Compere

Erano appena passate le due. Stavo aspettando Laila che, come al solito, era in ritardo quando a un tratto sentii il rombo di una moto risuonare nell’aria. La vidi avvicinarsi e dopo essersi fermata davanti a me, scese Laila. Mi porse un casco invitandomi a salire. Avevo sempre odiato quei veicoli a due ruote ma visto che a piedi non volevo farmela salii ugualmente.
Circa un quarto d’ora dopo arrivammo a destinazione.
Era il negozio preferito di Laila. Non era molto grande ma era sempre rifornito di splendidi vestiti.
Con mia grande gioia scendemmo da quel mezzo infernale. Solo allora notai l’abbigliamento di Laila. Indossava un abito corto blu che lasciava scoperte le sue gambe lunghe. Aveva un trucco leggero, un filo di mascara e un po’ di ombretto, entrambi rigorosamente blu. Mi chiesi se non avesse freddo  visto che eravamo in pieno inverno, ma non domandai nulla per evitarmi gli insulti che sarebbero seguiti. La salutai ed entrammo insieme nel negozio.
Era stato riarredato dall’ultima volta in cui c’ero entrata. Era stato ridipinto di una tenue sfumatura di arancio.
I vestiti erano in gran parte sui colori del viola, la tinta che andava di moda a quanto pare.
Ci separammo lei provava i vestiti ed io gironzolavo per il negozio.
Era sera. Ero tornata a casa da poco con delle fiacche enormi sui piedi e una maglietta nuova.
Lei si era svaligiata come sempre mezzo negozio e poi eravamo andate a chiacchierare in un bar vicino. Li avevamo ordinato due cioccolate e poi discusso fino a quando un ragazzo, biondo non molto alto, si era unito a noi e aveva iniziato a corteggiare spudoratamente la mia amica. Ero un po’ alterata dal suo comportamento, insomma io stavo parlando e lui mi aveva guardato di striscio come se fossi un verme e poi aveva fatto come se non ci fossi, o come se fossi io quella di troppo. Mi ero arrabbiata ma dato che ero venuta con Laila e la moto era sua non potevo tornarmene liberamente a casa così dovevo aspettare che se ne andasse.
Ma dopo che erano passate due ore con io che sbuffavo e lui che non accennava ad andarsene ne la mia amica a cacciarlo avevo preso la borsa, pagato la mia cioccolata e mi ero avviata verso casa sperando in qualcuno che venisse a prendermi.
Alla fine avevo trovato un passaggio da mia cugina che stava fortunatamente passando di li.

Qualche ora dopo mi era arrivata una chiamata di Laila in cui mi diceva che c’era rimasta male per il modo in cui mi ero comportata, ah lei era quella che era rimasta male, però complimenti al coraggio. Non le risposi ma le attaccai il telefono quasi in faccia con un semplice saluto sarcastico. Non avevo voglia di litigare anche con lei. Non quando ero arrabbiata con Albert. Già Albert non gli avevo nemmeno più risposto. Forse avrei dovuto perdonarlo, in fondo con il senno del poi non l’aveva fatto con intenzioni negative ma solo per cercare di aiutarmi a non pensarci più. Si forse l’avrei perdonato. Ma ci avrei dormito su per pensarci meglio.
 
 
Angolo autrice:
Salveeee,
come state? Cosa mi raccontate?
Io sono stata al mare due settimane, beccando tempo orribile con pioggia, per una -.-
Si la sfiga mi ama..
Comunque vi è piaciuto il capitolo?
Spero di si, fatemi sapere.
Bacioni,
Tommina