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Autore: Lurilala    23/07/2014    0 recensioni
[Partecipa al contest "Ispirazione in musica" indetto da CherryBomb_ ]
[Ringrazio CherryBomb per avermi fatto partecipare **]
[Consiglio di leggere con la canzone Nightbook come sottofondo] [1131 parole]
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Milioni di anni sono passati e lui non ha varcato la soglia di quella camera una seconda volta.
La prima è stata dolorosa, ma un cuore innamorato, anche se trafitto, dà sempre una seconda possibilità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Polvere § Una storia d'amore che si conclude nel sangue

La stanza è vuota.
Il buio regna sovrano e indisturbato, celando agli occhi della notte i contorni della camera.
Un logoro e sporco tappeto rosso scuro copre il pavimento, di cui si vedono solo poche misere piastrelle scrostate; l'umidità ha macchiato gli angoli dei muri e l'aria è satura dell'odore caratteristico della muffa, che intasa le pareti tingendole di un minaccioso grigio-verdastro.
Un camino di mattoni logorati dal tempo e dal fuoco è tristemente spento con legna annerita dal fumo all'interno. La cigolante porta di legno, posizionata sul lato opposto al camino, da cui pendono ragnatele come stelle filanti, è socchiusa e a ogni spiffero di vento sbatte producendo un rumore secco che spezza la quiete.
Alcuni quadri dai colori sbiaditi e spenti sono appoggiati alle pareti, impolverati, silenziosi, gelidi nella loro immobilità eterna. Ogni tanto alcuni ratti corrono indispettiti per la stanza, squittendo contrariati. Qualche volta un topo fuggiasco va a sbattere contro la parete, forse per la foga di scappare da qualcosa, e quei quadri, appesi malatamente, cadono a terra finendo in frantumi.
Fra le ispide pieghe del tappeto sono disseminati cocci affilati, che creano un contrasto strano fra il rosso spento e il grigio.
C'è una finestra, di fianco al camino: la maggior parte dei vetri sono rotti e i frammenti sostano in un silenzioso abbandono a terra, appena sotto l'imposta. I pezzi che ancora resistono alle intemperie sono consumati e impolverati; non si riesce a vedere l'esterno attraverso di loro, tanto sono sporchi e trascurati. I buchi lasciati dai cocci di vetro mancati fanno da strada al vento gelido, che, impietoso e irruento, durante le tempeste rompe l'incanto spettrale di quella camera e soffia rabbioso producendo un fastidioso sibilo e facendo dondolare con sempre più audacia gli arabeschi di ragnatele di cui ogni cosa è tempestata.
Al centro della stanza, che dà le spalle alla porta, c'è una poltrona di stoffa vecchia, mangiata dai tarli, sudicia e logora; un tempo doveva essere pregiata e possedere un'aura di potenza, ma ora trasmette solo una desolata inquietudine. Voltata verso quel camino spento che non dà alcun calore, la poltrona è ferma e gelida come una reliquia di una ricchezza passata.
Seduta su di essa, c'è una figura immobile e imperscrutabile.
Una fanciulla dai tratti nobili, è lei l'erede di quel castello in cima alla montagna, di cui i paesani hanno paura e su cui sono nate tante leggende. Era il fiorente possedimento di una famiglia che è stata assassinata troppo tempo addietro per ricordare qualcosa in più. Si dice che gli spiriti dei nobili che ci vivevano si aggirino ancora per quelle mura, all'insaziabile ricerca di colui che li ha uccisi. Ma è solo una leggenda, dopotutto.
Però si sa. I ra
cconti falsi sono sempre tratti da una storia vera.
Nemmeno i ragazzi più temerari hanno il coraggio di entrare nel castello abbandonato. Non ci va più nessuno da tantissimi anni.
E' per questo che non c'è alcuno che sappia della fanciulla che sta lì, seduta sulla poltrona.
Una fanciulla dalla pelle fredda e il petto macchiato di sangue, che sta lì, in attesa.
Attende, la giovane donna. Attende qualcuno. Attende qualcuno da milioni di anni.
I capelli castani cadono mossi sulle spalle, un po' impolverati ma perfettamente acconciati e pettinati, esattamente come erano allora.
Non si è mai mossa, la giovane principessa.
Il vestito azzurro tempestato di zaffiri e diamanti copre tutta la sua minuta figura, fino alle caviglie, con pomposa eleganza.
C'è solo un po' di polvere sopra, è sempre perfetto. Andrà bene comunque.
Gli occhi sono vitrei, spalancati. Fissi sul camino, ormai spento da troppo tempo. Ma non importa. Non ha mai freddo, lei.
Etera e perfetta, la fanciulla vergine aspetta. I suoi occhi azzurri sono aperti fino allo spasmo e sembrano ridere e piangere al tempo stesso. Guarda davanti a sè con sguardo pazzo, ma non si stanca di aspettare.
Sul suo viso niveo e intoccato, c'è solo un'imperfezione. Uno schizzo di sangue.
Le sue mani sono incrociate sul grembo, in una posizione aristocratica e austera, così inusuale per una fanciulla così giovane.
Fra le dita sottili stringe una lettera.
La principessa del castello abbandonato aspetta il suo amore.
Lui le ha detto che sarebbe venuto a prenderla per scappare insieme, per sposarsi e vivere felici.
La fanciulla era così felice. Povera, piccola, ingenua fanciulla.
La carta da lettere sbiadita e consumata dal tempo racchiude parole d'amore non vere. Ma lei non l'aveva capito.
Sta ancora aspettando, la principessa. Aspetta che il suo amore la venga a prendere per portarla via da lì.
Eppure lei lo aveva visto, tanti, tanti anni prima.
La notte in cui sarebbero scappati, la giovane principessa si era seduta su quella poltrona per aspettarlo.
Non si è mai più mossa da lì.
Il suo amore alla fine è arrivato.
Fra le sue mani però non stringeva una profumata rosa rossa, ma un pugnale argentato.
Quando venne da lei, era già sporco.
La principessa non capì. Lui le venne vicino e l'ultima cosa che quegli occhi azzurri videro furono le iridi nere di cui si era perdutamente innamorata, prima che lui le trafiggesse il cuore.
Non c'è stato, il matrimonio che la fanciulla aveva sempre sognato.
Non c'è stata, la romantica fuga d'amore.
Non c'è stato, il bacio che avrebbe sigillato la loro unione.
L'unica cosa che è arrivata era il freddo contatto della lama tagliente con il suo cuore delicato e ingenuo.
Ma la principessa non si perde d'animo.
Anche se il suo cuore è stato trafitto, anche se nel castello non c'è più nessuno, anche se è passato tanto tempo, lui arriverà.
Dopotutto, gliel'ha promesso.
La principessa spera ancora. Spera e per sempre spererà.
Milioni di anni sono passati e lui non ha varcato la soglia di quella camera una seconda volta.
La prima è stata dolorosa, ma un cuore innamorato, anche se trafitto, dà sempre una seconda possibilità.
Anche se lui che non la merita, anche se lui non la vuole, la principessa gli dà una seconda occasione.
Aspetta, anche se la notte è già passata. Ne arriveranno altre e lei continua a sperare.
Immobile, immobile, immobile, per sempre, esattamente lì, dove lui l'ha lasciata.
Anche se il suo corpo si è trasformato in polvere, la principessa è ancora lì, seduta sulla poltrona, a guardare il camino spento, ad aspettare.
Perchè lui l'aveva scritto in quella lettera ingiallita. Sto arrivando amore, aspettami.
E la fanciulla aspetta. Con l'ombra di un sorriso innamorato su quelle labbra che mai sono state sfiorate da bocche altrui, attende.
Anche se il tempo passa, anche se la polvere ricopre tutto, anche se il pugnale di lui è ancora conficcato nel suo petto.
La principessa che è stata uccisa dal suo principe aspetta, per coronare un sogno d'amore che si conclude nel sangue.
  
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