I Weasley, Harry, Ron, Hermione,
Moody, Tonks e Lupin stanno uscendo dal San Mungo il giorno
di Natale, dopo la visita al signor Weasley (Harry Potter e
l’Ordine della Fenice).
Il gruppetto uscì dal San Mungo con gli umori più disparati.
Fred e George scherzavano tra di loro, facendo impazzire come al solito la signora Weasley. Tonks li osservava divertita in coda alla compagnia mentre Moody procedeva guardingo verso la testa del corteo.
Harry continuava a pensare all’incontro con i genitori di Neville e per poco non si accorse che il gruppo si stava muovendo in direzione del luogo dove era stata parcheggiata l’auto. Anche la madre e il padre di Neville erano membri dell’Ordine al tempo dei suoi genitori. Si chiese se il loro fosse forse un destino peggiore della morte.
Ma un altro fatto distraete nuovamente Harry dai propri pensieri.
Tra le tante persone che il gruppo incrociava sul marciapiede, una di queste si era bloccata di botto a poco più di mezzo metro da Lupin.
Il braccio di Moody che impugnava la bacchetta ben nascosta sotto la giacca, si irrigidì e la destra di Lupin si portò in traiettoria della tasca.
La figura, immobile davanti a lui, indossava un cappotto babbano con un ampio cappuccio che le nascondeva per buona parte il viso.
– Remus – disse una voce tremante, palesemente femminile.
Scostò di poco il cappuccio affinché solo il professore potesse vederla meglio in faccia.
– Non può essere… –
Lupin spalancò gli occhi come se avesse appena visto un fantasma.
La ragazza davanti a lui era davvero chi pensava fosse?
– Quale è stata l’ultima cosa che mi hai preparato prima di sparire? - chiese, la mano ormai in tasca, stretta intorno alla bacchetta.
– Una crostata di lamponi, la tua preferita – disse la donna incappucciata rivelando un sorriso.
Lupin rilassò le spalle e in un millesimo di secondo si ritrovò tra le braccia la ragazza che rideva con gli occhi lucidi.
– Non è possibile…tu…tu eri morta.–
– Beh, sono troppo poco pallida per essere un infero e un po’ troppo corporea per essere un fantasma, non trovi? – disse facendogli l’occhiolino.
– Se non fossi tanto felice quanto incredulo di vederti ti prenderei a schiaffi! – la minacciò ridendo. – Tutti questi anni… credevamo che quel mangiamorte ti avesse uccisa –.
– È stato come morire… dover fuggire in quel modo da voi, fingere il mio decesso…emm, ma forse questo non è il luogo più adatto per raccontarti com’è andata – aggiunse quasi imbarazzata, rendendosi conto di quanto si fossero isolati da tutto il resto e di come il gruppo gli osservasse più che perplesso da quando la scena aveva avuto inizio.
– Può ben dirlo, signorina.– grugnì Moody. – Garantisci per lei, Remus?–.
– Certamente!–
– Allora andiamo, siamo quasi arrivati –.
Nonostante il passeggero inatteso, entrarono tutti più che comodamente all’interno dell’auto. Il mago che l’aveva incantata aveva compiuto un lavoro migliore del previsto.
Appena chiusa la portiera, la ragazza si sfilò il cappuccio.
Apparve una folta chioma disordinata di capelli color corteccia. Quel colore infatti, non poteva essere
semplicemente definito castano. La tonalità e le sfumature portavano immediatamente alla mente l’immagine del tronco vivo di un albero. Da quella zazzera, spuntavano appena due orecchie leggermente appuntite. Ma ad attirare veramente l’attenzione su di lei erano gli occhi. Le iridi di due colori differenti: una color terra, l’altra verde menta.
Hermione trattenne a stento un gridolino eccitato. –Scusi la domanda diretta ma lei è un elfo silvano?–
– Un mezz’elfo per la precisione. – rispose con un sorriso. – …e l’emozione del momento mi ha fatto
scordare di presentarmi, scusate! Io sono Susan…– .
Alla vista di Harry che si stava sedendo, di ritorno dai sedili anteriori, si bloccò di botto.
– Per la Madre, sei identico a James. Tranne per gli occhi…ma te l’avranno detto in tanti. – disse con gli occhi improvvisamente lucidi, visibilmente controllando l’istinto di abbracciarlo.
Harry guardava lei e Lupin confuso.
– Harry – disse il professore con uno dei suoi rassicuranti sorrisi - Lei è tua madrina. -
Il gruppetto uscì dal San Mungo con gli umori più disparati.
Fred e George scherzavano tra di loro, facendo impazzire come al solito la signora Weasley. Tonks li osservava divertita in coda alla compagnia mentre Moody procedeva guardingo verso la testa del corteo.
Harry continuava a pensare all’incontro con i genitori di Neville e per poco non si accorse che il gruppo si stava muovendo in direzione del luogo dove era stata parcheggiata l’auto. Anche la madre e il padre di Neville erano membri dell’Ordine al tempo dei suoi genitori. Si chiese se il loro fosse forse un destino peggiore della morte.
Ma un altro fatto distraete nuovamente Harry dai propri pensieri.
Tra le tante persone che il gruppo incrociava sul marciapiede, una di queste si era bloccata di botto a poco più di mezzo metro da Lupin.
Il braccio di Moody che impugnava la bacchetta ben nascosta sotto la giacca, si irrigidì e la destra di Lupin si portò in traiettoria della tasca.
La figura, immobile davanti a lui, indossava un cappotto babbano con un ampio cappuccio che le nascondeva per buona parte il viso.
– Remus – disse una voce tremante, palesemente femminile.
Scostò di poco il cappuccio affinché solo il professore potesse vederla meglio in faccia.
– Non può essere… –
Lupin spalancò gli occhi come se avesse appena visto un fantasma.
La ragazza davanti a lui era davvero chi pensava fosse?
– Quale è stata l’ultima cosa che mi hai preparato prima di sparire? - chiese, la mano ormai in tasca, stretta intorno alla bacchetta.
– Una crostata di lamponi, la tua preferita – disse la donna incappucciata rivelando un sorriso.
Lupin rilassò le spalle e in un millesimo di secondo si ritrovò tra le braccia la ragazza che rideva con gli occhi lucidi.
– Non è possibile…tu…tu eri morta.–
– Beh, sono troppo poco pallida per essere un infero e un po’ troppo corporea per essere un fantasma, non trovi? – disse facendogli l’occhiolino.
– Se non fossi tanto felice quanto incredulo di vederti ti prenderei a schiaffi! – la minacciò ridendo. – Tutti questi anni… credevamo che quel mangiamorte ti avesse uccisa –.
– È stato come morire… dover fuggire in quel modo da voi, fingere il mio decesso…emm, ma forse questo non è il luogo più adatto per raccontarti com’è andata – aggiunse quasi imbarazzata, rendendosi conto di quanto si fossero isolati da tutto il resto e di come il gruppo gli osservasse più che perplesso da quando la scena aveva avuto inizio.
– Può ben dirlo, signorina.– grugnì Moody. – Garantisci per lei, Remus?–.
– Certamente!–
– Allora andiamo, siamo quasi arrivati –.
Nonostante il passeggero inatteso, entrarono tutti più che comodamente all’interno dell’auto. Il mago che l’aveva incantata aveva compiuto un lavoro migliore del previsto.
Appena chiusa la portiera, la ragazza si sfilò il cappuccio.
Apparve una folta chioma disordinata di capelli color corteccia. Quel colore infatti, non poteva essere
semplicemente definito castano. La tonalità e le sfumature portavano immediatamente alla mente l’immagine del tronco vivo di un albero. Da quella zazzera, spuntavano appena due orecchie leggermente appuntite. Ma ad attirare veramente l’attenzione su di lei erano gli occhi. Le iridi di due colori differenti: una color terra, l’altra verde menta.
Hermione trattenne a stento un gridolino eccitato. –Scusi la domanda diretta ma lei è un elfo silvano?–
– Un mezz’elfo per la precisione. – rispose con un sorriso. – …e l’emozione del momento mi ha fatto
scordare di presentarmi, scusate! Io sono Susan…– .
Alla vista di Harry che si stava sedendo, di ritorno dai sedili anteriori, si bloccò di botto.
– Per la Madre, sei identico a James. Tranne per gli occhi…ma te l’avranno detto in tanti. – disse con gli occhi improvvisamente lucidi, visibilmente controllando l’istinto di abbracciarlo.
Harry guardava lei e Lupin confuso.
– Harry – disse il professore con uno dei suoi rassicuranti sorrisi - Lei è tua madrina. -