Fanfic su artisti musicali > Super Junior
Segui la storia  |       
Autore: Miss Simple    22/07/2014    2 recensioni
"Cos'è un nome?
Quella che chiamiamo "rosa"
con un altro nome avrebbe il suo profumo"
- William Shakespeare
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
 
Erano passate 48 ore da quando Donghae aveva perso i sensi e si trovava su un letto d’ospedale. Non aveva dato nessun segno di ripresa, sembrava come se fosse morto. L’unico rumore della stanza era prodotto dal cardiografo che segnava la frequenza costante dei suoi battiti cardiaci.
Il dottor Kwon aveva spiegato a Leeteuk e Eunhyuk che il paziente era entrato in coma e a quella parola i due ragazzi tremarono e i loro volti  presero un colorito pallido quasi invidiabile alla carta velina.
“Ragazzi non allarmatevi. E' entrato in coma ma le sue condizioni non sono critiche. La gravità dello stato di coma del signor Lee, secondo la scala GCS* grava su un punteggio di 1-5. Questo vuol dire che il paziente è in grado di rispondere agli stimoli verbali. Quindi ci sono molte probabilità che potrebbe svegliarsi nei giorni a venire.”
I due amici tirarono un respiro di sollievo, finchè non videro il volto del medico cambiare.
“Cos’altro c’è dottore?”
“Vedete, il vostro amico sta soffrendo di disturbi del sonno. Questo negli stadi più avanzati può portare dei problemi neurologici. E ciò mi preoccupa, anche se si dovesse svegliare non è detto che riscontreremo questo tipo di problem.a”
“Ma dottore…”
“Ragazzi lo so che siete preoccupati, lo sono anch’io, ma dobbiamo essere positivi le mie sono solo supposizioni. Di solito questi accertamenti vengono fatti quando il paziente è cosciente, ma date le circostanze e dato che io sono il primario, mi prendo tutte le responsabilità e farò tutti gli esami possibili anche nel suo caso di incoscienza.”
Con queste parole il dottor Kwon si allontanò dai i due ragazzi che tirarono un breve sospiro di sollievo sperando che il loro amico si sarebbe risvegliato al più presto.
Erano passate 62 ore e in quella stanza dove giaceva il corpo dormiente di Donghae, Eunhyuk era seduto su una sedia vicino al letto del suo amico. Osservava il dolce viso di Donghae sperando in qualche accenno di risveglio. Era rimasto tutto il tempo nonostante Leeteuk gli avesse detto di andare a riposare per un po’ e che Donghae al suo ritorno sarebbe stato lì, ma lui si rifiutò: non aveva nessuna intenzione di andarsene e rischiare di non essere presente quando Donghae avrebbe aperto gli occhi.
Si sentiva in colpa, sapeva del tipo di disturbo che Donghae stava attraversando in quel periodo ma questo non lo aveva fermato dal comportarsi come un idiota e in quel momento la paura era tanta.
Era certo che Donghae in quei giorni avesse fatto di tutto tranne che prendersi cura di se stesso: a lavoro che non era il Donghae che conosceva, in quei giorni le sue occhiaie avevano fatto la loro ricomparsa ed era da un bel pezzo che non le vedeva.
Voleva risolve questa situazione al più presto , voleva togliersi quel grande peso che si portava addosso e aveva bisogno che lui sapesse rischiando anche di essere odiato per l’eternità. E aveva deciso di farlo: era pronto a dirgli tutto, ma purtroppo le cose non andavano mai come dovevano andare.
Nulla era cambiato, Donghae aveva perso i sensi davanti ai suoi occhi e adesso era su quel letto d’ospedale.
Il dottor Kwon aveva chiaramente detto che la cosa migliore per aiutarlo era quello di parlargli, di dirgli qualsiasi cosa per stimolarlo a tornare dal suo “viaggio”. Anche Leeteuk gli disse di farlo e che magari la sua voce lo avrebbe aiutato, ma, nonostante tutto, Eunhyuk in quei giorni non proferì parola.
Lo guardava e si prendeva cura di lui, ma mai una parola.
Ciò che passava nella sua testa era che, forse, era stato il destino a causare tutto quello, che non era ancora il momento adatto per parlare, o forse era, ancora una volta, solo un codardo.
Cinque giorni passarono e ancora tutto sembrava invariato. Quella mattina si respirava un aria strana, Eunhyuk si svegliò sul piccolo divano della stanza e il suo sguardo andò subito a Donghae. Si avvicinò a quel letto con attenzione, si sedette sul bordo di esso e si sporse verso il volto di Donghae, contemplandolo con tanto amore. Portò la sua mano sul quel viso e lo accarezzò spostando qualche ciuffo ribelle dalla sua fronte. I suoi capelli, nonostante tutti quei giorni in ospedale, erano ancora morbidi come la seta e questo lo fece sorride.
Lasciò scivolare via la sua mano da quei capelli e i suoi occhi furono catturati da quell’esserino morbido sul piccolo tavolino e si lasciò sfuggire un sospiro di frustrazione. Lo prese tra le mani e lo osservò con le lacrime agli occhi.
“Che stupido che sono. Devo sempre incasinare tutto. Se solo non avessi fatto di testa mia e avessi ascoltato le parole di Leeteuk adesso non sarei qui a cercare le parole adatte per dirti ciò che sento… e, soprattutto, tu non staresti qui.
Pensavo che questo affare qui mi avrebbe aiutato a trovare le giuste parole e magari ad alleggerire la tensione…. E invece, guarda te, non mi hai dato neanche l’opportunità di dire nulla che sei svenuto.
Sul serio? Perché sei così idiota da non prenderti cura di te stesso. Eh, Donghae?
Cos’è una vendetta da parte tua? Vuoi che aspetti come io ho fatto aspettare te?
Beh smettila, dannazione! Apri gli occhi! Devo dirtelo!
Donghae io…”
Ad un tratto la porta si aprì facendo sobbalzare Eunhyuk che in fretta asciugò le lacrime che stavano cadendo copiose sul suo volto. Le figure del dottor Kwon e quella di Leeteuk si fecero strada all’interno della stanza.
“Buongiorno signor Lee, riposato bene?”
“Buongiorno dottore, sì grazie,” rispose con un lieve sorriso. Leeteuk lo guardò preoccupato mentre scompariva il suo sorriso, ma Eunhyuk gli lanciò uno sguardo rassicurandolo che andava tutto bene.
“Allora signor Lee, mi sembra giusto dirlo anche a lei. Dopo aver fatto accurati esami, siamo arrivati alla conclusione che il signor Lee Donghae non riscontrerà nessun problema di tipo neurologico. Quindi aspettiamo solo che si svegli dal suo coma.”
“Questa è una meravigliosa notizia!” Eunhyuk sorrise e i suoi occhi brillarono di gioia.
Quando il  dottore uscì, Eunhyuk si voltò verso Donghae e fece cadere quelle lacrime che aveva trattenuto davanti al medico mentre stringeva a sé il morbido peluche che aveva ancora tra le mani.
“Ti prego svegliati, non fammi più aspettare. Donghae ti supplico… io… io.” continuò a piangere e Leeteuk si diresse verso di lui e lo strinse in un abbraccio.
“Andrà tutto bene!”
“Leeteuk ho bisogno di lui… ho bisogno che lui si svegli.”
“Vieni, posa quel peluche e usciamo un po’ da qui.”
“Ma...”
“Niente ma, ritorneremo presto. Solo cambia un po’ d’aria.” così dicendo  Eunhyuk posò il peluche e seguì Leeteuk fuori, ma prima di uscire si voltò di nuovo verso quel letto sospirando.
“Ti prego… dammi solo un’opportunità Donghae.”
Quando la porta si chiuse, su quel letto che ha visto “dormire” Donghae per giorni, delle soffici dita si mossero lievemente e gli occhi svolazzarono nel tentativo di aprirsi. Nella sua mente passarono gli ultimi fotogrammi di ciò che ricordava: se stesso lasciarsi cadere e qualcuno gridare il suo nome. Era la stessa voce che aveva appena sentito e ricordò che quel tono di voce apparteneva solo ad una persona: Eunhyuk.
Quando finalmente aprì gli occhi, si guardò intorno e tutto ciò che vide era una stanza bianca e sterile. Si sentì come se fosse paralizzato su quel letto e non riusciva a capire per quanto tempo fosse stato lì.
Quando riuscì a prendere coscienza di sé e del suo corpo, cercò di mettersi seduto sul letto. Sentiva la gola secca e cercò con lo sguardo dell’acqua, trovando un bicchiere sul tavolino al suo fianco.
Lo prese nelle sue mani e al suo fianco vide qualcosa che non si sarebbe mai aspettato: era una scimmietta di peluche color caramello che indossava una magliettina rossa con scritto sopra 86.
Non riusciva a capire quello che aveva tra le mani chiedendosi cosa significasse.
MONKEY era stato lì? Se così fosse stato, si maledì per non essersi svegliato prima.
La sua attenzione venne richiamata da voci al di fuori dalla porta, riconoscendo le voci di Leeteuk e Eunhyuk. Era così felice di risentire i suoi amici che cercò di alzarsi dal letto e avvicinarsi alla porta, non preoccupandosi dei piccoli capogiri dovuti dalla troppa permanenza sul letto visto che voleva sorprenderli.
Quando, però, arrivò dietro alla porta le parole che udì lo immobilizzarono.
“Lo devi fare al più presto, hai visto come si è ridotto?”
“Sì, lo so Leeteuk e me ne pento. Senza volerlo gli ho fatto del male. Ho solo paura che…”
“Eunhyuk, non lo sapremo mai come la prenderà se porti avanti questa farsa! Lui deve sapere, è un suo diretto sapere che tu sei MONKEY!”
Gli si gelò il sangue nelle vene e sperava solo di aver sentito male, che era frutto della sua immaginazione.
“Glielo dirò quando si sarà ripreso.”
“Non disturbarti, ho già sentito tutto.” La porta si aprì di scatto e la voce dura di Donghae fece eco nella loro direzione.
Leeteuk ed Eunhyuk si girarono nella sua direzione guardandolo come se fossero stati colti nel compiere un reato disumano. Un reato in realtà l’avevano fatto, avevano “giocato” con i suoi sentimenti ed era l'unica cosa che tormentava la mente di Donghae.
“Mi fate schifo.”
“Donghae, possiamo spiegarti.”
“No, Leeteuk non c’è niente da spiegare.” Donghae gridò e fece per chiudere la porta, ma Leeteuk fu più veloce tendendola aperta con la mano e riuscendo ad entrare nella stanza insieme a Eunhyuk.
“Uscite da questa stanza!”
“Donghae, ascolta un attimo...”
“Cosa dovrei ascoltare, eh? Tu! Leeteuk! Il mio migliore amico, la mia famiglia… Come hai potuto farmi questo?”
“Donghae non prendertela con lui… E’ tutta colpa mia.”
“Non voglio parlare con te.”
“Donghae, ti prego...”
“Ti prego, cosa? Ora capisco molte cose... le non risposte di MONKEY quando ero con te, la festa, il lavoro e il tuo atteggiamento nell’ultimo periodo.”
“Se mi lasci spiegare poi sei libero anche di odiarmi.”
“Non ho bisogno di ascoltare per odiarti. Ti odio già! Vi odio tutti e due! Adesso fuori da qui non voglio più sentirvi!”
“Amico mio…”
“Fuori!!” gridò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Leeteuk rimase immobile, non voleva lasciare il suo migliore amico in quelle condizioni. Eunhyuk trovò la forza, nonostante i suoi occhi minacciavano di far uscire di lì a poco le lacrime più amare che avrebbe mai pianto in vita sua e trascinò l’amico verso l’uscita.
“Aspettate.” disse Donghae accendendo un barlume di speranza nel cuore di Eunhyuk.
Appena i due si girarono, Donghae lanciò con tutta la frustrazione il piccolo peluche che colpì dritto nel petto di Eunhyuk.
“Questo puoi anche tenertelo, MONKEY86!” sputò quella frase con tanto odio e rabbia.
In quel momento le lacrime di Eunhyuk si fecero strada, abbassò lo sguardo guardando per qualche secondo quel peluche che giaceva ai suoi piedi e subito dopo si voltò lasciando la stanza di corsa.
Leeteuk rimase a guardare l’amico con tristezza e rammarico. Si abbassò per prendere il peluche, lo spolverò con delicatezza come se fosse la cosa più preziosa al mondo.
“Non fare lo sbaglio più grande della tua vita.”
“Vattene!”
Quando rimase solo, Donghae si lasciò cadere sul letto con un dolore atroce alla testa e un fastidioso peso sul petto e senza accorgersene i suoi occhi cominciarono a lacrimare in un sommosso silenzio.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Super Junior / Vai alla pagina dell'autore: Miss Simple