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Autore: Mia Renard    22/07/2014    1 recensioni
Miles a Bass decidono di concedersi qualche giorno di vacanza lontano da casa
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Miles Matheson, Sebastian Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stranamente, quella mattina, Bass si svegliò per primo. Forse a causa della troppa luce che entrava dalla finestra.
Erano sul bordo del letto, come sempre.
Appena si staccò da Miles, questo si girò, nel sonno, mettendosi a pancia in giù. Sembrava comunque profondamente addormentato.
La tentazione fu troppo forte: Bass corse in bagno e riempì d’acqua fredda la spugna per la doccia. Ternò in camera da letto in punta di piedi e la strizzò sulla schiena nuda di Miles.
Questo si svegliò di soprassalto balzando in ginocchio sul letto.
-E’ fredda?- chiese ironico l’altro, cominciando a sghignazzare.
Appena notò che Miles si stava alzando con finto sguardo minaccioso, provò a scappare ma non fece nemmeno in tempo a raggiungere le scale che l’altro lo riacciuffò subito, sollevandolo di peso e scaraventandolo sul letto.
-Nooo- urlò continuando a ridacchiare. -Lasciami..lasciami…- implorò scalciando.
-Mascalzone- ringhiò Miles con un mezzo sorriso, inchiodandolo giù sul materasso col proprio peso e bloccandogli i polsi uniti sopra la testa con una mano. –Adesso me la paghi-. Con la mano libera cominciò a fargli il solletico sui fianchi, cosa che Bass soffriva terribilmente.
-Ahhh-urlò –No, basta! Ah, ah, ah! Pietà, pietà! Ah, ah, ah..-
-Dal momento che hai voglia di ridere, ti aiuto io- lo canzonò Miles.
In realtà era felice di vedere in lui una tale serenità e spensieratezza. Quella risata, quel sorriso, furono un richiamo irresistibile per Miles. Smise di torturarlo e lo baciò con passione. L’altro rispose con trasporto, portando le braccia attorno al collo del primo.  Appena si staccarono, Bass gli sussurrò all’orecchio:
-Scommettiamo che riesco a farmi perdonare?-
Nei suoi occhi celesti, Miles vide il desiderio prendere il posto dell’ilarità di un attimo prima. Si eccitò immediatamente, quando lui fece passare quegli occhi sul suo corpo nudo, con ostentata attenzione. Subito dopo, Bass li puntò fissi in quelli scuri di lui. Adorava perdersi in quelle pozze nere.  Sfruttando l’effetto sorpresa riuscì a ribaltarlo sul letto senza fatica e si mise a cavalcioni sopra di lui. Ogni volta che Miles lo guardava si stupiva di quanto l’uomo che amava fosse bello. Lo guardò dalla punta dei capelli fino all’inguine, che teneva inchiodato sopra il suo. Non vedeva un solo difetto in lui. Un angelo. L’incarnazione della perfezione.
-Bass- ansimò senza fiato mentre sentiva crescere l’urgenza di farlo di nuovo suo.
Fecero l’amore con lentezza, assaporando in pieno ogni tocco, ogni carezza, ogni bacio. La mani di Bass artigliate alla schiena di Miles, che tentava di riprendere fiato mentre ancora era dentro di lui. Alcuni attimo dopo si sfilò e si sdraiò, prendendolo tra le braccia senza dire una parola. Rimasero a letto per un’altra ora, dormicchiando ancora un po’.
Fu Bass a rompere il silenzio: -Forse è meglio se ci alziamo. C’è un sole meraviglioso e voglio godermi la giornata. Porto i materassini in spiaggia e preparo il caffè.-
L’altro si stiracchiò mettendosi a sedere: - Si, io faccio una doccia e ti raggiungo.-
Scese poco dopo, mentre Bass metteva in tavola la colazione. Decise di mangiare solo un paio di biscotti, per potersi fare una nuotata subito. Infatti, solo cinque minuti dopo, stavano già attraversando l’orto diretti verso la spiaggia. Era deserta.
-Tutta per noi-esclamò Bass con un sorriso, mentre si infilava le scarpine di gomma per proteggere la pianta del piede dai sassi del fondale. Poi continuò: -Mi chiedo come la gente possa preferire un lido affollato ad un angolo tranquillo come questo.-
-Non tutti hanno la fortuna di avere la casa attaccata come noi. Lì c’è un bar, quindi disponibilità di bibite fresche e gelati e poi ci sarà sicuramente dell’intrattenimento per i bambini: bigliardini, videogiochi, piste per le biglie…cose così E poi sdraio ed ombrelloni già pronti. Penso sia più pratico per le famiglie. Inoltre un ragazzino si lamenterebbe a venire qui, definendo questo  angolo tranquillo”, come lo chiami tu, un “mortorio”- considerò Miles.
-Allora vuol dire che stiamo davvero invecchiando, se preferiamo la pace alla ressa.-
-O semplicemente vogliamo stare da soli, per conto nostro.- concluse lui saggio mentre finiva anch’esso di infilarsi le scarpine. – Allora- continuò rimettendosi in piedi -pronto a fare il primo bagno della stagione?-
-Facciamo così- propose l’altro –ti sfido: il secondo cha arriva alla boa là in fondo, lava i piatti.-
-E la vincita non è contestabile- ci tenne a precisare Miles, accettando. Nel caso fosse stato lui a vincere, cosa che considerava quasi certa, Bass avrebbe trovato mille scuse per evitare di scontare la pena conseguente alla perdita della gara.
-Affare fatto.-
Si misero in posizione di partenza ma improvvisamente Bass si mise a fissare un puntò alle spalle dell’altro, con espressione preoccupata.
-Miles, sta arrivando qualcuno…-
Appena questo fece per voltarsi a guardare, il primo partì a razzo verso l’acqua. Quando gli arrivò alle cosce, inarcò la schiena in avanti e si tuffò, riemergendo parecchi  metri dopo e procedendo a potenti bracciate verso il traguardo.
Miles, scoprendo di essere stato ingannato, si lanciò al suo inseguimento, raggiungendo la meta inevitabilmente per secondo.
-Hai perso- sentenziò il vincitore.
-Non vale, hai barato- obiettò giustamente l’amato.
-Non riesco ancora a crederci- ridacchiò il primo. –Il generale Matheson intortato dal trucco più vecchio del mondo. E comunque la vincita non è contestabile. L’hai detto tu.-
-Ho finto di crederci per farti vincere- si giustificò Miles ma Bass non era sicuro che fosse la verità.
Tornarono a riva e si stesero sui teli da mare a godersi il calore del sole, non più fastidioso, ora che si erano rinfrescati. Rimasero per un po’ di tempo così, rilassati ad ascoltare solo in cinguettare degli uccelli e il movimento dell’acqua. Sembrava quasi un luogo fuori dal mondo. Trascorsero tutta la mattinata sulla spiaggia, relax e tranquillità.
Decisero di rientrare quando la fame cominciò a farsi sentire, non si erano accorti fosse quasi mezzogiorno.
Una volta sostituito il costume umido con uno asciutto, scesero in cucina per cominciare a preparare le cose per il pranzo.
-Ma quanta roba hai preso!- esclamò Miles osservando tutto quello che Bass stava tirando fuori dal frigo e sistemando sul tavolo: quattro salamelle, sei salsicce, due costine grosse e dieci fette di pancetta. In più sei zucchine e sei peperoni ancora da tagliare.
-E’ più di un anno che non ci concediamo una bella grigliata come si deve. Ti ricordi, in quel parco dove affittavano barbecue e tavolini?-
-Si, mi ricordo. E’ stata quella volta che sei riuscito a bruciare metà delle prelibatezze che ci eravamo portati. Non si era salvata neanche una striscia di quella pancetta deliziosa che avevo comprato io.-
-Te l’avevo detto. A me piace ben abbrustolita.-
L’altro rise : -Più abbrustolita di così! Era praticamente carbonizzata. Forse è meglio che questa volta cucini io la carne e la verdura. Tu taglia tutto, io comincio ad accendere il fuoco.-
Dieci minuti dopo Bass stava portando su due vassoi, tutti i viveri da mettere sulla griglia. Li appoggiò su un tavolino che avevano sistemato a fianco del barbecue. Miles aveva già acceso un bel fuoco. Scoppiettava vivace intrappolato della pietra posata su di esso.
-Secondo me è abbastanza calda. Vuoi avere l’onore pi posare la prima salsiccia?-
L’amato acconsentì raggiante. Prese questa come se fosse un oggetto prezioso e la appoggio con delicatezza sul ripiano rovente. Lo sfrigolio che ne seguì fu musica per il suo stomaco. Ma subito dopo si portò una mano alla fronte, lamentandosi :
-No, sapevo di essermi dimenticato qualcosa! La macchina fotografica…-
-L’ho presa io- lo rassicurò Miles. –La trovi nella tasca della mia sacca.-
Bass corse via e tornò qualche attimo dopo con l’obiettivo spianato. Per prima cosa immortalò appunto Miles col forchettone che girava la salsiccia (comico e sexy allo stesso tempo), Miles che si scottava, Miles che imprecava, Miles che aggiungeva legna al fuoco, Miles che gli faceva la linguaccia. Poi la carne che cuoceva e infine, con l’atoscatto, un bacio durante la preparazione del pranzo. Immortalare quei piacevoli momenti era un po’ come fermare il tempo, per Bass.
La voce dell’altro lo riscosse :
-Passami il vassoio. Queste sono pronte. Poi coprile, così restano calde- ordinò.
Poi fu il turno delle fette di pancetta, delle costine e delle salamelle. Per ultime, le verdure.
Portarono tutto in tavola, con le pietanze ancora fumanti. Con la pietra ben calda non ci avevano messo molto a cuocere tutto. Durante il pranzo Bass continuò a scattare foto: il tavolo imbandito sotto il gazebo, Miles che portava quattro piatti un una volta, Miles che infilava in bocca un pezzo di costina, Miles che tagliava una salsiccia, Miles che condiva le zucchine.
Finche non fu troppo: -Piantala, dai. Mi sento osservato.-
-Ma la luce è perfetta- si lamentò l’altro. –Stavano venendo bene. E poi tu sei il mio soggetto preferito.-
Il bellissimo uomo abbozzò un mezzo sorriso, arrossendo leggermente, ma non si arrese: -Ok, ma adesso basta. Pensa a mangiare.-
Con una leggera smorfia di disappunto, l’altro mise da parte la macchina fotografica e tornò a dedicarsi al cibo. Una volta  che furono più che sazi, sparecchiarono e sistemarono gli avanzi nel frigo.
Mentre Miles lavava i piatti, Bass affrontò una lotta corpo a corpo con le sdraio del giardino, tentando di aprirle mantenendo le dieci dite delle mani intatte.   La prima si piegò al suo volere, ma con la seconda fu molto più difficile. Quando il primo uscì di casa per raggiungerlo, ridacchiò nel vederlo in difficoltà.
-Vuoi una mano?- gli chiese ironico.
-Ci vuole una laurea in ingegneria per sistemare a modo queste trappole mortali.-
-Ma dai…hai affrontato da solo una miriade di ribelli assetati di sangue di generale e non sai gestire una sdraio di plastica? Mi meraviglio di te- lo canzonò ma con l’affetto nella voce.
Bass era diventato un’altra persona da quando avevano deciso di fare quella vacanza. Prova del fatto che ne avevano davvero bisogno. I suoi occhi luccicavano di una luce che faceva sembrare spento il sole. E Miles lo amava da impazzire anche per questo.
Sistemarono l’ombrellone e si misero sulle sdraio per godersi il pomeriggio in giardino Per la gioia dell’amato, Miles decise di cominciare a leggere ed alta voce il libro che si erano comprati settimane prima ma che non avevano ancora avuto il tempo di iniziare. Troppo stanchi la sera a casa, si addormentavano non appena toccato il cuscino. Era un volume della saga Dragonlance, che seguivano fin dall’inizio. Il nono ormai. L’autrice aveva deciso di fare un passo indietro con la storia e raccontare l’epica Guerra delle Lance, solo menzionata negli altri libri ma mai descritta del tutto. Riguardo a tutta l’avventura il lato infantile di Bas aveva avuto il sopravvento perché il suo personaggio preferito era Tanis Mezzelfo: l’eroe senza macchia. Tormentato perché mezzosangue e quindi rifiutato sia dagli elfi che dagli uomini, affascinante oltre ogni immaginazione e amato da una donna per ogni razza. Inizialmente  aveva scelto Kitiara, l’umana, ma poi sposò Laurana, l’elfo innamorata di lui fin dall’infanzia. Tra gli eroi delle Lance invece Miles parteggiava per Raistlin, un personaggio più ambiguo. Sfigurato dall’ossessione per la magia, potente e furioso verso il mondo che lo circonda.
Mentre Miles leggeva, Bass lo guardava rapito: una favola fantasy meravigliosa, narrata dall’uomo più bello del mondo. Trascorsero un paio d’ore nelle Terra di Solace e, quando arrivarono le cinque, il primo decise di fare una pausa per una seconda nuotata nel lago e l’altro si dichiarò pienamente d’accordo. Era l’orario migliore per un bagno.
Ma non rimasero in acqua a lungo. Tra un tuffo e una bracciata arrivò un bacio, poi un altro, poi un terzo, finche i baci non bastarono più. Ancora fradici rientrarono in casa, abbandonando le loro cose in spiaggia, a appena varcato l’uscio fecero l’amore, lì, contro la porta, ormai incapaci di aspettare. Miles  inchiodò Bass contro il muro premendo il suo corpo contro quello di lui. Con la bocca lo assaltò sulle labbra, sul mento, sul collo, sulle spalle, sfiorando, leccando , mordendo, mentre con le mani gli sfilava il costume. Passò all’addome e scese sempre più in basso mente i gemiti dell’altro si facevano sempre più forti.  Passò le dita fra i capelli bagnati di Miles, abbandonandosi a tutto il piacere che lui gli stava procurando. E quando questo entrò spingendosi sempre con più decisone fino in fondo, la testa cominciò a vorticargli. Si aggrappò alle spalle dell’uomo che amava per non cadere. Nelle orecchie sentiva il respiro affannoso di questo ed il martellare del proprio cuore. Con un gemito prolungato Miles venne dentro di lui e solo allora Bass riaprì gli occhi celesti per puntarli in quelli scuri dell’altro , prima di ricominciare a baciarlo, ancora e ancora, rendendogli difficoltoso riprendere fiato.
-Ti amo, con tutto me stesso. Più di quanto tu possa immaginare, e questo  è uno dei giorni più belli della mia vita- gli disse poi con trasporto stingendolo a sé.
-Anche io ti amo, piccolo, davvero tantissimo- gli rispose lui arruffandogli i riccetti biondi e ricambiando l’abbraccio.
Rimasero così per un po’ e poi decisero di tornare in spiaggia per godersi il sole serale.
 
 
 
  
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