Basta! Voleva qualcosa di concreto.
Basta! Quel silenzio doveva cessare una volta per tutte.
Basta! Ora doveva fare qualcosa.
Era pronta. Decisa. Determinata. Era semplicemente sé stessa. Allora perché si sentiva così strana?
Non le importava, come non le importava cosa sarebbe successo dopo. Non le importava più niente, né di lei, né di quello che la gente avrebbe pensato.
E se le avrebbe detto di sparire dalla sua vita, chi era lei per contraddirlo? Solamente una stupida ingenua, ormai dipendente dal desiderio di sfondare i confini che madre natura stessa aveva imposto alla sua razza. Avrebbe accettato ogni sua decisione, per quanto drastica sarebbe potuta essere.
-Giroro! Sei qui?- Lo chiamò facendo capolino dalla sua tenda.
Per sua sfortuna, o fortuna, non c’era nessuno; solo un mucchio di armi, proiettili, rifornimenti di cibo, e un sacco a pelo verde al centro della piccola abitazione.
Stette per andarsene, ma ad un tratto, vide qualcosa luccicare proprio dietro ad esso; la sua cintura.
A quel punto, la domanda sorgeva spontanea... cosa ci faceva lì un oggetto tanto prezioso per Giroro? Non se sarebbe mai separato, allora perché in quel momento era nella capannetta rossa senza che nessuno la indossasse? E se gli fosse successo qualcosa?
Natsumi sapeva che non avrebbe potuto fare niente, ma in un certo senso, era sicura che qualunque cosa gli fosse successo non se lo sarebbe mai perdonato.
Cercò di mantenere la mente lucida, e prese in mano la cintura. Sentiva sarebbe stato meglio portarla appresso finché non sarebbe riuscita a trovarne il proprietario. Aveva il suo stesso odore, oltre a quello che pareva piombo.
Uscì dalla tenda sospirando.
E ora? Che poteva fare? Giroro era da qualche parte, e probabilmente non ci era andato di sua volontà. Avrebbe d’istinto corso fino al centro città fino a che non l’avrebbe trovato, ma per quanto ne sapeva, poteva essere benissimo dall’altra parte del mondo come sotto casa sua; ma anche lì, avrebbe dovuto fare i conti con l’immensa base che i brutti ranocchi avevano costruito senza alcun permesso.
-Tu sai dov’è Giroro, gattino?- Chiese tristemente al batuffolo di pelo che stava sgattaiolando nella tenda; che di rimando, le voltò le spalle indispettita.
Si era sempre chiesta perché proprio quell’animale, tra i tanti che, al contrario, l’adoravano, era sempre così glaciale nei suoi confronti, nonostante lei ci avesse messo tutta la buona volontà del mondo per stringere amicizia.
-Vedi, di solito è sempre qui in giardino a lucidare armi- continuò la ragazza con gli occhi bassi nonostante la gattina fosse già rientrata nella sua dimora -E se non è così, sta quasi sicuramente escogitando qualche piano con i suoi amici. È sempre così freddo, non gli importa mai di niente se non della sua stupida conquista. Alle volte mi viene proprio voglia di dargli una lezione-
Nonostante quelle parole un poco offensive, Natsumi teneva lo sguardo a terra, come se stesse avendo dei flash back improvvisi, accennando ogni tanto un sorriso forzato; non facendo caso al micetto, che nel frattempo si era avvicinato alla ragazza, incuriosita da ciò che aveva da dire.
-Ma, dovresti essere tu a dirmi cosa fa Giroro. Io e lui non ci vediamo quasi mai, mentre a te presta sempre un sacco di attenzioni; quasi ti invidio-
La gattina rimase di sasso nel sentire quelle sue parole. E pensare che per lei, era sempre stato il contrario. Mai avrebbe pensato che Natsumi, una ragazza da lei giudicata insensibile, potesse arrivare ad una conclusione simile.
-Tu forse sai dove si trova, ho trovato solo la sua cintura quando sono arrivata. Insomma, Giroro non si sarebbe mai tolto la sua preziosa cintura. So solo che per qualche motivo rappresenta qualcosa di importante per lui-
La ragazza non fece in tempo a concludere la frase, che la gattina, spazientita, all’improvviso fece un balzo e prese tra i denti l’oggetto strappandolo di mano alla rossa.
-Ehi! Fermati!- Disse cercando di inseguirla per il muretto di casa Hinata. Ma poi, andò sulla ringhiera del balcone della sua camera che si affacciava sul giardino, e Natsumi non seppe come raggiungerla senza perderla di vista. Quella gattina la odiava a tal punto?
-Dai, vieni giù, gliela restituiremo insieme se vuoi!- Propose lei nel tentativo di riprendersi il famoso cimelio.
L’altra aprì la bocca per miagolare con superiorità, e fece cadere l’oggetto dal balcone dileguandosi un secondo dopo senza lasciare tracce.
-Sembra proprio che non voglia avere a che fare con me. Speriamo solo la fibbia non si sia danneggiata-
La ragazza corse sul luogo dove credeva fosse caduta, e ciò che vide non le diede nemmeno il tempo di chiedersi il perché, avendo l’impressione che quella gattina, in fondo avesse intenzione di fare qualcosa che non fosse completamente sbagliato.
 
-M-ma questa… sono io…-




___Angolo_Autrice________________

Ora probabilmente mi odierete, lo so...
Chiedo scusa a tutti quelli che stavano aspettando qualche aggiornamento da parte mia, ma si sa, le vacanze sono vacanze, e si tende a lasciarsi andare più del dovuto.
Un grazie a tutte quelle brave persone da incoronare sante che ancora mi seguono, ma sappiate una cosa: ho intenzione di completare tutte e dico TUTTE le storie incomplete sul mio account. Non so quando, ma un giorno giungeranno tutte ad una conclusione.
E scusatemi per i capitoli corti, ma visto che avevo cominciato a scrivere capitoli più o meno di questa lunghezza, non mi sembrava appropriato continuare con dei capitoli mastodontici.
Quindi, tastiera alla mano e si riparte più carichi che mai!
Un abbraccio a tutti e ci rivediamo al prossimo aggiornamento, quando ci sarà ^^'

L'autrice