Ecco la mia prima storia sulla
nuova generazione. Sarà una storia che viaggerà su due piani paralleli: il
diario di Rose e le scene ambientate ad Hogwarts durante i vari sette
anni.
Alcuni personaggi sono della Row,
altri miei. ^___^
Ah, la canzone del Cappello
Parlante in questo primo capitolo è composta da vari pezzettini presi dalle
canzoncine scritte dalla Row per i suoi libri: scusatemi, ma io sono una frana
con le rime. xD
Vite di un
diario
CAPITOLO
1
Dalla fine sino
all’inizio
I'm not
trying to cause a big sensation
I'm just talkin' 'bout my
generation
(The Who, My
generation)
Dal diario di Rose Weasley, 3
luglio
Mi viene difficile da credere:
niente più Hogwarts. Niente più 1° settembre da passare freneticamente in attesa
del treno (scongiurando di non doverci accompagnare un figlio eccessivamente
presto). Niente più “All you need is love” sin dal primo mattino perché Eva
riesce a svegliarsi solo se sente la voce di John Lennon in sottofondo. Niente
più corsa frenetica verso la Torre dei Grifondoro per cercare di scampare alla
derisione pubblica nell’eventualità che Hope spiattelli ogni mio segreto sulla
sua Gazzetta Rosa.
Insomma, niente di tutto ciò.
Niente di Hogwarts.
Pensarci ha un sapore così
amaro…
Ho finito la mia avventura
scolastica giusto tre giorni fa, uscendo da scuola con il massimo dei voti e con
una madre commossa che mi aspettava sull’orlo di casa per ricordarmi che: “Per
l’amor del cielo, Rose, tu sei proprio mia
figlia!”.
Ho…finito. Non riesco ad
esprimerlo appieno. Il verbo finire e il suo ausiliare non possono rendere il
quadro completo dei miei sentimenti: c’è molta confusione, ma anche un’insolita
leggerezza; credo che sia la consapevolezza che qualcosa -non so cosa, ma
qualcosa- rimpiazzerà una parte di Hogwarts.
La rimanente vivrà nei miei
ricordi. A partire dal primo giorno di scuola di ben sette anni fa.
<< Non dirmelo >>
<< Che cosa? >>
Rose Weasley fissò in tralice il
cugino.
<< Che finirai…
>>
<< E se finissi davvero a Serpeverde? >> mugugnò
Al con vocina affranta.
In chiaro segno di esasperazione,
Rose roteò lo sguardo verso l’alto.
<< Ecco, come non detto
>>
<< Su, Rosie, sii sincera.
Potrebbe succedermi, no? >>
<< Di certo non finirai a
Grifondoro con il coraggio che ti ritrovi >> decretò la
Weasley.
<< Ma andiamo! >> si
lamentò il bambino << Perché devi essere sempre così dannatamente sincera?
>>
<< Ma allora sei proprio
tonto! Mi hai appena chiesto tu di essere sincera >> Rose si calcò bene
gli occhiali sul naso, come le piaceva fare quando stava per decretare qualcosa
di importante << In definitiva, non finirai neppure a Corvonero: sei
troppo… >>
<< Mi rimangono solo
Serpeverde e Tassorosso >> la interruppe Albus, tetro in
viso.
<< E Tassorosso è da
sfigati, fratellino >> annunciò allegro James Potter, entrando baldanzoso
nello scompartimento e sedendosi accanto ad Albus.
<< Ah sì? >> il
sopracciglio critico di Rose, come amava chiamarlo Ron, scattò sull’attenti
<< Non mi sembra di ricordare che in “Storia di Hogwarts” Tosca Tassorosso
fosse discriminata per il suo taglio di capelli fuori moda
>>
<< Ricordi male. E non
finirai neanche tu a Corvonero con questa pessima memoria che ti ritrovi
>> tubò James, serafico.
Rose preferì non rispondere: con
James finiva sempre per sbranarsi in ironici battibecchi che non avevano fine.
Tra la fervida immaginazione di James e l’incontrollabile bisogno di sincerità
di Rose, nessuno dei due riusciva a convivere pacificamente con
l’altro.
Mentre la giovane Weasley decideva
di armarsi di libri e di tanta pazienza per affrontare il viaggio verso Hogwarts
senza macchiarsi di omicidio, James, ignaro dei lugubri pensieri della cugina,
si allungava verso lo sportello d’entrata dello scompartimento e ci schiacciava
il viso contro per studiare la figura del biondo undicenne che stava passando lì
davanti.
Un attimo dopo, James era fuori
dallo scompartimento e chiedeva al biondo di entrare un secondo con lui e di
parlare con suo fratello Albus.
<< Al, questo è Scorpius
Malfoy >> presentò James, mentre Rose, con lo sguardo ancora fisso sulle
pagine del libro, faceva sapere che papà l’aveva già indicato ad
entrambi.
James non le prestò attenzione e
si rivolse al giovane Malfoy, che intanto si era seduto sul bracciolo del primo
sedile e fissava Albus con le braccia incrociate davanti al petto.
<< Dimmi Scorpius…
>>
<< Malfoy >> lo
corresse l’interpellato, dandogli una leggera occhiata e tornando poi a studiare
Albus << Non chiamarmi per nome >>
<< Ok >> accettò
facendo spallucce << Allora Scorpius, dimmi: in che Casa finirai?
>>
Scorpius gli lanciò un’altra
occhiata.
Composto e rigido com’era,
sembrava non aver apprezzato la domanda.
<< Cos’è questo, il test di
ammissione per entrare tra le amicizie dei Potter? >> volle sapere
Malfoy.
<< No. Dicasi “semplice
domanda”, non lo sai? >> intervenne Rose, sistemandosi nuovamente gli
occhiali in cima al naso.
Quante altre volte Scorpius le
avrebbe visto fare quel gesto nel mezzo di una
conversazione?
Quante altre volte avrebbe riso,
come fece anche in quel momento, di quella sua espressione seria e
petulante?
Tante,
tantissime.
<< Serpeverde >> rispose Scorpius dopo aver indugiato con
lo sguardo su Rose.
<< Ah-ah! Visto Al? Visto?
Tutti i futuri Serpeverde sanno in quale Casa finiranno ancor prima di arrivare
ad Hogwarts. Tu, fratellino, diventerai Tassorosso e cambierai cognome per non
mostrare a tutti che noi due siamo consanguinei >>
Albus si fece rosso in viso: non
gli piaceva che suo fratello lo denigrasse di fronte a quel Malfoy. Suo padre
Harry gli aveva spesso parlato del confronto che c’era sempre stato tra lui e
Draco Malfoy. Albus non voleva
essere da meno al discendente della famiglia rivale: o almeno, non in vicende
così futili.
<< Ehi Malfoy >>
esordì Rose, chiudendo il libro con un tonfo ed appoggiandolo sulle
gambe.
“Cattivo segno”, pensò Albus:
conoscendo sua cugina, se aveva accompagnato il proprio richiamo con gesti di
tale enfasi, significava soltanto che voleva parlare di qualcosa che le ronzava
nella testa da qualche minuto; in tal caso, allora voleva dire che Rose si
accingeva a parlare solo perché il suo bisogno di sincerità la stava obbligando a dire qualcosa di
molto poco carino o addirittura qualcosa di spiacevole.
<< Sai cosa mi ha detto mio
padre riguardo a te? >> fece Rose, enfatizzando ogni parola con un piccolo
cenno del capo.
“Bingo”, si disse Albus tra sé e
sé.
Scorpius tacque per qualche
secondo. Il suo “no” giunse basso e quasi segreto.
<< Mi ha detto che non devo
mai prendere voti più bassi dei tuoi. Io gli ho promesso che terrò conto delle
sue parole >>
Albus sgranò gli occhi: la storica
sfida “Potter-Malfoy” sembrava aver cambiato rotta ed essere sul punto di
divenire una scomoda “Weasley-Malfoy”.
Scorpius accennò un sorriso, se
per sorriso si può accettare una piccola piega all’angolo della
bocca.
<< Vuoi sapere cosa ha detto
mio padre riguardo a te? Ha detto che devo starti alla larga perché, se
assomigli a tua madre, allora sei proprio una rompiscatole >> ghignò << Ed anch’io gli ho promesso che
terrò conto delle sue parole >>
Rose incassò il colpo a testa
alta, maledicendo tra sé e sé quel biondino dallo sguardo magnetico e dalla
bocca continuamente piegata in una smorfia a metà tra il sorriso e lo
sberleffo.
<< Scorpius!
>>
Malfoy si affacciò fuori dallo
scompartimento e fece un cenno con la mano.
<< Devo andare ora >>
fece sapere ai tre dello scompartimento.
Si voltò verso Albus: questa
volta, la piega delle labbra prese la chiara forma di un
sorriso.
<< Ti si vede a Tassorosso,
Potter >> lo salutò prima di sparire.
James lo seguì con lo sguardo,
rimanendo a fissare a bocca aperta la bambina che l’aveva chiamato a gran voce.
Era un vero colosso: con il petto gigantesco, alta più del normale e
dall’apparenza fin troppo mascolina. Se non fosse stato per la gonna, James non
avrebbe di certo intuito il suo sesso.
<< Però! Che fiorellino…
>> commentò ironico prima di gettarsi nuovamente accanto al
fratello.
Dal diario di Rose Weasley, 3
luglio
Mi fa ridere ripensare al primo
incontro con Scorpius: non certo idilliaco,
diciamocelo.
In quel momento ero talmente presa
dalla mia intenzione appena
confessata di essere meglio di lui, che neppure mi ero accorta di quanto Albus
fosse messo in soggezione dalla presenza di Scorpius. Avrei imparato presto a
riconoscere questa sua debolezza -definiamola così-. Avrei imparato da lui, dal
suo timore, che di fronte a Scorpius Malfoy non bisogna mai tirarsi indietro.
Poi l’avrei insegnato anche a lui.
<< In bocca al lupo,
fratellino >>
James scese con un salto dal treno
e si unì allo sciame di studenti che si muoveva verso l’uscita della
stazione.
<< E se mi addormentassi con
il Cappello Parlante in testa? >> piagnucolò Albus, spingendo l’enorme
baule lungo la banchina.
<< Di certo io non verrei a
portarti un cuscino >> gli rispose Rose, immaginando il possibile attacco
di narcolessia che Albus avrebbe potuto avere durante lo Smistamento.
Il giovane Potter non ebbe modo di
rispondere perché due grandi mani lo afferrarono per le spalle e lo scrollarono
con simpatia. Hagrid, sorridente, gli stampò un sonoro bacio in piena
fronte.
La stessa sorte toccò anche a
Rose.
<< E così ci siete arrivati
sani e salvi qui. Ah, se penso a quando qui ci erano i vostri genitori… Bei
tempi, sì sì >> concluse il buon custode, cominciando poi a far segno ai
bambini del primo anno di seguirlo.
Rose si incamminò accanto al
mezzogigante, mordendosi ripetutamente le labbra per evitare di correggere ogni
suo errore grammaticale.
Dal diario di Rose Weasley, 3
luglio
Fu un viaggio emozionante quello
che ci portò ad Hogwarts. Fu un viaggio del destino.
Ricordo ancora, come se fosse
ieri, la prima volta che incrociai Hope. Mi stava davanti proprio durante la
fila per le barchette. L’avevo notata soprattutto per il suo appariscente
cerchietto luccicante, non per altro: non potevo ancora sapere quale amicizia ci
avrebbe unito. Il sentimento, pari all’amore tra due sorelle, che poi ci avrebbe
legato era qualcosa di troppo grande per la mia impassibile
fantasia.
Quando giunsero le barchette che
ci avrebbero accompagnato ad Hogwarts, lei non salì sulla mia. Io, mentre mi
sedevo accanto ad un bambino molto silenzioso, la seguivo con lo sguardo: ero
quasi incantata dal luccichio del suo cerchietto, ma mai quanto in seguito sarei
stata incantata dal luccichio della nostra amicizia.
Albus aveva gli occhi fuori dalle
orbite. Stava appoggiato al corrimano delle scale e fissava un punto non ben
definito di fronte a sé.
Accanto aveva Rose, che, se avesse
avuto una macchina fotografica, avrebbe potuto dirsi più che pronta per
immortalare quella sua angosciante espressione.
<< Scusa ma stai bene?
>>
Albus sbatté lentamente le
palpebre e mise a fuoco la figura bassoccia di una bambina che lo stava fissando
con sincera curiosità.
<< Vuoi un po’ di
cioccolato? >> chiese ancora la tizia, mostrando di avere mezza barretta
nella tasca del mantello << Metà l’ho già mangiata io. Sai, per il
nervoso. Ma se vuoi l’altra metà è tua >>
<< N-no, grazie >>
balbettò Albus.
<< Oh, ok >>
Com’era arrivata all’improvviso,
la bambina se ne andò, spensierata e con il naso per aria talmente era impegnata
a studiare i quadri posti più in alto.
In quel momento, il gran portone
della Sala Grande si aprì.
Dal diario di Rose Weasley, 3
settembre
Il primo passo nella Sala Grande.
Seguito dal secondo, dal terzo e dagli altri.
Ma tutto è cominciato dal
primo.
Credo che il mio cuore abbia avuto
un tonfo quando sono entrata in Sala Grande: insomma, mi sono trovata quasi
ipnotizzata dalle candele che ondeggiavano per aria, dall’idea che più di
vent’anni prima mia madre attraversava quello stesso corridoio dicendo: “Il
cielo è tutto finto. L’ho letto su “Storia di Hogwarts”, come mi aveva
raccontato migliaia di volte mio padre. Stavo entrando in un mondo nuovo: nel
mondo di Hogwarts.
Stavo per gettarmi in amicizie, in
sorprese, in emozioni e, soprattutto, in tanta, tanta
magia.
<< Forse pensate che non son
bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi
scappello
se uno più bello ne troverete.
Il
fier Grifondoro, di cupa brughiera,
e Corvonero, beltà di scogliera,
e poi
Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un
solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro
animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron
fondare.
E
se Grifondoro il coraggio cercava
e il giovane mago più audace
premiava,
per Corvonero una mente brillante
fu tosto la cosa davvero
importante.
O
forse è Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui
la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è
innaturale.
O
forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei
tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed
onori!
E
se sulle orecchie mi avrete calato,
voi state pur certi, non ho mai
sbagliato:
nelle vostre teste un'occhiata darò
e alla Casa giusta vi
assegnerò! >>
Quando
il Cappello Parlante terminò il motivetto, l’intera Sala Grande esplose in un
boato di applausi e di grida.
I
bambini prossimi allo Smistamento si guardavano intorno, a metà tra lo spaesato
e l’emozionato.
<<
Ehi, Al. Al! >>
Albus,
riscossosi dal proprio stato di terrore, si voltò verso James, che si era messo
seduto tra i Tassorosso per assistere da vicino allo Smistamento del
fratello.
<<
Ti aspetto qui, nelle tua futura Casa >> ghignò James, mentre Rose lo
fulminava con uno dei suoi soliti sguardi di rimprovero.
Il
professor Lumacorno, che aspettava accanto al Cappello, srotolò una lista di
nomi e diede un’occhiata allo sciame di future matricole.
<<
Quando vi chiamerò, verrete qui ed indosserete il Cappello Parlante. In meno di
un minuto, sarete Smistati nelle vostre Case >> poi, lesse il primo nome
<< Abbrey Mandy
>>.
La
bambina chiamata si fece avanti a testa bassa, con le spalle che le tremavano
per la paura. Si sedette sullo sgabello e, mentre il Cappello le veniva calato
sulla nuca, cominciò a fissare davanti a sé ininterrottamente, almeno fino a
quando per l’intera Sala Grande non riecheggiò:
“Serpeverde!”.
Rose
la seguì con lo sguardo mentre si andava ad accomodare tra i suoi nuovi
compagni. Vide Mandy abbozzare un timido sorriso verso la sua vicina di posto e
questa non le prestò neppure attenzione. Nessuno delle Serpi sembrava molto
entusiasta di avere Mandy tra le proprie file.
<<
Come pensavo >> mugugnò Rose a bassa voce.
<< Cosa? >> chiese
Albus, che con lo sguardo seguiva il secondo Smistato andare verso
Grifondoro.
<< Abbrey. Non è un cognome
da mago. Capisci cosa intendo? >>
Albus annuì.
<< Povera Mandy. È andata a
cacciarsi nella bocca del lupo >>
Albus non l’ascoltava già più.
<< Bakley Eva >>
chiamò Lumacorno.
La bambina che qualche minuto
prima aveva offerto un pezzo di cioccolato ad Albus, si fece avanti e, quasi di
corsa, raggiunse il Cappello. Rose vide che, mentre il Cappello le ondeggiava
sulla testa, lei muoveva lentamente la bocca, come se stesse masticando: suppose
che stesse mangiando il pezzo restante della barretta di
cioccolato.
<< Corvonero! >>
decretò infine il Cappello.
Seguirono Cashew Justin,
Corvonero, Dorian Lisa e Cody Finneas, entrambi Smistati a
Tassorosso.
La lista di nomi continuò, lo
Smistamento procedette senza alcun evento particolare, almeno non fino a quando
venne chiamata la gigantesca e mascolina Adrienne Goyle e James, piuttosto a
gran voce, proclamò: << No, è Adrienne Fiorellino Goyle
>>.
Poi ci furono altri nomi, altri
Smistati, e tutto andò avanti senza che Rose prestasse molta attenzione, fino a
quando non venne chiamata la bambina dal cerchietto luccicante.
<< McDouglas Hope
>>
Con un sorriso sfavillante
stampato sul viso e levandosi con un’elegante mossa della mano i capelli dalle
spalle, Hope andò ad accomodarsi sullo sgabello.
Il suo sorriso divenne ancora più
radioso dopo che il Cappello l’ebbe Smistata a Grifondoro.
Dopo di lei, fu il turno di
Scorpius.
Il biondino si sedette con aria
sicura di sé sullo sgabello e, prima che il Capello, esageratamente grande, gli
calasse sugli occhi, vagò con lo sguardo sugli altri bambini ed incrociò Albus
Severus Potter. Ghignò.
“Ebbene Scorpius…” cominciò il
Cappello.
“Malfoy” lo corresse il biondino
“Tutti devono chiamarmi per cognome”
“E perché,
ragazzo?”
“Perché quando porterò onore alla
mia famiglia, tutti devono ricordarsi che sono un Malfoy. È giunta l’ora di
risollevare questo nome”
“Bene, in tal caso…” il Cappello
Parlante fece una pausa e poi urlò: << Serpeverde!
>>
Scorpius si alzò e se ne andò,
mentre al suo posto andava a sedersi Albus.
“Oh bene, due Potter in due anni”
sussurrò il Cappello “Tu, però, sei molto diverso da tuo
fratello”
“Già” pensò
Albus.
“Non dovrebbe renderti triste
questa vostra differenza. James è coraggioso e sfrontato, un vero Grifondoro; tu
sei intelligente e riflessivo, un ottimo..” << Corvonero!
>>
Dal tavolo dei Corvi si levò un
alto boato ed anche Rose si sbracciò quanto poteva per applaudire il cugino.
James, intanto, era occupato a passare sotto al tavolo dei Tassorosso per
raggiungere il proprio posto tra i Grifondoro.
Toccò poi a Viola Prowse, che finì
a Serpeverde, e a tanti altri.
Infine: << Weasley Rose
>>
Rose inspirò ed avanzò lentamente,
sentendo passo per passo il cuore che le martellava in
petto.
Quando ebbe il Cappello Parlante
sulla testa, chiuse gli occhi e si dedicò totalmente alla loro
chiacchierata.
“Ecco qua, la perfetta figlia di
Hermione Granger” fece notare il Cappello “Hai la sua stessa
intelligenza”
“Ne sono
fiera”
“Sai Rose, non ho mai commesso
errori nella mia carriera, ma talvolta ho ancora dei dubbi riguardo alla
decisione che ho preso di mandare tua madre a Grifondoro. Con te preferisco
scegliere la strada che ho negato ad Hermione. Tu sarai una…” <<
Corvonero! >>
La nuova Corvonero si alzò ed andò
al suo posto, passando accanto a Scorpius e percependo distintamente il suo
secco: “buona fortuna. Forse ne avrai bisogno”.