I sogni di Fili erano diventati meno fastidiosi da quando aveva accettato il suo fardello, e ormai erano quasi benvenuti insieme ai pensieri che affollavano la sua mente di giorno, così, quando si svegliò, lasciò che i ricordi dell'ultimo viaggio onirico gli invadessero la mente, cullandolo nella loro amara dolcezza fatta di desiderio e impossibilità.
Kili, stranamente si era svegliato prima di lui, e ora sedeva vicino ai resti del fuoco ormai spento, raggomitolato su se stesso nella nebbia del mattino. Il maggiore rabbrividì uscendo dalla tenda, e si avvicinò al fratello, appoggiandogli la testa nell'incavo del collo come facevano quando erano bambini. Kili sussultò.
«Tutto bene fratellino?» gli chiese.
«Si, mi hai solo spaventato»
«Come hai dormito?»
«Bene. Una volta tanto, bene.»
Fili sorrise, ripensando alla testa del moro appoggiata sul proprio petto.
«Prendiamo qualche altro pesce, ti va?» disse, scostando la testa dalla spalla del fratello.
«Mio caro nano, non hai abbastanza pazienza» sghignazzò Kili, sollevando per l'ennesima volta la canna da pesca con un pesce che si dibatteva ad un'estremità, dopo che il biondo aveva insultato l'ennesima trota che gli sfuggiva dalle mani.
“Ah, fratellino, se solo tu immaginassi quanta pazienza ho in realtà...”
Si girò verso di lui, e lo vide in piedi accanto a sé, con qualche ciuffo di capelli scuri bagnato dall'acqua del fiume e i vestiti umidi per la nebbia, e pensò che fosse la creatura più bella che avesse mai calcato quella terra. Dannazione, era bellissimo davvero.
«Kili, devo dirti una cosa» quasi non si accorse di aver pronunciato quelle parole. Forse quella sarebbe stata la volta buona. Forse sarebbe andato tutto bene. Dopo tutto quel tempo, dopo tutto quel silenzio. E se non fosse successo, ormai che cosa aveva da perdere? “Tutto. Hai tutto da perdere, stupido idiota”
«Che cosa?» chiese curioso il fratello.
«Nulla, lascia stare»
«Ah no, caro mio, non la spunti così. Adesso mi dici»
«Ho detto di no»
Senza nemmeno accorgersi, si ritrovò disteso con suo fratello sopra, che gli impediva la fuga trattenendolo per i polsi. «Avanti, sputa il rospo» disse Kili, ridendo.
Il maggiore si perse un momento nel suo viso, ma quando si accorse che il fratello si stava ritraendo, scattò, e lo costrinse a distendersi a terra, con lui sopra. Ora era Kili a non avere scampo, e un lampo di terrore gli attraversò lo sguardo.
«Vuoi saperlo?» “E tu vuoi dirglielo?”
«Si...» sussurrò con un filo di voce Kili, sotto di lui, che quasi tremava.
«Allora, mio caro fratello» Fili esitò dopo aver pronunciato quella parola, che dopotutto era la fonte di tutti i suoi problemi «bellissimo e stupidissimo nano, così dolce eppure così cieco davanti all'evidenza...»
«Quale evidenza?» chiese Kili, che temeva la risposta quanto temeva i suoi pensieri e i suoi sogni.
«Dannato, stupido e bellissimo nano...» sorrise Fili, nel vederlo sotto di sé, terrorizzato da qualche parola «non hai nemmeno il coraggio di parlare con tuo fratello. Perché dovrei farlo io con te?»
«Perché quello che ti direi io ti sconvolgerebbe. È una cosa... troppo grande.»
E come poteva esserlo, pensò Fili, come poteva essere più grande della consapevolezza che opprimeva il suo cuore?
Ma lui voleva così tanto aiutarlo, voleva così tanto che suo fratello parlasse ancora con lui, qualunque cosa avesse da dire voleva che sapesse che lui lo avrebbe ascoltato. E fu sul punto di dirgli tutto. Ma un ultimo barlume di lucidità lo trattenne, mentre sotto di lui Kili ancora aspettava.
«Fili...?»
«Cosa?»
«Quale evidenza?» sussurrò ancora il moro.
E il biondo lo guardò, e vide quel bambino con cui era cresciuto, lo vide davanti a sé, nelle sue mani, ed ebbe la certezza che comunque fosse andata doveva finire li, in quel momento.
«È tutta colpa tua. Se tu non fossi così maledettamente... te stesso, non saremmo mai arrivati qui»
«E dov'è “qui”?»
«Qui è io sopra di te, che ti guardo e non riesco a smettere, e ti odio e mi odio per questo, ma non ci riesco, nonostante sappia che è completamente e follemente sbagliato.»
Kili rimase a bocca aperta, incerto su cosa esattamente il fratello stesse dicendo.
«Fili, io...»
«Oh, ma sta zitto.» sussurrò il maggiore, e gli chiuse la bocca con un bacio.