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Autore: greenapples    24/07/2014    7 recensioni
«Sei sicuro di volerla trovare?» chiese Josh, in attesa di una risposta.
«Sì, Josh, non capisci. Lei è diversa, quella giusta. Devo assolutamente ritrovarla.»
«Allora c'è solo un modo: devi baciare le tredici ragazze sulla lista e capire qual è quella che cerchi.»
«E' un'idea stupida, ridicola e senza senso... ma è pur sempre un'idea.»

-
Se Hallie non avesse deciso di uscire per la prima volta e di baciare uno sconosciuto proprio quella sera, forse l'introverso George non avrebbe mai trovato un pretesto per cui alzarsi ogni mattina.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hallie non riusciva a capacitarsi della velocità con cui era caduta vittima di George. Era entrata nella sua rete praticamente consapevolmente, quindi cercare di affibbiare la colpa a lui era a dir poco inutile. Adesso ogni cosa che faceva, che pensava o che diceva la ricollegava a George. Era quasi frustrante dover nascondere i suoi sentimenti davanti a una persona che sapeva non essere quella giusta per lei. «A cosa stai pensando?» chiese Laine distrattamente, girandosi verso di lei, sorseggiando il suo thè freddo. Hallie venne riportata sulla terra dalla voce della sua amica, anche se non era sicura che questa volesse davvero una risposta, dato che stava guardando lo schermo del suo cellulare.
«Bah, a niente di che.» mentì la mora. Poteva forse dirle di come stesse pensando al sorriso di George o al modo in cui camminava o ai suoi occhi che si illuminavano quando parlava? Sorrise inconsciamente e fu grata del fatto che Laine non le stesse prestando più di tanta attenzione.
Si trovavano al solito bar da più di un’ora e ormai gli argomenti di cui conversare erano esauriti, quindi Hallie non si senti in colpa più di tanto quando si allontanò dal bar con una scusa banale. Si sentiva come se dovesse urlare i suoi sentimenti al mondo intero ed era conscia del fatto che si stava comportando in maniera a dir poco ridicola, ma non poteva farci nulla. Il pensiero di George le riempiva il cuore e la mente, impedendole di pensare ad altro.
Il giorno prima era uscito l’articolo scritto da Bonnie nel quale c’era scritta tutta la verità – o comunque tutta le verità conosciuta – riguardante il caso della scuola di Hallie e degli altri, ma quest’ultima non riusciva proprio ad interessarsene. La sera stessa Bonnie era ripartita per tornare dalla sua cittadina d’origine, e di nuovo Hallie non era riuscita a mostrare tristezza. Da un lato, non le dispiaceva molto dato che a malapena la conosceva, ma dall’altro si sentiva ingrata perché forse non l’aveva ringraziata abbastanza per aver scritto quella storia ed essere riuscita a pubblicare l’articolo, grazie al quale forse sarebbe riuscita a trovare delle risposte, ma l’unica cosa a cui riusciva a pensare era George. Il modo in cui lui cercava di evitare di farla arrabbiare, anche se spesso il risultato non era pienamente soddisfacente, il modo in cui le sue chiamate sembravano una manna dal cielo e riuscivano a farle svuotare la testa da tutte le sue preoccupazioni la faceva impazzire e la parte peggiore era che Hallie fosse pienamente consapevole del fatto che sembrasse una ragazzina di dodici anni alle prese con la sua prima cotta, ma purtroppo era esattamente così che si sentiva.
Per poco non urlò quando vide il nome di George comparire sullo schermo del telefono.
«Sì?» squittì, cercando di contenersi.
«Ehi Hallie, devo parlarti di una cosa urgente, posso venire a casa tua tra più o meno un quarto d’ora?» chiese lui, accompagnato da un tono di voce sereno.
«Certo.» rispose la mora, lanciando un’occhiata all’orologio. Jaymi era fuori e anche suo padre quindi non ci sarebbe stato nemmeno il bisogno di chiedere il permesso.
«Grande, ci vediamo, ciao.» disse allora lui, chiudendo la chiamata.
Hallie sorrise inconsciamente e affrettò il passo, sentendosi come se potesse saltare talmente in alto da toccare la luna. La breve conversazione le aveva mandato il cuore in aritmia e ancora non si capacitava del fatto che avesse potuto cambiare i suoi sentimenti riguardo a George in così poco tempo. Un giorno negava assiduamente ogni suo interesse per il ragazzo e il giorno dopo non poteva far altro che pensare alla sua dolcezza. Riusciva quasi a dimenticare ogni torto che lui le aveva rivolto e si sentiva stupida per non aver quasi ricambiato quel bacio scambiato nei sotterranei il giorno dell’alluvione.
Voleva buttare la sua lista al vento e urlargli in faccia che nessuna ragazza sarebbe potuta essere meglio di lei per lui. George le aveva già accennato al fatto che volesse arrendersi con quella stupida cosa delle tredici ragazze dato che nessuna delle altre candidate gli stava molto simpatica e non aveva alcun interesse nei loro confronti. Hallie si chiese perché si fosse svegliato così tardi per accorgersene però tenne la bocca chiusa, annuendo e dicendogli che le sembrava un’idea ragionevole e che comunque non doveva sprecare il suo tempo rincorrendo galline starnazzanti. A quel commento George aveva riso di gusto e Hallie si era sentita ancora più felice. Erano trascorsi esattamente cinque giorni dall’ultima volta che si erano visti e non ne poteva più. Non voleva scrivergli troppo spesso ma non voleva nemmeno che lui si dimenticasse di lei. Era così frustrante cercare di non farsi scoprire mentre cercava di mandare piccoli segnali nella speranza che anche lui cominciasse a pensare a lei in maniera diversa.
Con questi pensieri che le ronzavano per la testa giunse a casa, solo per trovare un sorridente George aspettarla sulla porta.
«Ehi!», urlò lui, andando in contro per abbracciarla. «Come stai?»
Il suo buonumore era contagioso, quindi lei non poteva sentirsi in altro modo se non felice.
«Io bene, tu? Come mai sei così felice?»
George si limitò ad allargare il suo già ormai enorme sorriso, limitandosi a poche parole. «Muoviti ad aprire la porta che ti devo raccontare.»
«Okay, okay, entra.»
In meno di trenta secondi erano già appollaiati sul divano della ragazza, uno che non riusciva a stare fermo dall’emozione e l’altra con le gambe incrociate a guardarlo sorridendo. Non potendo più contenersi Hallie chiese a George che cosa lo prendesse da renderlo così fremente di gioia.
«Ho una notizia che non ti potresti mai immaginare.» disse lui, torturandosi le mani.
“Ti sei accorto di essere sempre stato innamorato di me?”, pensò Hallie, continuando a guardarlo curiosa.
«Ovvero?»
«Beh, sai che ormai ti considero una persona molto vicina a me e voglio essere completamente sincero con te.», continuò lui. La ragazza ormai non respirava più, non sapeva davvero che cosa aspettarsi. «E vorrei dirtelo io di persona.»
«George, muoviti, mi stai mettendo l’ansia.» lo rimproverò Hallie, omettendo di dire che aveva perso persino l’abilità di deglutire.
«Beh, sai che ho rivisto Riley, no?»
Hallie annuì, ma non capiva dove George volesse andare a parare. Fino a quel momento ogni frase che contenesse quel nome non era mai stata pronunciata con un sorriso.
«Insomma, pochi giorni fa l’ho incrociata di nuovo e abbiamo parlato. Sono andato un paio di volte a casa sua e beh… ci siamo rimessi insieme.»
Il divano sotto le gambe di Hallie tremò, e fu sicura di non esserselo solo immaginata. Dovette appoggiare i piedi per terra, ma non riusciva comunque a sentire nulla sotto le suole e la sua gola si era chiusa in una stretta così forte che le sembrava impossibile persino respirare.
George stava continuando a parlare, ma Hallie non riusciva a sentire nulla, se non una vocina che le rimbombava nella testa e le diceva “Come hai potuto anche per un secondo credere di essere migliore di qualcun’altra? Ti sei vista? Non sai fare assolutamente niente, è talmente ovvio che non ti avrebbe mai nemmeno presa in considerazione.” Era curioso come quella voce arrivasse dritta al cuore con parole che tagliavano più di coltelli.
Continuava a fissare la bocca di George che si apriva e si chiudeva. «Sei la mia migliore amica… la mia famiglia… grande aiuto… chiarito… grande sbaglio… brutta situazione… Riley…»
Hallie non seppe per quanto ancora George parlò ma di una cosa era grata: lui era talmente contento da non accorgersi che lei non stava affatto sorridendo. Continuava a ripetersi “Non piangere qui. Non adesso. Non davanti a George.”
L’aveva fatto di nuovo. Ci aveva messo un niente ad illudersi e a rimanere delusa. Doveva smetterla di affezionarsi alle persone che non avrebbero mai potuto darle ciò di cui lei aveva bisogno.
Fece finta di guardarsi intorno mentre ricacciava le lacrime da dove arrivavano, senza alcuna intenzione di farle uscire in un momento inopportuno. L’unica cosa che voleva fare era lanciare tutto in aria chiedendosi cosa ci fosse di sbagliato in lei.
«Insomma, non potrei essere più felice. Si è lasciata con Lucas e abbiamo chiarito tutto.» concluse George, guardandola in attesa che Hallie dicesse qualcosa. Lui non aveva la più pallida idea di quello che stava succedendo nella sua testa e forse non avrebbe nemmeno voluto saperlo.
«Sono davvero… contenta per te.» fu tutto quello che riuscì a dire Hallie, stringendolo in un abbraccio per evitare che lui vedesse mentre le lacrime cominciavano a scorrerle lungo le guance. Non ce l’aveva fatta a trattenerle, ma almeno George non dava segno di voler staccarsi tanto presto dall’abbraccio quindi avrebbe ancora fatto in tempo a camuffarle per lacrime di gioia. Anche se le sembrava una scusa stupida era sempre meglio che dirgli la verità.
«Volevo che tu fossi la prima a saperlo, e volevo che sapessi anche che sono contentissimo. So che con tutto quello che ti ho detto su Riley forse non la sopporti ma sono sicuro che potreste diventare molto amiche.» disse George, mentre stringeva ancora Hallie fra le braccia.
Hallie si limitò ad annuire, perché sapeva che se avesse detto una qualunque cosa sarebbero usciti solo singhiozzi.
«E ho già organizzato un’uscita per sabato con tutti, quindi hai due giorni per farti bella e fare una buona impressione su Riley… conto su di te, dato che so che i ragazzi non la vedono molto di buon occhio. Dopo tutto, non posso nemmeno dargli torto, dato che sono stato io il primo a dire quelle cose orrende sul suo conto. Beh, l’importante è che io mi sia ricreduto.»
La ragazza si era ripresa un pochino e riuscì a staccarsi dall’abbraccio senza che lui notasse nulla di strano nel suo sguardo.
«Sei felice?» chiese lei.
«Credo che non potrei esserlo di più.»
«È questo quello che conta, buona fortuna allora!» disse lei con un mezzo sorriso, alzandosi con l’intenzione di farlo uscire brutalmente di casa.
«Hai da fare adesso?» chiese lui, speranzoso.
«Sì.», mentì lei. «Mia mamma passa a prendermi per andare a ritirare dei mobili.»
La bugia le scivolò fuori dalle labbra come se fosse olio.
«Starei tutto il giorno ad ascoltarti ma devo davvero aiutare mia madre.» disse con una nota d’ironia, facendo scoppiare a ridere George.
Se solo avesse saputo che la sua frase era la cosa più sarcastica che fosse mai uscita dalle sue labbra forse George avrebbe cambiato opinione su Hallie, non che le importasse più di molto a quel punto.
«Dai va bene, ci vediamo sabato eh!»
«Ovvio, ci vediamo.» disse lei chiudendo la porta.
 
 
*
 
 
«Laine non mi interessa che è estate, che siamo tutti amici, che tante belle cose, ti ho detto che non ho voglia.» rispose piccata Hallie alle insistenze dell’amica.
«Neanche io ho voglia di conoscere Riley, ma se fa piacere a George che è un nostro amico…»
«Digli che sono malata e basta.» la interruppe la mora, alzandosi dal divano e cominciando a raccogliere gli involucri vuoti delle merendine che aveva mangiato in tutta la giornata.
«Da quando in qua sono io quella che deve convincerti a fare la cosa giusta?» le chiese Laine, mettendosi le mani sui fianchi nel tentativo di minacciarla.
«Da quando io ho deciso che non me ne frega più niente di quello che pensano gli altri di me.»
«Hallie.», la richiamò Laine. «Dimmi cos’è successo. Tua madre ti ha fatto incavolare più del solito? Jaymi ha svuotato il frigo? Chi ti ha fatto sclerare?»
Hallie sospirò. Non avrebbe rivelato i suoi sentimenti per George a nessuno. Aveva fatto fatica ad ammetterlo perfino a se stessa, figuriamoci se l’avrebbe detto a qualcun altro.
«Nessuno. Sono solo stanchissima e l’unica cosa che voglio fare è andare a dormire.»
«Ma sono solo le sette!» ribatté Laine, sconsolata. Che cosa stava capitando alla sua amica? Sapeva che non era mai stata una grande fan dell’uscire ma le aveva detto che sarebbero andate a mangiare una pizza, e Hallie non aveva mai detto di no ad una pizza.
Nel vedere la sua amica così esasperata, decise di compiacerla.
«Va bene, va bene, vengo! E adesso per favore togliti dalla faccia quell’espressione da cane bastonato.»
«Meno male, stavo quasi per pensare che avrei dovuto affrontare quella Riley-dai-capelli-rossi da sola.»
Hallie la guardò con fare infastidito. «Ho bisogno di almeno tre ore per prepararmi.»
«Te ne dovrai far bastare una. Abbiamo appuntamento alle otto e mezza.»
La mora rispose con una smorfia prima di correre verso la doccia.
«Fai in fretta, io sto qua a guardare questo programma che non ho idea di cosa sia.»
Poco dopo Hallie uscì dal bagno – sempre correndo – e andò in camera sua, per poi comparire completamente vestita e pronta per uscire.
«Questa atroce serata, prima inizia e prima finisce.»
Laine la guardò un po’ confusa, ma poi acconsentì. «Se lo dici tu… Tra l’altro, stai benissimo con questi pantaloni. Sei dimagrita?»
«Non lo so.», Hallie scosse le spalle. «Non ho controllato.»
«Mi piace la tua maglia.», aggiunse l’altra. «Muoviamoci.» disse poi, aprendo la porta e facendo cenna a Hallie di andare prima di lei.
Le due passeggiarono fianco a fianco per un po’, quando poi Laine si stufò di stare in silenzio.
«E così… Riley.», iniziò, con un po’ di titubanza. «Da dove esce questa?»
Hallie si strinse nelle spalle. «Lunga storia. Non ve l’ha raccontata?»
«No. O almeno, Josh era molto sconvolto e non è riuscito dire nulla quando George ci ha invitati questo sabato. Sembrava avesse appena visto un fantasma.»
«Immagino.», affermò Hallie. «Ha avuto più o meno la mia stessa reazione.»
«E quindi hai intenzione di dirmi perché il fatto che George si sia rimesso con una sua ex sia così sconvolgente? Lui sembrava contentissimo.»
Hallie sospirò. Laine non si sarebbe arresa molto presto e la strada per arrivare al ristorante era ancora lunga, quindi preferì raccontargli per bene tutta la storia – tralasciando il fatto che lei fosse completamente cotta di George – e farle capire perché il fidanzamento fra lui e Riley fosse così sconvolgente.
Alla fine del racconto tutto quello che Laine poté dire fu un semplice «Ah.»
«Già.», concordò Hallie, cercando di non far sentire il tremolio nella sua voce. «Guarda, siamo arrivati.»
Ad aspettarle, seduti su di una panchina fuori dal ristorante, c’erano Jaymi, Josh, JJ e June. I quattro salutarono le due ragazze che si avvicinavano e decisero che sarebbe stato meglio entrare ed aspettare George e Riley all’interno. Nessuno disse una parola riguardo all’argomento, anche se tutti condividevano lo stesso pensiero.
Hallie si sedette fra Laine e Jaymi, e notò con orrore che davanti a lei c’erano proprio i due posti vuoti designati ai due piccioncini. Si odiava per aver scoperto i suoi sentimenti così tardi – o così presto, dipendeva dal punto di vista – e adesso era costretta a fingere che fosse contenta della felicità di George.
Non riusciva a smettere di pensare al bacio nel seminterrato della scuola, se solo non avesse reagito così male… ma fu costretta ad alzare la testa dal tovagliolo perché George si stava già apprestando a salutare Josh e JJ e presto sarebbe arrivato a lei.
Hallie cercò di mettersi sulle labbra il sorriso più finto che potesse nell’abbracciare George.
«Ciao Hal! Come stai?», esclamò lui, senza però attendere risposta. «Questa è la mia ragazza, Riley, di cui ti ho tanto parlato.»
E si fece da parte, per indicare la creatura dotata delle gambe più toniche, dei capelli più rossi – naturali, ovviamente – della carnagione più candida, degli occhi più brillanti e del sorriso più splendente che Hallie avesse mai visto.
«Ciao a tutti!»
  

 


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Ciau melinde!
SONO SEMPRE QUAAAAA. Avevo deciso di prendermi una pausa, ma mai, neanche per un secondo, avevo intenzione di lasciare questa storia incompiuta. Vi voglio troppo bene. Poi qualcuno mi ha scritto su ask e allora mi sono sentita in dovere di riprendere a scrivere.
Grazie per avermi aspettata :)
Adesso su ask sono
@iwearsneakers e su twitter sono @tayrdrops
Baci,


Apple.

 

 
 
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«Mi chiamo Riley, molto piacere.» disse lei, accompagnando la sua frase con una risatina.



 
   
 
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