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Autore: Lost on Mars    22/07/2014    10 recensioni
A diciassette anni non sai cosa sia la morte e perché debba capitare proprio a lei. Non sai perché il destino abbia deciso di fare questo scherzo proprio a voi. Perché tu debba soffrire così.
A diciotto capisci che non si può più cambiare nulla, allora provi ad uscire di casa, ma tutto ti ricorda troppo lei.
A diciannove ricominci a vivere, ma sei ancora legato ai fantasmi del passato,tant’è che non riesci più a legarti a nessuno, perché ti sembra di tradirla, perché la ami ancora, anche se è morta.
Ashton ha diciannove anni ed è convinto che il tempo che guarisce ogni ferita sia un gran cazzata: lei è morta da due anni, ma lui non smette di sanguinare dentro.
E se fosse una persona a guarire ogni ferita? Se il tempo non c’entrasse proprio niente?
-
«Non credo quanto possa interessarti la storia di un ragazzo depresso.»
«Oh, non credo che tu sia depresso. Non hai l’aria da depresso.»
«Allora devi essere una pessima osservatrice.»
«Hai l’aria da distrutto, a dir la verità, ma hai anche l’aria di uno che ne è uscito, da qualsiasi cosa tu fossi dentro. Hai un sacco di arie, in effetti.»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22
 
 
«Lei, la tua ragione, il tuo perchè, il centro del tuo vivere.»
(Laura Pausini – Uguale a lei)
 
 
Erano passati dieci minuti e Thalia non aveva ancora capito cosa fosse preso ad Ashton, gli accarezzava I capelli di tanto in tanto, per confortarlo, perchè non riusciva a fare nient’altro. Provò a chiedergli cosa fosse successo un paio di volte, ma lui non rispose mai. Solo quando Thalia sospirò e fece per alzarsi, Ashton diede segni di vita.
«Ti prego, non te ne andare.» mormorò, afferrandole il polso.
«Non me ne vado, recupero solo la mia maglietta.» gli sussurrò dolcemente, stringendogli forte la mano prima di lasciarla.
«Puoi metterne una mia, sono nel primo cassetto.» disse Ashton. Il suo tono di voce era assente, aveva la testa da tutt’altra parte e a Thalia sarebbe piaciuto capire dove. Gli sorrise e aprì il cassetto dell’armadio. Prese una maglietta a caso e se la infilò, era semplicemente nera, nessuna scritta o disegno.
Ritornò a sedersi sul letto e guardò Ashton negli occhi, adesso lo sguardo di lui era fisso su qualcosa alle spalle di Thalia, sul comodino. Lei si girò e vide solamente quella fotografia rivolta verso il basso. Allora si fece coraggio e allungò la mano, afferrandola, la rimise nella sua posizione originaria. C’era Ashton che sorrideva e abbracciava una ragazza minuta, aveva i capelli biondo scuro e le lentiggini sul viso. Anche lei sorrideva e indossava un vestito arancione, mentre Ashton una camicia bianca con la cravatta nera. Thalia non ci mise molto a capire chi fosse: Lilian. Deglutì e lasciò la foto rivolta verso l’alto, come era giusto che fosse. Poi si girò di nuovo verso Ashton, che adesso la guardava. Il suo sguardo era indecifrabile: Thalia non sapeva se fosse dispiaciuto, triste, impaurito o cos’altro.
«Era... era la sera del ballo?» chiese Thalia, spezzando quel silenzio malinconico che si era venuto a creare.
Ashton annuì, non aprì bocca e non sprecò fiato. Non riusciva a capire cosa sentisse in quel momento. Si odiava per essere così debole e in quel momento avrebbe voluto crollare, ma non l’avrebbe fatto, perché Thalia gli impediva di finire a terra. Era come se fosse le sue fondamenta e lui le era grato per questo.
«Era molto bella, sai?» continuò la ragazza, con il cuore in gola. Non sapeva cosa dire, tutti i suoi pensieri si annullavano. Thalia sapeva di non essere brava a confortare le persone, ma ci stava mettendo tutta se stessa per riuscirci. Non era gelosa e non era arrabbiata, era solo triste, perché vedere Ashton in quello stato le scavava una voragine incolmabile nel cuore.
«Sì» sospirò Ashton, non sapendo dove avesse trovato la forza di parlare. Si passò di nuovo una mano sul viso, per accertarsi di non aver pianto. «Mi dispiace.»
«Di cosa?» chiese Thalia.
«Di aver pensato di nuovo a lei, di essere stato di nuovo male, di non essere stato così forte come credevo... e mi dispiace perché è successo mentre stavamo... non sarebbe dovuto accadere in quel momento.» disse Ashton, gesticolando. Non riusciva ad esprimersi come avrebbe voluto, ma sperava che Thalia avesse capito.
Lei rimase in silenzio, cercando di capire cosa dire, e Ashton ricominciò a parlare.
«E quello che non sopporto è che mi sento in colpa. Mi sento in colpa perché ti amo. Ti amo da morire, Thalia, ma mi sembra di tradire la fiducia di Lilian in qualche modo. E so che non dovrei, ma non ci riesco.»
«Non devi sentirti così. Credo sia normale... lo supereremo insieme, comunque. Te lo prometto, Ash» disse Thalia, accarezzandogli la guancia. «Avremo tutto il tempo per amarci, ora pensiamo a risolvere i problemi, va bene?»
Ashton annuì e incurvò le labbra in quello che doveva essere un sorriso, Thalia gli si avvicinò e lui poggiò le labbra sulle sue e rimasero così per un tempo indefinibile. Non si baciarono sul serio, rimasero solo a sfiorarsi delicatamente le labbra.
«Vado a prenderti un po’ d’acqua.» disse Thalia, alzandosi dal letto.
«Grazie.» le rispose lui.
Thalia uscì dalla stanza rivolgendogli un sorriso, poi si avventurò per le scale e si lasciò sfuggire quel sospiro distrutto che tratteneva da troppo tempo. Stare con Ashton era complicato, ma Thalia amava le sfide. Mostrarsi forte quando non lo si era affatto era complicato, ma se Thalia non l’avesse fatto, Ashton sarebbe crollato di nuovo. L’unica cosa di cui lui aveva bisogno era qualcosa su cui contare, su cui appoggiarsi per non rischiare di cadere, e se Thalia non fosse stata forte per entrambi, sarebbe stato tutto inutile. Ma Thalia era una persona buona ed altruista, e come tale avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di veder star bene le persone che amava.
Entrò in cucina e cercò di ricordarsi dove fossero i bicchieri, mentre mentiva a se stessa dicendosi di stare bene. La verità è che stava male per Ashton e non sapeva fino a quanto avrebbe resistito.
Versò un po’ d’acqua fresca nel bicchiere e rimise la bottiglia in frigorifero. Uscendo dalla cucina, per poco con si scontrò con u e rovesciò l’acqua addosso ad una ragazza un po’ più alta di lei.
La ragazza aveva i capelli ricci e arruffati come quelli di Ashton, però ce li aveva più scuri di lui. Indossava un paio di occhiali da vista sul naso e aveva in spalla una borsa che sembrava piena di libri. Thalia non trovò un nome da associarle né un’identità. In quel momento non le importava poi così tanto sapere chi fosse.
«Scusa!» esclamò Thalia, stringendo il bicchiere al petto.
«Tu devi essere Thalia.» disse la ragazza, facendo un passo indietro per far uscire Thalia dalla cucina. Lanciò la borsa del libri sul divano.
«Sì.» rispose Thalia con circospezione. Avrebbe voluto chiederle chi fosse, ma le sembrava scortese. Poi le venne in mente che una volta Ashton le aveva detto di avere una sorella più grande di nome Lauren che studiava all’università e Thalia trovò improvvisamente la risposta alle sue domande.
«Ashton a volte parla di te» disse Lauren. Thalia fece una strana espressione, molto confusa, tant’è che Lauren riprese di nuovo il discorso. «Non te lo aspettavi?»
Thalia scosse la testa. Ashton che raccontava di lei alla sua famiglia era l’ultima cosa che si era aspettata, forse perché lei per prima non lo faceva con la sua. Non aveva mai detto apertamente ai suoi genitori di avere un ragazzo, e sua madre era venuta a saperlo solo dopo che avevano litigato, per riuscire a consolarla appena un po’. Thalia non riteneva che le sue relazioni potessero interessare la sua famiglia, preferiva di gran lunga tenere per sé ogni piccolo momento che condivideva con Ashton, come un segreto importante. Solo allora realizzò di quanto lei dovesse contare per Ashton, se lui aveva detto alla sua famiglia di loro.
«Io... io stavo portando questo di sopra» disse Thalia mostrando il bicchiere. «Ashton non si sente molto bene, ma non è niente di grave.»
Lauren annuì e sorrise, mettendoci poco impegno nel farlo sembrare un sorriso vero e Thalia si defilò immediatamente. L’ultima cosa che voleva era fare un’imbarazzante conversazione tra donne con la sorella maggiore di Ashton. Inoltre, notò Thalia mentre saliva le scale, quella maglietta era talmente lunga che le copriva anche i pantaloncini, e non volle nemmeno pensare a cosa fosse passato per il cervello di Lauren non appena l’aveva vista.
Rientrò in camera e porse il bicchiere ad Ashton, lui bevve e poi lo posò sul comodino, ringraziando un’altra volta Thalia.
«Perché tua sorella è a casa?» gli chiese Thalia, rimettendosi seduta accanto a lui.
«Non lo so, avrà finito prima all’università...» rispose Ashton, sbadigliò. Si sentiva stanco morto, in quella giornata erano successe tantissime cose: il provino, riappacificarsi con Thalia, ricordare Lilian... voleva semplicemente dormirci su. «Mi dispiace davvero.»
«Shh.» Thalia baciò Ashton chiudendo gli occhi e aprendo il cuore. L’aveva baciato così tante volte nelle ultime due ore che ogni bacio le sembrava un po’ come facesse parte di un sogno. Ashton rispose al bacio con calma, con estrema lentezza, e Thalia si sentì bruciare. Odiava quando lo faceva, ma allo stesso tempo non poteva che bearsi di quei momenti che parevano piacevolmente infiniti; odiava sentirsi così impotente da risolvere le questioni solo baciando Ashton, ma in quel momento non aveva bisogno d’altro, perché per essere le fondamenta di qualcuno, ci si deve tenere in piedi, e l’unico modo per farlo in quel momento era sentire le labbra di Ashton sulle sue.
«E questo per cos’era?» domandò lui, abbracciandola.
«Devo avere un motivo per baciare il mio ragazzo?» ribatté Thalia, scrollando le spalle.
«Non puoi rubarmi le battute.»
«L’ho appena fatto.»
Ashton sorrise e cominciò a farle il solletico. Thalia cadde all’indietro sul letto, di nuovo con i capelli sparsi sul cuscino e le guance rosse. Ashton finalmente rideva di nuovo, ma Thalia aveva dei sospetti su quanto fosse durato quel sorriso.
E intanto, con le lacrime agli occhi per le troppe risate, diceva: «Ash, basta! Dai...» E continuava a ridere, come se in realtà non volesse davvero che Ashton smettesse.
Quando Ashton si allontanò, Thalia si ritirò nuovamente su a sedere, mettendosi accanto a lui ed ebbe l’improvviso impulso di abbracciarlo.
«Ti prometto che risolveremo ogni cosa, abbiamo solo bisogno di tempo, e di quello ce n’è abbastanza, no?» gli sussurrò all’orecchio.
«Di tempo ne è passato fin troppo. Il problema è tutto dentro la mia testa» rispose Ashton. «Non voglio più aspettare e sentirmi dire che ci penserà il tempo a farmi guarire.»
«Il tempo non guarisce niente, è solo una stupida frase di conforto che le persone non pensano sul serio. A guarire puoi essere solo tu, magari con l’aiuto di qualcuno.» disse Thalia.
«E tu puoi aiutarmi?»domandò Ashton, stringendola forte a sé
«Certo che sì.»
«Da quand’è che passiamo dal solletico ai discorsi così profondi?»
«Da quando passiamo dal non parlarci al pomiciare sul lavello della tua cucina.»
Ashton scoppiò a ridere e allentò la presa su Thalia. Lei si alzò e guardò la maglietta che indossava, per poi afferrare la canottiera azzurra che giaceva sulla spalliera della sedia, si voltò verso Ashton. «Posso tenerla?»
Lui sorrise e annuì, Thalia allora rimise la canottiera nella borsa rimase con la maglietta nera di Ashton addosso, profumava ed era così bello indossare i suoi vestiti.
«Credo che andrò via... ho l’impressione di non piacere a tua sorella.» mormorò.
«Ma a Lauren piacciono tutti.» disse Ashton.
«Forse è solo una mia impressione, comunque, sono le sei e devo tornare a casa, ci metto un po’ da qui.»
«Vuoi che ti accompagni?» fece Ashton, alzandosi dal letto.
«Rimani qui e riposati, okay?»
Ashton sospirò e annuì. «Ti accompagno almeno giù, che razza di fidanzato sarei altrimenti?»
Thalia rise, aprì la porta e si ritrovò di nuovo Lauren davanti. Ma perché dovevano sempre finire per scontrarsi, in un modo o nell’altro?
«Scusate! Ash, ero venuta a chiederti come stavi... Thalia mi ha detto che ti sentivi un po’ male e‒» iniziò la ragazza più grande, guardando il fratello.
«Sto bene, accompagno Thalia alla porta.» disse immediatamente lui. Thalia salutò educatamente e poi, insieme ad Ashton, scese velocemente le scale.  Arrivati davanti alla porta, Thalia si alzò sulle punte per abbracciare Ashton e poi se ne andò.
Non riusciva a crede a tutto quello che era successo in meno di sette ore. Luke l’aveva convinta a venire a vedere il loro provino, lei aveva accettato e poi si era ritrovata a casa di Ashton a festeggiare con tutti gli altri. Non si volevano ancora parlare, ma Luke e Calum li avevano rinchiusi in cucina e lì... be’, a Thalia non importava che non fosse successo niente, alla fine. Credeva di essere pronta per quel passo, e forse anche Ashton lo credeva, solo che era lui quello a non essere pronto. Era convinto di poter andare avanti e basta, dimenticare Lilian in due mesi dopo essere rimasto fermo per due anni era impossibile. Sarebbe stata una cosa graduale, e per loro due non era ancora arrivato il momento, non era quel pomeriggio che avrebbero compiuto quel passo importante. Il momento sarebbe arrivato da sé e loro non ci avrebbero nemmeno fatto caso. Thalia era ottimista, credeva appieno nelle capacità di Ashton, e avrebbe aspettato anche tutta la vita pur di vederlo sereno e senza alcuna preoccupazione per la testa. Dopotutto, non le avevano sempre detto che l’amore consisteva nell’essere felici quando lo era la persona amata?
 
 

 
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Angolo di Marianne
Annotate questo giorno come il giorno in cui Marianne ha messo una canzone italiana a inizio capitolo.
Non mi riconosco più, ma qualche settimana fa a canto ho fatto questa canzone e mi è piaciuta così tanto che mi ha fatto subito pensare ai Thashton *---* Ashton ha bisogno di Thalia e loro due sono uguali, so...
La smetto di parlare a vanvera. Duuunque, la storia ha raggiunto e superato le 200 recensioni e vi giuro che io non potrei essere più contenta. Voi siete semplicemente fantastici e ogni giorno mi fate awwhare come una perfetta idiota. Davvero, grazie di cuore per tutto ciò che fate, perché mi date lo sprint giusto per aprire Word e continuare a scrivere.
Vi avverto già che nel prossimo capitolo ci saranno i Cake! :D
Ora, passo a ringraziare in primis Letizia25 che ha avuto un gran pazienza a recensire ogni capitolo, io e la mia prigrizia non ce l'avremmo mai fatta. E poi, ovviamente, un grazie enorme a chi ha  recensito il capitolo 21: Jade_Horan, Aletta_JJ, DarkAngel1, Annachiara99, ashton_irwin94, onesecondofdirection, xitsmaj, animanonimy, SkyscraperWrites, mahoneismyhero, shakjra e di nuovo Letizia25 
Grazie per sopportarmi ogni volta. Alla prossima! ♥
Marianne


PS: Volevo dirvi due cose.
1) Spammo la storia di una mia fantastica amica: The Liar Friend
2) Ho iniziato a tradurre una storia sui ragazzi, ma è su un altro account per via del regolamente, se voleste leggerla, eccola qui: Silence






 
 


 
   
 
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