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Autore: Erina91    22/07/2014    4 recensioni
Sakura Haruno è una ragazza intelligente, studentessa universitaria al terzo anno di Scienze dell'infanzia, determinata, indipendente e metodica... ma è anche un inguaribile romantica che fin da piccola sogna il ragazzo perfetto, che invece non ha mai trovato.
Naruto Uzumaki è in pessime condizioni economiche, disoccupato, pasticcione, sigle, prossimo ad una crisi depressiva e ora prettamente intenzionato a condurre una vita oziosa.
Quando Sakura decide di mettere in affitto una delle camere del suo appartamento, i due sono destinati ad incontrarsi...
Cosa ne sarà della sua ricerca del ragazzo perfetto?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Ciao a tutti!!! *-* So che sembra strano che pubblichi un'altra Longfic quando ce n'ho già una in corso, però in questi giorni mi è venuta in mente questa idea di trama e ho deciso di scrivere il primo capitolo.
Ovviamente, come qualcuno già sa, in questo periodo ho molto da studiare e quindi non so quanti capitoli riuscirò a pubblicare, soprattutto ora che ne ho due ancora in corso... comunque, farò del mio meglio.
Allora, anche questa è una AU ed è una NaruSaku a tutti gli effetti. Questa volta ho deciso solo di sperimentarmi con questa coppia, anche se ci saranno altri personaggi intorno ai due protagonisti e ovviamente anche coppie già stabilite. Con lo scorrere dei capitoli vedrete.
Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, ma intanto volevo mostrarvi un accenno del mio nuovo progetto.
Vi dico subito che Naruto e Sakura saranno un po' OOC, almeno all'inizio e durante la prima serie di capitoli, specialmente il primo.
Piano piano, poi, cercherò di scavare nei personaggi e di farvi capire i motivi dei loro atteggiamenti e comportamenti, soprattutti quelli di Naruto.
Il primo capitolo è corto, essendo il prologo, ma i prossimi saranno più lunghi. Spero che vi piaccia e che apprezzerete un pochino!! :D Grazie dell'attenzione!!^^



 

Prologo: un coinquilino senza speranza


Era una giornata caldamente estiva e umida, Sakura Haruno stava percorrendo frettolosamente i viali alberati e fioriti della città di Osaka producendo un sonoro ticchettio con le zeppe intrecciate e color cuoio che indossava ai piedi, la gonna giallo carino poco sopra le ginocchia, ondeggiava candidamente ad ogni suo accennato passo.
Ogni tanto ravvivava la frangetta scomposta per allontanare le ciocche rosate dagli occhi, si sistemava la cartella rossa che portava a tracolla e guardava davanti al marciapiede con sguardo deciso.
Il caotico traffico assieme al chiacchiericcio dei passanti la raggiungevano distrattamente, mentre il rumore metallico dei trasporti pubblici graffiava fastidiosamente le sue orecchie.
Il tempo di mettere in affitto una delle camere del suo appartamento, che dopo pochi giorni aveva già ricevuto una richiesta di prenotazione a tempo indefinito.
I suoi genitori vivevano in un paesino di campagna nelle vicinanze di Osaka, ma essendo piccolo e disposto del minimo indispensabile per campare, non era dotato di scuole o università varie e lei, per poter studiare Scienze dell'Infanzia, era stata costretta a far comprare ai suoi genitori un appartamento al quinto piano ubicato nel centro di Osaka.
Poi, per poter guadagnare un po' di soldi e non sopravvivere solo grazie ai suoi genitori, aveva deciso di mettere in affitto una delle camere dell'appartamento dato che era piuttosto grande.
Fortunatamente, pur essendo situato nel pieno centro di Osaka, il quartiere dove ora viveva era mediamente tranquillo e silenzioso, lontano dal confusionario e abituale traffico delle tipiche metropoli Giapponesi.
Terminato il corso di Pedagogia dell'infanzia, era scappata velocemente dall'università senza nemmeno avvisare le sue amiche che se ne stava andando: il ragazzo che aveva deciso di affittare la camera, l'aveva avvertita che sarebbe arrivato nel tardo pomeriggio e lei era già ampiamente in ritardo per incontrarlo.
Quando finalmente raggiunse il suo quartiere, affiancandosi al suo palazzo, si guardò intorno per cercare il ragazzo in questione: di lui non c'era neppure traccia. Tirò un sospiro di sollievo non trovandolo. Sperava solo che non se ne fosse andato, magari stanco di aspettarla.
Appoggiò pesantemente a terra la cartella dell'università ricolma degli appunti presi quel pomeriggio e attese qualche altro minuto nel tentativo di vederlo arrivare.
Dopo mezzora che lo stava aspettando davanti a casa sua, iniziò a sbuffare scocciata.
Dov'era finito quello che sarebbe diventato il suo nuovo coinquilino?
E lei che si era preoccupata di essere in disastroso ritardo, quando anche quest'ultimo la stava facendo attendere le ore.
Abbassò la testa rassegnata, intento che i richiami della fame iniziavano a disturbarla.
Ad un attratto fu attirata da una camminata alquanto appesantita, e da uno strascichio fastidioso sul terreno massiccio dell'asfalto.
Alzò gli occhi curiosa e vide un ragazzo: probabilmente era lui, ma era ancora troppo lontano per vederlo discretamente bene e, come se non bastasse, la luce rossastra del tramonto sulle colline le offuscava la vista.
Ecco che finalmente la raggiunse e ciò che vide la lasciò senza fiato: non si sarebbe mai aspettata un tipo simile.
A telefono la voce le aveva fatto un ottima impressione, ma la persona che aveva davanti andava aldilà della sua ingenua immaginazione.
Il ragazzo aveva più o meno la sua età, era vestito in modo piuttosto trasandato e sembrava quasi un vagabondo: una maglietta più larga di lui che non esaltava il suo bel fisico, a maniche corte, tutta sgualcita e con qualche “frittata” sparsa qua e là, dei Jeans chiari sciupati e sfilacciati sulle ginocchia e ai piedi delle vecchie converse rosse, tra l'altro allacciate malamente, e con i lacci mollemente ciondolanti.
-sei tu quella che mi ha affittato la camera?- chiese sorridendo.
Da quella sottospecie di valigia, che aveva più le sembianze di un borsone da palestra, tirò fuori dalla tasca davanti un pacchetto di sigarette e se ne accese una con un accendino tenuto nella cavità dei pantaloni iniziando pacatamente a fumare.
Quell'atteggiamento maleducato e inappropriato, dopo averla fatta aspettare più di un'ora, la stava facendo imbestialire.
Comunque, la domanda che le aveva fatto la obbligò ad incrociare lo sguardo di quello strambo ragazzo e ebbe modo di osservare anche il suo volto: aveva un bel viso, indubbiamente, anche se la barba un po' incolta e rasata male non glielo risaltavano affatto. I capelli biondi erano spettinati e sbarazzini, poco curati sulle tempie, ma i suoi occhi cerulei e grandi erano davvero incantevoli e luminosi nonostante l'apparenza.
Tuttavia, a parte questo, non le sembrava assolutamente qualcuno di affidabile e l'idea di affittare la camera ad un tipo simile non la consolava per niente.
Iniziò ad avere dubbi... questo “tizio” aveva davvero i soldi per pagarla?
Costatando com'era conciato, la risposta sarebbe stata negativa a prima impatto, ma ormai non poteva tirarsi indietro e prima di arrivare a conclusioni affrettate aveva bisogno di conferme che solo con una bella chiacchierata faccia a faccia poteva ricevere.
-sì, sono io. Mi chiamo Sakura Haruno!- si presentò.
Un po' le “schifava” anche stringergli la mano, ma non poteva mostrarsi così riluttante visto che dovevano convivere insieme per un tempo non ancora precisato.
Quando le loro mani si toccarono, avvertì che la sua era un po' sudaticcia e dopo pochi secondi la tirò indietro quasi “scottata”.
-Naruto Uzumaki.- disse -scusa per il ritardo, ma ho sbagliato treno!- si grattò la nuca imbarazzato, ridacchiando nervoso.
Sakura lo fissò perplessa: notò che aveva un bel sorriso.
-nessun problema. Almeno si è scusato.- aggiunse seccata.
-dammi del “tu” per favore...- disse lui, pestando il filtro della sigaretta consumata.
-ok, tanto anche tu ti sei preso diverse confidenze con me.- accettò allusiva.
-mi sembra normale, no? Bisogna vivere insieme, se cominciamo a comportarci in modo così distaccato poi la convivenza diventa difficile.- continuò con assoluta noncuranza.
Lei lanciò un'occhiata vaga alla cicca della sigaretta spiaccicata a terra:
-in casa mia è vietato fumare, ti avverto.- lo avvisò dopo, alzando di nuovo gli occhi smeraldini da terra -se vuoi farlo, usa la terrazza.-
-d'accordo...- accettò annoiato.
A Sakura quel tono tediato dette fastidio, ma decise di non ribattere per non iniziare subito con il piede sbagliato.
-questo è il salotto, l'unico che c'è.-
Indicò una larga stanza con due divani ricoperti da un tessuto scarlatto e ornati da un paio di cuscini ai lati, bianchi a pallini rossi.
Il tappeto piumoso, color panna, si estendeva al centro e distanziava i divani dal televisore a schermo piatto assieme al tavolino d'appoggio riposto in mezzo. Dietro al televisore, si ergeva una libreria alta e ricca di libri di ogni genere e dimensione.
Naruto non commentò niente, si limitò solo a guardare, lasciando Sakura sempre più incuriosita dal suo comportamento.
Poi gli mostrò la piccola cucina, con in mezzo un tavolo con quattro sedie e al centro un vaso con un mazzo di fiori multicolori, posto sopra ad un centrino fatto a mano. Era arredata solo da un paio di fornelli, accanto il lavello con qualche stoviglia ancora da rigovernare, una lavastoviglie e un frigo dotato anche di congelatore.
In angolo si trovava un ripiano con sopra una classica macchina da caffè italiana, che doveva essere costata un occhio della testa.
-ti spiego...- iniziò lei -ognuno avrà un piano proprio nel frigo, così potrà comprarsi quello che vuole; ovviamente, non riempiendolo fino a straboccare, in modo tale da lasciare il posto per l'altro.- puntualizzò -sai... sono una persona molto ordinata, quindi ti chiedo di rispettare queste condizioni. Non mi piace affatto vivere nella confusione.-
-certo, si vede chiaramente come sei.- la sbeffeggiò divertito.
Sakura gli lanciò un'occhiataccia infastidita dopo che, con tanta schiettezza, lui l'aveva schernita comprendendo subito il suo modo di fare, che a quanto pare trovava fastidioso.
Non si conoscevano neanche da un giorno, e si stava già prendendo troppe libertà.
Decise di ignorarlo un'altra volta_era inutile mettersi a discutere_e proseguì con la visita dell'appartamento:
-questa è la mia camera e non hai il permesso di entrare. Se vuoi farlo, bussa prima.-
Naruto annuì con indifferenza.
-e questa è la tua. Ognuno ha il suo bagno all'interno della camera.-
Aprì la porta della stanza per fargliela vedere meglio.
Non era una camera tanto piccola: aveva un letto matrimoniale già sistemato con delle lenzuola celesti, ai due lati due comodini e un armadio in mogano chiaro. All'angolo uno specchio e, accanto ad esso, la porta del bagno.
-carina la camera!- esclamò lui sorridendo, e per la prima volta reagendo umanamente. Sakura sospirò stancamente.
-è tutto per ora! Per il pagamento ne parleremo al momento.
Fai come ti pare: mangia, dormi e bevi quando vuoi e quanto vuoi. Ciò che conta è che, quando lo fai, tu abbia un minimo d'ordine.-
-grazie Sakura!- disse lui, alzando il pollice.
Lei si stupì dei ringraziamenti e poi si chiuse la porta alle spalle, lasciandolo libero di accomodarsi.
Alla fine non sembrava così male, fu l'ultimo pensiero che fece prima di raggiungere la cucina e cenare: stava crepando di fame.


 
******


Il giorno seguente, però, dovette ricredersi sull'ultimo pensiero fatto la sera prima sul suo nuovo coinquilino. Quando tornò a casa, infatti, nel pomeriggio, dopo un'altra giornata all'università per i corsi, trovò quest'ultimo “stravaccato” sul divano, con i piedi sopra al tavolino al centro e i calzini indossati bucherellati in cima.
La televisione era accesa e alta, e la guardava ridacchiando come uno scemo; in mano aveva una lattina di birra e c'era qualche altra lattina vuota e ammaccata sparsa in terra. Il portacenere poggiato sul tavolino era già pieno di cicche consumate. Per non parlare della sua amata stanza che puzzava sgradevolmente di tabacco.
La prima cosa che il suo corpo avrebbe voluto fare era gridare a squarciagola per quella disgustosa visione del suo bel salottino rovinato e sporco, che adesso pareva una scarica di immondizia scarmigliata, e buttare fuori a calci in culo quel vagabondo nullafacente del suo dannato coinquilino, ma cercò di controllare la rabbia raccogliendo dei respiri profondi:
-si può sapere che diavolo è questo casino?!?- imprecò furiosa -ma che stai facendo? Non vedi che sporcizia hai creato?! Non fai niente nella tua misera vita?!-
Non ce l'aveva fatta a trattnersi.
Naruto finse spudoratamente di non averla sentita, intanto che lei si stava sgolando:
-e poi... senti che tanfo di tabacco? Ti avevo chiesto di fumare in terrazza se volevi farlo! È la prima cosa che ti ho detto quando siamo entrati in casa!- ripeté furibonda.
Lui non la considerò deliberatamente un'altra volta. Lei invece, alla fine, non era riuscita a mostrare contegno ed era scoppiata.
In più, con quell'atteggiamento di sciatteria, la stava facendo raggiungere il picco massimo della collera.
Strinse i pugni in modo da bloccarsi in tempo dal fare un'altra scenata pietosa e inutile.
-oh! Sakura!- sorrise lui di sbieco, alla fine -cosa stavi dicendo? Non ti ho sentito per via dell'audio alto della TV.- spiegò mentendo e ignorando la sua rabbia con maestria, degna delle persone più ipocrite. “e allora abbassalo brutto imbecille!” protestò tra sé e sé, inviperita.
Poi lo sentì giustificarsi e riprese ciò che lei le aveva rinfacciato, facendole capire che in realtà aveva sentito tutto quello che aveva gridato:
-scusami... sai, a volte non mi rendo conto di lasciare troppa roba a giro... ma ti prometto che rimetto subito a posto, appena posso.- sviò schivo.
-no! tu adesso alzi quelle maledette chiappe dal divano e metti immediatamente a posto il casino che hai combinato! Sono stata chiara, brutto imbecille?- ordinò gelida.
Naruto sbuffò irritato.
-non rompermi!- borbottò, sostituendo il suo sorriso con un'espressione seccata.
-ascoltami! Questa è casa mia e sono io che ti affitto la camera, perciò si fa come dico!- in seguito aggiunse, facendogli la domanda che le frullava nella testa da quando ieri gli era apparso davanti:
-ma tu non hai un lavoro? Non studi nemmeno?-
-no.- affermò brusco -mi sono licenziato dal posto di lavoro e la mia vita è un'autentica merda! Ora il mio nuovo obiettivo di vita è oziare tutto il tempo!- terminò secco.
-e dimmi, idiota... oziare tutto il giorno ti sembra un bel obiettivo di vita?- chiese aspra.
-senti... tu che ne sai di com'è la mia vita? Fatti gli affari tuoi, Sakura!- ribatté infastidito -se il problema è il pagamento, tranquilla, ti pagherò! La camera che ho preso in affitto me la pagherà il mio padrino, mandandomi i soldi dalle Hawaii... quindi, adesso puoi anche lasciarmi oziare in pace!-
Detto questo, non la guardò in faccia e si “schiantò” nuovamente sul divano come un sacco di patate ripieno fino al midollo.
-sei proprio un stupido! Sappi che non accetterò mai questa situazione!- replicò lei perentoria -da qui a stasera voglio il divano e il salotto limpidi e puliti, com'erano questa mattina prima che uscissi. Se non farai quello che dico rifiuterò di contrattare con te.- precisò –se non hai afferrato il concetto o fingi di non sentirmi come prima, molto più chiaramente, intendo che non ho bisogno di pelandroni in casa mia!-
Furiosa si allontanò da quel salotto che le stava solo creando il voltastomaco, alla sua vista. Mentre ripensava alla discussione avuta con Naruto, si chiese anche i motivi per i quali si fosse licenziato dal suo posto di lavoro, ma la risposta che si dava era unicamente quella che il suo coinquilino era decisamente un fannullone senza speranza.
La convivenza con quel ragazzo sarebbe stata davvero dura da gestire, quella era l'amara verità.
Ovviamente, però, in qualche modo avrebbe trovato la maniera di farsi rispettare da lui, se non voleva rimetterci lei stessa e perdere il suo primo affittuario.
Se ne sarebbe approfittata, come lui adesso stava facendo con lei.
  
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