Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: What_aNakiDay    24/07/2014    0 recensioni
Già ieri ho pubblicato questa storia... l'impaginazione non mi piaceva, quindi ho deciso di ripostarla :)
"Avrei voluto che la mia strada fosse stata in discesa. Fu in salita e piena di bivi, incroci in cui la precedenza era sempre di qualcun’altro"... Sì dell'altro, di chi neanche conosci, ma con cui non è detto che tu non abbia qualcosa da condividere.
Mi renderebbe infinitamente felice sapere che cosa ne pensate :)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sosteneva un filosofo che il momento della scelta fosse per l’uomo uno tra i suoi più cruciali.
Costretto a scegliere, l’uomo è altresì costretto a rinunciare a tutte le possibilità di cui inizialmente dispone.
Pensavo che sarei arrivata lontano, ma mi sbagliavo.
La mente dell’uomo scova orizzonti di cui i nostri occhi non riescono a scorgere nemmeno la linea.
Il punto è, che anche gli orizzonti della realtà, per quanto più limitati, sembrano essere loro preclusi.
All’uomo non resta che ridurre le proprie aspettative, nel tentativo di impedire che il traguardo fissato sia ben oltre una strada eventualmente percorribile.
La mia, di strada intendo, fu costruita in modo da non interferire con quella di chi, come me, stava provando a tracciarla.
Pensavo che sarei arrivata lontano, ma mi sbagliavo.
Se ad una mente non basterebbe il mondo intero per esaurire tutte le fantasie che concepisce, perché illudersi di poter trovare la propria strada in un mondo che è unico per le centinaia di menti che ospita?
Dipendevo dagli altri.
Avrei voluto che la mia strada fosse stata in discesa. Fu in salita e piena di bivi, incroci in cui la precedenza era sempre di qualcun’altro. Di quel qualcuno che, come me, avrebbe voluto un percorso in discesa per sé, e che invece, aveva dovuto scontrarsi col mio e sperare che gli dessi quella fottutissima precedenza. Tutti la vogliono, io compresa.
Chiamatelo istinto di sopravvivenza, egoismo, chiamatelo come volete, fatto sta che l’uomo vuole troppo bene a se stesso per poter rinunciare a perseguire ciò che lo rende felice. Vedere che gli altri sono felici non è abbastanza per lui, che pensa a quanto bello debba essere il panorama che può osservare solo chi di fronte a sé non ha nessuno.
Ciascuno di noi credo abbia diritto al proprio pezzo di panorama. Io volevo il mio.

Mi trovavo in treno, posto finestrino, quando pensai che il mio dramma dovesse essere comune a tutte le persone da cui ero circondata.
Vidi un ragazzo.
Aveva un cellulare in mano e l’aria di chi è in attesa di un messaggio importante.
Il telefono vibrò.
Trascinò il dito lungo lo schermo e lesse.
Lo vidi ingrigirsi.
Allora pensai che dall’altra parte dello schermo, una persona era stata capace di provocare in lui quella reazione. Una persona della quale io non sapevo neppure dell’esistenza. Una vita. Complicata. Come la mia forse, che credo essere sempre la più complicata di tutte. Lo è perché la vivo, perché ci sto dentro, pensai in quel momento.
Se è vero che credo che ciascuno di noi abbia diritto al proprio pezzo di panorama, è anche vero che credo che nessuno di noi possa arrogarsi il diritto di pretendere che il proprio pezzo sia migliore di quello che spetta ad un altro.
Dell’altro non sai niente.
Dell’altro non vedi ciò che ha nella testa.
Non riuscii a starmene zitta.
Gli dissi: “Tutto ok?”
Mi disse: “Si si… Perché me lo chiede, mi scusi?”
“Niente… E’ che mi sembrava un po’ giù, ecco se…”
“Sto benissimo, grazie!”
Lo salutai. Mi salutò.
Mi parlò come se non potessi essere in grado di capire i motivi del suo “essere giù”, come se la sua vita fosse troppo più complicata della mia. Io ero l’altro.
Gli altri li sottovalutiamo.
Crediamo di poter fare tutto da soli e di non aver bisogno di nessuno.
Beh, non è così.
Bisogna lasciarsi aiutare. Bisogna permettere agli altri di provarci.
Abbiamo un panorama da condividere.
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: What_aNakiDay