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Autore: pickingupwords    22/07/2014    3 recensioni
[Jily; AU]
Lily voleva dimenticarlo.
James nemmeno ci provava, a dimenticarla, sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta.
La cioccolata calda con panna e uno spruzzo di cannella.
Una sciarpa.
Un bracciale.
Londra.
Le lentiggini di Lily e gli occhi da cerbiatto di James.
Lei letteratura, lui arte.
E un anno di separazione.
Dal testo:
"Voglio stare con te, Lily. Voglio amarti. Voglio svegliarmi al tuo fianco e voglio poter dire di essere fidanzato con la donna più bella del mondo."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-she hated him; by seeyouinhell









Il gran giorno è arrivato.
Lily si guarda allo specchio e si sente diversa, nuova, cambiata.
Potrà dimenticare e far tesoro di tutto: gli anni del liceo, i primi amori, le giornate passate a pensare a qualche imbecille, le gioie e i dolori adolescenziali, le litigate con James Potter.
Ora non si sente più ragazza, ora si sente donna. Sorride al suo riflesso e si volta per controllare che la valigia sia pronta, riguarda la lista, gira per la casa assicurandosi di aver preso tutto, va in camera e la saluta per l’ultima volta, pensando ai giochi fatti da bambina con le bambole, lì dentro, ai pianti e agli abbracci dati con sentimento, alla prima volta che ha fatto l’amore su quel letto, con James. Chiude gli occhi ed esce, non pensando a come la loro storia fosse finita in un batter d’occhio, perché non si capivano, perché discutevano troppo spesso, perché non mi ami abbastanza, perché ti amo troppo, perché così io non posso continuare, perché i ti amo detti sottovoce facevano sentire lui amato, ma lei in trappola, perché aveva deciso di concedersi dopo lunghi anni di attesa da parte sua, perché i suoi occhi scuri messi in risalto dagli occhiali tondi la facevano sussultare, perché quando lo abbracciava si sentiva protetta, perché quello che provavano era molto forte, molto profondo, forse troppo. E si erano distrutti a vicenda.
 
// 

Si alza dal letto senza dire una parola, inforca gli occhiali con goffezza, si guarda allo specchio e fa una smorfia, va in cucina e si prepara la colazione, le valige sono pronte, disposte nell’ingresso con precisione maniacale da Remus (ha sempre pensato che quel ragazzo soffra di disturbo ossessivo compulsivo), sente Sirius russare dal salotto: la sera prima avevano deciso di ritrovarsi, tutti e quattro, insieme, per salutarsi, dopo il diploma, ognuno prenderà una strada diversa, ognuno seguirà i suoi sogni, così freschi e giovani. Si rivedranno? Sicuramente: si vogliono esageratamente bene per non farlo. Rivedrà Lily? Non ne è sicuro, anche se si sono amati così tanto che probabilmente ricapiterà, fra un po’ di anni, in un bar, la vedrà bere la cioccolata calda con panna e una spruzzata di cannella (è la sua bevanda preferita), le andrà incontro e le chiederà come sta e lei gli risponderà che è fidanzata con un bravo ragazzo (uno più bravo di lui, uno ricco, uno già laureato), che è una cosa seria e quando rivolgerà la stessa domanda a lui, probabilmente replicherà che non è mai riuscito ad amare un’altra a parte lei; perché sa già che sarà così, con Lily: non la dimenticherà mai, non riuscirebbe nemmeno volendolo.
Beve del caffè e guarda fuori dalla finestra: piove. E’ luglio e piove. Sembra tanto una presa in giro. Dei passi lo raggiungono, si volta, Sirius gli sorride scompigliandosi i capelli.
-Amico, mi hai fatto del caffè?- gli chiede.
James fa un cenno alla moka, l’altro se ne versa un po’ nella tazza. –Come stai?
Spallucce.
-Io sono terrorizzato, cazzo.- dice Sirius in una risata nervosa. –Non so come farò senza di voi, Potter. Senza di te.
James lo guarda intensamente e sorride. –Nessuno di noi lo sa.
-E tu?- cambia argomento drasticamente.
Quello alza un sopracciglio interrogativo.
-Con Lily, imbecille.
James sente quelle parole come un pugno nello stomaco, abbassa lo sguardo evitando quello dell’amico, che James lo sa, lo sta giudicando, gli sta dicendo di andare da lei e dirle tutto quello che prova, prima che sia troppo tardi. E lui sa, sa che ha ragione, ma sa di non avere il coraggio, non dopo tutto quello che è successo tra loro due. Lui, che è sempre stato il più coraggioso del gruppo, lui che ha sempre affrontato le paure a testa alta, ora si ritrova a fare i conti con i sentimenti, ché quelli sono tutti un’altra cosa, sono diversi, difficili, complicati; non puoi affrontarli a testa alta, non puoi sfidarli, quello che provi è dentro di te, devi sfidare te stesso, non qualcun altro. E’ questa la cosa più difficile.
 
//
 
Lily scende le scale dell’appartamento dove abita adesso, da sola, senza genitori, senza nessuno che la tenga prigioniera: è libera.
Esce per strada e Londra le appare così bella, infinita, immensa. Sorride al cielo nuvoloso, si copre con una sciarpa di lana color rosso e oro: era di James, quella sciarpa, lei se l’era presa con il permesso del ragazzo, perché sapeva di lui e anche se è passato un anno, quel maledetto ammasso di fili ha ancora il suo profumo; vuole buttarlo nel primo cestino che capita, quel ricordo, vuole liberarsene, eppure, qualcosa più forte di lei glielo impedisce. E’ ancora legata a James, non l’ha ancora dimenticato e avere qualcosa di suo, la fa sentire al suo fianco.
Inizia a nevicare e Lily sorride, il naso inizia a farsi rosso per il freddo e le lentiggini più evidenti a causa del pallore della pelle. Cammina più veloce, per raggiungere il bar più vicino e svolgere qualche esercizio per il prossimo esame che avrà all’università. Letteratura inglese, è quello che studia Lily, vuole insegnare, quando sarà grande. Vuole dar qualcosa a qualcuno, vuole trasmettere l’amore che ha per i libri e la lettura, per le poesie, per i romanzi. Si siede al tavolo più lontano dal chiasso, si toglie il cappotto, il golfino (perché il locale è riscaldato più del dovuto), ma la sciarpa la tiene indosso, allentata, ovviamente, ma non la leva, gioca con i filetti che penzolano da essa finché la cameriera non le chiede ciò che desidera.
-Una cioccolata calda con panna e una spruzzata di cannella, grazie.- sorride.
James rideva sempre quando la ordinava, diceva che era una cosa anormale volere la cannella, invece che il cacao. Lui odiava la cannella. E’ troppo forte, preferisco le cose dolci e poi la guardava e la baciava, senza chiedere il permesso, senza preavviso e Lily sorrideva. Lo immagina di fronte a sé, gli occhi puntati su di lei e il sorriso che tanto ama(va). Apre il libro per studiare non appena arriva il suo ordine e legge e rilegge le stesse righe per così tante volte: non capisce niente nemmeno in una. E si accorge che di James Dickinson sa tutto, è di Emily che non sa niente.
 
//

James scende dalla metro e sfida Londra con i suoi occhi grandi da cerbiatto, va al National Gallery e prende appunti. Studia arte. Si sistema gli occhiali sul naso e si rifugia al caldo, lontano dalla neve che ha appena preso a scendere. Gli viene in mente che Lily, con la pelle chiara come i fiocchi, potrebbe stare bene in quel paesaggio, con quei capelli rossi e quegli occhi verdi che la fan risaltare nel bianco. Scuote impercettibilmente la testa e si concentra sul quadro che ha davanti, scrivendo la tecnica, gli sguardi dei soggetti che ha di fronte, il movimento che c’è, anche se quasi invisibile. Si passa una mano fra i capelli e volta pagina. Sorride ad una ragazza che è appena passata al suo fianco, lei ricambia, ma non è il sorriso che cerca. Si morde un labbro, riconcentrandosi sul dipinto, muove il polso velocemente, l’unico bracciale che ha si agita con lui, lo guarda per un secondo.
Te lo regalo solo perché sei tu, è il mio bracciale preferito: se lo rovini ti ammazzo, Potter; guarda la corda di canapa intersecata da qualche turchese legata a lui. Non l’ha mai tolto, non l’ha mai rovinato. E’ l’unico oggetto che lo tiene ancora legato a lei. Sospira e va al bar del museo, per prendersi una pausa, per non concentrarsi su niente.
-Desidera?- gli chiede una cameriera con i capelli ramati e ricci. Gli ricordano quelli di Lily. Anche se lei li ha più chiari e lisci.
-Una cioccolata con panna e una spruzzata di cannella.- risponde automaticamente, senza nemmeno rifletterci.
-Gusti insoliti.- commenta divertita quella. –Nient’altro?
James scuote la testa, la cameriera se ne va.
Punta gli occhi sul bracciale.
E pensa di aver sbagliato tutto.
 
//
 
Il campanello suona, dovrebbe essere Clarke, la sua compagna di studi, erano d’accordo per un’ora fa, ma non si è ancora fatta vedere. Lily apre la porta ed esclama: -Finalmente!
Ma la persona alla porta non è Clarke.
Spalanca gli occhi, guardando meglio, come ad accertarsi di non essere soggetta a visioni.
James le sorride dolcemente.
-Potter…?- dice soltanto.
-Ciao, Evans.- risponde con quel tono che lei tanto ama. –Aspettavi qualcuno?
Lily resta in silenzio per qualche secondo. –Io… Sì, una mia amica, dovevamo… Dovevamo studiare Virginia Woolf insieme.
Silenzio. Tutti e due si guardano, senza dire una parola, lei stupita e contenta, lui contento e stupito di quel che ha fatto. Potrebbe avere una storia con un altro e lui si presenta a casa sua senza un preavviso.
Lo fissa e un sorriso si fa spazio sul suo volto sorpreso. –Vuoi entrare?- gli chiede poi, pensando di averlo dovuto far prima.
-Non so: posso?- richiede lui scrutando al di là della sua testa, per vedere se è sola in casa.
-Sì, certo.- e si sposta per farlo passare, lui entra, guardandosi intorno, studiando il mondo di Lily, un mondo che ha sempre conosciuto e che appare così cambiato, adesso. Studia la disposizione dei mobili, i colori che ha usato per tingere le pareti. La sala è giallo ocra. Sorride.
-Ti sei sistemata bene.- afferma, la cosa più stupida da dire.
Lily chiude la porta. –Ho fatto del mio meglio.
Silenzio.
-Vuoi qualcosa?
Annuisce, Lily sorride. –Okay, seguimi.
Vanno in cucina, gli fa cenno di sedersi al tavolo, lui esegue. I mobili di quella cucina sono sul bianco, o bianco sporco, o grigio. Le quattro pareti sono divise in due colori, alternati, blu e azzurro.
-Cosa vuoi?- e per un momento nessuno dei due riesce a capire se Lily si riferisce al bere o al motivo per cui lui è lì, dopo un anno di sparizione da parte di tutti e due. Ha provato così tanto a dimenticarlo, ha provato con tutte le sue forze e quando stava per riuscirci, lui rispunta alla sua porta, travolgendole il nuovo mondo che si era creata: aveva sempre fatto così con lei. Non ha nemmeno provato a dimenticarla, perché aveva sempre saputo che non ce l’avrebbe fatta mai, così aveva aspettato che il coraggio si facesse spazio nella sua anima, quel coraggio che non aveva avuto l’anno prima e che ha preso il sopravvento.
-Lily…- inizia.
-Come ti permetti?- chiede nervosa interrompendolo. –Come osi anche soltanto presentarti a questa porta dopo un anno di silenzio, James?
Lui si alza e le va incontro, lei si sposta, non vuole nessun contatto con lui, sa che potrebbe solo peggiorare la situazione. –Oso venir qui perché ti amo.- la guarda negli occhi.
Lily stringe le labbra. –Ci siamo fatti del male, in precedenza, non voglio soffrire di nuovo.
-Eravamo adolescenti, Evans! Stupidi ragazzini che non sapevano nemmeno cosa volesse dire amare. Ora lo so, Lily… Lily, guardami. Guardami.- le prende il mento fra due dita e la costringe a puntare gli occhi nei suoi. –Ti amo, Lily. Ti amo così tanto che mi fa male non averti accanto.
Lei abbassa lo sguardo e vede che porta ancora il braccialetto che gli aveva dato tanto tempo fa.
-Non l’hai mai tolto?- chiede con voce tremante, temendo la risposta.
-Mai dal giorno in cui me l’hai dato.- risponde con dolcezza.
Lo guarda, inclina leggermente la testa. –Ho paura di quello che potrebbe succedere.
-Che potrebbe succedere?
-Quello che è già successo, James. Ci faremo del male, ancora, io e te: è quello che facciamo sempre. Stiamo bene insieme, ma continuiamo a discutere, non siamo quasi mai d’accordo, la vediamo in modo uguale per le cose grandi e per le questioni piccole vediamo tutto diverso: il divano va a destra per me e a sinistra per te. E litighiamo. E discutiamo. E io non voglio più questo, James, non ho le forze per sopportarlo.- confessa e lui sorride.
-Voglio stare con te, Lily. Voglio amarti. Voglio svegliarmi al tuo fianco e voglio poter dire di essere fidanzato con la donna più bella del mondo. Dannazione, voglio far l’amore con te, Evans, voglio stringerti, voglio consolarti se stai male e voglio baciarti; voglio condividere con te tutto quello che succederà, voglio anche litigare, non m’interessa, perché poi faremo pace. Voglio vederti con i capelli spettinati la mattina e voglio perdermi nei tuoi occhi verdi. Voglio essere l’uomo della tua vita e voglio che tu sia la mia donna. Lily, ti amo, ti amo, ti amo, ti am…
Lily lo bacia con dolcezza, interrompendo il suo sproloquio, sfiorando ancora quelle labbra che tanto le erano mancate, sentendo il tocco di lui di cui tanto aveva sentito l’assenza; la bacia assaggiando le sue labbra, che tanto aveva cercato in altre ragazze in quel lungo anno senza di lei, la stringe a sé, per paura di perderla ancora.
Si separano e si guardano.
-Se ci lasciamo ti uccido, Potter. Giuro che ti uccido.- dice con il fiato corto Lily.
James sorride. –Non ti lascio andare, Evans, non questa volta.
E non lo farà.
 


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 flowers's hall. 
ed eccomi qui, un'altra os jily per preparami al prossimo
capitolo della mia storia (che sarà su lily). 
perché AU? non lo so, m'è venuta così.
ho pensato: e se lily e james si fossero lasciati?
e se poi tornassero insieme?
e se si separassero?
e se dovessero perdersi per capire quanto si amano? 
a caso/a random/a qualunquecosa mi è venuta in mente
una lily che va all'università e da lì è partito tutto. 
quindi spero che vi sia piaciuta. e... allons-y! 
un abbraccio ed un bacio sul naso.
rose.
 
  
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