Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Midnight Writer    24/07/2014    1 recensioni
Piccola song-fic su Eren. Nonostante non ami tanto questo personaggio, la canzone che ho utilizzato per accompagnare questo fiume di parole mi ha subito ricondotto al protagonista di questa opera e mi ha spinto a scriverci qualcosa su.
La canzone che ho utilizzato è "Monster" degli Skillet.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren Jaeger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The secret side of me
I never let you see
I keep it caged,
But I can't control it
So stay away from me
The beast is ugly
I feel the rage,
And I just can't hold it!

Era disorientato, Eren, non sapeva come comportarsi. Aveva da poco scoperto di possedere un lato segreto di se stesso del quale nemmeno lui era minimamente a conoscenza. Sapeva di essere un tipo che porta sempre rancore, in certi momenti si sentiva uno stupido idealista, credeva di aver fatto un giuramento più grande di quanto sarebbe mai riuscito a mantenere, poi ricordava. L’attacco a Shiganshina, sua madre, suo padre sparito in circostanze abbastanza misteriose, si ricordava che probabilmente per tutto il tempo il segreto dei giganti era stato nascosto nella cantina di casa sua, il segreto per cui le persone morivano da generazioni e generazioni era nella sua fottuta cantina. Non poteva negare che tutto questo lo faceva arrabbiare, e lui non era mai stato un tipo capace di nascondere il suo rancore, non riusciva più a controllare se stesso e invitava indirettamente i suoi compagni a stare lontano: era orribile avere un mostro nascosto dentro di sé.

It's scratchin on the walls
In the closet, in the halls
It comes awake,
And I can't control it
Hiding under the bed
In my body, in my head
Why won't somebody come and save me from this make it end!

Inutile dire che si sentiva come se questo suo potere mostruoso fosse sempre in agguato, come se graffiasse diabolicamente le pareti della sua anima per uscire e prendere il sopravvento su di lui.
Non sempre riusciva a controllarsi, e questa cosa lo spaventava a morte e al contempo lo infastidiva, provava quasi sgomento per la sua persona. Anzi, non per la sua persona, bensì di ciò che lo avevano fatto diventare, aveva paura di addormentarsi e svegliarsi la mattina dopo con un corpo non umano, sentiva questo incubo in agguato ovunque, prima di realizzare che si trovava solo e soltanto dentro di lui, ma stavolta non era una semplice paranoia. Tutti, o quasi, lo credevano un mostro,e fu sorpreso quando i suoi amici non lo abbandonarono a causa dello scempio che era stato imposto al suo corpo. Certe volte credeva davvero di poter essere utile all?umanità dati i suoi poteri tatanici, a volte si sentiva solo un innaturale parassita da eliminare. Voleva che qualcuno lo salvasse, che qualcuno facesse finire questo incubo, ma al contempo non voleva nuocere a nessuno. Viveva ogni giorno un conflitto interiore, viveva di paura, non solo dei mostri che avrebbero potuto ucciderlo, ma soprattutto del mostro che teneva nascosto dentro.

I feel it deep within!
It's just beneath the skin!
I must confess that I feel like a Monster!
I hate what I've become!
This nightmare’s  just begun!
I must confess that I feel like a Monster!

Lo sentiva nel profondo, ma sapeva che era appena sotto la sua pelle, c’era un confine leggerissimo tra lui o meglio, il lato umano di lui, e ciò che combatteva. Si sentiva un mostro. Era un mostro. Spesso diava se stesso con tutto il cuore, non capiva chi o cosa fosse. Si poneva ancora quella domanda alla quale aveva risposto solo per restare vivo, quelle parole riecheggiavano nitide nella sua mente:
“cosa sei? Un umano o un gigante?”
Aveva risposto che era un umano, ma ormai non sapeva più se questa risposta corrispondesse più alla verità o a un vano desiderio. Quella risposta era data con incoerenza, dato che nemmeno Eren stesso conosceva davvero la risposta: l’aveva detto solo per salvarsi. No, non davvero. Non credeva che valesse la pena salvarsi la pelle, dopotutto era probabilmente un parassita, lo aveva fatto per salvare Mikasa e Armin. Loro meritavano di vivere, forse lui no. Molte persone erano morte per permettergli di chiudere la breccia nelle Mura, ma ancora il lavoro da fare restava enorme e incombente. Valeva davvero la pena affidarsi a lui? Si sentiva davvero un mostro, e un mostro paranoico per di più.

My secret side I keep
Hid under lock and key
I keep it caged,
But I can't control it!
Cause if I let him out
He'll tear me up, break me down
Why won't somebody come and save me from this make it end!

Era incredibile quant il suo segreto fosse così incredibilmente vicino e incredibilmente lontano. Lo teneva sotto chiave, letteralmente. La cosa che più lo frustrava era che lui aveva la chiave per aprire un serratura pressochè inarrivabile. La metaforica gabbia del suo cuore invece si rivelava più debole di quanto si aspettasse. Si impegnava profondamente per mantenere recluso il mostro che aveva dentro, ma spesso questa gabbi falliva. Nonostante i vari fallimenti di controllo però Eren non si arrendeva: poteva controllarlo, doveva controllarlo. Non poteva lasciarsi andare. Doveva fare ancora tante cose, non poteva permettere di venire mutilato, ucciso, o anche solo ferito da questa bestia che teneva dentro. La teneva come se fosse un diamante maledetto, metafora che peraltro calzava a pennello
 
It's hiding in the dark, its teeth are razor sharp
There's no escape for me, it wants my soul, it wants my heart
No one can hear me scream, maybe it's just a dream
Maybe it's inside of me

si faceva forza, tirava sempre Avanti con lo stesso rancore che gli dava una forza immane, ma infondo sapeva che per lui non c’era scampo. Si sentiva come se la sua anima fosse un dono che poteva essere ripreso con prepotenza in qualsiasi momento, lasciandolo in balìa di ciò che lo spaventava. Nessuno poteva sentire le sue strazianti grida interiori. Forse era solo un sogno? Gli sarebbe piaciuto molto convincersene, così che potesse svegliarsi nella sua casa, durante una tranquilla e calda giornata che avrebbe passato a giocare con Armin e Mikasa, come un bambino normale. Come ciò che aveva smesso di essere ormai da tanto. Tutto ciò era un uragano dentro di lui, e purtroppo un uragano porta via tutto. Infatti non c’era spazio più per nulla dentro il suo cuore.
 
 stop this monster!

Voleva davvero che tutto ciò finisse, e ci sperava anche. Ci sperava, ma sapeva che era un desiderio impossibile.
I've gotta lose control, he something radical

Sapeva che, presto o tardi, avrebbe perso il controllo di se stesso. Lo sapeva e quindi cercò di convincersi a godersi il tempo che gli restava, anche se dubitava che ci sarebbero stati molti monenti felice durante quel lasso di tempo. Decise che non gli restava che aggrapparsi ai ricordi, erano la sua unica ancora di salvezza, dopotutto.
 
I must confess that I feel like a monster.
   
 
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