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Autore: Rijaa    22/07/2014    1 recensioni
1967.
[ ... ] Quella tale cercava di mostrarsi a lui gentile e ben disposta a chiacchiere, quando in realtà il corvino sapeva benissimo che si trattava di una mera maschera sotto la quale si nascondeva; aveva parlato più e più volte con lei - a dire il vero, la lasciava parlare a ruota libera, mentre lui pensava a tutt'altro. Aveva scoperto che era un'allieva della Santa Caterina, che era figlia di due immigrati arrivati in Inghilterra dalla Grecia, che avevano trovato un posto di lavoro ben retribuito e che avevano investito gran parte del loro danaro nell'istruzione della figlia, ragion per cui avevano deciso di mandarla in un collegio prestigioso del genere.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Gabriel, Tony Banks
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Longcross Railway Station
4.45 pm

 

L'attesa del treno era probabilmente il momento più snervante di tutta la giornata, per Peter: a volte si ritrovava ad attendere per ore ed ore, perché i treni in quel posticino di campagna passavano piuttosto di rado.
Longcross non era poi, di sicuro, il posto più sicuro ed accogliente per un indifeso ragazzino di appena diciassette anni che aveva paura persino della sua ombra.
Peter era sempre stato estremamente fobico, e la visione di soggetti ubriachi marci e altri visibilmente fumati non lo rassicurava nemmeno un po'.

Si era messo in un angolino in disparte, lontano da facce da lui considerate sospette o almeno poco rassicuranti, e si era accomodato su una panchina che emanava un leggero odore di vernice, e che probabilmente era stata verniciata da pochi giorni.
Teneva la tracolla ben salda in spalla ed un libro di Shakespeare poggiato sulle gambe, la testa abbassata sul libro, concentrato nella lettura, mentre il suo esile corpo era ripiegato su se stesso in una posizione degna di uno scriba.

"Prossima partenza per la periferia alle 5.00 pm".


Si udì una specie di voce meccanica pronunciare queste esatte parole, e il popolo che affollava quella stazione non sapeva se essere alleviato per l'arrivo a breve del treno, oppure irritato per la lunghissima attesa che avevano dovuto sopportare.
Peter reagì con un profondo sospirò, dando uno sguardo al suo orologio da polso e notando che mancava esattamente un quarto d'ora; decise quindi di continuare un po' con la lettura, e in eventualità avrebbe proseguito anche una volta nel treno;  non c'era nessuno a fargli compagnia, ma non disdegnava affatto intrattenersi con un buon libro durante tutto il tragitto per casa.

Fino a quando non sentì una mano afferrargli saldamente la spalla.
Un sussulto gli fece cadere il tanto adorato libro sull'asfalto bollente di sole, e mentre si chinava per raccoglierlo, voltò un po' il capo e si accorse che era Rena, in persona.
Ma Tony non c'era: alla luce di questo, Peter non si sentì in obbligo di sfoggiare falsi sorrisi o di armarsi di finto perbenismo. Poteva semplicemente essere se stesso, senza avere il timore che Tony potesse capire quello che provava per lui.
Oltretutto, anche Rena, che generalmente appariva sempre gentile e solare, sembrava essere inverosimilmente seria.

"E ora? Che vuoi?" Peter alzò lo sguardo verso di lei, squadrandola da cima a fondo come ad inquisirla con lo sguardo; in un certo senso avrebbe voluto inquisirla davvero, ma era pur sempre la ragazza di Tony. Se non era lui quello in grado di renderlo felice... non aveva importanza, per Peter in fondo contava solo la felicità del suo migliore amico, e di conseguenza avrebbe provato ad essere felice per lui e per la relazione che aveva con Rena.

"Lo sai benissimo cosa voglio" la ragazza si portò le mani in tasca in un modo decisamente indispettito, ed aggrottò la fronte.
Nemmeno lei aveva avuto una buona impressione di Peter, già dalla prima volta che lo aveva visto; sapeva che quel ragazzino provava qualcosa per Tony, ma prima voleva accertarsene completamente. Ed era tenace nel perseguire il suo obiettivo: lo stava letteralmente pedinando fin da quando aveva messo piede fuori dalla scuola, ed aveva rinunciato addirittura alla consueta uscita con Tony pur di infastidire un po' il suo amichetto.

"No, non ne ho idea" Peter fece spallucce, anche se in realtà aveva una piccola e vaga idea riguardo cosa volesse quella vipera da lui. Sicuramente voleva annoiarlo con l'ennesima storia su Tony, ma questa volta non aveva proprio voglia di star zitto ad ascoltarla.

"Ho visto il tuo sguardo pieno d'odio mentre mi guardavi. E ho anche visto lo sguardo pieno d'amore mentre guardavi Tony. Credi che io sia cieca? " chiese con retorica la brunetta. Non sopportava che un ragazzo, un maledetto ragazzo, si intromettesse nella relazione tra lei e Tony, di cui era estremamente gelosa nonostante stessero insieme da solo un mesetto, su per giù.

"Rena, che diamine stai dicendo?" Peter sapeva che invece la greca non aveva nessun torto: lo sguardo che le aveva riservato la prima volta che l'aveva vista era stato veramente atroce. Un misto tra astio, invidia e altri mille sentimenti d'angoscia che agli occhi di chiunque altro non sarebbe mai passato indifferente.
E c'era poi Tony, l'amore di una vita, di una fanciullezza: più che amore era una sorta di fantasia proibita, e in effetti man mano stava diventando sempre più proibita da sfociare nell'impossibile.
"Non è vero" aggiunse, scuotendo ripetutamente la testa, come a smentire quanto Rena avesse appena finito di dire. Entrambi sapevano che era la realtà, inevitabile purtroppo.
Ma per qualche motivo Peter non voleva ammettere di provare sentimenti per Tony a nessuno, figurarsi di ammetterlo di fronte alla fidanzata del suddetto.

"Non è vero? E se lo dicessi a Tony?" il tono indispettito di Rena tornò lampante.
Stava toccando il tallone d'Achille del cantante e lo sapeva benissimo, si stava approfittando del suo punto debole e della sua mania repressa ma sembrava non interessarle nemmeno un po' cosa stesse succedendo nella mente del ragazzo dai capelli del colore della pece.
Non sapeva che in realtà gli stava causando l'ennesima sofferenza amorosa, l'ennesimo castello di sabbia che si infrangeva in miliardi di granelli ai suoi piedi.

"Oh no, ti prego... non dire niente a Tony... Ti giuro... Faccio tutto quello che vuoi ma ti prego... non dirgli nulla" Peter non ci aveva mai creduto realmente, non aveva mai pensato seriamente che lui e Tony potessero avere una relazione vera, di tipo quelle normali che i ragazzi hanno con le ragazze, in genere.
Più che altro le sue erano semplici fantasie di gioventù: aveva trovato il suo principe azzurro, e non gli rimaneva altro che fantasticare e costruirsi una storia da favola nella propria mente. E da essa non sarebbe mai dovuta fuoriuscire.

Fuoriuscivano invece abbastanza copiosamente le lacrime dagli occhi di Peter, indomabili: aveva seriamente perso il conto di quante volte aveva pianto per colpa di Tony e per colpa di quella maledetta che gli ronzava attorno da un mesetto a quella parte, ma purtroppo il pianto era una sorta di riflesso incondizionato che lo aiutava a sfogarsi e a sentirsi appena appena meglio.

"Se vuoi che non gli dica nulla, devi far capire a Tony che non te ne importa niente di lui, okay?" La ragazza rimase insensibile davanti alla reazione emotiva del cantante. Avrebbe anche potuto iniziare a struggersi, ma comunque lei non lo avrebbe degnato della minima attenzione.

"No... questo non posso farlo..." quella dannata era ancora più fredda ed insensibile di Tony, e finalmente era tutto più chiaro agli occhi di Peter, sul perché si attraessero e si fossero messi insieme.
Si asciugò le lacrime con le mani, pregando di calmarsi e facendo il possibile per evitare lo sguardo della bruna, dato che non aveva intenzione di mostrarle le sue fragilità.

"Allora significa che Tony saprà tutto..." insistette Rena, incrociando le lunghe e sottili braccia sul petto, assumendo così una posizione di comando che a Peter recò così tanto fastidio che le avrebbe scaraventato il libro addosso, se non fosse stata una donna.

"E va bene... ma Tony non deve sapere nulla..." in qualche modo, pensava che Tony avrebbe potuto reagire in modo poco pacato nello scoprire che un ragazzo era innamorato da lui, tra l'altro ormai da svariati anni. Si vide allora costretto a accettare, perché non aveva altre opzioni: o il silenzio di Rena, qualora avesse accettato la sua proposta, oppure il suo segreto sarebbe stato svelato, qualora non avesse accettato.

"Mh, va bene. E mi raccomando, stasera ti voglio trovare al dormitorio, altrimenti gli riferisco comunque tutto" la greca sparì prima che Peter potesse replicare, mettendolo così alle strette e forzandolo per la seconda volta ad accettare.

"Non mancherò..." sussurrò a se stesso, in un tono di voce quasi impercettibile per quanto era leggero. Ma i suoi singhiozzi dovuti al pianto non erano invece impercettibili, anzi, erano amplificati da una sorta di eco che li rendeva ancora più fastidiosi.
Non riusciva a smettere di piangere, e non trovava la forza di volontà necessaria ad aiutare se stesso e pensare "no Peter, stai sbagliando. Non sei una femminuccia, smettila di piangere, alzati e cammina".
Il treno gli sfrecciò davanti ma non ebbe nemmeno la forza di alzarsi e di salire; sarebbe rimasto lì a piangere per un altro po', fin quando non avesse iniziato a sentirsi un po' meglio. Si sarebbe poi recato verso il dormitorio, percorrendo quella squallida via provinciale in un silenzio di tomba e con il passo più svelto possibile.

Sapeva più o meno cosa aspettarsi da quella serata; Rena come al solito avrebbe fatto la finta gentile, data la presenza di Tony, e non se la sentiva di escludere casini di qualsiasi genere.
E purtroppo avvertiva a pelle il sentimento che tutte le speranze di stare con Tony come una coppia sarebbero andate perse una volta per tutte, quella sera.

  
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