per molto, perché lui smette di accarezzarmi e vedo nei suoi occhi un po' di delusione e imbarazzo.
"Io... scusa, cioè non--" prova a giustificarsi.
"Sei innamorato di me, mi hai baciata perché ti andava di farlo, volevi disinfettarmi il labbro o volevi semplicemente zittire il mio sproloquio?" chiedo di getto.
Lui mi guarda stupito e sussurra un flebile "Cosa?".
"Oh, stai zitto". 
E lo bacio. Dopo un attimo di sorpresa lo sento sorridere sulla mia bocca e muovere le labbra. Un po' titubante lo faccio anche io, pensando che è meglio rischiare piuttosto che stare semplicemente ferma.
Dopo un po' ci stacchiamo per riprendere fiato. 
Lo guardo, sorridente come non mai e con uno strano luccichio nello sguardo che non gli avevo mai visto. Sorrido anche io, senza dire niente, perché a quanto pare il mio cervello aveva un qualche inevitabile impegno e in questo momento non può assistermi. Fortunatamente è lui a rompere il silenzio.
"Volevo zittire il tuo sproloquio, ti ho baciata perché mi andava, dovevo disinfettarti il labbro e mi piaci da impazzire" risponde, con una dolcezza e un'emozione nella voce tale da far saltare un battito al mio cuore.
"Oh, wow. Grazie. No, cioè, anche io. No, cioè, non le prime tre cose solo l'ultima. E mi andava anche di baciarti. Quindi l'ho fatto. Ma soprattutto mi piaci. Anche perché il tuo labbro non sanguinava. Non che non ti avrei baciato se avesse sanguinato. Ma in senso che non potevo baciarti per disinfettarlo dato che non sanguinava. E non volevo zittirti perché non parlavi. Non che tu non parli, ma non parlavi prima. No, cioè, si che parlavi, stavi parlando con me, non sono pazza, non parlo da sola. Anche se a volte mi capita quando sono nervosa. Un po' come ora. Ma non sono pazza. Anzi, forse sì, ma non pazza in quel senso, ma pazza in quell'altro senso. Chiaro, no?" dico quasi senza riprendere fiato.
Lui cerca di trattenersi a non scoppiare a ridermi in faccia ma si limita a dire "No, non è chiaro", sorridendo.
"Tu mi piaci, brutto idiota." gli dico, senza guardarlo.
"Ora sì che è chiaro" e mi bacia, di nuovo.
Strano. Nel giro di dieci minuti mi sono baciata per tre volte con il ragazzo che mi piace. Pensa, se non fossi venuta qui con le ragazze e non avessi fatto cadere il gelato addosso a Marlene, ora starei semplicemente sognando questo momento. Devo ricordarmi di abbracciare Alice, che aveva avuto l'idea del gelato.
Quando il bacio finisce, lui appoggia la sua fronte sulla mia e mi guarda, semplicemente. Poi mi viene in mente una cosa.
"Era per questo che non volevi che scappassi?" gli chiedo, sorridendo.
Lui si allontana un po', pensandoci.
"Beh, no, all'inizio volevo solo averti vicina." ammette leggermente imbarazzato, "Menomale che hai iniziato a straparlare così avevo la scusa dello zittirti.".
"Hey, non sfottere il mio cervello. Se non fosse stato per lui, non avrei straparlato, ergo, tu non mi avresti baciato e a questo punto starei ancora aspettanto che tu decida di mettere le tue dannatissime labbra sulle mie." rispondo fingendomi irritata.
"E' una richiesta?" chiede avvicinandosi malizioso.
"Per ora la mia unica richiesta è di farmi alzare." replico facendo pressione sul suo petto affinché lui si sposti.
"Perché dovrei?"
"Vuoi che ricominci con il mio sproloquio?" gli chiedo alzando un sopracciglio.
"Ti prego, sì!" 
Scoppio a ridere e intanto gli intimo di spostarsi, quando mi viene in mente un'altra cosa.
"Oddio. Da quant'è che ci siamo incontrati?" gli chiedo allarmata.
"Non so... penso una mezz'ora perché?"
"Le ragazze! Sono sparita per mezz'ora, si saranno preoccupate!"
Così lo spingo via con forza e mi spolvero i vestiti. Lui rimane a terra ancora stordito. 
"Alzati!" gli intimo tendendogli la mano.
"Cosa? Vengo anche io?" chiede stranito.
"Oh, se preferisci vado da sola, magari incontro qualcuno che--"
"Ok, andiamo!" mi interrompe prendendo la mia mano e alzandosi, per poi trascinarmi via.
E ora non so se dureremo, se litigheremo, se arriveremo ad amarci, o se ci lasceremo dopo un mese; in realtà non voglio nemmeno saperlo. 
So solo che è vero quello che mi diceva sempre mia nonna: per ogni cosa c'è un buon motivo. E guardando James - il mio James - che mi parla, che mi sorride, che vive, penso che, sì, ho trovato il mio buon motivo per essere felice.


 

*Angolino dell'autrice* (la tizia di prima, insomma)
Siete arrivati fino a qui? Oh, che carini, ora arrossisco-- sì, va bene la finisco (è tutta colpa dell'ora tarda, di giorno non sono così, lo giuro).
E beh... non so cosa devo dire. Vi è piaciuta? Mettete un piccolo (o anche grande, come preferite) commentino a questa cosa.
Se non vi è piaciuta (e soprattutto in questo caso) scrivete comunque una recensione con tutti gli errori o i punti che mi vorrete far notare!
Ringrazio comunque quelli che hanno letto la storia, anche se non vi farete sentire.
Un grande bacio e buona fortuna in quest'estate che estate non pare (non so la vostra situazione, ma da me sta piovendo. Ancora)
Ciaaaaaao. *si leva il cilindro e sparisce*

   

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: niclue