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Autore: Miriel_fairy    04/09/2008    1 recensioni
La vita in casa Cullen procede normalmente nonostante i disastri di una Bella neo-vampira. Ma un giorno qualcosa costringe i neo sposini a intraprendere un viaggio che sarà più difficile del previsto. NESSUNO SPOILER DI BREAKING DAWN
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento un rumore provenire da qualche stanza

Sento un rumore provenire da qualche stanza. Alzo gli occhi al cielo. Possibile che fra tutte, mi fosse capitato di innamorarmi dell’essere più maldestro che la faccia della Terra abbia mai visto?

- Ehm… Edwardehm… mi dispiace disturbarti…

Suonata pomeridiana rinviata.

- Cosa succede?

Mi alzo dallo sgabello del piano e lo richiudo. Non sono troppo preoccupato, al massimo avrà distrutto mezza cucina.

- Puoi darmi una mano? – La sua voce simile ad una supplica.

Entro in cucina, rimango impalato davanti all’uscio. Più che una cucina sembra un campo di battaglia. I miei occhi corrono velocemente alla ricerca di qualcosa che abbia potuto causare il misfatto e lo individuano in una scopa sdraiata per terra, vicino a tutto il disastro.

Mi avvicino alla credenza caduta, con una sola mano la alzo e libero l’essere che sta sotto di quella.

- Ti sei fatta male?

Un’occhiata di lei mi fulmina poi inizia a ridere.

- Certo che no!

- Oh, certo che no. – rispondo, meno entusiasta.

Si alza e inizia a raccogliere tutto ciò che rimane del servizio di piatti di porcellana che Esme ci ha regalato per il matrimonio.

- Colpa di quella? – indico la scopa.

Annuisce.

- Dopotutto avrei dovuto immaginarlo, quale facoltà avresti potuto amplificare, tu, una volta diventata vampiro?

Mi guarda con i suoi occhi color del miele, pronta ad offendersi.

- Edward Cullen, ti faccio assolutamente divieto di continuare a prenderti gioco di me e dei miei poteri… ehm… “straordinari”.

Sorrido.

- Isabella Swan, ciò che tu chiami “poteri straordinari” non è altro che la tua goffaggine, non vedo cosa ci sia da vantarsi in ciò.

Mi lancia uno sguardo fulminante.

- Le faccio presente, signor Cullen, che ormai sono ufficialmente la signora Cullen, ed è vietato anche chiamarmi Swan.

Mi acquatto, prendendo il mio atteggiamento da caccia, i denti scoperti, con un balzo le sono addosso. Lei cade per terra sotto il mio peso. Inizio a baciarla.

- EdwardEdward, basta, Edward!

Perché dovrei smettere adesso che non c’è nulla di cui devo preoccuparmi? Perché non dovrei lasciarmi andare e farmi guidare dall’istinto visto che ormai non posso più farle del male?

- Hai scelto di essere dannata in eterno, Bella, questa non è che una delle conseguenze della scelta. – le sussurro in un orecchio.

- Allora non potevo fare una scelta migliore.

Mi fermo. Non è cosciente di ciò che dice. Lei non ha ancora vissuto a stretto contatto con una grande tentazione.

- Non dire cose del genere.

Credo che la mia espressione sia molto cambiata visto che lei si divincola dalla mia presa e mi guarda con aria innocente.

- Ce l’hai ancora con te stesso per ciò che mi hai fatto?

E lo chiedi pure? Come faccio a non avercela con me stesso per averti trasformato in un mostro? Se davvero ti amavo come dicevo, non sarei più dovuto tornare da te, sono un egoista.

La guardo negli occhi. Eppure come potrei vivere un’eternità senza questo sguardo? Sento qualcosa simile ad un brivido.

L’eternità…

L’eternità è lunga da passare.

E come avrei sperato di sopravvivere se non sono riuscito a stare lontano da lei neppure per qualche mese?

- Ce l’ho con quel leone che quel giorno decise di innamorarsi dell’agnello.

Sento che mi sfiora la fronte con le sue dita fredde, mi scosta una ciocca di capelli per poi scendere verso la guancia. Ogni volta che fa così mi ricorda che non sono morto, fa riaffiorare quel poco di vivo che ho dentro, quel poco che non appartiene e mai apparterrà al mostro che sono, ciò che, anche se non batte più, svolge appieno il suo dovere, il mio cuore.

- Ti ho già detto che la colpa non è tua. L’unica che in tutto questo ha qualche colpa, se sempre la vogliamo definire così, sono io. Sono stata io ad insistere, ho voluto io, di mia volontà, rinunciare a tutto e seguirti. E lo rifarei altre mille volte.

Dice sempre così, eppure l’ho vista molte volte guardare fuori dalla finestra e piangere, sussurrare i nomi di Renée o di Charlie, anche se me lo nasconde, io l’ho vista, loro le mancano.

- Poi, pensa un po’, goffa come sono, sarei sicuramente finita per inciampare e farmi veramente male, qualche volta. Sarei comunque morta giovane. – prosegue in tono più leggero.

Come può scherzare su questo? Non lo capisce che io darei tutto ciò che di più caro possiedo, tranne lei, per poter vivere da essere umano? E lei ha rinunciato a tutto con così tanta leggerezza.

Ma ormai è inutile rimuginarci sopra, ha scelto, e non si può più tornare indietro.

Mi alzo e mi allontano da colei che vuole essere chiamata Bella Cullen per tornare al pianoforte, senza neppure risponderle.

Mi siedo sullo sgabello e metto il silenziatore a tutte le vocette che riecheggiano nel mio cervello. Riesco a malapena a percepire Alice che starà sicuramente chiacchierando di sopra con Jasper ed Esme che pensa a quanto io sia finalmente felice.

Le mie mani si muovono sole intonando il Requiem di Mozart. Un altro rumore mi distrae poco tempo dopo. Alzo la testa.

- Ehm…Edward… scusa… era solo che…

Il colpevole del misfatto, stavolta, è il filo del telefono e lei è andata ad inciampare sbattendo con la faccia nella parte posteriore del divano che si è spostato fino a quasi arrivare fuori dalla finestra.

- Provvederò al più presto a fornirti un valido sostegno a cui aggrapparti per camminare senza fare danni.

Sbottai freddo, ma facendo fatica a trattenermi dal ridere di fronte a cotanta imbranataggine.

- D’altronde un’umana maldestra non poteva far altro che diventare un vampiro ancora peggio.

Sospirai. Quella era irrimediabilmente Bella Swan, nonostante non fosse più un’umana.

E quella era, irrimediabilmente, l’unica persona di cui mi ero innamorato e di cui mi sarei mai potuto innamorare.

- Sei incorreggibile, Bella.

- Sopperisco alla tua perfezione, Edward.

Sorrido, anche lei.

  
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