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Autore: sam_di_angelo    23/07/2014    4 recensioni
La matita scivolò via dalla mano sudata di Leo e improvvisamente lui si sentì nervoso.
-Cosa? Leo, stai bene?- Nico si avvicinò con aria curiosa, e le guance di Leo presero fuoco.
Fece appena in tempo a spegnersi l'indice prima di bruciare tutto il progetto del sottomarino.
-Si, è tutto okay.- Disse, cercando di distrarsi giocherellando con i pezzettini di gomma, e di non badare al battito cardiaco, e al cuore che rimbombava nel petto come un tamburo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leo Valdez, Nico di Angelo, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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-Devo ammettere che sto per impazzire.- Disse Leo, mentre scarabocchiava in fretta su un foglio il progetto di un sottomarino. 
-Secondo me è qui l'errore.- Constatò il figlio di Ade, spostando le sue dita magre con l'anello a forma di teschio su un punto preciso del foglio.
Leo si accigliò, controllando il presunto errore individuato da Nico, e... ed era proprio così.
-Come hai fatto a capirlo?- Lo guardò negli occhi Leo, per poi tornare a cancellare il pezzo errato con la gomma. 
-Non sono mica stupido Valdez.- Sbuffò Nico, appoggiandosi con aria spavalda a braccia conserte alla scrivania.
-Come va con Percy?- Chiese Leo con disinvoltura mentre rimediava disegnando il pezzo mancante.
Nico per poco non si affogò, e iniziò a tossire, agitato.
-Ehm...io...beh...- Si passò una mano sulla nuca, fino alla fronte, passando nei capelli neri come l'inchiostro.
Era un gesto che incuriosiva Leo, dava l'impressione di voler allungare i capelli in modo da coprirsi il viso, era strano, non lo sapeva spiegare... Non era male il ragazzo, a parte forse l'aspetto macabro e inquietante, si era rivelato spesso un ragazzo simpatico ma triste.
-Non va affatto bene, ci ho messo una pietra sopra. Anzi, ci ho costruito un tempio.-
Quell'affermazione scatenò un formicolio nel petto di Leo, come se fosse felice. Ma no...
-Mh, bene.-
-Mh, bene?- Ripeté Nico, a mo' di domanda, ritornando a braccia conserte.
-Eh si, perché, no, cioè sì, io non, tu sei...argh.- La matita scivolò via dalla mano sudata di Leo e improvvisamente lui si sentì nervoso.
-Cosa? Leo, stai bene?- Nico si avvicinò con aria curiosa, e le guance di Leo presero fuoco.
Fece appena in tempo a spegnersi l'indice prima di bruciare tutto il progetto del sottomarino.
-Si, è tutto okay.- Disse, cercando di distrarsi giocherellando con i pezzettini di gomma, e di non badare al battito cardiaco, e al cuore che rimbombava nel petto come un tamburo.
-Sai Nico...- Iniziò Leo.
-Abbiamo molte cose in comune.- Giocherellava ancora con i pezzetti di gomma. 
-Tu non mi conosci Valdez, eppure mi conosci meglio di chiunque altro.- Il figlio di Ade si alzò con uno slancio, e uscì, con la sua andatura nera e spettrale. 
Leo si trattenne, frenando l'impulso di afferrarlo per la maglietta e chiedere spiegazioni.
"Tu non mi conosci Valdez, eppure mi conosci meglio di chiunque altro." Cosa vuol dire mai?
Pensò Leo. Il cuore è l'unica macchina che non si può comandare, niente leve, niente pulsanti, e questo seccava Leo, parecchio, perché ormai in presenza di Nico i meccanismi del suo cuore mandavano delle scintille pazzesche mentre sfregavano a tutta forza, dandogli la sensazione di trovarsi nel motore attivo di una macchina. Non aveva idea del perché o di come aggiustarlo. Era turbato il figlio di Efesto, e da due giorni non riusciva a chiudere occhio.
Si alzò, più o meno a mezza notte, seduto sul letto. Iniziò a parlare, come faceva spesso, ma non era solo, era con sua madre.
-Mamma, cosa mi succede? Cosa devo fare? Non ci capisco più niente, i miei sentimenti, o quelle stupide parole, sono un progetto troppo complicato persino per me!- Scalciò via le coperte con frustrazione, sentendosi come un bambino che fa i capricci. Di tutta risposta un filo di vento freddo gli scivolò sulla guancia. La porta però era chiusa. Leo si vestì in fretta e uscì chiudendosi la porta della cabina alle spalle. Seguì quella dolce corrente fresca, fino al lago del canottaggio. Si fermò di colpo e si nascose sull'albero. 
-Non lo so Bianca, è tutto difficile, Percy, Leo, è un groviglio di fili la mia vita che non si scioglierà mai...- Nico si lasciò cadere lungo un tronco a pochi metri dal nascondiglio di Leo.
Lui, parlava con Bianca...
-Nico.- Per poco Nico non cadde nell'acqua nera del lago per lo spavento.
-L-Leo! Cosa vuoi? Stavo cadend...Ci è mancato così poco!- Nico si mise una mano sul petto e iniziò a respirare come avesse inalato un incendio intero di fumo.
Leo sorrise divertito.
-Valdez! Ti scateno tutti gli Inferi contro!- Nico sbraitava come una vecchietta infuriata, e fu difficile resistere. Allora Leo iniziò a ridere di gusto,reggendosi la pancia con le mano, ma si zittì immediatamente nel momento in cui si sentì un'arpia gracchiare, e una luce avvicinarsi.
-Ci uccidono.- Leo prese Nico per il colletto, alzandolo di peso, per poi trascinarlo via per la manica, mentre continuava ad inciampare fra le foglie.
   
 
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