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Autore: Fanie33    23/07/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo: "C'erano giorni, Kili lo sapeva, in cui certe idee nascevano così radicate nella sua mente che niente le riusciva a scacciare, tanto che perfino i suoi sogni ne portavano segni evidenti, e quello era uno di quei giorni."
Perchè, in fondo, cosa si può fare, quando un'inafferrabile consapevolezza si fa strada nella nostra mente? Anche se è sbagliato, mortamente sbagliato e folle, lei resta li, cattiva e inconfutabile. E allora, non resta che affrontarla.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Si sentiva le sue mani addosso, che scorrevano sulla sua pelle lente ma feroci. Sentiva il suo calore sopra di se, e ne sentiva anche il profumo, intenso, prepotente.
Gli sembrava di non aver mai desiderato null'altro in vita sua che quello stesso momento, avvinghiato alla cosa che amava di più, a baciarla, a sentirne sotto le labbra ogni singolo brano di pelle calda e morbida.

Le loro mani si intrecciarono, e loro rotolarono sul terreno, ridendo e baciandosi. Sentì le sue labbra sfiorargli un orecchio, e percepì caldi brividi lungo la propria schiena.
Era sbagliato, maledettamente sbagliato, lo sapeva bene, ma non riusciva a sottrarsi a quei pensieri nemmeno di giorno, figuriamoci in sogno. E così rimaneva li, a baciare quelle labbra che erano diventate la sua unica ragione di vita, anche se non lo voleva ammettere.

Era follia, pura follia, e ne fu certo nel momento in cui vide il giovane viso del fratello davanti a sé.

 

Kili si svegliò in quel momento, sfregandosi forte gli occhi con le mani che sapevano ancora di crema e della schiena di Fili. Nella penombra si distingueva a malapena la sagoma dei mobili nella stanza, e il giovane nano scese dal letto e si avviò fuori, fermandosi un istante a guardare suo fratello, disteso sul letto e con le coperte abbassate sul ventre. Il moro non seppe resistere alla tentazione, e gliele rimboccò fin sulle spalle, rimanendo un istante a osservare il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente. “Quanto è maledettamente bello...”
Aveva passato tutta la giornata precedente ad occuparsi di lui e a tenergli compagnia, cercando in tutti i modi di tenersi distaccato e concentrato su qualunque cosa che non fossero le spalle forti del fratello o la sua spina dorsale che emergeva da sotto alla pelle. Cosa avrebbe dato per poterla sfiorare con le dita... ma no, non poteva, e doveva convincersene, doveva ripeterselo finché non gli fosse entrato in testa una volta per tutte.
Quando Thorin era ritornato a casa, lui era sceso come se niente fosse, cercando il modo di rassicurarlo, con scarso esito: lo zio non aveva fatto che guardarlo di sottecchi mente lui preparava la cena per il fratello maggiore.
E adesso era li, in piedi accanto a Fili addormentato, e ne stava osservando il collo, il volto, la bocca, i capelli biondi, e ogni fibra del suo corpo non faceva che urlare a gran voce “Avvicinati”, ma non poteva, non doveva.

Scese le scale in silenzio, e una volta di sotto si sedette davanti al camino spento, dove il giorno prima aveva trovato suo fratello addormentato. Si strinse nelle spalle, mentre aspettava che anche Fili si svegliasse, e con la mente ritornò al sogno di quella notte, e a quello della notte prima, e di quella prima ancora.
Non avrebbe saputo dire come era cominciata, ma solo che un giorno si era svegliato e non aveva potuto evitare di notare quanto larghe erano le spalle di suo fratello, quanto belli i suoi capelli, quanto profondi i suoi occhi. E poi la sua voce... aveva un suono cosi melodioso, così estremamente da Fili...
Quando pensava a queste cose non riusciva ad evitare di sentirsi una ragazzina innamorata di un qualche eroe di una leggenda, ma dopotutto suo fratello lo era, era un eroe, era il suo eroe. Kili aveva passato tuta la vita a cercare di dimostrargli che era alla sua altezza, che non era affatto un bambino.

 

Fili gli si sedette accanto, silenzioso come al solito. Non indossava la camicia, nessuno dei due la indossava, e così Kili rabbrividì quando la pelle delle loro spalle si toccò. Avrebbe venduto l'anima a chiunque per essere trascinato lontano da li, ma non aveva la forza di andarsene.
«Stai meglio» era una constatazione.
«Si. E tu?» domandò il biondo.
«Si, meglio» mentì Kili, mordendosi la lingua per mantenere il controllo.
«Sai, ho pensato che visto che oggi non abbiamo niente da fare potremmo andare al fiume.»
«Al fiume? Ma è a quasi mezza giornata di cammino!»
«Possiamo pescare qualche pesce, e dormire fuori una notte, e ritornare domani»
«E con zio Thorin?»
«Capirà, gli lasceremo un biglietto»
In realtà Thorin sapeva tutto, Fili gliene aveva già parlato quella mattina stessa, e il nano si era dichiarato completamente d'accordo, ma questo Kili era meglio se non lo veniva a sapere.
Il più giovane parve rifletterci un momento. Odiava rendersi conto di quanto a fondo suo fratello lo conoscesse. In qualunque altra situazione, distrarsi e lasciarsi tutto lontano, fuggire per un po' insieme a Fili lo avrebbe senza dubbio aiutato, ma certamente non in quel caso. Avrebbe dovuto dire di no. Doveva dire di no. Gli avrebbe detto di no.
«Va bene» uscì solo dalle sue labbra, e lui si odiò, ma fu anche felice, perché c'era comunque una parte in lui, una parte sciocca e infantile, che sperava davvero che suo fratello, il grande Fili, l'erede di Thorin, che un giorno avrebbe governato Erebor, potesse davvero amare suo fratello, quello stupido nano goffo e così dannatamente innamorato.

 

Il viaggio durò meno del previsto, e i due fratello camminarono chiacchierando tranquillamente tra gli alberi, costeggiando ora una valle, ora un boschetto. Arrivarono prima di mezzogiorno, e sistemarono in fretta la tenda e l'accampamento. Avevano entrambi fame, ma resistettero alla tentazione, e si sedettero su una delle pietre che sporgeva nell'acqua con le canne da pesca in mano. Trascorsero un paio d'ore in silenzio, beandosi del calore del sole e del venticello che increspava l'acqua. Fili prese solo un pesce, mentre il fratello fu più fortunato, e pescò tre grosse trote. Cucinarono i pesci mentre parlavano del più e del meno, come se il malumore del minore non esistesse, e come se il mal di schiena del biondo non si fosse ripresentato.

Prima ancora che se ne accorgessero, il pomeriggio volgeva a sera, ed entrambi erano talmente stanchi che rinunciarono al bagno nel fiume che avevano in programma per ritirarsi in frette nella tenda.
Mentre Kili rifletteva tra sé e sé, Fili si era già infilato sotto le coperte.
Era stata una bella giornata, pensò il più giovane, nonostante tutto, nonostante dovesse trattenersi non poco per non passare tutto il tempo a guardare trasognato le labbra del fratello che si muovevano mentre lui parlava, o le sue gambe raccolte al petto mentre sedevano vicino al fuoco.
«Fili?» chiamò dopo un po' il moro.
Nessuna risposta. “Dorme” pensò. E così, in uno slancio di coraggio, gli si avvicinò, guardando il suo viso addormentato e sereno. Gli appoggiò semplicemente la testa sul petto, rassicurato dal calore del suo corpo.
«Buonanotte Fili» sussurrò, e cullato dal respiro del maggiore, si addormentò.
Non si accorse che il fratello aveva alzato la testa e gli aveva risposto, con un leggero sorriso, e gli aveva spostato una ciocca di capelli neri dalla fronte.

 

NdA
Ed eccola, la svolta che si aspettava... Scommetto che c'è già qualcuno che smania per il successivo;) in ogni caso, una cosa per volta, a me questo capitolo piace, ma...
Ai posteri l'ardua sentenza, quindi leggere e recensire, prego;)
In attesa del prossimo capitolo, un bacio,
Erin

   
 
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