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Autore: Emilyyyy    23/07/2014    3 recensioni
Non voglio fargli del male, non voglio che soffra per me.
«Scarlett» dice serio.
«Si?» chiedo facendo finta di niente.
«Guardami.» mi ordina.
Io mi giro verso di lui. Ha gli occhi lucidi. E' la prima volta che lo vedo così. Gli metto una mano sulla guancia.
«Scusa.» dico.
«Io ti amo.»
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda giornata d'estate, e io decisi di fare una doccia in spiaggia. Fu una pessima idea.

                                                                                        ***

Vado con la mia migliore amica, Mary. Lei è diversa da me, io sono magra, lei no; io sono alta, lei no; io ho sofferto di depressione… lei no. Alle docce delle ragazze c’era lui: Chad.
Chad è il figlio di una cara amica di mia madre. Mia madre è una famosa attrice, mio padre, invece, è un ingegnere. Io ho gli occhi di papà: castani, alla luce dorati, ma ho il naso e la bocca di mamma, un naso lungo (ma non troppo) e dritto, e una bocca rosea con il labbro inferiore un po’ più pieno del superiore. Ritornando a Chad; lui è il cocco della mamma, ma senza di lei si trasforma. Avete presente Hulk? Ecco. Peggio. Molto peggio. Riuscirebbe a mettere k.o. chiunque. Io non ci ho mai provato e mai lo farò. Ho sentito dire che un giorno dello scorso anno lui fu preso in giro da una bambina di cinque o sei anni e le spezzò il collo. A pensarci mi vengono i brividi. Come può un ragazzo di soli sedici anni mandare in coma una bambina? Non lo so, e non voglio saperlo. Lui ha la ferocia di suo padre. La madre sembra così buona e gentile, ma è una dannatissima perfettina del cazzo. Fa sempre la ‘so tutto io’, non è affatto gentile.
Cerco di allontanarmi da lui e svoltare senza guardarlo ma mentre abbasso lo sguardo lui mi chiama.
- SCARLEEEEEEEETT! – sembra ubriaco – cavolo se quella ragazza è magra! Per caso sei bulimica? – scoppia a ridere insieme a due suoi amici. Lui lo sa, e il fatto che lo abbia reso pubblico davanti a tutti mi fa infuriare, tanto da sferrargli un pugno in faccia. Non mi pento di averlo fatto. Ma dopo qualche secondo si. Mi afferra per le spalle e me le schiaccia facendomi sentire piccola, lo sono. Lo sono ma non voglio pensarci.
- Come ti sei permessa… - quasi ringhia, ha la faccia così vicina alla mia che riesco a sentire il suo alito di birra. Si, è ubriaco.
- Tu, eri mio amico. Hai divulgato il mio problema, non dovevi. – dico debolmente.
Mi lascia andare e cado a terra. Mary mi auta ad alzarmi anche se non c’è bisogno. Chad si strofina gli occhi.
- Scusa… non volevo, davvero, solo… che non so cosa mi sia preso… - continua a strofinarli come se non riuscisse più ad aprirli. Mi avvicino a lui e gli accarezzo la spalla.
 – non...non fa niente – lo lascio e giro nel corridoio delle docce. Lì ci sono delle mie amiche: Mayra, Sherley, Faith, Alexia, Ariana, Lauren e altre. Mi guardano e mi abbracciono con un volto compassionevole. Sono peggiorata. Lo so.

                                                                                         ***

Entro nella doccia con  il mio costume nero con disegnati schizzi di sangue. E’ il mio preferito. La doccia è talmente grande che ci entrano più di due persone, ma voglio entrarci da sola. Per ogni doccetta c’è una porta opaca. Apro la doccia, mi lego i capelli biondi e castani in una piccola cipolla lasciando cadere sulle spalle alcune ciocche ribelli. Guardo il mio riflesso sulle piastrelle di marmo che luccicano. Sono magra, alta, eppure non sono così bella. Per questo ho bisogno di una risposta. Tolgo lo sguardo dal muro e lo poso sui miei polsi. Polsi pieni di tagli che in estate non si possono nascondere, ma in inverno si, mettendo maglioni larghi e maniche lunghe fino alla punta delle dita. Mi accascio a terra a singhiozzare. Con il rumore dell’acqua fredda che scorre sulla mia pelle calda, non riesco a sentirmi. Rimango a terra per qualche minuto e quando alzo di nuovo lo sguardo sul marmo vedo il mio viso rigato di lacrime color mascara, cerco di togliere il nero dagli occhi ma peggioro solo le cose. La porta si apre ed entra Mayra, con i capelli neri e ricci lunghi fino alla schiena, sono zuppi, segno che ha appena finito di farsi la doccia. Ha un sorriso stampato sulla faccia, ma quel sorriso se ne va appena mi vede a terra. Corre verso di me e mi aiuta ad alzarmi, ho le gambe che tremano. Sono debole. Mi abbraccia e io ricambio stritolandola e nascondendo il viso nello spazio tra il collo e la spalla.

                                                                                       ***

Quando esco dalla doccia con Mayra che mi tiene una mano sul fianco incontro colui che avevo visto già una volta ad una delle tante cene dei miei genitori. Non so il suo nome. E’ bello. Molto. Una risata nervosa mi nasce in gola e mi scappa dalla bocca. Imbarazzante. Tutte le mie amiche mi guardano con espressione assente. Lui si incammina nella mia direzione. Mi batte forte il cuore, tanto forte da poterne sentire i battiti… uno, due, tre, quattro… quattro battiti e lui si avvicina. I nostri occhi si incontrano per un momento, un momento dopo lui distoglie lo sguardo e sorride al ragazzo dietro di me, lo conosco, si chiama Dylan. All’inizio mi dimentico delle guance rigate di nero, degli occhi gonfi per il pianto, della mia magrezza, dei tagli sui polsi che non sanguinano ormai da tempo. Poi sento una fitta improvvisa allo stomaco, una fitta così dolorosa da farmi accasciare a terra e annebbiarmi la vista. Mi manca il respiro, boccheggio. Ho solo qualche ricordo sfocato. Mayra che grida e scoppia in lacrime, Mary corre verso di me ma viene bloccata da Dylan che cerca di calmarla e le altre con le mani portate alla bocca come per trattenere un urlo. Poi qualcuno di forte mi mette un braccio sotto le ascelle e uno sotto le ginocchia. Mi tiene in braccio, è alto, muscoloso. Giro la testa per guardarlo in faccia. E’ lui. Il ragazzo bello. Poi ricordo un suono, la sirena di un ambulanza. Poi il  vuoto.
 
   
 
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