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Autore: Rage The Soldier    24/07/2014    1 recensioni
In un futuro non troppo lontano, l'esercito ha preso il controllo della Terra, attraverso l'uso di soldati molto speciali, in grado di trasformarsi in ibridi fra umani e animali diversi. Sono senza pietà e piuttosto bellicosi, molto difficili da sconfiggere. Questa è la loro storia.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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"Buooongiorno gente!" urlò Rage alzandosi dal letto come fosse un vampiro che si risveglia dopo un sonno durato secoli. Quella mattina era proprio in vena di fare uno scherzo a qualcuno, così scattò in piedi allegra, vestendosi in fretta e andando a svegliare il suo compagno di stanza a suon di ceffoni affinché venisse con lei. Shinoda grugnì assonnato, articolando parole a caso, che potevano benissimo assomigliare ad imprecazioni, mentre si alzava ancora con gli occhi semi chiusi per rispondere all'’offensiva inaspettata: "Ma che diav-yaawghn- fai? Manca un'ora e mezza al ritrovo!" bofonchiò scocciato guardando l'orologio.
"Lo so, ma volevo che tu mi accompagnassi." rispose Rage in un finto tono supplichevole, ridacchiando.
"...A fare cosa?"
La porta della camera di Evelyn si aprì senza fare rumore, mentre un'ombra si insinuava al suo interno, confondendosi nel buio. Una figura si avvicinò lentamente al viso della giovane addormentata, a pochi centimetri dal suo orecchio.
"SVEGLIA DORMIGLIONA, È ORA DI ALZARSI, SONO LE 5:30!"
"AAAAAARGHHH!"
La ragazza precipitò direttamente dal mondo dei sogni fino a terra cacciando un urlo dallo spavento, facendo un balzo fino al soffitto ed attaccandocisi con gli artigli conficcati nel muro: "RAGE! Santo cielo che ti prende!?" esclamò stizzita e infuriata, forse più di quanto si sarebbe aspettata la maestra, tremando visibilmente.
"Eeeeh che sarà mai..." borbottò Rage, ricevendo di rimando una cuscinata in faccia.
Shinoda rise di gusto ed esclamò in modo scherzoso ma assonnato: "Ti sta... Yaaawn... Beneee... Manca un'ora e mezzo al ritrovo... YAAAWN!"
"Lo so, ma che c'è di male a fare uno scherzo a Evy ogni tanto?!" esclamò Rage sorridente. A quel punto fu chiaro che le due vittime reclamavano vendetta: Shinoda e Evelyn si scambiarono uno sguardo d'intesa e la felina si lanciò addosso a Rage, dando il tempo al ragazzo di trasformarsi e sfrecciare fuori dalla stanza volando verso la camera di Rage, dove erano nascosti tutti i suoi amati biscotti. Rage si lanciò all'inseguimento, ma non fece in tempo perché i due erano scomparsi nella miriade di corridoi, così aumentò la velocità rischiando quasi di investire tre uomini che attraversavano quel tratto di strada.
Alla fine però tutti i pacchetti di biscotti erano spariti.
E nemmeno sotto tortura i due complici dissero dove li avevano nascosti, non fino a che non avesse chiesto scusa. Ovviamente Shinoda sapeva bene che parole come amore, sentimenti, scusa, prego non facevano parte del vocabolario della caporeparto, e si divertì un mondo nel vederla sforzarsi di pronunciare quelle dannate sillabe.
"E se vi concedessi ancora un'ora di riposo?" sospirò infine esausta e seccata. Shinoda accettò la proposta con piacere: "Andata. Sono attaccati con lo scotch fuori dalla finestra sul cornicione."
E così poterono tornare a dormire, anche se per qualche motivo Evelyn non ne era molto entusiasta, e dopo un'ora esatta Dark Rose raggiunse i due compari nella stanza dove alloggiavano Shinoda e Rage. Quella stanza era particolare secondo lei, dava un senso di individualità divisa.
Non era estremamente grande, ma neanche troppo piccola: l'arredamento era composto da due letti separati, una scrivania, vari cd e strumenti per la registrazione ed una finestra che dava sulla periferia della desolata città di Lidos. Ma la particolare caratteristica che l'aveva colpita circa un'ora prima era che era praticamente divisa in due: diverso stile di arredamento, vernice, diversi oggetti. Tutto in base ai gusti personali dei fratelli.
Ognuna aveva la propria parte di finestra. La stanza era divisa a metà precisa: la destra per Shinoda e la sinistra per Rage.
Aveva notato anche che stranamente la parete a sinistra era piena di graffi e bruciature vecchie di decenni.
Quando aprì la porta della stanza, si stupì però di trovare seduta sul letto di Rage una ragazza dai capelli blu con un paio di occhiali dalla montatura sottile, che giocherellava con i lacci neri delle sue bianche scarpe, come se fosse in attesa. In attesa di lei.
Quando Evelyn spalancò la porta, la ragazza si alzò di scatto sfoderando un grande sorriso: "Finalmente! Buongiorno, io sono Misaki Watanabe, nome in codice Kitsune!" esclamò esultante facendo ondeggiare i capelli piastrati lunghi fin sotto le spalle.
"S-salve... Io sono Evelyn." rispose lei titubante, osservandola attentamente: dietro agli occhiali erano nascosti due occhi verdi, indossava una maglia a righe orizzontali nere e blu petrolio ed un paio di jeans slavati e aderenti.
"Al diavolo le presentazioni: Evy, lei da ora in poi si allenerà con te. Coraggio, portala nella stanza dove ci alleniamo di solito." le interruppe bruscamente la voce di Rage. Dark Rose si girò di scatto ritrovandosi la propria maestra dietro di lei, con una mano appoggiata allo stipite della porta ed un'espressione non esattamente contenta sul volto. Arretrò immediatamente e schizzò fuori dalla stanza, avendo capito che probabilmente quell'oggi non era giornata, e invitò con un leggero cenno di capo la nuova compagna a seguirla. Nel tragitto seguente cominciarono a parlare del più e del meno, tanto per conoscersi meglio.
"E così tu vieni dal Giappone? Che bello, ho sempre desiderato visitarlo!" commentò Evelyn abbozzando un sorriso, a cui Misaki rispose con uno ancora più grande e cordiale: "Beh, allora la prossima volta che potrò tornarci ti porterò con me, d'accordo?"
"D’accordo!" rispose lei, ridendo. Era da tanto che non rideva sinceramente con qualcuno, ed era contenta di poter finalmente parlare liberamente.
"Tu che animale hai ricevuto? Eh? Eh?" chiese tutto d'un tratto Misaki, alzando le braccia verso il soffitto per stiracchiarsele.
"Beh, io ho un gatto nero di razza antifortuna."
"Antifortuna? Mai sentita, ma comunque è perfetto perché... Io invece sono una volpe! Potremmo essere il gatto e la volpe come nella favola di Pinocchio! La conosci vero?" chiese sempre con lo stesso entusiasmo.
"P-pinocchio?" Evelyn roteò gli occhi in tutte le direzioni alla ricerca di una risposta, ma la verità era che lei non aveva mai sentito neanche una favola. "Beh..." stava per sospirare rassegnata, quando Kitsune spalancò gli occhi e si bloccò sul posto prima ancora che lei rispondesse: "N-non conosci Pinocchio? Ma è terribile, dobbiamo rimediate subito!" e cominciò a raccontare con entusiasmo tutta la storia del celebre burattino, mentre la loro maestra e il suo fratellone le seguivano da lontano. Rage continuava a tenere la testa bassa, la faccia contratta in una smorfia accigliata, senza dire una parola. Shinoda la guardava in silenzio preoccupato. Dopo pochi minuti la ragazza pipistrello alzò di scatto il viso e gli rivolse un'’occhiata gelida.
"Che hai da guardare?" domandò scortesemente Rage al fratello, senza dimenticare di aggiungere un tono rabbioso e più seccato di quello di anche solo un'ora prima.
"Che ti succede!? Ti comporti da stronza. Lasciale parlare un po'..."
"Io sono stronza, lo sai bene, e sai anche da quando e perché lo sono diventata!" gridò seccata, fulminandolo con il suo sguardo glaciale e brandendo il fascicolo che teneva in mano come un'arma letale. Shinoda si dovette allontanare di qualche passo per evitare una fascicolata in testa e bloccò il pacco di fogli con la mano sinistra: "Che cos'è questo coso the tieni in mano da un po'?" chiese senza cortesia. Rage si fermò e glielo mollò in mano e con espressione scazzata rispose soltanto: "Leggi."”
Shinoda eseguì senza controbattere, sfogliando i documenti mentre procedevano e leggendo a caso alcune frasi, finché non trovò quello che cercava. Poi sbarrò gli occhi.
"Che... Che diavolo...!? Aaaaah ora capisco! Tu hai paura!" la canzonò Shinoda tentando di sciogliere la sorella, ormai sempre più tesa e incazzata.
"L'ho scoperto questa mattina, mentre voi dormivate."
La ragazza sbatté un pugno contro il muro, per poi ringhiare: "Se si azzarda a fare un passo falso, la faccio fuori seduta stante."
Nei suoi occhi ardeva una fiamma di odio e paura che per certi tratti terrorizzò anche il fratello, il quale pensò che se fosse stata in forma ibrida, probabilmente avrebbe già perso completamente il controllo.
"Ora calmati... Forza, andiamo, probabilmente ci staranno aspettando." constatò il ragazzo notando che le due allieve erano scomparse dalla loro visuale. Rage tentò di calmarsi e di frenare l'istinto omicida che l'attanagliava, rispondendo uno schietto: "Va bene."
Arrivati sul posto, i due fratelli videro le due allieve che chiacchieravano come se si conoscessero da sempre: sembravano quasi due amiche d'infanzia.
"Bene, visto che per Misaki è la prima volta qui, è meglio fare un allenamento di prova." disse Rage ad alta voce per attirare la loro attenzione, sempre più fredda e tesa. Shinoda si fece avanti e indicando la parete tappezzata del più svariato armamentario del creato, chiese come al solito: "Che arma volete?"
La nuova arrivata stava già osservando da un po'le armi, e rispose prontamente individuando due pistole di un nero lucente, con rifiniture azzurre e bianche: "Io prendo quelle due pistole."
"Io la falce dell'altro giorno!" disse Evelyn sorridendo, ma venne interrotta da Rage: "Dalle una spada." ordinò la caporeparto, con tono cupo e grave, cercando di frenare la rabbia.
Evie, che in un certo senso se l'aspettava, fece una faccia fra l'abbattuto e un facepalm, poi prese l'arma.
"Io a mani nude, brotha." sussurrò infine, ormai fuori dalla divina grazia. Il suo sguardo era perso nel vuoto, ma a volte i suoi occhi grigi cercavano aiuto in quelli marroni del fratello, che ripeteva con pazienza al suo orecchio: "Devi stare calma e rilassarti."
"Facile a dirsi, non sei tu quello che rischia." tagliò corto lei, senza notare che il ragazzo aveva aggrottato la fronte.
Si girò e diede il via allo scontro: le due compagne di corso non fecero in tempo a trasformarsi in ibridi che un pipistrello assetato di rabbia stava già piombando su di loro. Fortunatamente Misaki riuscì a schivare l'affondo abbastanza avventato senza usare le sue pistole e balzò all'indietro permettendo alla compagna di prendere Rage alle spalle. Dark Rose sferrò un calcio rotante sulla schiena della maestra che stranamente non riuscì ad evitare ed incassò rovinando a terra. Subito si ritirò vicino alla compagna, ma Rage non contrattaccò, anzi, sembrava essere stordita. Misaki le si appoggiò per una spalla, confusa.
"Che sta succedendo, Rage non ha mai fatto così negli altri due allenamenti." pensò Evelyn.
"Tu dici?" chiese Kitsune, facendo sobbalzare la ragazza.
"Io dico cosa?"
"No beh... Fa niente." rispose di fretta Misaki.
"Ma che diav-"
Nel frattempo la ragazza-vampiro si era ripresa e in lei la rabbia e la paura si facevano sempre più forti. La battaglia non durò molto e dopo una decina di minuti le due allieve sembravano aver sconfitto la maestra, che ansimava sempre più affannosamente; Shinoda lo intuì e chiese l'immediata sospensione dell'incontro.
Al suono di quelle parole la caporeparto sembrò riprendere fiato, girò sui tacchi e senza rivolgere uno sguardo a nessuno dei presenti, si congedò sospirando abbattuta: "Vado a fare un giro in moto, se volete allenatevi con mio fratello."
"No, ci riposiamo, Signore." rispose subito Kitsune facendo il saluto, ma sentendo un ringhio di risposta nella sua maestra arretrò sconcertata. Non era stata abbastanza brava? Cosa aveva sbagliato?
"Scusala, di solito è una brava insegnante, non ho idea di che cosa le sia successo oggi..." cercò di giustificare Evelyn, portandosi l'indice alla tempia e incrociando le braccia.
"Ma io sì." affermò Shinoda dirigendosi spedito verso la porta d'’uscita. Non l'avrebbe avuta vinta. Non stavolta.
"Eh fermo! E noi che facciam-" stava per chiedere Misaki, ma un istante dopo nella sala delle armi c'erano solo loro due.




Parcheggio sotterraneo


Shinoda entrò silenzioso nel parcheggio mentre la ragazza dai capelli infuocati come il suo umore si allacciava in testa il casco e toglieva il freno alla sua moto nera. La porta del garage venne aperta con un rimbombo assordante e in pochi secondi un bolide nero schizzava al limite della velocità da esso consentita per le strade di Lidos. Immediatamente Shinoda fece spuntare dalla sua schiena le ali da libellula e volò alla ricerca dell'unica moto nera con parti della carrozzeria bianche, sul cui fianco capeggiava il simbolo del suo primo album, analogo al tatuaggio che portava sulla gamba.
"Eccolo, lì infondo!"
Poco prima che la porta dell'uscita si chiudesse, sfrecciò fuori dall'edificio all'inseguimento della sorella, attutendo l'attrito delle gomme sul terreno con le ali per fare meno rumore. Mentre guidava alla ricerca della caporeparto in fuga dalle sue paure, buttò l'occhio sul simbolo sulla carrozzeria: rappresentava un soldato ibrido che teneva una bandiera. Proprio come il tatuaggio sul braccio sinistro di Rage, tranne per il fatto che lei aveva delle ali da pipistrello al posto di quelle da libellula, che la posizione era di profilo al posto che di fronte e la scritta 'FLAMING HYBRID SOLDIER' presente sotto il tatuaggio della capofazione.
Dopo averla ritrovata, con lo sguardo la seguì a debita distanza; la moto nera della ragazza sfrecciava alla velocità della luce, facendo svolazzare i capelli scarlatti rimasti fuori dal casco a fiammate rosse e arancio su sfondo nero.
Ad un certo punto la ragazza si fermò di colpo.
Si tolse il casco e scrocchiò il collo, le braccia, la schiena e le dita per sgranchirle e per rilassarsi. Nulla la rilassava più della buona musica, fra cui il dolce suono delle ossa rotte o scrocchiate.
Ma in quel momento era tutt'altro che rilassata.
"LA VUOI SMETTERE DI SEGUIRMI?" gridò con tutta la rabbia che aveva in corpo. L'eco ampliò l'urlo e lo disperse per i bassifondi ormai caduti in rovina, tanto che da alcuni edifici pericolanti si staccò qualche vetro e cadde della calce. Quella decadente cittadina in riva al mare era davvero tutto quello che avevano?
"Spiegami che hai e me ne vado subito!" le gridò in risposta mantenendo un tono calmo, ma dentro di sé era piegato in due dalla rabbia. Aveva le braccia distese dietro la schiena e le ginocchia piegate. Senza sapere perché chinò verso il basso la testa, fissando il terreno nel tentativo di calmarsi.
"Non ci arrivi proprio, eh? Non voglio che venga a galla!"
"Ribadisco: tu hai paura!" disse scandendo le parole e tirandosi su, fissandola negli occhi. Quegli occhi grigi pieni di paura come due topini spaventati dalla loro stessa ombra. Rage girò la testa dall'altra parte, trattenendo un grido: suo fratello la conosceva tanto bene da essere in grado di leggerle negli occhi tutto ciò che provava, e lei lo sapeva bene. Lei non aveva paura, no, certo che no, voleva solamente che nessuno sapesse. Che nessuno sapesse quanto era stata debole.
"Io non ho paura!"
"Oh, sì che ne hai! Hai paura che Misaki ti legga nella mente e veda il tuo passato!" ribatté Shinoda sputandole quasi in faccia la verità.
"NESSUNO DEVE CONOSCERE IL MIO PASSATO, NESSUNO!" ringhiò frustrata.
"Perché ti ostini a far finta di non aver avuto quella vita?" chiese Shinoda senza riuscire più a calmarsi oramai.
Non rispose, si limitò a chinare il capo.
"Dimmelo, dimmi perché fai finta che non sia successo nulla!" sbraitò.
"Perché voglio dimenticare! Tu non hai un passato, non capisci!" disse con le lacrime agli occhi Rage.
"Non è vero."
"Non puoi capire cosa si prova a sapere di essere rimasti impotenti davanti a tutto ciò che avevi di più bello mentre ti veniva portato via..."
"Sta... S-STA…"
"Non hai niente da nascondere, niente da rimpiangere, nient-"
"STA ZITTA!"
Le si avvicinò e le tirò uno schiaffo che le girò la faccia dall'altra parte.
Mai. Mai nella sua vita aveva ricevuto uno schiaffo da Shinoda. Mai.
Non erano mai arrivati alle mani, non le aveva mai torto un capello. Era il suo fratellone.
All'improvviso si accorse che anche lui tratteneva un oceano di dolore dentro di sé.
"Tu non hai idea di quanto ti invidi..."
Non aveva mai visto Shinoda darle uno schiaffo. E più di tutto non l'aveva mai visto crollare.
"... Io... Io non ho famiglia né passato... Ho solo te." sussurrò Shinoda stremato, distrutto. E in quel momento Rage comprese quanto era stata egoista a dirgli quelle parole. Alzò tremante una mano per toccargli la spalla, ma il ragazzo si tirò indietro, abbassando il volto. Poi si ricompose, come se non fosse successo nulla, riacquistando il sorriso pacato di sempre. Un po'incrinato dalle lacrime che aveva cercato di trattenere, ma era quello di sempre.
Era così bello quando sorrideva...
"Credi che dovrei lasciare che accada?" sussurrò guardandolo negli occhi.
"Solo se sarà necessario."
Gli si fiondò addosso e lo abbracciò, piangendo. Lui la prese fra le braccia e le accarezzò la testa dolcemente.
"Shh... Shh... È tutto a posto. Non devi aver paura di ciò che eri... Non devi nemmeno odiarlo... Devi esserne fiera. Fallo per lei."
Rage guardò le piastrine che portava al collo, senza smettere di piangere, poi sussurrò: "Per mamma, papà e per lei."
"Per Ruby." sospirarono all'unisono, lui con tono rassicurante, lei di sconfitta.
Stettero via tutto il giorno, passeggiarono e parlarono del passato, del momento in cui si incontrarono la prima volta, quando diventarono fratelli... Una volta che Rage fu calma, salirono sulle loro fidate moto e partirono per andare a casa.
I due tornarono alla base la sera tardi e non trovando le loro due allieve nella sala delle armi, cercarono nella stanza di Dark Rose.
"Quella camera è troppo piccola." si disse Rage, che aveva già progettato un piccolo trasferimento.…
La stanza era una piccola camera di 3 metri per 3, con un letto semplice tutto nero, con la testata non appoggiata alla parete; in quello spazio era nascosto un blocco da disegno con immagini di ogni tipo, e Rage lo sapeva perché si era divertita a frugare nella sua stanza qualche giorno prima, e infatti sapeva che nell'ultimo cassetto del largo comodino che ospitava una grande collezione di libri scientifici, informativi, da disegno e anche qualche storia di avventura, vi era nascosto un Mp3 dalla strana forma.
Su un lato c'era una scrivania da lavoro con sopra un quaderno blu. Una grande finestra sopra al muro a cui era appoggiato il letto dava sul campo esterno, fuori dalla recinzione, verso il mare. Sulla parete a cui era appoggiata la scrivania stava invece un quadro che raffigura un disegno a pastelli, fatto da lei. Raffigurava una grande esplosione nucleare. Strano.
Appena entrati, videro Evelyn e Misaki che dormivano sul letto della prima, stringendosi la mano.
I fratelli le fissarono in silenzio.
"Visto? Non devi aver paura. Non ti farà nulla... Ormai è tutto passato. Domani ti voglio felice e scattante, ok?" sussurrò il ragazzo sorridente.
Rage abbracciò Shinoda così forte da non farlo quasi respirare: "Ma certo brotha."


"Davvero? Che fortuna che hai avuto!" commentò Dark Rose portandosi una mano alla bocca e sorridendo con gli occhi, anche se in fondo alla sua voce Kitsune intravide un non so che di tristezza; le aveva appena raccontato della sua abilità di saper leggere i pensieri della gente se entrava in contatto con altri, cosa che le aveva provocato non pochi problemi nel rapportarsi con gli altri senza invadere il loro spazio personale.
"Dai, prova a leggermi nel pensiero!" la incitò Evie, porgendole la mano. Misaki rise contenta e gliela prese chiudendo gli occhi, sentendo dentro di sé ogni emozione che attraversava in quel momento la ragazza: serenità, calma, illusione, uno strano rancore, sorpresa.
"Stai pensando che il colore dei miei capelli è impossibile perché non esistono geni con questa composizione genetica." affermò tra il seccato e il compiaciuto.
Evelyn rimase davvero sorpresa anche se se lo aspettava, sgranò gli occhi e provò a cambiare pensiero, ma ogni volta lei lo indovinò.
"Tu hai qualche particolarità invece?" chiese di rimando la novella volpina. A quella domanda ad Evie scappò una risatina leggera. Portò l'’indice davanti alla bocca e facendo segno di silenzio rispose: "Segreto!"…”


Il giorno seguente i quattro soldati si trovarono nella stanza degli allenamenti. Rage si pose davanti a Misaki e biascicò qualcosa che nemmeno lei capì.
Il fratellone le si avvicinò mollandole un'amichevole pacca sulla spalla e rimproverandola.
"Rage, non è così che si fa, lascia da parte quel tuo stupido orgoglio per una volta! Sei grande, grossa e vaccinata, non ci vuole così tanto a dire..."
Non ce la poteva fare. Non aveva mai detto spontaneamente quella parola, ma ce la doveva fare.
"No."
"Si."
"No."
"Scusa." sussurrò alla fine, abbassando il capo. "Ti chiedo scusa." ripeté la ragazza stringendo i pugni e facendo fare un suono grave ai guanti di pelle. Misaki la guardò stranita e inclinò la testa di lato, abbozzando un sorriso incerto: "Scusa de che? Non hai fatto nulla!"
"Non è vero... Ieri sono stata brusca, fredda e scontrosa con te... Perché avevo paura che mi leggessi la mente... So che ne sei capace..." confessò lei allentando la stretta dei suoi pugni.
Leggere nella mente. Non era certo da tutti, saper leggere il pensiero altrui. Pericoloso in certi casi, fastidioso in altri.
Misaki sbuffò incrociando le braccia, roteando gli occhi come se se lo fosse aspettato: il giorno prima infatti ne aveva discusso con Evelyn, nella sua stanza.
"Avevo paura che scopriste il mio passato..." continuò avvilita la maestra, ma venne interrotta da Misaki.
"Naaah, devi stare tranquilla Rage, saprò leggere anche nella mente interagendo con le persone, ma per vedere il tuo passato, dovrei toccarti la fronte così." disse puntandosi la fronte con l'indice.
Per un attimo Evie rabbrividì.
"Pace?" biascicò Rage tendendo la mano tremante. Non riusciva a dire quella parola, così come tutte quelle riguardante l'amore e l'affetto da tanto tempo, troppo.
Al sentire ciò, Shinoda rimase felice, ma anche pietrificato: era possibile che in qualche giorno due ragazze stessero riuscendo a riparare 23 anni di puro Inferno?
"Pace." disse sorridente Misaki.
Rage prese la mano della ragazza e se la puntò alla fronte, ma ella riuscì ad evitare di toccargliela.
"È il minimo che possa fare per farmi perdonare..."
"No, il minimo che tu possa fare è questo!" urlò la ragazza trasformandosi in ibrido e ingaggiando il combattimento tanto atteso.
La pelle si scurì, diventando di colore aranciato, gli occhi diventarono da verdi chiaro a verde erba, la pupilla si allungò. Su ogni guancia apparirono tre graffi scuri simili a baffi, le orecchie si allungarono e si appiattirono, diventando come quelle di una volpe, dal fondo della schiena uscirono due code da volpe e le unghie si allungarono, diventando nerissime, i canini si ingrandirono e si riuscivano a intravedere dalla bocca semichiusa, pronta a scattare e colpire.
"Dark Rose, vieni! Shinoda, forza, vieni anche te! COMBATTIMENTO A SQUADREEE!" urlò piena di grinta ed energia la giovane ragazza-vampiro, incitando tutti a e trasformandosi a loro volta.
Ci fu uno "Yeee" collettivo e tutti si trasformarono in ibridi: la pelle di Evelyn subito si scurì fino a diventare nera, spalancò le braccia sfoderando le unghie diventate lunghe ed estremamente taglienti, così come i denti. Le orecchie diventarono quelle di un felino, aumentando di molto l'udito e le spuntò la sua lunga e sinuosa coda nera, che frustò per mostrare di essere pronta a combattere.
Shinoda, preso dalla smania di combattere e metterle alla prova, decise di accettare. Si mise le sue amate cuffiette, accese il lettore Mp3 a tutto volume e si mise gli occhiali dalle bordature nere nel lato superiore, causalmente in tono con le quattro grandi ali che gli spuntarono dalla schiena.
Sua sorella ci rimase di stucco, dato il fatto che se li metteva raramente, visto che la sua correzione era minima... Ma a poco importava. Sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene vedendo il suo amato fratello che si preparava a combattere, pronto ad attaccare con la sua forza e velocità fuori dal comune.
Si fece una bella risata e fece spuntare le sue grandi e minacciose ali nero-grigiastre e scarlatte; le orecchie, le unghie e i canini crebbero a dismisura, il suo viso assunse un'espressione divertita, compiaciuta e raggiante, ma allo stesso tempo un bagliore rossastro iniziava ad infiammare i suoi occhi.
"Nooo frena Rage, frena... è da stupidi perdere il controllo adesso." pensò appena prima di far sparire quello sguardo e sostituirlo con uno di sfida verso il gatto e la volpe che la stavano fissando. "Un gatto e una volpe... Che cosa buffa!"
Le due cedettero la prima mossa.
"Coraggioso da parte vostra, ragazze..." disse Shinoda, il quale, lanciando uno sguardo d'intesa con la sorella, partì all'attacco.
"...Ma molto pericoloso." concluse Rage, la quale, dopo mezzo secondo, fu alle spalle delle due, pronta a stringerle nella morsa dell'attacco combinato col fratello.
Questo prese Misaki, la bloccò e la sbatté a terra, mentre Evelyn fu lanciata addosso alla parete. Quasi contemporaneamente le due balzarono in piedi e contrattaccarono, bloccando i due al centro della stanza. Rage volò in alto, aggrappandosi ad uno dei cavi pendenti dal soffitto, dandosi la carica per una discesa in picchiata, puntando sulla gatta che immediatamente l'aveva seguita balzando sui cavi; dietro di lei la volpina l'aveva seguita ignorando Shinoda e facendogli pensare che avesse abbassato la guardia, infatti l'aveva già puntata e partì spiccando il volo verso di lei. Rage volò più in alto attirando a sé Dark Rose, che per un attimo fece segno alla compagna con la mano uno strano intreccio di dita e continuò a seguirla saltando di cavo in cavo: Misaki rallentò un attimo, giusto il tempo perché Shinoda la potesse raggiungere.
Ma all'ultimo momento Evelyn scattò all'indietro buttandosi sulla libellula e facendola sfracellare sul terreno. Rage si fermò a mezz'aria, realizzando che quella era solo una finta e mentre i due ibridi si riprendevano non perse tempo ad attaccare Kitsune distratta, sferrandole un calcio sulla schiena. Lei lo subì, ma in un attimo si aggrappò alla gamba della pipistrella facendole perdere l'equilibrio e costringendola ad atterrare.
"Non vale ragazzi, voi sapete entrambi volare e noi nooo!"
"Ma è questo il bello volpina!" rispose ghignando la maestra, scalciando per levarsela di dosso. Shinoda si era ripreso e aveva fatto momentaneamente sparire le ali attaccando Dark Rose con una raffica di calci e pugni, che lei schivò col tempo sempre meglio mentre osservava attenta lo strano coordinamento degli attacchi.
"Misaki!" gridò ad un tratto, e la volpe mollò la presa su Rage, atterrando vicino all'alleata e sfiorandole la spalla; in un attimo sorrise decisa e balzò all'indietro per evitare un attacco del ragazzo che era tornato subito ibrido.
"Molto bene, sapete come stare al passo di nemici alati a quanto sembra, vediamo ora come ve la cavate con lo scontro aperto!" Rage era atterrata facendo scomparire le ali ma non il resto dell'equipaggiamento vampireo, mettendosi subito in posizione di attacco contro Kitsune e Evelyn intrappolate schiena contro schiena; dall'altra parte Shinoda era in posizione, pronto a scagliarsi contro le due assieme alla maestra, convinto che non gli sarebbero potute sfuggire.
I due caricarono all'improvviso senza dar loro il tempo di accorgersene e in un battito di ciglia erano a pochi centimetri da loro.
Misaki sorrise, Evelyn fece lo stesso. E senza dire nulla la caricò sulle spalle facendo da trampolino perché potesse spiccare un salto verso l'alto.
Kitsune fece un balzo sopra le teste di Rage e Shinoda nel momento in cui esse si scontrarono l'una sull'altra.
Per il contraccolpo del salto Evelyn fu buttata a terra subendo danni, ma almeno evitando l'attacco combinato.
Storditi, i due maestri si fecero subito indietro tenendosi la testa fra le mani: come avevano intuito il modo per schivarli in così pochi secondi?
La battaglia continuò, ogni attacco sembrava venir predetto dalle piccole allieve, predetto... Ma certo!
Shinoda smise di lanciare raffiche di pugni diretti verso Kitsune nel momento in cui si accorse che la ragazza ne stava incassando alcuni di proposito e spiccò il volo allontanandosi verso la sorella dai capelli rosso fuoco: "Rage ho capito, stanno sfruttando le loro abilità in coppia..." e si indicò le mani. Subito Rage si diede una leggera pacca sulla fronte ridacchiando. "Ahahah, questo non me l'aspettavo, complimenti ragazze... MA VI ABBIAMO BECCATE!"
Le due, che giravano intorno ai fratelli sospesi in aria per studiarli e attendere la loro prossima mossa, si fermarono di colpo, incredule e confuse.
"Che avremmo fatto? Sentiamo..." esclamò Misaki con tono di sfida. Shinoda fu ben felice di mostrare l'abilità del suo occhio da cecchino.
"Oooh, è semplice, abbiamo capito che state usando lo schema 'Toccata e Fuga', per così dire! Misaki volontariamente riceve un colpo per entrare in contatto col nemico, scoprire quel che pensa, e immediatamente riferirlo a Evelyn, che studia le mosse dell'’avversario, e sfiorandovi vi mettete d'accordo sul contrattacco. Vi abbiamo fregate, neeeh?"
"Beccate." sentenziarono le due in tono ironico, per poi riprendere, quasi fossero un'unica persona, ad attaccarli con raffiche di calci e pugni a velocità impressionanti.
Mentre lottavano, Rage studiò attentamente come si comportavano le sue allieve, come sfruttavano i loro punti forti, quali erano i loro segni di debolezza e come agivano per difenderli. Poi finalmente decidette che era ora di porre davanti a loro una strategia; si voltò verso il fratello e gridò a gran voce: "Shinoda! Chaos Theory, Eight, Hybrid Bloody Ending!"
Il giovane in un primo momento non capì, ma poi intuì la strategia della sorella: stava usando i titoli e le parole delle loro canzoni per comunicare ciò che dovevano fare. Così atterrò proprio davanti a Misaki e la costrinse ad arretrare al fianco di Dark Rose, e in risposta urlò: "Chaos Theory, Eleventh, Let Them Burn Like The Hell!"
La giovane sorrise e spiccò il volo.
Il terreno venne travolto da una folata a forma di tromba d'aria che prese alla sprovvista Misaki ed Evelyn, trascinandole nella sua corrente verso l'alto. Nemmeno Rage si sapeva spiegare la potenza delle all'apparenza esili ali del fratello, ma se ne era fatta una ragione e gli aveva lasciato trasformare quel punto di forza in una strategia molto efficace; la recluta volpina cercò di allungare un braccio verso l'alleata, ma la potenza del vento era troppo forte e nel suo precedente allenamento non le era stata insegnata alcuna manovra aerea, così non le restò che rimanere impotente in balia del turbine. D'altro canto neanche Dark Rose trovava una soluzione al problema, ma prima che potesse ripensarci, udì distintamente quello che sembrava il testo di una canzone:
"Rage, in the hell nothing matters!"
La vampira in risposta gridò: "Because you can only burn in your blood!"
Detto ciò, si lanciò in picchiata verso Misaki, mentre il fratello fece lo stesso dal basso contro Evelyn.
La prima cadde rovinosamente a terra, mentre l'altra rimase incastrata fra i cavi del soffitto.
"Wooo-hooo! Chaos Theory, il nostro miglior album di sempre! E con la mia canzone preferita... Non ci si poteva aspettare risultato migliore!" esultò Rage battendo prima il cinque poi il pugno al fratello, il quale aggiunse: "Per non parlare della mia canzone, prego! Insieme siamo imbattibili, sistaaah!" gridò di rimando prendendola in braccio.
"Mettimi giù, dai! Hahaha!" ridacchiò la sorella, che per l'imbarazzo era diventata del colore dei suoi capelli.
Nell'attimo di distrazione di quei due, Evelyn si era liberata dalle travi cadendo vicino a Kitsune e insieme si stavano preparando a contrattaccare.
"Pssst, ehy, Misaki, vieni qui!" sussurrò Evelyn all'amica.
"Che c'è?" rispose a bassa voce, sistemandosi occhiali e cerchietto, e prendendole la mano così che non dovesse parlare. Nella sua mente Evelyn stava ripercorrendo gli ultimi minuti di battaglia.
"Canzoni, album, parole..."
Misaki leggendole la mente capì che stava architettando qualcosa, finché all'unisono si dissero: "Ma certo!"
Senza attendere oltre, una prese di soppiatto Shinoda ancora esultante e gli strappò via le cuffie dalle orecchie, facendo partire la musica a tutto volume.
"Ci hanno scoperti..." pensò il giovane.
"Eeeh, già, cari miei... È bastato guardare i vostri movimenti per capire che non erano casuali... È tutto dettato dalla musica! Basta andare a tempo..." disse Evelyn, per poi cedere parola a Misaki: "... E siete fottuti."
"Voi credete, cucciolotte?" disse Rage ridendo di gusto e gettandosi nella penombra della sala.
"Muahahah!" ridacchiò nel suo nascondiglio, emettendo ultrasuoni che disperdevano la sua voce in ogni dove e confondendo le idee a tutti, perfino a Shinoda.
"Rage, ti prego, non perdere il controllo..." disse quest'ultimo con tono rassegnato mentre Misaki lo teneva impegnato.
"Hahaha! È tutto a posto! Non cedo, non cedo..." sussurrò svolazzando fra le avversarie e prendendo l'Mp3 con le cuffiette del fratello. Se le sistemò nelle orecchie e si mise a canticchiare una canzone, posizionandosi vicino all'’interruttore della luce di sicurezza.
"Sooo! Left to Right, Ashes to Dusts... Come on, Shinoda!"
Shinoda comprese all'istante e si liberò dalla presa di Misaki, volando sul soffitto fino a raggiungere una delle luci appese ad esso, direzionandone una direttamente in faccia alle avversarie, che ne rimasero accecate per qualche istante.
"Light..." sussurrò per poi partire all'attacco con un pugno nello stomaco a Misaki.
"...To Dark." concluse grave Rage, sorridendo e spegnendo la luce.
Gli occhi di tutti si impregnarono di un'oscurità talmente penetrante da ferire la vista per l'improvviso cambio di intensità luminosa; la notte era calata in un istante sul campo facendolo piombare nell'incertezza dell'oblio. Nonostante tutto, un paio di occhi grigio-rossastri scivolavano da una parte all'altra della stanza accompagnati da un sorriso sornione.
"Talvolta la luce fa più buio dell'ombra e l'oscurità è più luminosa della luce, vero micetto? So che puoi vedermi."
Le scintille fugaci di due occhi gialli apparvero nelle tenebre, lo sguardo puntato sulle iridi grigie di Rage la quale, a suo agio nell'ombra, sorrideva compiaciuta.
"Tu vedi me, io percepisco te... Muhahaha! Quanto mi diverto!"
Partì all'attacco e si sentì lo stridente rumore degli artigli delle due che cozzavano, poi un tonfo.
Le luci si riaccesero. Evelyn non aveva retto allo scatto di potenza e si era sfracellata al suolo trascinando con sé Rage; le due si stavano sferrando a vicenda pugni a raffica nel tentativo di stordire l'avversaria, ma nessuna delle due prevaleva, anche se il ritmo e la potenza degli attacchi di Dark Rose stava stranamente aumentando. Rage riuscì a incrociare il suo sguardo e si accorse solo ora di quanto fosse alterato.
Riuscita a riprendersi dallo stordimento, Misaki corse in aiuto ma venne frenata da Shinoda, che intercettò il suo attacco e la fece arretrare vicino al muro.
"Lezione di riflessi: vediamo quanto è alto il tuo tempo di percezione!" disse la libellula facendo scomparire le ali e iniziando a sferrare una raffica velocissima di pugni che vennero tutti schivati in tempo per un soffio. La stanchezza cominciava a sopraggiungere inesorabile, mostrandosi sulle fronti imperlate di sudore, ma nessuno aveva intenzione di mollare; sfortunatamente c'era un motivo se Shinoda e la sua sorellina erano l'una capofazione e l'altro un maestro cecchino, e in breve tempo Dark Rose e Kitsune si ritrovarono nuovamente schiena contro schiena.
"Morte e vita, Yin e Yang, Ombra e Luce, sorella e fratello..." i due, dicendo ognuno la parte che lo rappresentava, giravano intorno alle allieve, le quali non intendevano arrendersi.
Ma vedendo la situazione e capendo che il limite di Evelyn era prossimo, Rage smise di combattere e fece sparire le sue grandi ali grigio-nere e le orecchie ultrasoniche.
"Cosa fai Rage, non avete ancora vinto!" ringhiò Misaki.
"Mi piace il tuo carattere, sarai di sicuro una buona allieva!" ridacchiò Rage, stendendo un braccio davanti a sé e chiudendo gli occhi. "Ma il capo sono io e ho deciso che lo scontro è concluso." concluse. Shinoda comprese e tornò umano.
"Comunque ecco la valutazione di oggi: Misaki, hai usato bene la tua abilità in coppia con Evelyn, e tu hai dimostrato una grande capacità di logica. Ma dovete architettare almeno due o tre strategie di fila differenti per confondere l'avversario, e soprattutto se volete lavorare in coppia, dovete imparare a sfruttare meglio le possibilità di entrambe. Misaki, in alcuni momenti hai fatto troppo affidamento sulla lettura del pensiero; Evelyn, devi migliorare la tua performance al buio, non credo che Memphis ti abbia mai preparato a questo, vero?"
Shinoda si lasciò scappare un sorriso: le valutazioni di sua sorella avevano sempre qualcosa da ridire.…
"Vi conviene riposarvi, si vede lontano un miglio che non ce la fate più... E tra qualche ora Evy ha pure un altro allenamento con quel rompiscatole di un Memphis, giusto?" disse Shinoda, il quale a sua volta aiutò Evelyn. Questa scosse la testa come improvvisamente risvegliata da una sorta di trance, senza accorgersene; i suoi occhi tornarono viola e perse l'aspetto di un felino.
"S-si giusto, hai ragione..." borbottò infine ripresasi.
Misaki alzò un sopracciglio turbata, ma non ci fece molto caso: "Beh, allora andiamo a riposarci!" esclamò salutando la sua maestra con la mano e dirigendosi verso la porta, come se nulla fosse successo, come se non avessero appena distrutto la sala delle armi. In effetti loro AVEVANO distrutto la sala delle armi, dato che alcune di queste ultime erano sparse per il terreno a causa del turbine di Shinoda, per fortuna senza ammaccature gravi.
"Kitsune, ehm, Misaki..."
La ragazza si voltò un poco incrociando lo sguardo della maestra, che teneva le mani dietro la schiena quasi a nascondersi.
"Sì, Rage?"
"Benvenuta." disse sorridendo fino a chiudere gli occhi.
"Grazie! A domani allora, Maestra Rage!"
"Oooh chiamami Rage, altrimenti allenamento doppio domani, ok?" sbuffò la capofazione con ironia avviandosi verso la porta.
"Forza, va a riposarti prima che mia sorella cambi idea!" disse Shinoda a Evelyn, con tono d'incitamento. Senza farselo ripetere due volte, la ragazza scomparve silenziosamente dietro la porta, accompagnata da un: "Buona giornata allora!"
I quattro si diressero verso i propri alloggi per riposare un po'in vista delle loro prossime missioni e/o allenamenti. Ma c'era qualcuno che non aveva voglia di farlo.
Misaki si stava riposando nella sua stanza, sdraiata sul suo basso e lungo letto di legno, sotto il quale aveva sistemato un futon, tipico giaciglio orientale, mentre osservava l'arredamento della sua semplice camera 4 per 4: ai piedi del letto si trovava un mobile in legno blu, su cui aveva trasferito permanentemente il suo stereo e il PC. Alzò lo sguardo sulla parete dietro di lei, dove spiccava una finestra di medie dimensioni. Un servizio di the giapponese, per la rituale cerimonia del the, era riposto con cura dall'altra parte della stanza.
Stava quasi per addormentarsi nella quiete del dolce silenzio quando sentì qualcuno bussare alla porta: "Ehy, Misaki..." era la voce di Rage.
"Oh, salve Rage! Prego, entra!" rispose lei alzandosi dal letto e andando ad aprire la porta.
Scura in volto, la ragazza entrò a passi lenti, guardandosi intorno.
"Bella camera!" esclamò ad un certo punto Rage.
"Grazie, ci tengo ad unire le mie tradizioni giapponesi con le vostre..."
"Davvero bella, non c'è che dire. Comunque... Ero venuta a congratularmi con la mia nuova allieva... Sul serio, tu ed Evy siete fortissime e avete dato parecchio filo da torcere a me e a Shinoda!" esclamò sorridente la caporeparto, avvicinando un pugno chiuso all'’altezza delle spalle per enfatizzare l'esclamazione.
"Davveeerooo?" domandò incredula e con gli occhi lucidi la ragazza-volpe.
"Davvero. E per questo... Sono andata qualche minuto fa a chiedere alle alte sfere se avessero potuto trasferire te e Evy nella stessa stanza..."
Misaki si alzò sulle punte dei piedi e la guardò speranzosa: "Davvero? Hanno detto di sì, vero?"
Rage si scurì in volto e imbronciata disse: "Mi dispiace, ma..."
Fece una pausa. Poi alzò la testa e raggiante esclamò: "Ma hanno detto di sì!"
"Yeee! Per un attimo mi hai fatto spaventare! Hahaha!"
Kitsune le diede un leggero pugno sul braccio fingendo di essere offesa, ricevendone uno di risposta, e rimandandolo indietro. "Vuoi la guerra eh?"
Rage non rispose, anzi, rimase ferma sul posto con un'espressione vacua sul viso.
Misaki si spaventò: "Rage stai bene?"
La caporeparto le svenne davanti agli occhi.
"OOOHSANTOCIELOOO!" gridò atterrita Misaki, accovacciandosi su di lei e cercando di sentire con l'orecchio se respirasse ancora.
"Cosa faccio cosa faccio cosa faccio?" la ragazza si guardò attorno freneticamente senza sapere come muoversi e nel tentativo di prendere in mano la situazione stese la maestra sul futon.
"Tu resta ferma, io adesso chiamo Shinoda, ok? Torno subito!" disse e si fiondò fuori dalla stanza alla ricerca di soccorsi, trovandoli subito a pochi metri da lì: infatti Shinoda si stava incamminando per quel corridoio e non appena lo incrociò le prese per un braccio e trascinò di forza fino in camera sua.
"Presto, dobbiamo fare qualcosa!" accennò senza riuscire a parlare, mentre guardava il ragazzo controllare lo stato di salute della sorellina.
"Oh no, accidenti... Da quanto è così?" chiese Shinoda rivolgendole un'occhiata carica di preoccupazione.
"D-da circa venti secondi." balbettò lei.
"Presto, vieni ad aiutarmi." continuò lui e insieme la adagiarono sul letto di legno. Misaki le mise una mano sulla fronte per controllare la temperatura: "Oh no, scotta tantissimo!" esclamò preoccupata, ma in quel momento le apparvero nella mente tutti i ricordi della ragazza e si rese conto di quello che aveva fatto.
"R-Rage. C-come fai a vivere così?"
Ritirò la mano di scatto, interrompendo il flusso e guardandosi la mano come se l'avesse appena usata per uccidere un compagno, maledicendosi a bassa voce.
In quel momento Rage strizzò gli occhi e lentamente li aprì, biascicando confusa: "M-Ma che succede?"
Misaki e Shinoda le spiegarono quello che era successo, concludendo con un: "Questo è tutto Rage."
La vampira socchiuse gli occhi e mosse faticosamente il braccio per fare cenno di avvicinarsi: "Misaki... Vieni qui vicino... Ti... Ti devo dire una cosa..."
Si avvicinò.
"Più vicino..." sussurrò con un fil di voce, quasi stesse morendo.
"Che hai Rage?" singhiozzò.
Si avvicinò al suo orecchio. "Misaki... Tu..."
Fece una pausa e fece un occhiolino al fratello, senza farsi beccare da Misaki.
"Io?" domandò la ragazza.
"Misaki... Te... BUUUH!" le strillò nell'orecchio.
"Aaaah! Rage, cazzo!" urlò lei a sua volta, facendo un balzo indietro e finendo in braccio a Shinoda. I due fratelli scoppiarono a ridere fino alle lacrime.
"Ben fatto Shinoda, sicuro di non voler far l'attore oltre al cantante?"
"Sicuuurooo! Hahaha! Piano perfetto!" rispose lui battendole il cinque e aiutandola ad alzarsi dal letto.
"Che diavolo...?" domandò Evelyn fiondandosi nella stanza con il fiatone. "Rage, non stavi male? Shinoda mi aveva chiamato per un'emergenza!"
"Sì, sì, ceeerto! Muhahaha!" ridacchiò suo fratello.
"Era tutto parte del mio diabolico piano! Vi spiego: Shinoda, in combutta con me, voleva testare i riflessi di Misaki."
"Perché?!" la interruppe la ragazza.
"Muhahaha! Per puro sadismo, ovvio!" rispose Shinoda trattenendosi il petto con le mani e facendo l'imitazione della sorella.
"Ma la febbre? Nessuno può fingere di avere la fronte calda come un forno!" obiettò Misaki imbronciata.
"Ma anche per quello c'era una spiegazione: sotto forma di barattolino di peperoncini piccanti nascosto dietro la schiena da Shinoda stesso."
Realizzando il sadismo/masochismo con cui era realizzato quel piano, la ragazza spalancò la bocca dallo sconcerto: "Scusa ma quanti ne hai mangiati!?"
"Parecchi." fu l'unica risposta di lei.
"Ma conosco altri modi, ho i miei attacchi ed assi nella manica. Aspettati tutto da tutti! Comunque... Hai buoni riflessi, sarai un'ottima allieva!" affermò poi mollandole una pacca sulla spalla. Finito lo scherzo, i due fratelli si congedarono cordialmente offrendo alle due un po'di peperoncini e ricevendo in risposta un: "MA ANCHE NO!", così se ne andarono. Rimaste sole, Evie poté osservare in tutta calma l'arredamento orientale della stanza: "Che bello. Questo è un vero futon? L'ho sempre visto solo nelle illustrazioni dei libri..."” commentò a bassa voce mentre passava una mano sul particolare giaciglio. Misaki le prese entrambe le mani e la fece sedere sul basso letto orientale: "Che bella notizia. Sono contenta che ti piaccia questa stanza perché Rage ha ordinato che ti trasferissi qui con me..."
Non fece in tempo a finire la frase perché fu interrotta dall'esclamazione sconcertata di Evelyn: "WHAT!?"
"Tranquilla, ora ti spiego: Rage è venuta qui per dirmi che sono andata bene e ad un certo punto è svenuta, ma era solo un piano per testare i miei riflessi, ma io non lo sapevo, così l'ho stesa a terra e le ho controllato la fronte, ma per sbaglio le ho letto nel passato... È stato un incidente, lo giuro!" esclamò tutto d'un fiato.
"Frena un attimo! Che cosa hai detto prima?"
"Uhm, che sono contenta che ti piaccia la stanza?"
"Un po'dopo."
"Che... Rage è venuta a dirmi che sono andata bene?"
"Non ci girare attorno Misaki."
La ragazza non trattenne un sorriso mentre rispondeva: "Oooh! Intendi che ha ordinato il tuo trasferimento in questa stanzaaa?”"
Dark Rose la fissò incredula.
Una compagna di stanza?
Non aveva mai ricevuto nulla che non centrasse con gli allenamenti, mai avuto una fortuna simile!
"... Appunto."
"Nuooo stai scherzando vero? Non ci posso credere!"
"Yeeeeee!" esultò a sua volta l'amica che, balzando in piedi, girava per la stanza a grandi salti travolgendo ogni cosa sul suo cammino.
Ci vollero complessivamente tre millisecondi di tempo perché metà della stanza fosse sgombera e pronta per ospitare la nuova compagna si di stanza; Evelyn arrivò con in spalla uno zaino nero con disegnate sopra sottili scariche blu elettriche stracolmo di libri, e insieme a Misaki riuscì a spostare la mobilia. Mentre sistemava le sue cose si ritrovò fra le mani il suo quadro dell'esplosione e frettolosamente lo cacciò in fondo allo zaino.
"Eeehi, che cos'era quello?" chiese subito Kitsune sbucandole da dietro la spalla.
"N-Niente, non era niente Misaki... E non ti azzardare a leggermi la mente che così non vale!" protestò la ragazza voltandosi di scatto indietreggiando contro la parete e finendo per sbattere con la schiena, provocando una risata della neo compagna di stanza.


Dormitorio n.8, ore 23:47


Tutto l'edificio centrale era sprofondato nella più completa ed apparente pace, finalmente giunta dopo una giornata sicuramente faticosa per tutti. Ormai era giunta l'ora di dormire, ma i due fratelli non ci riuscivano.
"Shinoda..." sussurrò Rage, girandosi dall'altra parte del letto per incrociare gli occhi del fratello, dall'altra parte della stanza.
"Dimmi." Biascicò lui aprendo gli occhi. La vampira si alzò dal letto, avvicinandosi a quello del fratello, e ci si sedette sopra. Abbassandosi al livello della sua testa gli sussurrò nell'orecchio: "Ce l'ho fatta a non cedere, hai visto?"
Sorrise, un sorriso triste e confortante allo stesso tempo. "L'hai fatto per lei, vero?"
"Per lei, sì... Ruby..." disse scurendosi in volto per un momento, per poi continuare con un sorriso raggiante: "E siamo stati bravi a farle quella prova, nééé? Hahaha!"
"Eh, già!" Shinoda si mise a sedere e la prese per le spalle sbattendola sul letto senza farle troppo male: "Ma non farlo più, capito?" precisò ironico, certo che non sarebbe stata l'ultima o la penultima volta. Sentendosi rimproverare Rage sbottò scherzosamente tirandogli un energico ganascino: "Uff... Capito... Beh, perlomeno so di poter contare ciecamente su di lei!"
"Già, è in gamba. Ora dormiamo, dai, è tardi infondo..." il fratello si stese nuovamente e senza attendere una risposta si girò dalla parte del muro e piombò nel bivio che divideva il reame dei sogni dal regno degli incubi, e gli toccò affrontare quest'ultimo, ancora una volta.
"Ok, va bene..." disse in tono seccato la sorella, lasciandolo finalmente in pace per tornare fra le sue coperte, al sicuro dal resto del mondo.
In quel momento, nel corridoio accanto, altre due voci rompevano il silenzio posatosi pacatamente su ogni cosa, quasi un caldo manto di neve scura e ovattata.
"Ehy..." sussurrò Evelyn.
"Sì?"
"Sei contenta?"
"Ma certo!" biascicò Misaki con la bocca impastata per la stanchezza, girandosi verso di lei.
"Ma... Che dicevi a proposito di Rage prima?"
   
 
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