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Autore: Giulia_oned    24/07/2014    2 recensioni
Harry. All'anagrafe del mondo magico Harold Edward Malfoy. Sangueblu. Fiero, arrogante, pieno di sé, estramente affasciante e terribilmente bello. Un degno Serpeverde.
Jennifer Joyce, una Grifondoro.
Una rossa super-intelligente e con una media fuori dal normale. Ovviamente tutte le materie con il maggiore punteggio possibile, e questo per sei anni di fila per tutti gli esami. Era una mezzasangue. Suo padre era un avvocato di fama mondiale nel mondo dei babbani, ma un insignificante nome per la storia magica. Sua madre era la portatrice del gene magico. Dopo aver ricevuto la sua lettera si era ripromessa di non deludere i suoi genitori e di diventare un'ottima maga.
"Ehy dolcezza che si dice?" disse intrappolandola tra il suo corpo e il muro del corridoio.
"Niente di nuovo Malfoy, e ora lasciami passare devo andare a lezione" sbuffò spazientita la ragazza.
"Tu conosci me... Ma io non te... Dimmi piccola qual'é il tuo nome?" disse giocando con lei. Lei era intimorita dalla vicinanza dei loro volti, e nonostante cercasse di negarlo era incredibilmente attratta dal riccio. Stava per cadere nella sua trappola quando i pensieri la riportarono a qualche settimana prima.
"Malfoy, si che mi conosci, non fare l'
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry. All'anagrafe del mondo magico Harold Edward Malfoy. Sangueblu. Fiero, arrogante, pieno di sé, estramente affasciante e terribilmente bello. Un degno Serpeverde. 
Essere il più ricercato, il più amato e il più stimato di Hogwards, per Harry significava avere una ragazza diversa nel suo letto ogni notte. Essere, inoltre, il cercatore della sua casata gli dava quel fisico asciutto e muscoloso. I suoi ricci sudati dopo una partita lo rendevano "altamente scopabile", a detta della popolazione femminile, e per questo la fila di ragazze e le spudorate avance non gli mancavano.
Era scaltro e sin dal primo anno aveva mostrato un'indiscussa capacità nella arti magiche e, ovviamente, nel Quiddich. L'unica pecca era il suo comportamento ribelle e "selvaggio". Si selvaggio, come la sua riccia capigliatura. Odiava le regole e non aspettava, o pensava, un secondo per infrargene qualcuna. I suoi migliori amici erano esattamente come lui, levando forse l'innata fama di puttaniere. Louis William Tomlinson, Grifondoro, era il suo celebre migliore amico. Era un bambino cresciuto e "intappolato" in un corpo da semi-adulto. Non che non gli piacesse avere un fisico come il suo, anzi, aveva diverse pretendenti pure lui. Ma la parte migliore della spalla destra del cercatore Serpeverde era sicuramente il suo carattere. La fresca vivacità, l'essere sempre allegro e in vena di scherzi riempivano i corridoi della scuola di risate o, a volte, scleri dei professori o delle malcapitate ragazzine, poverine!, che subivano gli scherzi del Grifondoro. La cosa che invece nascondeva, sotto il ciuffo sempre alzato e sbarazzino, alle persone che non lo conoscevano e che non rientravano nella sua cerchia di "amici cari", era la sua bontà e l'essere sempre pronto ad aiutare l'amico in difficolta. 
Nonostante il suo fanciullesco comportamente era uno degli studenti più eccellenti nella storia magica e in pozioni. Un vero e proprio asso. La sua vena artistica, si fa per dire, fece subire al suo caro Zayn Malik uno dei suoi tiri sinistri, tramutando il bel mulatto in una specie troll puzzolente. Il corvonero, tra l'altro eccellente mossa del Cappello Parlante per la scelta della casata per il ragazzo, era l'incarnzione del ragazzo perfetto. Dolce, premuroso, affidabile e un fidanzato fedele. Che dire, il ragazzo da presentare ai genitori. La sua indole misteriosa e riservata lo rendevano affascinante agli occhi delle belle fanciulle e della sua, ormai storica fidanzata. Gli occhi allungati, con folte ciglia scure, i capelli corvini sempre perfetti e il suo sorriso avevano colpito l'attenzione dell'affascinante Penelope Paciock, anche lei Corvonero dai lunghi capelli neri. I Tassorosso Niall James Horan, irlandese fiero, e Liam James Payne chiudevano il fantastico, ammirato e celebre quintetto della cerchia di Harold Malfoy. Il biondo, con occhi azzurri da far concorrenza al cielo, era un asso in Dragologia e in relazioni serie e durature. Eccellente qualità, quest'ultima citata, presente anche in Liam. Le loro ragazze, Natalie Potter quella dell'irlandese e Jennifer Quadford dell'altro, erano le persone più felici su questa terra, poiché rempite di attenzioni e di amore da parte dei loro fidanzati, due ragazzi in gamba e terribilmente sdolcinati.
Tutto quell'amore che circondava il riccio gli dava la nausea. Perché riservare tutto quel ben di Merlino a una sola ragazza, quando i suoi genitori lo avevano educato alla generosità? Per questo lui e la sua spalla destra dagli occhi azzurri e dal ciuffo sbarazzino avevano stillato una lista di ragazze adatte agli scopi, non proprio puri, del Cercatore verde-argento. In quella lista, oltre alle solite ragazze paragonabili alle cheerleader del mondo babbano (bionde, stupide e pronte a tutto, senza offesa per quelle povere ragazze, che colpa avevano se madre natura non le aveva dotate di cervello?) dei telefilm americani, c'era una ragazza in particolare che aveva attirato l'attenzione del Serpeverde sin dal primo anno.
Jennifer Joyce, una Grifondoro.
Una rossa super-intelligente e con una media fuori dal normale. Ovviamente tutte le materie con il maggiore punteggio possibile, e questo per sei anni di fila per tutti gli esami. Era una mezzasangue. Suo padre era un avvocato di fama mondiale nel mondo dei babbani, ma un insignificante nome per la storia magica. Sua madre era la portatrice del gene magico. Dopo aver ricevuto la sua lettera si era ripromessa di non deludere i suoi genitori e di diventare un'ottima maga. Col tempo era diventata la migliore in tutti i corsi. E quando intendo tutti, intendo proprio tutti i corsi presenti ad Hogwards. Da Storia degli Gnomi a Babbanologia (materia in cui eccelleva, visto la sua familiarità con il mondo non magico). Oltre ad essere una studentessa modello, stimata dai professori e ammirata da molti giovani (visto che era una bellezza più unica che rara) era la cercatrice Grifondoro. Era abilissima e riusciva a stare in equilibrio, se non a fare acrobazie da ginnasta (visto che lei lo era tolte le vesti da mago!), sulla scopa come se nulla fosse. I Grifondoro cattuaravano quasi sempre il boccino. Solo Malfoy reggeva il confronto, sempre testa a testa per il numero di partite vinte o perse, con mezzi non proprio puliti e con poco fairplay da parte dei (e soprattutto del) discendenti di Salazar.
Aveva vinto la coppa tre maghi durante il suo quinto anno.
Nonostante la sua bellezza e le sue indiscusse abilità, era una ragazza schiva e timida, sempre immersa nei libri o in compagnia del suo migliore amico, gay tra le altre cose, Josh Greenward. Passava le giornate invernali con un maglione di lana caldo, una tazza fumante di cioccolata e un libro in mano, stando sdraiata nella sala nella torre della casata Oro-rossa sulle gambe di Josh beandosi delle sue carezze, o semplicemente ascoltando i suoi pettegolezzi. 
Le giornate di bel tempo le passavano alla stessa maniera sdraiati però all'ombra di un albero, o facendo passeggiate, o lunghi bagni nelle acque calde del Lago Nero. Il suo gatto era esattamente come lei. Oltre a seguire la padrona ovunque era un acuto osservatore e con il suo manto rossiccio e gli occhi grandi verdazzurri non passava inosservato, come, d'altronde la sua "amica umana". Il trio, maghi e gatto, era inseparabile e i due maschi erano pronti a tutto per difendere la Loro donna, tirando fuori gli artigli se necessario. Forse per questo il bel Serpeverde non si era ancora permesso l'onore di averla nel suo letto, visto che, se l'avesse fatta soffrire si sarebbe dovuto subire i pugni ben serrati del portiere Greenward, doppio di lui, con due bicipiti da spaventare anche il vostro amato narratore, o dei graffi di Mr. CheschireCat (Stregatto per voi babbani) .
Era una fredda giornata di Gennaio quando il riccio fece le sue prime avance alla rossa per depennare il suo nome, l'ultimo, dalla lista.

"Ehy dolcezza che si dice?" disse intrappolandola tra il suo corpo e il muro del corridoio.
"Niente di nuovo Malfoy, e ora lasciami passare devo andare a lezione" sbuffò spazientita la ragazza. 
"Tu conosci me... Ma io non te... Dimmi piccola qual'é il tuo nome?" disse giocando con lei. Lei era intimorita dalla vicinanza dei loro volti, e nonostante cercasse di negarlo era incredibilmente attratta dal riccio. Stava per cadere nella sua trappola quando i pensieri la riportarono a qualche settimana prima.
"Malfoy, si che mi conosci, non fare l'idiota visto che già mi hai fatto cadere dalla scopa la scorsa settimana!" esclamò esasperata.
Il cercatore si avvicinò al viso della cercatrice per baciarla. Lei si spiaccò il più possibile al muro, quando la voce penetrante e acuta di Cassandra Lovegood, un nome una garanzia, fece staccare il ragazzo dal corpo della giovane. Jennifer ne approfittò, raccolse la sua tracolla e, richiamato Cheshire, scappò in classe. 
"Ehi Harry non mi saluti?" disse la bionda con voce, a suo parere seducente, suscitando nel riccio un vago senso di nausea. Cassie era la cosidetta "ruota di scorta", che veniva usata quando il riccio rischiava una notte in bianco. Non che a lei dispiacesse.  
"Si...- disse e dopo un attimo di silenzio-Ciao Clarisse" disse avventandosi sulle labbra della giovane e trascinandola nei vicini bagni. Anche se Harry aveva sbagliato il suo nome, come tutte le volte che erano stati insieme, non le importava. Tanto riceveva sempre quello che bramava.

"Non sai quello che mi é appena capitato" sbuffò la rossa sedendosi stancamente sulle panche della sala comune appoggiando la sua amata e fedele tracolla marrone, con il simbolo dei Grifondoro ricamato da lei stessa in oro e rosso. I capelli uscivano scomposti dalla treccia ormai disfatta.
"Dimmi tutto Honey" disse teneramente Josh continuando a mangiare la sua zuppa di zucca (scusate l'assonanza).
"Quella sottospecie di Serpeverde ha appena cercato di baciarmi, sperando poi in un sequel, in corridoio!" replicò rimettendo a posto ordinatamente i capelli e iniziano a mangiare. Lei era una patita dell'ordine e odiava essere circondata dal disordine. L'opposto del ragazzo dallo sguardo smeraldino.
"Chi tra la tanta feccia?". Tra Josh e l'altra casata non era mai corso buon sangue. Non sopportava la squadra avversaria perché meschini e sempre pronti per un tiro mancino.
"Harold!".
"Oh per la barba di Merlino! Stai dicendo che quel figo allucinante ci ha appena provato e tu lo hai rifiutato?" disse urlando come una ragazzina a un concerto dei suoi idoli. 
"Abbassa la voce...- lo rimproverò, infatti il riccio, sentitosi preso in considerazione (vanità per nulla presente nel suo carattere) aveva agitato la sua bacchetta di nero mogano (a detta di molti dello stesso colore della sua anima, bello e dannato) aumentado la sua sensibilità uditiva- si é quell'imbecille ha fatto pure finta di non conoscermi. Come se non sapessi come abborda le ragazze!"
-Dunque mi aveva osservato- pensa immediatamente il cercatore.
"Ma stai un po' zitta! Gli sbavi dietro dalla prima!"
"Non è vero- le guacie erano diventate un tutt'uno con i capelli- ho solamente detto che é effettivamente un bel ragazzo... ma é un tale stupido, non mi piace come tratta le ragazze"
-Dovrei essere meno generoso? Però é anche vero che devo vincere questa scomessa con Lou... Altrimenti mi costa servirlo e riverirlo per un mese se non finisco entro quest'anno... Beh che la trappola abbia inizio- pensò il giovane Malfoy.
"Suvvia SweetHeart anche se te lo fai una volta non succede niente!" la rimproverò scherzosamente Josh "E poi quasi quasi organizziamo una cosa a tre..." 
La rossa sprofondò nell'imbarazzo più totale. Lei che non aveva mai avuto un ragazzo ora doveva sconvolgere la sua vita...
"Per Morgana Josh ma che dici? Sei impazzito! Lo sai che io sono..." arrossì vistosamente a quel pesiero. 
Dall'altra parte della sala comune il riccio aumentò il volume dell'incantesimo per sentire la sua voce, ma venne stordito (attirando su di se l'attenzione di molti) dalla voce squillante del suo (purtroppo) miglior amico, facendo scaturire nel riccio un acuto dolore alle orecchie e un urlo grottesco per l'intensità del suono.
"Ma dico io! Tu stavi origliando! Chi é la tua prossima vittima?"
"Merlino Lou! Mi hai mandato in pappa le orecchie! E comunque ho un piano per la tua adorata compagna" ghignò soddisfatto.
"Ma chi la Joyce?" chiese stupendosi il Grifondoro.
"Esattamente" sorrise sghembo mettendo in mostra le fossette.
"Perfido!" soffiò l'altro.

Da quel giorno il giovane Serpeverde iniziò a fare una corte spietata alla giovane Grifondoro. Lei, dal canto suo, era onorata dalle attenzioni del riccio e iniziò a trovarlo anche simpatico. Era, però (e purtroppo per il povero Malfoy) sempre diffidente e non era per niente convinta del suo ambiguo comportamento, sospettava ci fosse dietro qualcosa. 
Lui fece proprio di tutto. Le fece consegnare fiori (tulipani per precisione, i suoi preferiti) a nome suo. Le offrì diverse burrobirre. Acconsentì, durante una breve interruzione delle lezioni (a causa di un esperimento andato male che aveva allagato quasi interamente la scuola), ad accompagnarla nel mondo babbano per fare "shopping". Dopo l'imminente sforzo del ragazzo, lei lo portò a vedere una partita di calcio (uno sport babbano simile al Quiddich, a detta del mago).
Passarono alcuni pomeriggi insieme. E sorprendentemente Harry la portò sotto un albero, in una bella giornata di sole, e, dopo essersi appoggiato al tronco, la fece stendere sull'erba verde, facendole poggiare la testa sulle sue gambe. Le aveva accarezzato dolcemente i capelli mentre parlavano tranquillamente.  Lui fece sbocciare tulipani intorno a loro e fece fiorire l'albero, e facendo alzare una leggera brezza, fece volare i fiori... E i suoi capelli iniziarono a muoversi sinuosamente. Si mise seduta e schioccò un leggero bacio sulla guancia al ragazzo che rimase sorpreso. Lui, dovette ammettere che conoscere una ragazza ed avere un dialogo normale non era poi così male. 
"Chiudi gli occhi" gli disse lei dolcemente. Lui eseguì e lei prese la sua mano destra, facendo rivolgere il palmo verso l'alto. Con la faccia concentrata sul suo palmo e la bacchetta impugnata saldamente, apparì agli occhi del moro (o meglio al suo occhio destro, visto che stava sbirciando) incredibilmente irresistibile. Era bella. No, bellissima.
"Apri gli occhi"
Fece nascere una farfalla rossa che, dopo aver sbattuto le ali un paio di volte, volò via. Lui rimase affascinato.
"Dove lo hai imparato?" chiese sorpreso.
"Sai essere un topo di biblioteca a volte torna utile" 
"Beh allora sei il topo più bello che io abbia mai visto" le sorrise. Lei si imbarazzò e divenne dello stesso colore dei capelli. Era anche lusingata dal complimento del riccio e si senti perdutamente innamorata.

Lui le fece conoscere anche la sua cerchia di amici. Lei legò in manier incredibile con tutti e in particolare con le tre fidanzate dei ragazzi. Chiaccheravano spesso insieme e andavano insieme ai Tre Manici di Scopa per una burrobirra. Passarono molto tempo tutti insieme, anche se i due ragazzi si appartarono spesso per stare insieme. Lei, ovviamente, non rinunciò al suo migliore amico che lentamente cambiava opinione sul Serpefeccia.

Un evento che fece completamente crollare le bariere ( e i dubbi) di lei, si verificò durante l'ultima partita del campionato. Serpeverde contro Grifondoro. 
"Buona fortuna Malfoy e occhi sul boccino" rise divertita Jen.
"Ne servirà di più a te cara Joyce!" rispose beffardo nella sua divisa smeraldina. 
"Che vinca il migliore!" esclamò lei prima (e dopo avergli lascito un bacio sulla guancia) di andare dalla sua squadra che stava per mettersi in formazione.
Lui la guardò andare via, si muoveva sinuosa, con le sue gambe lunghe e il caschetto a comprimere la folta chioma rossiccia raccolta in una bassa treccia che cadeva ( e seguiva i movimenti) sulla schiena.
Iniziata la partita i due cercatori cercarono disperatamemte il boccino. Jen lo avvistò per prima e si tuffò in picchiata per raggiungerlo. Harry la seguì a ruota. Volarono, inseguendosi, per diversi minuti senza afferrare il boccino, che ad un certo punto, arrivato al centro dell'arena, schizzó verso l'alto, passando in mezzo agli altri studenti che volavano sulle loro scope. Harry passò a lato mentre Jen, in una mossa avventata salì verso l'alto dal centro del campo. Superò gli altri che giocavano tra i sei anelli (tre per parte) e si raddrizzò, visto che l'aggeggino d'oro stava ora schizzando in orizzontale. Si arrampicò sul manico e si mise in piedi. Lentamente, mentre la scopa procedeva velocemente, avanzò verso il boccino. Lo aveva tra le mani, vinto. Grifondoro aveva vinto! 
Non fece in tempo a girarsi e riprendere il controllo della scopa che venne colpita in pieno da un bolide. La scopa si spezzò a metà e lei avvertì un dolore lancinate alla gamba destra perdendo i sensi. Fu un attimo, e sotto gli occhi preoccupati di tutto lo stadio inizio a cadere nel vuoto da un'altezza impressionante. 
Il cercatore verde rimase ghiacciato sul posto con una preoccupazione negli occhi inquantificabile. 
Harry non aspettò una frazione di secondo e si tuffò al suo seguito. La raggiunse e la caricò con se sulla sua Nimbus di ultima generazione. Era li, che giaceva svenuta tra le sue braccia ed era preoccupatissimo. Appena toccò terra, venne accolto da un boato di applausi e fischi d'approvazione. Lui non se ne curó più di tanto mentre venne raggiunto dalle infermiere, da Madame e dai compagni di squadra. Josh con un volto più che preoccupato si avvicinò alla ragazza. Le sfiorò una guancia, con fare apprensivo, ma la lascio tra le braccia del Serpeverde. Si fidava di lui e con un'occhiata glielo fece capire. Il riccio annuì.
"Harry lasciala, ora se ne occuperanno loro" affermò la professoressa.
"No, devo andare con lei. É la mia fidanzata, non la lascio!" detto questò la strinse di più a sè e la portò personalmente in infermeria, dove rimase, con ancora la divisa sudata, tutta notte, seduto su una poltrona a lato della sua brandina, tenendole saldamente la mano, per evitare che se ne andasse.

La sua squadra non festeggiò la vittoria del campionato, avrebbero aspettato la loro cercatrice d'oro.

La mattina dopo Jen si svegliò presto. La gamba ingessata e il boccino accanto al letto. Si ricordò dell'incidente, ma, appena notò Harry, seduto addormentato in maniera (a parvenza sua) scomodissima, rimase sorpresa. Lui era li, con la testa sul materasso e le loro mani intecciate vicino al volto, solo per lei.
Cercò di svegliarlo lentamente per farlo sdraiare al posto suo. Era terribilmente bello e adorabile. I ricci scompigliati, ricadevano distrattamente sul cuscino, le labbra sottili distese in un sorriso. 
Gli accarezzò una guancia e lui mugugnó un po'. In quel momento entrò Lavinia, l'infermiera.
"Ben svegliata raggio di sole! Sai che hai un fidanzato meraviglioso! Ieri ti ha inseguito, quando sei caduta dalla scopa, e non ti ha lasciato neanche per un secondo!" escalamò gioiosa.
"Lu-lu-lui ch-che cosa? Ha...ha f-fatto lui... Cioé mi ha salvata lui?" chiese piacevolmente sorpresa.
"Si ha fatto tutto lui... Lo dovevi vedere era preoccupatissimo! La gamba dovrebbe guarire entro un paio di giorni, hai una bella frattura scomposta, ti ho dato un filtro ma prima di una settimana non potrai camminare, mi dispiace tesoro!"
"Oh non ti preoccupare Lavinia grazie infinite!" esclamò contenta prima che la donna uscisse dalla stanza.
Dopo una decina di minuti ad osservare Harry, -molto egoisticamente- pensò, decise di svegliarlo. 
Riuscì nel suo intento e non appena vide i suoi occhi smeraldini, sorrise contagiando anche il ragazzo.
"Ehy piccola finalmente ti sei svegliata... Come ti senti?" le chiese subito non appena ebbe puntato i suoi occhi in quelli cristallini di Jen. Si riaddrizzò sulla sedia per poi prendere posto sulla brandina.
"Se mai tu ti sei svegliato...-ridacchiò leggermente- comunque bene... Ehm non riuscirò mai a sdebitarmi a dovere per avermi salvato la vita" esclamò lei abbassando lo sguardo sulle coperte bianche della brandina.
Lui dolcemente le prese il volto tra le mani, sciogliendo l'intreccio di dita ormai intorpidite, e le baciò la punta del naso. Passò poi alla fronte, alle guancie, scese sul suo collo facendo su e giù fino al limite della maglietta, per poi morderle scherzosamente il lobo.
Lei rimase immobile. Sopraffatta dai suoi sentimenti, che ormai dopo quasi cinque mesi, si erano intensificati a dismisura.
"Magari con un bacio potresti pagar pegno..." le sussurò piano facendolo sentire solo a lei, anche se nella stanza non aleggiava neanche un fantasma.
Lentamente Harry si tirò indietro per puntare i suoi occhi nei suoi. Lei mosse la testa. Il riccio avanzò, appoggiò la sua fronte su quella della rossa. I nasi si sfiorarono delicatamente fino a quando, stanca di aspettare, lei si mosse intrappolando le labbra del ragazzo con le sue. Le labbra si modellavano l'una sull'altra e Harry giurò di star dando il bacio più bello della sua vita. Lei sapeva della fama del ragazzo, e che azzardando in quella maniera, stava rischiando. Ma per il ragazzo dolce e premuroso che aveva conosciuto -solo lei e Louis erano capaci di farlo sentire a casa e libero di essere il vero Harry- valeva la pena rischiare tutto. Lui era dieci volte più esperto di lei, ma in quel momento si sentì un quattordicenne in preda agli ormoni. Nonostante la confusione mentale, il riccio picchiettò la sua lingua sulle labbra, rosee e fini, di lei. Acconsentì e diedero vita a un bacio più spinto (ma al limite del diabete!). Si staccarono solo per riprendere fiato e si guardarono negli occhi. Fronte contro fronte. Lei si spostò di lato sul letto facendogli spazio. Lui la raggiunse, la strinse in un abbraccio e si distese con la schiena sul materasso. Lei si addormentò presto e lui la fissò intensamente. Era così bella. Così indifesa. Così forte. Così tremendamente lei. 
"Credo di amarti" parlo più a se stesso ma lei percepì ugualmente la sua voce roca credendo fosse un sogno. Un bellissimo sogno.

Esattamente una settimana dopo, nella quale il cercatore aveva sempre fatto visita alla sua lei, Jen si ritrovò nel corridoio della scuola insieme a Josh.
"Quindi... Hai capito stasera festeggiamo la vittoria!" le urlò nell'orecchio.
"Si si... Josh ho capito, stai tranquillo!" lo tranquillizzò lei posando una mano sul forte avambraccio del moro. 
"Stasera ti presento il mio ragazzo!" esclamò, poi contento, dopo un attimo di silenzio.
"Come?! E tu non me lo dici?! Possibile che mi rinchiudono una settimana in infermeria e tu ti fidanzi? Che splendida notizia! Sono proprio contenta!" 
"Anche io sono contento di vederti" tuonò dietro di lei una voce roca e facilmente riconoscibile al suo udito. Due mani cinsero dolcemente i suoi fianchi.
Si girò lentamente. Si ritrovò faccia a faccia con il riccio che la guardava sorridendo. In quei giorni di convalescenza avevano passato il tempo coccolandosi e giocando con le dita, intrecciandole, per poi farle rincorrere, mentre lui disegnava distrattamente cerchi sul dorso della mano di lei.
"Ciao Harry" le sorrise a sua volta.
Il suo sorriso mandò in subbuglio il Serpeverde. Illuminava tutto, ogni singolo angolo della stanza (o meglio dire corridoio), ogni persona risultava più vitale vicino a lei. Lei era la vita stessa e questo Harry lo aveva capito già da un po'. 
E fu in quel momento che il riccio baciò delicatamente le labbra di lei davanti all'intera allibita scuola. Era la prima volta in assoluto che Harry si faceva vedere in pubblico con una ragazza. Lei lo sapeva. Ne fu terribilmente imbarazzata, poiché tutti guardavano nella sua direzione e commentavano, ma ne fu immensamente onorata.
"Harry, lui é il mio migliore amico, Josh lui é..." e non sapendo come continuare si imbarazzò.
"Il suo ragazzo" affermò deciso lui stringendola per la vita e avvicinandosela a se.
"Josh, ma noi due già ci conosciamo vero Succhiasangue?"
"Per Merlino... Josh!" esclamò lei.
"Oh scusa ho sbagliato Viperaverde" 
"Josh" ringhiò di nuovo la rossa.
"No tranquilla, non ha tutti i torti" esclamò il riccio, offeso ma felice del fatto che Lei lo stesse difendendo.
"Comunque... Stasera c'é la festa per noi Grifondoro, ti andrebbe di venire con me? Visto che... Ehm... Tu... Mi hai preso... Nel senso..."
"Si si ho capito tranquilla- le stampò un altro bacio- mi piacerebbe venire" le sussurrò dolcemente.
"Jen no!" toccò a Josh ringhiare contro il riccio. 
"Perché?" chiese lei. É vero in teoria un Serpeverde non era ben visto nella torre dei Grifondoro. Ma daltronde lui le aveva salvato la vita.
"Perché non é una buona idea" assottigliò gli occhi marroni e strinse le labbra tra di loro.
Prese per un braccio la ragazza e le sussurrò "Non voglio che ti porti a letto e che tu finisca in lacrime". Lei si staccò bruscamente.
"Perché dici così?" chiese confusa.
"Ne riparlelemo tra un paio di giorni" detto questo si allontanò, dando una spallata al riccio e sotto lo sguardo allibito di Jen.

La sera stessa Harry si presentò all'angolo dove lei gli aveva dato appuntamento. Indossava un paio di jeans scuri (eccesivamente attilati ma che gli fasciavano le gambe in mariera perfetta) e un maglioncino color panna con le sue iniziali ricamate, all'altrzza del cuore, in verde. Sotto aveva una camicia bianca e la cravatta della sua casata appena visibile sotto il maglione. I ricci perfettamente tirati indietro.
Lei scese leggiadra dalle scale. Era perfetta. I capelli rossi ondeggiavano sulla sua schiena seguendo i suoi sinuosi movimenti (a lui venne di nuovo a mente la sua camminata leggiadra sotto la divisa da cercatrice). Le ballerine blu, il maglioncino bianco e la cravatta rosso-argento le donavano un'aria da scolaretta perfetta. La gonna blu lasciava scoperte le sue gambe. Harry la squadrò da capo a piedi e lei arrossì visibilmete. 
"Sei bellissima stasera" le sussurrò prima di poggiare le sue labbra su quelle della Grifondoro. 
"Anche tu sei molto elegante".

Arrivarono mano nella mano nella sala comune Grifondoro. Harry fu accolto, stranamente, in maniera calorosa. Nessuno notò il diverso colore della cravatta. Lui era il ragazzo della Joyce. Premuroso e che aveva salvato la fidanzata con un gesto eroico. Solo Josh in quella stanza pensava l'esatto opposto. Sapeva che c'era sotto qualcosa e che il riccio era solo un opportunista. Dall'altro lato della stanza un Louis Tomlinson ghignava divertito. Il suo amico avrebbe chiuso con la lista.

Dopo aver ballato, festeggiato e qualche bicchiere di punch il riccio trascinò la giovane fidanzata su per la torre Grifondoro. Le aveva preparato una sorpresa e spera che lei avrebbe apprezzato. 
"Perché mi hai portato qui?" gli chiese curiosamente lei. Il riccio si volto verso di lei. Incrociò anche l'altra mano con quella di lei. I suoi occhi azzurri risplendevano di un luccichio nuovo sotto la luna.
"Balla con me" le sussurrò. La strinse tra le sue braccia e agitò la bacchetta estraendola dalla tasca dei pantaloni. Partirono le note di All I ask of you di Webber tratte dal Fantasma dell'Opera, il musical preferito della ragazza.
"Come hai fatto? É stupendo quello che hai fatto per me Harry" gli sorrise dolcemente accarezzando una guancia al riccio.
"Sai non sei l'unica a conoscere la biblioteca" rise lui. Infatti nei giorni nei quali Jen era stata in infermeria, il Serpeverde aveva effettuato un'eleborata ricerca per fare una sorpresa alla sua ragazza. Lei rimase affascinata dalla dedizione del ragazzo.
"Sai ho trovato questi- disse staccandosi dall'abbraccio e sfilando due cartoncini dai pantaloni- sono per luglio per la rappresentazione del tuo musical preferito... E pensavo potessimo andare insieme... Sempre se ti va..." disse imbarazzato lui.
Lei, sorpresa (ed era un eufemismo) gli saltò in braccio stringendolo a sé. 
Le note continuarono.
"Grazie, grazie mille Haz. Mi farebbe molto piacere venire con te!" il riccio unì le loro labbra in un bacio. La strinse ancora di più tra le sue braccia. 
"Fai l'amore con me Harry... Ti amo" disse lei guardandolo negli occhi. Risplendevano di una luce nuova. Harry fu dolcemente sorpreso. Non aspettava altro. Erano mesi che si era accorto di amarla.
"Ti amo" le rispose semplicemente, prima di trascinarla nella camera della Grifondoro.

Le accarezzò una guancia, rossa per l'imbarazzo. 
"Harry è la mia prima vol-"
"Non ti preoccupare... Fidati di me... Ti amo tanto" la baciò lentamente per assaporare ogni istante. Era effettivamente anche la sua prima volta. Era stato con tante, troppe, ragazze ma erano solo ed esclusivamente sesso.
Lei no. Lei era diversa. Era importante. Era dolce, gentile ed insicura. Caratteristica che amava. Le avrebbe insegnato lui. E lei avrebbe insegnato a lui ad amare.
"Let me be your shelter, let me be your light, you're safe, no one will found you, your fears are far behind you" le note della canzone continuarono a risuonare all'interno di quella bolla magica che si era creata intorno a loro.
Lentamente iniziarono a spogliarsi l'un l'altro. Lui con fare esperto ma insicuro. Lei timida e con le mani tremanti.
Fu dolce, romantico e passionale.

"Ti amo" le sussurò il cercatore prima di baciarla e circondare il busto di lei con le braccia, facendo aderire il suo torace con la schiena nuda della giovane. 
"Anche io" gli rispose lei cadendo lentamente tra le braccia di Morfeo.
Lui rimase sveglio ancora un poco. La osservò. Seguì la linea della schiena e tracciò disegni e ghirigori sulla pelle candida della ragazza. Recuperò il leggero lembo del lenzuolo e coprì entrambi, prima di seguire la fidanzata nel mondo dei sogni.

"Allora riccio finalmente hai finito la lista!" esclamò il moro Grifondoro  attraversando la sala Rosso-oro per battere un pacca amichevole (e di trionfo) al suo migliore amico. Il riccio si girò confuso.
"Che intendi?"
"Che ieri sera hai tolto la Joyce dalla lista e hai vinto la scomessa!" rise entusiasto. 
"Cosa?" in quel momento dalle scale del dormitorio apparve Jen in lacrime. Aveva sentito tutto e non poteva credere di essere stata una tale sciocca. Come aveva potuto fidarsi di lui?
"Jen non -" provò a giustificarsi lui.
"E non dire che non é come credo io. Sono stata un'incoscente. Josh me lo aveva detto e io non li ho creduto. Io mi fidavo di te. Sai una cosa... Mi fai schifo... I-io ti odio!" disse scossa dai singhiozzi. Era troppo ingenua e ci era cascata.
"Jen ti prego... Io ti am-" 
"Non dire una parola!" le urlò lei cercando di scappare. Il riccio non si diede per vinto e l'afferro per un polso cercando di farla girare.
Lei prese la bacchetta e l'agitò.
"Petrificus totalus" l'incantesimo partì e colpì il Serpeverde. La ragazza corse nella sua stanza e si chiuse dentro blindando la porta con un incantesimo di chiusura.
Pianse fino a sentirsi completamente svuotata. Rimase a letto tutto il giorno e per fortuna era domenica.
Intanto il miglior amico del riccio, aveva fatto il controincantesimo su quest'ultimo che iniziò a singhiozzare sulla sua spalla.
"Lou io la-a amo... Non é giusto... Ieri é-é stato fantastico... I-io la a-amo veramente... Lou aiutami! Ti prego!" Tomlinson non aveva mai visto Harry così. Era la prima volta che qualcuno lo vedeva piangere e Louis giurò di non averlo mai visto così abbattuto e disperato. Lo trascinò in camera sua e vi rimasero finché il riccio decise di andarsene, per arrivare in camera sua e piangere fino ad addormentarsi sfinito.

"Alohomora" la serratura scattò e il miglior amico della rossa e il gatto della ragazza entrarono in stanza. 
"Josh scusami avevi ragione tu sono stata sciocca!" disse pentita delle sue azioni. L'amico pensava di trovarla in lacrime, invece si ritrovò una Jen con un sorriso amaro sulle labbra e un libro aperto sulle gambe.
"Non fa niente... Tu stai bene?" nonostante fosse dalla parte della ragione, non le rinfacciò la cosa, ma si preoccupò per lei. Cheschire si accoccolò sulle sue gambe incrociate, dopo il libro fu riposto ordinatamente sul comodino. 
"Si sto bene. Ho preso una bella batosta ma non importa. Mi dispiace non averti creduto" 
"No seriaments Jen... Non mi interessa dirti avevo ragione io o rinfacciartelo... Voglio sapere cosa é successo" le disse dolcemente.
"Grazie Josh" lo strinse in un abbraccio. Lo sguardo del moro si spostò sul comodino.
"Cosa sono questi?" chiese staccandosi e afferando i due cartoncini del teatro.
"Ah- rise amaramente- é la sua trappola... Anzi vado a restituirla così può adescare qualche altra stupida come me..." si alzò e si diresse verso il dormitorio maschile dei Grifondoro. Chiese a Tomlinson la camera di Malfoy. Lui cercò di dissuaderla ad ascoltare l'amico dandosi la colpa. Lei non lo ascoltò e andò dritta alla torre Serpeverde. Incrociò una sua compagna di corso e chiese cortesemente se poteva chiamarle Malfoy.
Il ragazzo si rivestì velocemente, visto che si era addormentato solamente con i boxer dopo essersi fatto una doccia e aver pianto per circa un'ora, corse giù dalle rampe, saltando tre gradini alla volta. Evitò di inciampare nel tappeto della Sala comune e oltrpassò il dipinto. Si ritrovò Jen affiancata dal suo gatto rosso. Era appoggiata al muro e indossava un paio di pantaloni di pelle neri, molto attillati, una giacca uguale ai pantaloni e una canottiera nera. Aveva un paio di anfibi neri, i capelli rossi fuoco che scendevano sulla schiena e sulle spalle, un trucco più marcato del solito e rigirava la sua bacchetta tra le mani.
"J ti prego asc-" cercò di iniziare a parlare usando anche il soprannome che le aveva dato.
"Non una parola Malfoy... Sono qui per ridarti questi- e gli porse i biglietti- così potrai scoparti qualche altra sciocca ragazzina" sbottò acida.
"No J io ti amo veramente e ti prego devi credermi" la supplicò.
"Ah un altra cosa... Tieni, questi sono tuoi, io non me ne faccio più niente! E se adesso permetti devo uscire" gli consegnò i due biglietti, che teneva nella tasca interna del giubbino, e una boccetta di vetro. Harry doveva andare subito al pensatoio. 
"Con chi esci?" le chiese bloccandole un polso. Il gatto soffiò.
"Nessuno che ti interessi... Anzi a te non interessa proprio di me. Magari stanotte mi faccio pure ammazzare che ne pensi? Tanto l'hai vinta la scomessa con Louis no? Devo farti i complimenti Malfoy..." chiamarlo Harry le faceva pensare ai bei momenti passati con lui "mi hai inluso per... Ehm... Circa un anno scolastico... Che record hai battuto?" ghignò acida.
"Jen se tu mi lasciassi spieg"
"Spiegare che cosa che mi hai tolto la verginità per una stupida e infatile scommessa su quante ragazze ti saresti portato a letto? Mi fai veramente schifo... Non farti più vedere in giro se non vuoi magicamente ustionarti, sai sono fuoco vivo adesso. Prova ad avvicinarti e ti brucio!" lo lasciò senza parole. Lei se ne andò lasciando il Serpeverde seduto per terra con le ginocchia al petto e scosso dai singhiozzi.

Si alzò e corse al pensatoio. Verso il contenuto.

Hagrid, il cacciaguardia, nonché suo amico, le aveva chiesto una mano per liberarsi di alcuni "animali fastidiosi" a sua detta. Erano dei grossi cani dalle zanne affilate e dalla bava velenosa. 
Quella notte Jennifer scaricò tutta la sua rabbia contro quelle creature. Una le azzannò un braccio e fini per la seconda volta in infermeria.

Jen girava per i corridoi con il braccio e la mano fasciate. Le voci di corridoio  che correvano erano riguardanti la fine del fidanzamento tra i due cercatori e si diceva che lei avesse tirato un cazzotto a lui ferendosi.

Josh le faceva da guardia del corpo e stava odiando il Serpeverde.

Harry era diventato una specie di zombie. Non parlava, non mangiava e stava le ore rinchiuso in camera. Faceva lo stretto indispensabile per sopravvivere.

Jen, cercò in tutti i modi di dimenticarsi il riccio, ma ogni volta che incontrava il suo sguardo triste e assente si sentiva terribilmente in colpa per averlo trattato male. Studiò più del necessario. Fini più di venti libri in due settimane e frequentava qualsiasi attività, laboratorio o corso che poteva distrarla.

Josh prese in disparte il verde cercatore e parlarono. In realtà il portiere Grifondoro voleva rovinare il bel faccino del riccio ma le profonde occhiaie e gli occhi rossi pieni di lacrime, fecero ricredere Josh. Il riccio raccontò al ragazzo tutta la storia e si reputò un vigliacco e un viscido.
"Non dovresti dire queste cose a me... Vai da Jen. É testarda ma ti ama."
"Grazie amico" sorrise riconoscente.

Fecero gli esami. Lei massimo dei voti. Lui qualche gradino sotto l'eccellenza.
L'anno scolastico era terminato e con lui il periodo da scolaretti per quelli dell'ultimo anno. Ci fu la premiazione finale per la casata vincitrice, Grifondoro, i vari riconoscimenti, sempre per Jen e per qualche altra eccellenza dell'istituto, e gli attestati per aver superato gli esami finali.
Alla fine della cerimonia, il preside decise di premiare il coraggio e il valore di Harold Malfoy per aver salvato la compagna da quel terribile incidente con il bolide.
Si trascinò su per gli scalini e parlò con il cuore in mano. 
Avrebbe combattuto fino alla fine. Non avrebbe sprecato l'unica possibilità di avere un rapporto stabile e di essere felice. La rossa era stata l'unica che aveva provato a conoscere a fondo il riccio. 
"Grazie per questo riconoscimento... Ma devo sinceramente ringraziare la persona che mi ha portato a compiere un gesto così nobile. So che in questi anni non sono stato un gentiluomo, anzi...- disse scatenando le risate tra gli altri studenti, ma lui cercava solo un dolce suono, una chioma rossa e un paio di occhi irresistibili- e mi vorrei scusare con tutte le ragazze a cui ho fatto torto, sono realmente dispiaciuto. Fino a cinque, forse sei mesi fa, non mi sarei mai immaginato di innamorarmi e di cambiare. Ho combinato un casino, ma vorrei rimediare. Io amo veramente questa ragazza e mi sto rendendo anche ridicolo a stare qua a cercare di farmi perdonare... Quindi ti prego perdonami perché ti amo e ora sei il mio unico punto fisso..." la rossa si alzò dalla sua panca e a grandi falcate uscì dalla Sala grande. Harry le corse dietro scendendo dal rialzo, dove si trovava il tavolo dei professori. Passò davanti a Josh che gli sorrise e lo incoraggiò.
"Jen" le urlò. Lei non si fermò e continuò a correre. Arrivò sotto l'albero dove lei e il ragazzo avevano passato molti pomeriggi a scherzare. Lui la raggiunse e la strinse fra le sue braccia. L'abbracciò forte e la tenne stretta tra le sue braccia. Lei scossa dai singhiozzi nascose la testa nel suo petto afferrando, tenendo chiuse in pugno le due mani, il bordo del mantello.
"Perché proprio io? Harry perché?" 
"Perché mi sei sempre piaciuta, anche se non te l'ho mai dimostrato. Ammetto che sei mesi fa volevo solo portarti a letto per completare la lista, visto che tu eri l'unica che non mi sbavava dietro. Sei stata l'unica che non mi ha usato solo per avere del sesso futile e senza sentimenti. Hai fatto scongelare il mio cuore. Mi hai ascoltato, confortato e sei riuscita a farmi aprire con te. Mi sono messo a nudo in tutto e per tutto perché ho capito di amarti. Tu sei bella, troppo, e so che non ti merito perché sono meschino e un bugiardo. Volevo dirtelo... Ma la paura di perderti era troppo forte. Ho fatto un casino ma ti supplico di perdonarmi, perché ora senza di te mi sento perso. Ti prego di credere a quello che ho detto prima e a quello che ti sto dicendo ora. Ti amo e non sto mentendo" le accarezzò una guancia asciugandole una lacrima.
Rimasero a fissarsi negli occhi per un tempo che parve infinito ai due giovani. Lei si scostò da lui e sul viso del giovane si aprì una smorfia di dolore e si dipinse confusione.
"Ti credo. Ti perdono. Ti amo Harry, non sbriciolarmi il cuore un'altra volta" gli sorrise dolcemente. Lui non poteva crederci. Le prese i fianchi e la sollevò in aria facendola volteggiare. Risero entrambi, contenti. 
"Ti amo, ti amo, ti amo, ti a" lei lo fermó e lo baciò. Era un bacio carico di sentimenti. Di amore. Di bisogno reciproco. Si amavano ed era così bello, così vero. 
"Anche io Harry. Anche io" disse staccandosi per poi baciarlo di nuovo.
   
 
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