Ho avuto,
lo confesso,
paura del tuo sguardo,
quando come un dardo
mi ha trafitto la sua rabbia.
Ho capito solo adesso
in quale oscura gabbia
mi abbia intrappolato
il mio riflesso
in quello specchio.
 
L’odio nei miei occhi
ha deformato i tuoi:
erano i soliti spettri
che s’insinuavano
fra noi.
 
Potrai mai perdonarmi
questa incomprensione?
Purtroppo, spesso,
al cuore,
difetta la ragione.
Vorrei giurarti
sul mio onore
che non accadrà mai più;
ma quell’onore, adesso,
è la mia unica virtù.
 
Non posso insozzarla
con un’orrenda vergogna,
e sommare
a quest’offesa
pure la menzogna.
Non posso neanche offrirti
una completa resa:
purtroppo
quest’orgoglio
è la mia unica difesa.
 
Ma, se puoi,
accetta
la mano che ti offro;
saprò fare ammenda
dei miei passati errori.
Anche queste scuse,
come tutto,
hanno un costo,
ma spero di ottenere in cambio
splendidi tesori.
 
Su,
dimentichiamoci
di questa brutta storia.
Il suo unico custode
sarà la memoria.