Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Orazio    08/01/2005    3 recensioni
Il Mondo dei maghi. Il Mondo dei babbani. Così lontani, eppure così vicini. Quella sottile linea che li separa si cancellerà. E a farlo sarà uno strano ragazzino di nome Harry Potter.
Genere: Dark, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Ecco, vede

“Ecco, vede...” Il medico si passò una mano sotto gli occhiali chiudendo per un attimo gli occhi e lasciandoli riposare per qualche secondo. Non si erano fermati nemmeno per un istante, da sei lunghi anni, non avevano smesso di lavorare a quel caso. Riaprì gli occhi e si scambiò un lungo sguardo con due occhi verde smeraldo “Allora?” disse con una voce mista di paura e impazienza la donna che gli stava seduta di fronte “Bé...” riprese l’uomo “é come ogni anno da sei anni a questa parte... Sembra che le sue condizioni siano tornati stabili... o per lo meno, curabili ma sappiamo benissimo che...” Sì interruppe. Non era il suo lavoro incoraggiare la gente, continuare che sperasse? Allora perchè si stava rassegnando? Forse la stanchezza aveva preso il sopravvento.

I due occhi smeraldo continuarono a fissare il medico ansiosi, velati da quelle che sembravano lacrime. L’uomo guardò l’orologio e poi alzandosi, disse “E l’ora dei farmaci, vuole vederlo?” Il capo della donna annuì.

Entrarono in una stanzetta un pò squallida di quello che sembrava un ospedale. Nell’unico lettino presente c’era un ragazzo, dagli occhi chiusi forse a causa della morfina che gli veniva inniettata attraverso i tubicini e pendevano dalle braccia e dalle narici. La donna aveva dei bei capelli color rame, misti al nocciola che vennero illuminati dal flebile sole pre-autunnale di settembre. Si avvicinò al lettino ma venne subito superata da un infermiera. Il ragazzò sembrò svegliarsi di colpo. Si mise a sedere guardandosi intorno, era tuto così sbiadito confuso e stava facendo un sogno poco prima, di cui non ricordava quasi niente, ma era sicuro di essere insieme ad un ragazzo e un’altra ragazza che non la smetteva di parlare di cose senza senso. Vide l’infermiera avvicinarsi con una siringa tra le mani “No... no...” Sussurrò il ragazzo. Da sussurrò quelle parole divennero delle urla che squarciarono la stanza bianco sterile. Non poteva pemettere che lo facessero ancora, voleva ricordare quel sogno. Urlò... ancora e ancora. Una voce femminile da dentro la sua testa lo chiamò “Harry? Harry...? Sveglia!” Era Hermione Granger.

 

Harry si trovava nella vecchia aula di mogano di Incantesimi. Hermione lo scrutava dall’alto, poco dopo si avvicinò pure Ron. La stanza illuminata dal sole di mezzogiorno si stava svuotando, e un ometto che Harry riconobbe come il Professor Vitsius scese da una pila di libri e si diresse verso l’uscita facendo un cenno col capo a mò di saluto al trio. Il moro doveva essersi addormentato durante la lezione. Stava sognando qualcosa ma non ricordava cosa. Finalmente si rivolse ai suoi amici che gli lanciarono una strana occhiata. Hermione iniziò a parlare “E’ incredibile! E’ solo la prima lezione del semestre e il grande Harry Potter si addormenta sul banco!” Harry che adesso era alzato vide la bocca di Ron aprirsi e aggiungere qualcosa “Bè, sinceramente Harry non ha avuto tutt i torti ad addormentarsi. Insomma gli incantesimi non sono il mio forte, ma preferivo di gran lunga la materia quando era solo sventolare una bacchetta in aria! Invece adesso...” e indicò la pila di pergamene sotto il braccio “Ma al sesto anno si studia solo la teoria degli Incantesimi?” Hermione gli lanciò uno sguardo non del tutto rassicurante, poi torno ad Harry “Adesso se non ti dispiace potremmmo andare in Sala Grande? Sto morendo di fame! E dopo abiamo Pozioni! Non si possono affrontare due ore di Pozioni a stomaco vuoto, insomma...” Continuò ancoro per un pò ma Harry non la ascoltò. In verità non si unì a nessuna discussione per il resto della giornata, era troppo impegnato a cercare di ricordare il sogno che aveva fatto quella mattina nell’aula di Incantesimi. Ogni volta che ci ripensava gli bruciava la rosea cicatrice che aveva sulla fronte.

Alla fine delle due ore di Pozioni, Harry decise che era meglio lasciar perdere i sogni (che negli anni passati non gli avevano mai portato niente di buono) e si concentrò sull’allenamento speciale che aveva intenzione di fare con Ron quel pomeriggio. La stagione di Quidditch stava per ricomiciare e Harry voleva allenarsi un pò prima dell’inizio del torneo, considerando che non aveva toccato un manico di scopa per tutta l’estate. E come avrebbe potuto se viveva ancora con gli odiosi Dursley? Si fecero le cinque e Harry e Ron percossero le scale che li portarono all’ingresso del castello tenendo le loro scopo salde in mano e convonendo ancora una volta che la lezione di Piton era stata uno schifo. “Venticinque punti dico! Ma é ammattito?!” disse ad un certo punto Ron mentre attraversavano i giardini “E solo perché quell’intruglio bluastro che ci ha fatto preparare ha bucato uno dei calderoni della scuola... Forse Percy aveva ragione quando si batteva per queglistupidi calderoni a doppio fondo!”. Continuarono così fino al campo di Quidditch. Il secondo sport preferito di Harry dopo il Quidditch era di sicuro insultare Piton, e per quello non erano richiesti nessuna abilità particolare o attinenze magiche speciali e soprattutto era praticabile ovunque e in qualsiasi momento. Arrivati nel grande campo ovale inforcarono le loro scope e fecero alcuni giri di riscaldamento. Harry volteggiò intorno agli anelli e poi si lanciò in una picchiata favolosa sfiorando l’erba umidiccia dello stadio con una mano. Anche Hermione sarebbe venuta per guardarli un pò, ma solo dopo aver finito la montagna di compiti di Storia della Magia.

La videro apparire piccina, come la vedevano dall’alto i due ragazzi, verso le cinque e mezza. Aveva portato con sé un grosso volume. Harry e Ron discesero e le andarono incontro. Ron scrutava il volume “A cosa ti serve quello quì?” Hermione fece una mossa che a harry ricordò molto Edvige “Sai com’è... Per non annoiarmi...” Harry rise. Ron rimase a bocca aperta.

 

Era lì. Si guardava intorno. Le pareti di un bianco uniforme. Anche se avrebbe voluto farsi male non poteva nemmeno andare a sbattere contro una di quelle, dato che erano rivestite da una sorta di materasso gommoso.

Harry si sedette a terre. Le mani ai capelli arruffati, la fronte imperlata di sudore. Si passò la mano proprio su questa. Era una normale fronte di un sedicenne. Alcuni fronti avevano delle protuneranze bitorzolute o delle rughe eccessivamente marcate. Invece la sua era perfettamente liscia, nessun segno o taglio. Era una fronte come tutte la altre. Il ragazzo si alzò trascinandosi da parete a parete fino a trovarsi di fronte a quella che sembrava nascondere un vetro. Qualcuno poteva vederlo ma lui non sapeva chi. Iniziò a sbattere le mani contro quella superficie che per le sue forze in quel momento sembrava infrangibile, piangendo e disperandosi. Aveva bisogno della sua bacchetta pensò. A questo pensiero Harry ebbe come uno scatto e si riportò le mani alla fronte imperlata di sudore. La sua cicatrice. Era sparita.

Oltre quel vetro qualcuno scrutava quel ragazzo intento a esaminare ogni centimetro della sua fronte che dopo si affagotto a terra come un bozzolo. Hermione Granger fissava qualla scena con un velo di lacrime agli occhi “Pensa che noi siamo lì, nei suoi pensieri?” disse la ragazza “Penso di si Hermione, in fondo noi siamo il suo mondo.” Le parole di James Potter rincuorarono  un pò Hermione “I tuoi ti hanno lasciata venire anche oggi, vedo...” sussurrò James “Anche se non me l’avessero permesso sarei venuta lo stesso...” Il Potter più anziano fece un sorriso “Lo immaginavo. Ron mi ha detto di dirti che ti aspetta fuori, Molly ha preso qualcosa da mangiare nel caso abbiate intenzione di rimanere”. Hermione annuì poì si girò verso quello che sembrava una foto da grande di Harry “Perchè Ron non é voluto entrare? Il viso di James si contorse un pò come non riuscendo a trovare una risposta “Credo per via di quello che é successo l’ultima volta... Non deve essere facile, non lo é per nessuno in questo momento ma sta più vicina a Ron, adesso  ne ha bisogno tanto quanto Harry...” dette queste parole il Potter più anziano strinse il braccio intorno alle spalle di Hermione e andò via. La ragazza appoggiò una mano al vetro freddo avvicinando il viso alla superfice e le sembro che per quanto potesse essere invisibile dietro quelle pareti Harry, che adesso fissava gli specchi senza battere le palpebre, potesse vederla.

 

“Fategli spazio voi lì, deve respirare!” Madama Chips sbraitò da un lato dell’infermeria a un paio di ragazzi di Grifondoro che si erano accerchiati intorno alla branda di Harry. Le palpebre si aprirono rivelando i due lucenti occhi smeraldo che vennero subito velati dagli occhiali. Harry si mise a sedere, la mano ancora sulla fronte sudata. Cosa era successo? Solo dopo si rese conto degli sguardi che lo scrutavano compresi quelli di Ron ed Hermione. “Che... Cosa...?” Prima che Harry potesse finire la fra se Ron disse “Stavi... Stavi ridendo con Hermione quando... ad un certo punto sei diventato tutto rigido e... sei caduto a terra. Sembravi morto.” Harry potè vedere la paura negli occhi dell’amico “Ma non lo é e questo é già un sollievo, quindi se adesso voi ragazzi vorreste tornare nei vostri dormitori, ve ne sare immensamente grata! Ho un ragazzo da curare quì!” Gli sguardi furenti di Madama Chips fecero allontanare tutti gli studenti. Ron e Hermione lanciarono un ultima occhiata preoccupata a Harry che getò la testa nel cuscino e iniziò a pensare.

Ripercorse nella sua mente i brandelli del sogno che stava facendo. Era così reale... Vide lui, in una grande stanza bianca e... non aveva la cicatrice in fronte. Si portò la mano nel punto dove la maledizione lo aveva colpito. Tutto regolare. La saetta rosa faceva ancora capolino tra le sue ciocche more e ribelli e cosa più strana ne era felice. Madama Chips passò il resto del pomeriggio a poprtare ad Harry intrugli che gli fece ingurgitare senza poter replicare. Quando arrivò sera inoltrata e un elfo domestico fù incaricato di portargli sù la cena (roast beef con contorno di puré di patate, più qualche cioccorana che Ron aveva dato segretamente all’elfo) che venne consumata nel silenzio della grande torre continuando a ripercorrere i due strani sogni che lo avevano disturbato per tutta la giornata. In tutto quel trambusto Harry aveva perfino dimenticato quanto si sentisse stanco, infatti appena il capo che ormai si era fatto pesante si posò sui morbidi cuscini, il ragazzo cadde in un sonno profondo.

 

“Questa... cosa... ha un nome?” Lily Potter era stanca. Il colore acceso che un tempo risplendeva nei suoi occhi adesso si era spento, lascinando spazio ad un più triste grigiore. James le prese la mano e la strinse più forte che poté. “Tutto può essere attribuito...” sibilò il medico “ad una schizofrenia, ma in questo caso ci troviamo in una situazione particolarmente delicata... Vede il caso di Harry è uno dei rari, forse unici, casi in cui un paziente riesce a creare una rete, una... storia, al suo mondo alternativo. Harry in questi sei anni é vissuto in uno stato che variava in base agli avvenimenti del suo mondo, dove in un modo o in un’altro fate tutti parte.” A queste parole il medico si fermò come per aspettare che i Potter gli dessero il consenso di proseguire. Conoscevano a memoria quella storia, era una ferita aperta che sanguinava ogni volta che loro figlio urlava i loro nomi in preda ad un raptus. Per loro figlio Lily e James Potter erano morti. Erano solo il riflesso del desiderio più grande del figlio nello Specchio delle Brame, o le vittime che fuoriscivano come fumo dalla bacchetta del perfido Lord Voldemort.

Lily e James si scambiarono un’occhiata. Harry Potter era solo un comune Babbano.

 

Mia prima fan fiction in assoluto, sia come scrittore che su questo sito! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, introduce un pò tutto il resto della storia. Questa fic é ispirata all’omonimo episodio di Buffy The Vampire Slayer, riadattato alla HP! Mi auguro commenterete in tanti. A presto col nuovo capitolo!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Orazio