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Autore: I m a witch    23/07/2014    1 recensioni
Lei è Alice, altrimenti nota come Deamon A, frontwoman della celebre band black metal The Six Deamons.
Vive per la sua band, canta per passione.
Lei e i suoi compagni vengono idolatrati in tutto il mondo grazie al loro fascino oscuro e maledetto; i testi delle loro canzoni parlano di demoni e come tali si fanno chiamare.
Scopriranno a proprie spese che i demoni delle loro canzoni sono più reali di quanto potessero mai immaginare.
Perché nessuno è al sicuro quando si avverte l'odore di ciliegie: l'odore di Cherry.
**Questa storia partecipa al contest "Il Romanticismo del 666" indetto da _LoveStory_ & _Stardust**
**Storia in gara agli "Oscar EFPiani 2015"**
Genere: Dark, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
 
 
 
 
Mi fiondai nella mia stanza, chiudendo la porta a chiave, con tanto di cartello “Non disturbare” appeso nel pomello esterno.
Con mani tremanti presi il quaderno, nascosto accuratamente all’interno del mio giubbotto di pelle.
Mi sedetti sul letto, a gambe incrociate, aprendolo sulla prima pagina.
Rimasi sconvolta, letteralmente.
Durante il tragitto fino in albergo avevo ipotizzato che fosse qualcosa come un libro d’incantesimi, o un quaderno in cui Cherry descriveva i propri riti demoniaci… spaziando poi con la mente, da perfetta nerd, ero arrivata addirittura a pensare che fosse un Horcrux o addirittura il famigerato Death Note. Non che credessi realmente alle ultime due ipotesi. Il Signore Oscuro non si era ancora rivelato e poi, se fosse stato davvero il Death Note, sarei morta già da tempo di attacco cardiaco.
No, quello che avevo davanti era un semplice diario. Il diario segreto di una ragazza, a prima vista.
Pensai a Cherry.
Strano che una donna di trent’anni passati tenesse ancora così tanto al proprio diario d’adolescente…!
Sulla prima pagina c’era scritto “Cherry” a caratteri cubitali, circondato da cuori e ciliegie.
Sotto il nome, con grafia rotonda e un po’ insicura, vidi una piccola nota a margine.


Beh, in realtà mi chiamo Kate, Katelyn Frey, per essere precisi, ma tutti mi chiamano da sempre Cherry, dato che mi piacciono da morire le ciliegie!


Mi misi a ridere. Era un pensiero talmente infantile! Una di quelle cose che, a ripensarci dopo anni, con la mente più matura, ti facevano venire voglia di prenderti a pugni da sola.
Iniziai a sfogliare il diario, scuotendo la testa.
Con sorpresa notai che la prima confidenza risalisse al 23 aprile di quello stesso anno.
Cosa…?
Di solito le donne non scrivono diari segreti, senza contare che quella non era una semplice donna!
Lessi l’intera pagina.
Parlava dei soliti problemi adolescenziali: di quanto facesse schifo la scuola, dei professori coglioni, dei troppi compiti.
Ero sempre più confusa. Come poteva frequentare ancora la scuola?
Il resto era tutto uguale: scuola, amori non corrisposti, civette che la prendevano in giro, l’unico appoggio della sua migliore amica, una certa Melany, compagna nei corsi di chimica, lettere e storia.
Da quelle pagine si deduceva che Cherry, in realtà, o per meglio dire Kate, fosse una ragazzina timida di quindici anni, con una cotta segreta non corrisposta per un suo compagno di matematica e una passione sfegatata per la nostra band, passione che condivideva con la sua amica Melany.
Il suo diario era letteralmente tappezzato dalle nostro foto, dai nostri testi ricopiati con la sua grafia rotonda. In alcune pagine, intorno ai testi, facevano di nuovo capolino quei cuori buffi e pieni, alcuni con un “Jason” scritto all’interno.
Come conciliare l’immagine di quella ragazzina del diario con la donna-demonio con cui avevamo a che fare?
Il diario era scritto con centinaia di penne colorate e, nel leggerlo, per poco non persi la vista. Sembrava che un unicorno ci avesse vomitato sopra.
L’ultima confidenza risaliva al 10 luglio, esattamente tre giorni prima del concerto.


 

 
10 luglio 2010
 
 
Caro diario,
ieri è stato il giorno del mio compleanno! Ebbene sì, finalmente sono sedicenne!
Indovina cosa mi hanno regalato ieri, mamma e papà? Un biglietto per il concerto dei Six Deamons! Saranno qui a Londra fra tre giorni e andrò lì insieme a Melany… è il sogno di una vita che si realizza! Presto li vedrò dal vivo, compreso il mio Jason… oh, chissà se riuscirò anche a incontrarli, magari, a fine concerto! Forse sto viaggiando troppo con la fantasia, vero…?
Comunque sia, ieri sera io, Melany e alcuni nostri amici siamo andati in quel pub che ha aperto la scorsa settimana,
“The Apocalypse”. È fantastico! Persino i nomi dei panini sono a tema!
Mi hanno fatto trovare una torta al gusto di ciliegia, ovviamente. Solo Melany poteva organizzare qualcosa del genere per me!
Ci siamo divertiti, è stata una bella serata… e poi ho anche conosciuto un ragazzo!
Anche se… beh, non mi ha detto nulla, di sé, né il suo nome, né quanti anni avesse o che scuola frequentasse… e devo ammettere che fosse anche piuttosto strano!
Si è avvicinato a me, senza alcun motivo apparente, così abbiamo iniziato a chiacchierare del più e del meno. Anche lui è fan dei
Six Deamons, sai?
Ci siamo messi a parlare della loro musica, di quanto siano potenti… beh, lì per lì ho detto che mi piaceva parecchio
Deamon J.
“Davvero?” ha detto lui “Sì, in effetti è un gran figo!”
Continuammo a parlare di lui e, a un certo punto, ha iniziato a fare discorsi strani, del tipo:
“Ti piacerebbe essere la ragazza di Deamon J?”
Arrossii. Gli spiegai che, in effetti, era da tempo una mia fantasia, sebbene sapessi che lui e Deamon A fossero fidanzati da tempo.
La invidio, sai? Deamon A, intendo… è così bella, la sua voce è limpida e potente, semplicemente unica! I suoi testi sono pura poesia, e il suo carisma… insomma, ha tutto! Solo una tipa Alice potrebbe stare con Jason… sono fatti per stare insieme, e si vede, anche durante i live.
Anche se… beh, la invidio e basta, sebbene al tempo stesso la rispetti.
Il ragazzo, poi, mi ha chiesto se fossi disposta a dare l’anima, pur di realizzare quel mio sogno proibito. Beh, la prima cosa che feci fu ridere e dire di sì, così, di getto. Di certo non sono domande che ti fanno spesso, e quel tipo era parecchio strano… chissà, probabilmente si era anche fumato diverse canne, prima della conversazione! Lui continuava a prendere la cosa quasi seriamente, come se ci credesse per davvero.
In quel momento, sai… non so spiegare esattamente cosa successe. Provai una sensazione strana, molto sgradevole, all’altezza del petto, come se non disponessi più del mio corpo, o dei miei sentimenti. Fu solo un attimo, ma fu la sensazione più brutta della mia vita.
Non so davvero da cosa fosse dovuto… forse è stata l’ansia pre-concerto, o qualcosa del genere.
Se ne accorse anche lui dato che, avvicinandosi un po’ di più a me, mi ha chiesto se stessi bene. Gli spiegai che avevo avuto solo un brivido di freddo… lui sorrise.
“Bene, qui ho finito!” disse, allora “Sappi che nemmeno un patto col diavolo può nulla contro l’amore… e che un corpo senz’anima invecchia in fretta. Se sarà tuo entro un mese, sarà tuo per sempre, altrimenti farai una brutta fine.”
Detto questo sparì tra la folla, senza nemmeno salutarmi.
Non so che pensare…
L’ho raccontato a Melany, ma lei si è messa a ridere. Ha detto che i ragazzi con un macabro senso dell’umorismo non dovrebbero mai farsi le canne, o anche peggio.
Sì, ha ragione lei. Che altro potrebbe essere, altrimenti?!
A volte sono davvero stupida, così ingenua…
Comunque sia, adesso vado a letto, sono molto stanca. Da stamattina mi sento leggermente male… spero di non avere l’influenza, per il concerto!

 

 
Cherry.



O… cazzo.
Cercai di fare mente locale.
In teoria, stando a quanto scritto sul diario, Cherry dovrebbe avere sedici anni appena compiuti, anche se ne dimostra molti più di trenta. In effetti, in quell’arco di tempo trascorso con noi, aveva continuato a invecchiare visibilmente…
Rilessi le parole del  ragazzo misterioso del pub: “Un corpo senz’anima invecchia in fretta”.
Cherry aveva davvero fatto un patto col diavolo, seppur inconsapevolmente? Quel ragazzo, dunque, era…
No, non era possibile! Insomma, il diavolo non aveva l’aspetto di un ragazzino qualunque, incrociato in un pub!
In quel momento mi venne in mente una frase sentita da qualche parte…
“Il diavolo non viene da noi con la sua faccia rossa e le corna. Lui viene da noi travestito da tutto quello che hai sempre desiderato”
Rilessi più volte quella pagina di diario, cercando di orientarmi in quella storia intricata. Dunque Cherry, in realtà, non era un demone, ma semplicemente una ragazzina così ingenua da cascare in un tranello del diavolo, stringendo un patto con lui, vendendo la sua anima in cambio di Jason… no, in cambio della possibilità di poter stare con Jason!
C’era scritto che avrebbe dovuto conquistarlo entro un mese, se voleva che fosse suo per sempre. Con orrore, guardai la data nello schermo del cellulare: erano le undici di sera del 28 luglio. Basandomi sulla data del diario, il patto era stato stretto il 9 luglio, quindi avrei dovuto salvare Jason entro il 9 agosto.
L’ansia iniziò a invadermi. E se fosse stato troppo tardi, ormai?
No, quello stesso giorno ero riuscita a farlo tornare in sé, baciandolo.
“Nemmeno un patto col diavolo può nulla contro l’amore”.
Avrei dovuto incontrarlo di nuovo, parlare con lui, fargli vomitare quella roba e fare in modo che non incontrasse più Cherry, almeno fino al 9 agosto. Ma… cosa sarebbe successo a Cherry, quel giorno?
Il diavolo le aveva detto che, se Jason non fosse stato suo entro un mese, avrebbe fatto una fine orribile.
Rilessi quel diario pieno di ricordi, di delusioni, di sogni e speranze. Cherry era solo una ragazzina, anche lei vittima delle circostanze. Non era il mostro che avevo pensato, anzi.
Sospirai.
Avrei tanto voluto salvare anche lei, ma come?
Un patto è pur sempre un patto.
Melany…
Forse, se fossi riuscita a contattarla, avrei potuto scoprire di più su quella situazione. Anche lei era presente, quella sera.
Bussarono alla porta e, a quel suono, mi alzai di scatto dal letto.
«Chi è?» chiesi, con voce tremante.
Pregai con tutto il cuore che non fosse Cherry, per poi ricordarmi che, se avesse davvero voluto farmi una visita, non si sarebbe certo presa il disturbo di bussare alla porta.
«Sono io, Tracy»
Andai ad aprire, sollevata.
Tracy era in piedi di fronte alla porta, con aria preoccupata.
«Entra» le dissi, con una leggera ansia addosso «Cosa è successo?»
Chiusi la porta alle mie spalle, sperando che non fosse capitato nulla ad Jason.
«Volevo solo dirti che… ti credo. Insomma, credo a tutta questa situazione»
La guardai, sospettosa.
«Davvero? Come mai?»
Tracy si sedette sul mio letto, come se stesse cercando le parole giuste.
«Vedi, non ho voluto dirtelo prima, ma… Cherry mi ha fatto subito una cattiva impressione, fin dalla prima volta che l'ho vista. Inizialmente pensavo che fosse solo per una questione di solidarietà nei tuoi confronti ma, giorno dopo giorno, il disagio che provo verso di lei è sempre più forte. C’è qualcosa di oscuro, nel suo essere» sospirò «O per meglio dire, non c’è…»
«Non c’è qualcosa di buono, vero? Tipo la sua anima»
Mi fissò, sconvolta.
«Sì, qualcosa del genere»
Mi sedetti accanto a Tracy, prendendole una mano.
«Ci siamo trovate in altre situazioni strane, ricordi?» mi chiese.
Annuii. Sì, Tracy era sempre stata un po’ strana, sotto quel punto di vista. Spesso riusciva a comprendere le persone al primo sguardo, anticipando situazioni che si sarebbero poi realmente verificate.
«Non ti ho mai creduto, lo sai» le dissi, senza cercare di fingere «Adesso, però, con la situazione attuale… sì, credo che sia possibile il fatto che tu sia un po’ più percettiva, per così dire»
«Non lo sono mai stata più di tanto» confidò lei «Ultimamente mi accadono sempre più spesso cose strane, orribili incubi in cui Cherry assume la forma di un serpente. Forse è dovuto alla sua vicinanza»
Le raccontai di quell’episodio, nella piccola cucina del pullman, e di quella stessa notte nell’albergo. Le feci leggere il diario, esponendo i miei dubbi.
«Sì, ora è tutto chiaro» concordò Tracy, confermando le mie ipotesi «Sento che la cosa giusta da fare sia contattare questa Melany»
«Lo credo anche io, ma non so come rintracciarla»
Tracy andò a prendere il mio portatile, sul comodino vicino al letto.
«Fortuna che la tecnologia ha inventato Facebook!»
Cercammo Kate, avendo il suo nome e cognome. Una volta trovata, restammo sconvolte. L’immagine del profilo ritraeva due ragazzine dall’aria spensierata: una era chiaramente Cherry, sebbene sedicenne. La prima cosa che notai furono i suoi occhi: erano splendidi, dello stesso verde dei prati.
La foto risaliva a meno di un mese prima.
«Mio Dio, è assurdo» sussurrò Tracy, anche lei scossa.
«Secondo te la ragazza accanto a lei, nella foto, è Melany?» chiesi, cliccando poi sulla foto.
Il tag riportava in effetti che quella ragazza dai lunghissimi capelli mogano e gli occhi castani si chiamasse Melany Thompson.
«Direi di sì…»
 
 
Incontrai Melany il pomeriggio dell’indomani, in un piccolo bar della periferia di Londra.
«Io… non ci credo… Alice Mills!» pianse quasi la ragazza, vedendomi.
Mi misi l’indice sulle labbra, sorridendo.
«Sì, in carne e ossa» sussurrai.
Entrammo nel locale, sedendoci a un tavolo situato nella veranda posteriore.
Vidi Melany chiaramente confusa ed emozionata. Sorrisi indulgente, togliendomi il berretto  e gli occhiali da sole che avevo indossato per mascherarmi.
A quel punto giurai che fosse davvero sul punto di svenire.
«Ti starai certo chiedendo perché ti ho contattata»
«Sì, in effetti… non che mi dispiaccia, certo, tutt’altro, ho sempre desiderato incontrarla… cioè…» balbettò, arrossendo.
«Diamoci pure del tu!»
«Certo, A…»
«Alice, per favore»
«Alice» mormorò lei.
Ordinammo del thè fresco con qualche pasticcino. Erano quasi le cinque del pomeriggio ed eravamo pur sempre a Londra, in fondo.
«Allora, Alice» disse, dopo un po’ «perché hai voluto incontrarmi?»
Presi il diario di Cherry dalla borsa, posandolo sul tavolo.
Al vederlo, Melany si mise a piangere.
«Come fai ad averlo?»
«Kate è con noi dalla sera del concerto» spiegai.
Melany si portò le mani alla bocca.
«Perché non mi ha detto nulla? Sono stata così in pensiero per lei, per non parlare dei suoi genitori!»
Mi raccontò che, subito dopo il concerto, si sono perse di vista. Una volta uscita dallo stadio, dunque, ha provato a chiamarla, ma il cellulare era spento.
«Avrei dovuto starle più vicino, tenerle la mano… è facile perdersi quando ci sono così tante persone, in giro» continuò, singhiozzando «I suoi genitori ci vennero a prendere, ma lei ancora non c’era. L’abbiamo cercata dappertutto, abbiamo anche chiesto alla security, ma nulla, sembrava volatilizzata. Alla fine abbiamo chiamato la polizia, che ci ha consigliato di tornare a casa. Una volta lì…»
Pianse sempre più forte, non riuscendo più a continuare.
Le porsi un fazzoletto, abbracciandola.
«Calmati, su… bevi un po’ di thé» le avvicinai la tazza, facendo attenzione a non versarlo.
Melany ne bevve un sorso, parve tranquillizzarsi.
«Scusami» mormorò, asciugandosi le lacrime.
«Non ti preoccupare, è normale. Devi volerle molto bene»
Melany annuì, con decisione.
«Cosa è successo, una volta a casa?»
«Trovammo una lettera sul suo letto» continuò, triste «C’era scritto che odiava la sua vita, odiava tutti noi, che avremmo dovuto considerarla morta perché non si sarebbe mai più fatta rivedere. Alcuni dei suoi vestiti erano spariti, così anche la polizia la interpretò come una fuga da casa. Da allora non ne sappiamo più nulla» scosse la testa, sorridendo amara «Io non credetti subito a quelle parole. Poteva anche odiare la scuola, la vita, i suoi, ma non avrebbe mai potuto odiare me, impossibile. Siamo sempre state come sorelle, capisci? Come ha potuto fare una cosa del genere senza dirmi nulla?»
Sospirai, carezzandole delicatamente i capelli.
«Se avessimo saputo la sua età, avremmo subito avvertito la polizia. Purtroppo, però, Kate non è più la ragazza che conoscevi. Ti sembrerà strano ma lei, in questo momento, sta con Jason»
«Co… cosa?» balbettò lei, strabuzzando gli occhi «Intendi che stanno proprio…?»
«Sì. Quella sera, dopo il concerto, li ho trovati a letto insieme»
Melany si fece pallida.
«O mio Dio… Alice, non so davvero che dire! Lei ha sempre avuto una cotta per Deamon J, cioè, per Jason, ma… insomma, chi è che non l’ha mai avuta?»
Sollevai un sopracciglio, sorpresa. Lei, probabilmente, pensò che quelle parole mi avessero offesa.
«Scusami, so che sarai già abbastanza depressa. Dio, faccio schifo con le parole! Quello che voglio dire è che Jason è un tipo che affascina, sì, così come tutti gli altri. È normale avere una cotta per la rockstar del proprio cuore, no? Ma la cosa finisce lì»
Ricordai delle mie innumerevoli “cotte” giovanili per David Gilmour, Robert Plant… o ancora per Axl Rose, Bon Scott. Improvvisamente, riuscii a capire che anche noi avevamo creato quegli stessi sentimenti nei cuori dei nostri fan. E io che ne ero sempre stata gelosa, arrivando addirittura a litigare con Jason!
«Ma come ha fatto a incontrarlo?»
Le raccontai della sera del concerto, di quella sensazione strana, dello sguardo assente di Jason, dell’averlo trovato con Cherry. Le dissi di come la sua amica si fosse trasformata in una specie di serpente, per ben due volte, che aveva cercato di uccidermi, che teneva Jason sotto controllo, che, ormai, dimostrava quasi trentacinque anni e continuava a invecchiare ogni ora.
«So che è assurdo» continuai, vedendo Melany fissare la superficie di legno del nostro tavolo «ma devi credermi. Guarda, leggi qui»
Le misi davanti agli occhi l’ultima confidenza del diario di Kate.
«No… oddio» balbettò, mangiandosi nervosamente le unghia «Se solo avessi saputo…!»
«Non potevi saperlo; non l’aveva capito nemmeno lei»
Melany scosse la testa.
«Non so che pensare…»
«Melany» le presi il volto tra le mani, fissandola dritta negli occhi «quello che sta accadendo è tutto vero. Devi credermi»
Melany era titubante.
«Anche se ti credessi… come potremmo risolvere la situazione?»
«Me ne occupo io, tu devi solo pensare a farla tornare in sé»
«Ma se è diventata davvero la donna che tu dici non mi starà mai a sentire!»
«Sei pur sempre la sua migliore amica, no?»
«Lo ero, prima che vendesse l’anima. Il fatto che invecchi tanto in fretta vuol dire che non ne ha più una Chi lo dice che sia ancora capace di provare dei sentimenti?»
«Penso che, in realtà, parte della sua anima sia rimasta in lei, altrimenti sarebbe già morta. Devi solo toccare le corde giuste… se non vuoi farlo per aiutare me, fallo per Kate!»
Melany sospirò.
«Ci proverò. Dimmi solo dove e quando»
 
 
Per la prima volta da settimane, quella sera, noi del gruppo cenammo tutti insieme. Avevamo ordinato qualcosa con il servizio in camera e fatto portare il tutto nella suite di Ryan, sistemandoci sul tavolo del piccolo salotto privato annesso alla stanza, così da avere più privacy. Tracy si era seduta alla mia sinistra, stringendo la mia mano da sotto il tavolo. Alla mia destra, invece, sedeva Ryan, con un braccio sulla spalliera della mia sedia.
I ragazzi cercavano di comportarsi come al solito.
Steve teneva banco come sempre, raccontato migliaia di stupidi aneddoti della sua vita, per la maggior parte inventati. Cam era quasi completamente ubriaco ma continuava a bere, scatenando l’ilarità generale. Ian cercava di fare dei discorsi seri, ma nessuno gli dava retta. Jason e Cherry, invece, sembravano in un mondo tutto loro. Lei lo aveva isolato da noi, dal suo gruppo, per ammaliarlo con baci e carezze languide.
Sapevo che fosse tutto un maleficio e che Jason mi amasse ancora, ma vederlo flirtare con Cherry mi rigettò nella depressione più nera. Mangiai solo qualcosa, pur di non dare a vedere ai miei amici quanto stessi soffrendo.
Cercai di tener presente a me stessa che anche lei era solo una vittima, ma era difficile resistere alla tentazione di metterle le mani alla gola. Ormai, notai, dimostrava quasi quarant’anni. La situazione peggiorava a vista d’occhio. Il 29 luglio era già passato e non avevo ancora un piano ben preciso.
«Amore, glielo dici tu?» chiese Cherry, con voce suadente.
Alzammo la testa contemporaneamente verso di loro, interrompendo l’allegro chiacchiericcio che si era creato.
«Certo» sorrise lui, lasciandole un bacio sulle labbra. I suoi occhi erano quasi completamente neri «Ragazzi, io e Cherry abbiamo deciso di sposarci»
Cosa…?
«Cosa?» urlò Tracy, scattando in piedi. Ian la fece sedere, cercando di calmarla.
«Qualche problema?» chiese Cherry, con un largo sorriso.
«Ce ne sarebbero molti, di problemi» sbraitò Cam, agitandosi.
Jason lo guardò truce.
«Non vedo perché la cosa dovrebbe importarti»
«M’importa perché stai facendo un’enorme cazzata, Jason! Senti, tu ed Alice siete miei amici da quasi una vita, okay? Tutti noi sappiamo che è sempre stata lei quella giusta per te! Posso anche capire le scappatelle, d’accordo, col tempo ci si stanca a mangiare dallo stesso piatto...»
Steve, accanto a lui, gli diede una violenta gomitata, al ché Cam mi guardò, imbarazzato.
«Senza offesa, Alice»
«No problem» dissi, con una scrollata di spalle. Ero abituata da tempo ai suoi modi diretti, gli volevo bene anche e soprattutto per quello.
«Dicevo… non ti rendi conto che ti stai facendo fottere il cervello da quella lì?!»
«Non parlare di lei in questo modo!» sibilò Jason.
I suoi occhi erano sempre più neri.
Dovevo fare qualcosa, e subito.
Sorrisi tra me e me. Quello era il momento ideale.
«Ragazzi, basta così» dissi, ostentando tranquillità.
Cam mi guardò come se avessi un drago dietro le spalle.
«Perché stai ferma lì senza far nulla?» mi gridò contro, indicando Jason e Cherry.
Perché attendevo un piano, e ora me lo stavano offrendo su un piatto d’argento.
«Perché ormai ho perso ogni speranza. Apprezzo le tue parole, davvero, ma tra me e Jason ormai è finita; dobbiamo farcene tutti una ragione» dissi, fissando la tovaglia.
Il braccio di Ryan mi strinse le spalle in un caldo gesto di protezione.
«Dobbiamo rispettare le loro scelte» disse, in tutta calma. In realtà sapevo bene che, in quel momento, avrebbe picchiato Jason a sangue.
«Amico… sei davvero sicuro della tua scelta?» chiese Steve, guardando Jason dritto negli occhi.
Lui non rispose. Lo vidi tentennare sotto il nostro sguardo, il nero un po’ meno denso.
«Certo che siamo sicuri!» intervenne Cherry, buttandoglisi addosso.
«Non stavo parlando con te» sibilò lui, per poi scuotere la testa e alzarsi «Io salgo in camera… inviate la bomboniera al mio assistente»
Anche Cam si alzò.
«Te l’avevo detto che avresti avuto un testimone in meno» sbottò, guardando Jason con aria delusa.
Al tavolo restammo io, Ryan, Tracy, Ian, Jason e Cherry. Su di noi calò un silenzio imbarazzato.
«Bene…!» sorrise Ian, battendo le mani «Congratulazioni! Avete già deciso la data?»
«Pensavamo il prima possibile… il primo agosto, ad esempio! Che ne dici, amore?» chiese Cherry, sorseggiando del vino rosso.
«Sarebbe perfetto!» rispose lui, con un sorriso.
Il giorno del mio compleanno? Bene…!
«No, non potete!» urlò Tracy, gettandomi un’occhiata preoccupata «È solo fra tre giorni!»
«Se hanno fretta fagli fare quello che vogliono, no?» dissi alla mia migliore amica, stringendole leggermente la mano, nascoste dalla tovaglia «Anzi, sarebbe il caso di rimboccarci tutti le maniche e iniziare ad organizzare l’evento! Tracy, perché non vai a chiamare qualche amica? Potremmo festeggiare un addio al nubilato coi fiocchi, per Cherry…!» proposi, cercando di mettere enfasi nella frase.
Tracy sembrò afferrare il concetto.
«Ottima idea, Alice! Vado subito in suite a ripescare dei contatti… a dopo, e congratulazioni!» rise, andando via.
Ian e Ryan ci guardarono sconvolti mentre Cherry, sospettosa, si strinse sempre più ad un impassibile Jason.
«Come mai tutta questa gentilezza?» chiese, fiutando l’inganno.
«Così mi offendi, cara Cherry… stai entrando a far parte della nostra famiglia, dopotutto, no? Voglio solo scusarmi per il mio comportamento, una piccola festicciola è il minimo che possa fare. Perché non invitiamo anche la tua migliore amica… Melany, giusto?»
Cherry si alzò di scatto, tremando. Per un attimo riuscii a intravedere il verde dei suoi occhi.
«Come… come lo hai scoperto?»
«Beh, è risaputo che le federe dei cuscini siano dei nascondigli piuttosto banali…!»
«Tu… ridammelo!» urlò, scagliandosi contro di me. Ian e Ryan balzarono verso di lei, fermandola.
In quel momento, con la coda dell’occhio, vidi Jason farsi sempre più teso e iniziare a tremare, i suoi occhi variare dal nero all’azzurro, le mani artigliare con forza la base della sedia. Capii il conflitto interiore che si stava agitando al suo interno, tra quella malvagia entità e la sua anima. Pregai che riuscisse a trattenersi ancora per un po’.
Ian e Ryan notarono il suo stato, ma erano troppo impegnati a trattenere Cherry. Si vedeva chiaramente che, nonostante entrambi  fossero grandi e grossi e Cherry una cosa minuscola a confronto, stessero mettendo tutte le loro forze per riuscire a tenerla.
«Ho detto di ridarmelo!» gridò ancora lei, agitandosi sempre di più.
Vidi la sua pelle farsi sempre più squamosa, la sua lingua sibilare.
Ecco, c’eravamo quasi.
«No, perché?» sorrisi, più acida che potei «Mi sto divertendo tanto, leggendo le tue fisime da adolescente, Cherry… o forse dovrei dire Kate?»
A quel punto Ian e Ryan non riuscirono più a trattenerla e Cherry, con un balzo, tramutata ormai in demone, si gettò addosso a me.
Scartai di lato, evitandola.
«Mi credete, ora?» gridai a Ian e Ryan.
«Cazzo!» sentii urlare Ian.
Afferrò un coltello, diretto verso Cherry. Quella, però, lo vide e con un gesto del braccio lo fece volare contro la parete, facendogli perdere i sensi:
Cazzo, Tracy… quanto diavolo ci stava mettendo?!
Cherry ripartì all’attacco, ormai fuori controllo. Ryan le tirò un piatto, colpendola alla testa, ma lei non sembrò nemmeno notare il profondo taglio che le provocò sulla tempia, che si rimarginò subito dopo.
«Alice… scappa!» urlò Jason, riprendendo per un attimo il controllo del proprio corpo.
No, dannazione, c’eravamo quasi…!
La porta della suite, finalmente, si aprì.
«Kate»
Al suono di quella voce il demone si bloccò di colpo.
«Melany» la sentii sussurrare, gli occhi neri spalancati.
Sorrisi, sperando che tutto andasse come previsto.




NdA
Innanzitutto grazie davvero a tutti coloro che stanno seguendo questa ff!
Volevo informarvi che il prossimo sarà l'ultimo capitolo della storia; è già scritto, lo posterò a giorni!
Avrei voluto dilungarmi un po' di più ma, essendo una storia partecipante ad un contest con dei limiti ben precisi, ho dovuto concludere il tutto entro i cinque capitoli.
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre!
Ci tengo al vostro parere e, con l'ultimo capitolo, comunicherò anche quello dei giudici del contest! ;)
Alla prossima!
Witch ^-^
  
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