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Autore: Freeyourmind_x    22/07/2014    2 recensioni
Per Luke Hemmings e per Clover Paris è bastata una serata, una semplice serata di mezza estate. Una serata che ha cambiato la vita di entrambi e che si diverte a giocare con i propri destini.
Un patto viene stipulato ma se, casualmente, Luke Hemmings dovesse cambiare scuola? E se, i due, dovessero ancora incontrarsi?
Tratto dalla storia:
“Non ho nessun amico, sai? Tutti m'invidiano perché credono che la mia vita sia stupenda. Genitori ricchi, tante conoscenze, tante ragazze ai piedi… Ma sai cosa? Loro non sanno che la maggior parte di queste cose sono tutte finte. Non ho nemmeno un amico sincero per sfogarmi. Guarda come sono ridotto, alle undici di sera a confessare queste cose a una sconosciuta.”
“Non c’è niente di male. Prendila come una sorta di segreto fra me e te. Io non dirò a nessuno quello che mi stai dicendo, e tu farai lo stesso.”
“Affare fatto.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due
-Reason to believe-

“Mamma, io sto andando a scuola. Stasera c’è anche Calum, va bene?” urlo cercando di farmi sentire da mia madre. Dopo poco la vedo sbucare dal bagno con una faccia mezza addormentata.
“Certo tesoro, rimane a dormire qui?” mi chiede e mentalmente mi faccio la stessa domanda. L’altro Ieri, per la fretta mi sono dimenticata di chiedere e ieri, impegnata con alcune faccende scolastiche, non ho avuto nemmeno un secondo per poter parlare con Calum.
“Non so, credo di sì. Te lo faccio sapere più tardi, tieni il cellulare con te, ok?” annuisce e, prima che possa fermarmi ancora, scappo letteralmente fuori di casa.
Stamattina svegliarsi è stata un’impresa ma, il solo pensiero di passare un po’ di tempo con il mio migliore amico, mi ha dato la forza di affrontare questo nuovo giorno.
Dopo dieci minuti di camminata, riesco a intravedere la mia scuola. Silenziosamente cammino per il corridoio osservando come, la maggior parte degli studenti, sia di buon umore. Vorrei avere anch’io tutta quest’allegria di mattina.
Svogliatamente mi avvio verso il mio armadietto. Lo apro iniziando a buttare alcuni libri e cercando di trovare almeno una penna per scrivere gli appunti.
E’ una questione di minuti che sento come se qualcuno mi stesse osservando. Scettica, alzo lo sguardo dal mio armadietto per guardarmi intorno. Inizialmente sembra tutto normale. Sorrido, dandomi della stupida per ciò che ho pensato; ma, basta un secondo, e da qualche armadietto distante al mio, vedo un ragazzo osservarmi.
Subito il mio cuore smette di battere quando i suoi occhi si scontrano con i miei. Sono azzurri, azzurri come il cielo, un azzurro stupendo. Ha dei capelli biondi, con qualche ciocca leggermente più scura. Sono riuniti tutti in grande ciuffo. Ha le labbra sottili, piccole con un piercing sul labbro inferiore.
Lo osservo e più lo guardo e più mi ricorda qualcuno. E’ come se lo avessi già visto da qualche parte, come se quella non fosse la prima volta che lo vedo. E, per quanto possa sembrare strano, anche per lui sembra lo stesso. Socchiudo un po’ di più gli occhi, cercando di concentrarmi il più possibile. Basta poco e subito alcuni ricordi riaffiorano.

“Clover, chiudi te stasera?” mi chiede Hanna, la proprietaria del negozio. Annuisco finendo di asciugare un bicchiere.
“Va bene, stasera sembra non esserci nessuno.” Dico, guardandomi attorno. A parte tre clienti, il locale è vuoto. Hanna annuisce sconsolata. “Sì, purtroppo sono tutti a vedere la partita di football. Le odio solo per questo.” Dice e rido per tale affermazione. “Comunque non ti preoccupare, vai pure, rimango qui io.” La rassicuro per poi continuare il mio lavoro. Al contrario di Hanna, invece, io mi trovo ad amare le partite: meno clienti, più tranquillità per me.
Per un quarto d’ora rimango a leggere “Ragazzo da parete”, uno degli ultimi libri che mi sta affascinando. La clientela non sembra aumentare, fin quando, dalla porta non sbuca un ragazzo.
Appena lo guardo, scocciata, lascio il mio libro sul bancone. Lentamente si avvicina e, una volta arrivato, si siede su uno degli sgabelli.
“Ciao” sussurra e lo guardo negli occhi azzurri. Stringo le labbra accennando a un saluto.
“Vorrei un bicchiere di Vodka.” Mi chiede e subito lo accontento versando il liquido nel bicchiere. Appena glielo servo, prende il recipiente e beve tutto alla goccia. Lo osservo, non capendo quale sia il motivo di tale gesto. Ormai, è quasi un mese che lavoro qui, e ho capito perché la gente a questo vizio del bere. C’è chi beve perché è nella merda fino al collo, c’è chi beve perché non ha niente da fare e c’è chi beve per dimenticare. Ma questo ragazzo, dal nome sconosciuto, non sembra qui per nessuna di queste ragioni.
“Un altro.” Sussurra stringendo gli occhi.
“Non sei un po’ troppo piccolo per bere degli alcolici?” chiedo mentre gli passo il bicchiere. Come prima, beve tutto di fretta chiudendo gli occhi per il bruciore. Solo quando, per qualche secondo riesce a riprendersi, sorride appoggiando il recipiente sul bancone.
“Forse” sussurra ed io mi limito ad alzare le spalle. Hanna non vuole che dia troppa confidenza ai clienti. Per lei, come anche per me, trova pericoloso avvicinarsi a qualcuno che beve. Non si sa mai quali possano essere le sue intenzioni, perciò, meglio stare alla larga.
“E tu, non sei un po’ troppo piccola per lavorare in un pub come questo?” mi chiede subito dopo ed io rimango senza parole. Non mi aspettavo che ricambiasse, in un  certo senso, la mia domanda.
“Forse” mi ritrovo a rispondere sorridendo. Mi passa il bicchiere come a indicarmi di versargli ancora un po’ di vodka. Lo accontento e, questa volta, non lo beve tutto di un colpo. Si limita a sorseggiarne un po’ alla volta.
Così, osservandolo, ritorno a leggere il mio libro.
“Ti è mai capitato di voler andartene?” quando sento la sua voce, alzo lo sguardo cercando di capire. Mi osservo intorno per vedere se, quelle parole, sono dirette a me. I suoi occhi, fissi sui miei, mi danno la risposta.
“Come?” sussurro, non capendo il perché di questa domanda.
“Sì, dico, non hai mai desiderato vivere un’altra vita? Magari non seguendo le regole di nessuno, facendo quello che più ti piace.” Abbandono il mio libro e mi avvicino al bancone. Porto le braccia al petto e lo guardo.
“Sinceramente, sì. Vorrei tanto essere tanto ricca, bella e abbastanza audace da vivere una vita senza confini e in pura libertà.” Gli rispondo sincera. Mi stupisco di come, in una frazione di dieci minuti, questo ragazzo sia riuscito a dare sfogo ai miei pensieri.
“Anche io. Vorrei non dipendere fin troppo dai miei genitori. Si aspettano sempre il massimo da me, e sai cosa? A me non interessa per niente dare il massimo. E come se stessi vivendo la loro vita, non la mia.” Finisce per poi bere un altro po’ della sua vodka. Ora capisco perché lui è qui: lui vorrebbe semplicemente scappare dai problemi, beve perché sta male.
“Io mi sento di fare tutto quello che faccio solo per non sentirmi in colpa. E nessuno si accorge di quanto io sia nella merda, di quanto questa vita non mi piaccia. Avrei quella voglia di mandare tutto a fanculo” sorrido amaramente alle mia parole. Arrivi ad un certo punto che, o per un motivo, o per un altro, inizi a stancarti. Dove non trovi nessuna ragione per andare avanti. Ed io vorrei trovarla quella ragione, vorrei avere quella ragione per credere.
Mi guarda e per un secondo sorride. “Non ho nessun amico, sai? Tutti m’invidiano perché credono che la mia vita sia stupenda. Genitori ricchi, tante conoscenze, tante ragazze ai piedi… Ma sai cosa? Loro non sanno che la maggior parte di queste cose sono tutte finte. Non ho nemmeno un amico sincero per sfogarmi. Guarda come sono ridotto, alle undici di sera a confessare queste cose a una sconosciuta.” La sua risata è piena di rammarico ed io non posso non essere triste per quello che mi ha appena confessato. Dio, con me, è stato più buono. Mi ha donato una buona famiglia, dei veri amici e tanta gioia. Il resto, però, è quello che mi manca.
“Non c’è niente di male. Prendila come una sorta di segreto fra me e te. Io non dirò a nessuno quello che mi stai dicendo, e tu farai lo stesso.” Lo rassicuro, facendogli capire che non si deve preoccupare. A me interessa curarmi degli altri, a me importa che gli altri si aprano con me.
“Affare fatto.”


Appena mi torna in mente una parte di quella serata, le mie guance diventano rosse. Guardo il ragazzo davanti ai miei occhi e l’ansia incomincia a salire.
Non ci posso credere, ero sicura che non l’avrei più visto. Insomma, ero più che certa!
Spaventata, chiudo subito l’armadietto e mi dirigo verso la mia classe lasciandomi il ragazzo alle spalle.

“Non capisco, qual è il problema?” mi chiede Calum, una volta che ci troviamo entrambi nel salotto di casa mia. Sospiro, guardandolo male.
“Il problema è che, a quel ragazzo, ho detto delle cose abbasta private. E non so niente di lui, né il suo nome, né il suo cognome. Potrebbe smerdarmi da un momento all’altro, capisci?” domando portandomi le mani nei capelli.
Quella notte, ci sono state troppe cose dette. Cose che, nemmeno Calum è a conoscenza, cose che nessuno avrebbe dovuto sapere. Ma lui era lì, io ero lì e... E’ stato inevitabile.

Quindi, fammi capire, sbavi dietro al tuo migliore amico da circa un anno e lui non se n’è mai accorto?” mi chiede il ragazzo che ho difronte. Ormai il locale dovrebbe essere chiuso da ben una mezz’ora, ma questo ragazzo mi ha fatto passare la voglia di andarmene a casa. Sembra così bello parlare con lui, senza avere limiti.
“Sì, insomma. Lui è un tipo a cui piace cambiare ragazza ogni sera. Non posso andare da lui e, di punto in bianco, confessargli il mio amore.” Rido e lui non può che darmi ragione.


Quando mi ritorna in mente anche questo piccolo segreto svelato, la mia ansia non fa altro che aumentare. E se quel ragazzo avesse il coraggio di dire tutto ciò a Calum? Dio, sarebbe la mia rovina, la nostra amicizia potrebbe finire e…
“Prova a pensarla in un altro modo. Magari vorrebbe conoscerti, e questo spiega perché stamattina ti stava fissando. Non essere così…Pessimista?” mi conforta Hood, stringendomi in un abbraccio.
Sospiro, infondo potrebbe andare così. Anche perché, quella notte, abbiamo fatto un patto. E poi, non è sembrato quel tipo di ragazzo, quello che si diverte a vederti nella merda.
“Lo spero con tutto il cuore” sussurro ispirando il suo profumo.


Spazio autrice!
Salvveee! Come potete vedere, sono già qui che aggiorno! Sono felice perchè, anche se poche, ci sono alcune persone che hanno messo la mia storia fra le preferite/seguite/ricordate. Mi dispiace non aver avuto nemmeno una recensione, ma pazienza. Non è la prima volta che pubblico qui su EFP e so quanto sia difficile essere notati (?)
Come avete potuto capire, questo è un capotilo che scava nel passato. Chi sarà mai questo ragazzo misterioso? Credo che ormai sia più che scontato ahahahahah 
E poi, la nostra piccola Clover, ha una "cotta" per il nostro Calum... Qualcosa di serio? Mah! 
Ho già scritto il terzo capitolo, quindi, se a qualcuno interessa, potrei anche pubblicarlo direttamente domani. Fatemi sapere in una recensione se vi è piaciuto o meno (:
Ho iniziato anche a pubblicare questa FF su wattpad, ma lì nesssuno l'ha letta AHHAHAHAHAH vabbè, pazienza.
Se volete contattarmi potete scrivermi su Twitter @freeyourmind_x non scrivo mai niente perchè nessuno mi calcola, ma se mi scrivete vi rispondo senza problemi :)
Bene, detto questo vi abbandono. Spero che il capitolo vi piaccia
Ah dimenticavo, ho chiesto ad EFP di cambiarmi nickname, fra un paio di giorni non sarò più _xlovestyles ma freeyourmind_x. Anche se non vi importerà niente, ve lo dico lo stesso lol
Addiossss

-Sere.
  
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