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Autore: serelily    23/07/2014    4 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA - RIPRENDERA' A DATA DA DESTINARSI
Alex e Gregory, appena trasferiti a Londra, vogliono sposarsi. Ciò che lo impedisce è il precedente matrimonio di Alex, di cui Gregory ignora persino l'esistenza. Per questo, il ragazzo va da suo marito, sicuro di ottenere il divorzio, ma Reginald non è così intenzionato a darglielo.
E in mezzo si inserisce anche Joshua, studente innamorato di Gregory che farà di tutto per far cedere il suo professore.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve salvino! Sono tornata e per un mese dovrei riuscire a scrivere parecchio, anche se non vi prometto nulla. Purtroppo per colpa degli esami sono rimasta molto indietro, e ora sto cercando di recuperare :) Purtroppo sono anche senza computer, indi per cui scrivo e pubblico da ipad :) comprendetemi perciò se sono più lenta del solito
Un grazie gigante a SNeptune84 che mi ha prontamente betato il capitolo!
See you soon 



Capitolo 4

Gregory e Alex avevano parlato a lungo della loro situazione ed erano arrivati alla conclusione che insieme avrebbero fatto cambiare idea a Reginald, ma non avevano idea di come farlo.
Un giorno, mentre facevano la spesa, Alex tirò fuori di nuovo il discorso.
«Devo passare più tempo con lui» disse. «Ha bisogno di fidarsi di nuovo di me.»
«Pensi che sia una questione di fiducia?» chiese Greg guardando una scatola di cereali, cercando di leggere le informazioni sul retro.
«Penso che Reginald abbia bisogno di un amico, e ora che sono tornato cerca di nuovo di legarmi a lui.»
Greg storse il naso, rimettendo la scatola al suo posto e prendendone un’altra.
«Io penso che il tuo amico Reginald voglia solamente vendicarsi con te. E non possiamo farci nulla, perché ha tutto il diritto di rifiutare di firmare i documenti del divorzio.»
Alex sospirò tristemente, mordendosi il labbro.
«E se ci provassimo?» disse. «Se in qualche modo provassimo a convincerlo che ci amiamo? Forse deciderà di lasciar perdere stupide vendette e...»
«Tentar non nuoce.»
La voce di Gregory non era molto convinta, ed Alex ebbe il terribile sospetto che cercasse solo di farlo stare meglio, ma che in realtà non ci credesse molto.
Finirono di fare la spesa senza più tornare sull'argomento, e nel medesimo silenzio teso tornarono a casa.
Sebbene cercassero di far finta di nulla, tutta questa storia non riuscivano proprio a lasciarla alle spalle, così anche la loro vita di coppia ne stava risentendo.
Se Alex pensava che bastasse il perdono di Gregory per far tornare tutto normale, si sbagliava di grosso.
Non facevano più sesso da troppi giorni perché fosse una mera coincidenza, e ultimamente Gregory si era di nuovo allontanato da lui. 
Fu però proprio Gregory a proporre una svolta. Non potevano continuare così, perché era deleterio per entrambi. Gregory propose di invitare a cena questo Reginald. L'avrebbe conosciuto, finalmente, e avrebbe potuto trovare un modo di combatterlo.
Alex non era molto sicuro della cosa, ma avrebbe fatto di tutto pur di riavere una parvenza di normalità nella sua vita di coppia.
Dirlo a Reginald era stato tremendamente imbarazzante, per cui Alex l'aveva fatto per telefono, vergognandosi ancora una volta del suo comportamento infantile.
La sera della cena, Gregory era nervoso e agitato. Lo era stato tutto il giorno, e più si avvicinava l'ora più era intrattabile.
«Speriamo che il cibo sia buono» aveva commentato Alex al telefono con il fratello, mentre era nascosto in bagno per cercare qualche minuto di tranquillità. «Con l'ansia che ha, temo che verrà tutto uno schifo.»
«Non puoi dargli torto» disse il fratello con un profondo sospiro. «Non capisco cosa diamine ti sia passato per la testa a non raccontargli di Reginald. In America devi aver sbattuto la testa da qualche parte ed esserti fatto parecchio male.»
Alex non commentò, sbuffando infastidito.
Non poteva certo spiegare al fratello che si vergognava come un cane, perché quel matrimonio non era altro che un matrimonio finto.
«Dovresti farmi sentire meglio, non peggio.»
Gli chiuse praticamente la chiamata in faccia, tornando nell'altra camera.
Gregory aveva ormai finito di preparare la cena. Aveva già apparecchiato la tavola, preparato l'insalata e cotto la carne.
Con un tempismo pressoché perfetto, il citofono trillò, segnalando l'arrivo del loro ospite.
Reginald era elegantissimo e si muoveva con una grazia che Alex non gli avrebbe mai attribuito, dopo l'incontro a casa sua.
Aveva in mano una bottiglia di vino rosso molto pregiata, che apparteneva sicuramente a quello che era rimasto nelle cantine appartenute a suo padre.
«Spero sia adatto alla cena che avete preparato» disse, mentre si toglieva elegantemente il suo lungo cappotto. «Non vorrei fare una prima brutta impressione.»
Lo aveva detto con tono altamente sarcastico, come se in realtà gli importasse veramente poco dell'impressione che poteva fare a Gregory.
«Entra» lo invitò Alex, più brusco di quanto intendesse essere. Reginald alzò un sopracciglio, ma non commentò. Piuttosto, si lasciò guidare da Alex verso il tavolo, dove Gregory li aspettava in piedi, con le mani artigliate ad uno strofinaccio.
I due uomini si scrutarono per un periodo di tempo indefinito, prima di presentarsi l'un l'altro con una stretta di mano così forte che Alex temette che uno dei due si fosse rotto una mano.
In quel momento si diede del completo idiota per aver pensato che avrebbe funzionato. Gregory era così teso e scostante che non sarebbe certo riuscito a dimostrare alcunché a Reginald. Rischiava anzi di dargli ulteriori motivi di rifiutare il divorzio.
Quando ebbero tutti preso posto, la cena cominciò in silenzio. Nessuno pareva aver voglia di iniziare una conversazione: Alex e Greg erano troppo nervosi, mentre Reginald, con un sorrisetto sarcastico dipinto sul volto magro, era occupato a studiare la situazione.
«Cosa fai nella vita, Gregory?»
La domanda giunse talmente inaspettata, che Alex rischiò di strozzarsi con un pezzettino di bistecca.
«Sono un professore. Insegno Letteratura...»
«Americana, immagino» lo interruppe. «Interessante! Anche se ho trovato questa professione sempre un po' noiosa.»
Prima che Gregory potesse rinfacciargli il fatto che lui non aveva certo bisogno di lavorare, Alex gli strinse una mano, come avvertimento.
«E, ditemi,» continuò Reggie, con un tono ancora ironico, «quando avete intenzione di sposarvi?»
«Non ne abbiamo ancora parlato» fece Alex. 
L'appetito gli era completamente scomparso, ma si aggrappava alla forchetta quasi fosse la sua unica ancora di salvezza, e continuava a mangiare per non essere costretto a sbottare.
«Oh, questo non me lo aspettavo proprio. Pensavo che l'urgenza della richiesta di divorzio avesse un motivo.»
«Non basta il fatto che ora Alex stia con un'altra persona?»
Gregory non era proprio riuscito a trattenersi.
«Oh, dipende» commentò Reginald in tutta tranquillità, continuando a mangiare come niente fosse. «Non si può certo chiedere il divorzio per il primo che capita.»
Gregory sbuffò inferocito, ma Alex scelse strategicamente quel momento per versare il vino, spezzando la tensione per pochi attimi.
«Non sta a te giudicare, comunque» disse Greg ora con voce più pacata. «La scelta è sua, potrebbe volere il divorzio a prescindere.»
Reginald non commentò, ma un sorrisetto crudele gli si dipinse sul volto.
Alex se ne accorse subito e pensò di correre ai ripari, prima che la situazione degenerasse.
«Greg, potresti venire un attimo in cucina, per favore?»
Greg lo seguì volentieri, perché si era reso conto da solo che aveva bisogno di una pausa prima che l'impulso di uccidere quel tizio snob si impossessasse definitivamente di lui.
Per un istante, era stato tentato di fare tiro al bersaglio con il coltello, puntandolo dritto sulla fronte del tizio.
«Dobbiamo cercare di calmarci» sbottò Alex, ansioso. «Non abbiamo invitato Reginald per dimostrargli quanto ci amiamo? Se continuiamo così, con tutta questa tensione, penserà che ci odiamo, invece.»
«È che non lo sopporto» sbuffò Gregory. «È come un ragazzino viziato che vuole averle tutte vinte lui. Mi infastidisce la sua presenza. Comincio a pensare che l'idea della cena sia stata una stupidaggine totale.»
«Ma è stata una tua idea!»
Gregory sospirò, prendendo la mano di Alex.
«Lo so, ma era un tentativo disperato. Non mi piace la situazione, Alex, e devo essere sincero. Era l'ultima cosa che mi sarei aspettato, quando siamo arrivati qui.»
C'era delusione nella sua voce, e Alex non poteva dargli torto.
«Ti prego, fallo per me. Cerchiamo di finire in fretta questa tremenda serata e poi torneremo alle nostre vite.»
Greg sospirò, scuotendo sconsolato la testa, prima di lasciargli un freddo bacio sulle labbra e tornare nell'altra stanza.
Alex rimase un momento a riordinare i pensieri, stringendo convulsamente la mani al ripiano della cucina.
Non credeva sarebbe stato così difficile, soprattutto visto che una volta Reginald era come un fratello per lui. Sperava che, dopo il primo momento di rabbia, cambiasse idea e gli concedesse quel benedetto divorzio.
Se il giorno del suo finto matrimonio gli avessero detto che cinque anni dopo avrebbe dovuto implorare Reggie per riavere indietro la sua libertà, avrebbe riso come un matto e non avrebbe creduto ad una sola parola.
Pensò di prendersi qualche minuto di riposo, prima di tornare, quando il rumore di un piatto che si rompeva catturò la sua attenzione.
Con il cuore palpitante, corse nell'altra stanza, solo per vedere un tranquillo Reggie che sorseggiava del vino, mentre Greg osservava il suo stesso piatto a terra, in mille pezzi.
Il suo compagno aveva gli occhi spalancati e spiritati, mentre respirava affannosamente.
«Il tuo fidanzato dovrebbe imparare a gestire la rabbia, Alex. Non prendersela con dei poveri, innocenti piatti di porcellana.»
«Che sta succedendo?» chiese Alex, perplesso e preoccupato.
«Continua a provocarmi» fece Greg a denti stretti. «Mi fa innervosire e per sbaglio ho buttato il piatto per terra.»
Reginald ridacchiò malignamente nel sentire quelle parole.
«Non pensavo di fare così tanto effetto.»
«Perdonami, Reginald» disse Alex, guadagnandosi un'occhiata scioccata da parte di Greg. «Forse l'idea della cena non era così buona. È avvenuta troppo presto; magari possiamo dimostrarti che siamo veramente innamorati in altri modi.»
Reginald lo fissò negli occhi, quasi lo stesse studiando come un difficile rompicapo.
«Oh, ma penso di aver capito molto da questa serata e dal modo in cui il tuo ragazzo non marca il territorio.»
Gregory stava per rispondere quando Reginald alzò la mano verso di lui, facendogli cenno di tacere.
«Insomma, invece che dimostrarmi che ora sei completamente suo, non ha fatto altro che innervosirsi e sbraitare come un cane rabbioso. È ovvio che è ancora arrabbiato con te, per la storia del matrimonio. Quindi, mi chiedo, se anche io ti concedessi il divorzio, quanto credi che durerebbe la vostra storia? Quanto, prima che Gregory si accorga che non si fida più di te e decida di andare a cercare l'amore da un'altra parte? Tutto quello che avete fatto stasera non è stato altro che confermare...»
«Come ti permetti di dire questo?» lo interruppe Greg. «Tu non mi conosci per niente, non sai come sono e non puoi pretendere di sapere quello che penso o non penso.»
«Però non neghi di essere furioso con Alex.» Reggie rise di nuovo. «Hai detto che non ti conosco e che non so come ragioni, eppure non mi hai detto che ami Alex e che non andresti mai con un altro. Forse ho colpito nel segno, dopotutto.»
Alex, che osservava i due uomini guardarsi in cagnesco, non sapeva come fermarli. Anche lui aveva notato che Gregory continuava ad essere freddo con lui, ma non gliene faceva una colpa. Poteva capirlo, poteva comprendere come si sentisse, e non per questo metteva in dubbio l'affetto che provava.
«Non sono affari tuoi di come gestisco il mio rapporto con Alex. Se non vuoi concedergli il divorzio, troveremo un modo di ottenerlo. Non capisco questa dannata fissa che hai per lui.»
«Era mio marito, e mi ha abbandonato.»
Gregory scoppiò a ridere nervosamente, risedendosi e passandosi una mano sul volto per darsi una calmata.
«Lo sappiamo tutti qui dentro che quel matrimonio era una farsa. Non sei nemmeno mai stato a letto con lui, cosa pretendi di sapere? Forse è questo il problema, forse hai sempre voluto farti Alex e, quando non ci sei riuscito, hai fatto in modo di sposarlo. Pensavi forse che facendo così sarebbe venuto a letto con te? Sei patetico.»
E qui, l'espressione di Reginald si fece vittoriosa, come se le parole di Gregory fossero proprio quelle che voleva sentire. Scoppiò sonoramente a ridere, tanto da avere le lacrime agli occhi, come se quelle parole fossero la miglior barzelletta mai sentita sulla faccia della terra.
Ed Alex in quel momento ebbe seriamente paura, vedendo l'espressione del suo volto.
Gregory lo fissava, anche lui perplesso.
«Ah, ma forse il tuo caro fidanzatino non ti ha detto che la prima notte di nozze moriva dalla voglia di fare sesso con me. Sono stato io ad insistere che era meglio evitare. E visto come sono andate le cose, è stato meglio così. Ma forse tu puoi raccontarmi cosa mi sono perso a rifiutarlo.»
Alex era completamente sbiancato a quelle parole, per poi diventare rosso per la vergogna.
Gregory lo conosceva fin troppo bene e capì che le parole di Reginald erano vere.
«Non è andata proprio così» tentò comunque di difendersi Alex. «Io avevo bevuto parecchio e non ragionavo lucidamente, ero u...»
«Ubriaco, certo» concluse Reginald per lui. «Ma mi hai pregato lo stesso di scop...»
«Adesso basta!» urlò Gregory furioso, sbattendo il pugno sul tavolo. «Sei veramente una delle persone più viscide che abbia mai incontrato. Vieni a casa mia, dove ti ho invitato per un'offerta di pace, e tutto quello che sai fare è insultare me e il mio compagno?»
«Offerta di pace? A ma pare una dichiarazione di guerra bella e buona. Tu non volevi rabbonirmi per cercare di ottenere il divorzio, tu volevi solo studiare il tuo nemico e capire come fare a sconfiggermi. Ma l'idea che Alex volesse farsi scopare da me ti ha fottuto il cervello, e ora non riesci nemmeno più a ragionare.»
«Brutto bastardo...»
«Tu stai insultando me, ma in realtà è l'uomo che vuoi sposare quello che mi ha abbandonato. E non c'entra il fatto che il matrimonio fosse finto. Lui era la cosa più simile ad un fratello che avessi mai avuto, era il mio migliore amico. E mi ha abbandonato.»
Gregory non disse una parola, ma buttò il tovagliolo e scappò letteralmente via. Prima di uscire dalla stanza, però, lanciò un'occhiata di rabbia e delusione verso Alex.
Qualsiasi cosa avesse provato quando aveva scoperto che il suo ragazzo era sposato, ora era stata amplificata per mille volte.
Sapere che Alex aveva desiderato Reginald era un colpo al suo orgoglio. Prima di quella sera era così sicuro che il problema fosse un interesse non corrisposto che aveva spinto Reginald alla vendetta. Ora si chiedeva se in realtà Reginald non sapesse quanto Alex era volubile e voleva dimostrarglielo nel modo più crudele, ossia minando la fiducia già labile che aveva per lui.
Prese il cappotto e, senza dire una parola, si infilò le chiavi dell'auto in tasca.
Alex non fece in tempo a seguirlo, che sentì il portone di casa sbattere sonoramente.
 
   
 
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