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Autore: BluePhantomhive    24/07/2014    1 recensioni
[PRIMI CAPITOLI IN FASE DI RISCRITTURA]
Salve a tutto il Fandom Pokèmon!
Rieccomi tornata con una fic sempre dedicata a dei Pokèmon Leggendari (Ma dai .-. ndTutti).
Questi due Pokèmon sono Reshiram e Zekrom.
Allora... La storia è ambientata nel 1832 quando Unima era divisa in due schieramenti: lo schieramento degli Harmonia e quello dei Phoenix, due casati che sono sempre stati in conflitto. C'era stato un periodo di pace, ma poi tra loro scoppia una guerra che coinvolgerà, non solo gli esseri umani, ma anche i Pokèmon.
Dal Capitolo 1:
La festa era ormai incominciata. Ero pronto a chiudere le porte, visto che tutti gli invitati erano arrivati, ma qualcuno mi fermò. Io aprii la porta abbastanza per vedere chi fosse e fu allora che la vidi. Era una ragazza bellissima vestita con un lungo abito bianco che le lasciavano le spalle nude e un'apertura vertiginosa le scopriva quasi tutta la schiena. I capelli bianchi, quasi sull'argento, sciolti che le cadevano sulle spalle, il rossetto rosso le valorizzava le belle labbra carnose e la maschera bianca e argentata metteva in risalto il color rosso rubino dei suoi occhi.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 19: Nella tana del lupo 

-Kaito
-La Regina Azula ha un figlio illegittimo.-
Ero appena tornato dalla missione dal Monte Vite e avevamo riportato le armi al covo, in modo da farle vedere a tutti e affidarle ai fabbri che poi le avrebbero riprodotte, con il gentile contributo di Kai. Proprio quando credevo che mi potevo finalmente riposare da una giornata pesante e strana, arriva Rose con questa notizia sconcertante... Azula aveva un figlio. E di chi poteva essere se non mio? Quando scappai, due anni prima, mi aveva detto che era incinta, ma io non le credetti. Pensai immediatamente che era una bugia che lei mi aveva detto per farmi rimanere, ma io non caddi nella sua trappola e la minacciai.
Ero stato uno stupido. Dovevo darle il beneficio del dubbio. Sapere quella tipo di notizia mi fece venire mal di testa, così mi stesi sul soppalco e mi misi le mani sulla faccia, cercando di trovare una soluzione al problema. Come avrei potuto raccontare a Rhue che quel bambino era mio figlio? Figlio del leggendario Pokèmon Zekrom...
-Da chi diavolo hai sentito una notizia del genere?- chiese Landorus, alzando la voce più del dovuto.
-Da una signora che lo ha detto a mia madre.- 
-Anche io avevo sentito una notizia simile, ma pensavo di aver capito male, quindi non gli avevo dato peso.- aggiunse una ragazza, ma Landorus mi rivolse uno strano sguardo.
Aveva anche lui capito che quel bambino era mio... Ma molto probabilmente lo avevano capito anche Kai e Rhue e questo non mi rassicurava. Kai non mi avrebbe fatto nulla, forse mi avrebbe dato il suo appoggio per affrontare la situazione. Ma Rhue... Non aveva preso bene la notizia della mia notte con Azula, figurarsi accettare che il proprio marito ha avuto un figlio dalla donna che l'ha sempre maltrattata e usata.
-Comunque continuo a non capire l'utilità di questa informazione.- fece Landorus, alzando le spalle e incrociando le spalle al petto.
-Sarebbe un buon motivo per far in modo che la Regina ci ascolti.- spiegò Liam.
-Quindi vorresti dire che noi...- iniziò Rose, e il ragazzo annuì, ma Kai, contrariato, scattò in piedi.
-Non sono d'accordo! E' solo un bambino. Non c'entra nulla con la guerra e con la crisi che incombe sul regno.-
il mio amico aveva ragione. Non era giusto mettere in mezzo un bambino, però, sicuramente sarebbe stata la stessa Azula a usarlo. Avrebbe mandato il figlio in un posto segreto e avrebbe fatto spargere la voce che era stato rapito dagli Harmonia e fatto scatenare il putiferio.
-Anche io la penso come Kai. La nostra questione è una cosa che non c'entra minimamente negli affari personali di Azula. E poi sarebbe meschino da parte nostra usare un bambino da parte nostra solo per colpire la madre.- affermò Rhue, sedendosi sulla sedia accanto a lei.
Nella sala cadde un silenzio inquietante, però si poteva percepire benissimo che tutti erano d'accordo sul fatto di non torcere nemmeno un capello al "principino".
-Quindi siamo tutti d'accordo a non fare del male al figlio della strega. Vuol dire che la useremo come arma di riserva, nel caso in cui Kaito ci dia buca o venisse catturato e neutralizzato, cosa improbabile. Con questo, penso di poter terminare qui la riunione di oggi. I fabbri si possono portare via le armi e iniziare a riprodurle. Domattina verrò ad aiutarvi e a vedere se avete tutti i materiali. Gli altri vadino a casa e si riposino. In questi giorni incominceremo l'addestramento, in modo che tutti sappiano come brandire una spada o fare una lotta Pokèmon. Buonanotte!- affermò Landorus, uscendo di corsa dal covo.
Ben presto le altre persone si apprestarono a seguirlo, fino a quando nella soffitta non rimannemmo io, Kai, Rose e Rhue.
La giovane locandiera si avvicinò a noi e ci rivolse un sorriso stanco.
-Secondo voi, è veritiera come notizia?- ci chiese.
Kai sospirò e si alzò.
-Non so più cosa pensare. Ormai dalla Regina Phoenix mi posso aspettare di tutto. Secondo te, Kaito?-
-Non ne ho la più pallida idea. Ho la testa talmente in confusione che non riesco a capire più nulla. Mi sembra di scoppiare.-
I miei amici si limitarono a guardarmi, ma Rhue, fredda come il ghiaccio, ruppe quel silenzio.
-Forse dici così perchè hai paura che quel bambino sia tuo?-
Alzai lo sguardo. Nonostante l'apparenza e il comportamento freddo e distaccato, capii che era arrabbiata e, allo stesso tempo, triste. Aprii bocca per dirle qualcosa, ma non sapevo cosa. Potevo giustificarmi quanto volevo, ma la verità era quella. 
-Dai, Rhue. E' vero... Kaito ha passato la notte con Azula, ma è stato due anni fa. Il bambino può essere sai suo che di un altro uomo. In fondo, non sappiamo la sua età. Quindi non ti arrabbiare con lui.- prese le mie difese Kai, ma mia moglie scattò in piedi e lo fissava, con le guancie in fiamme.
-Secondo te, in questi due anni, Azula ha avuto altri uomini? Nessun pazzo avrebbe passato la notte con lei, nemmeno se lo avesse pagato a peso d'oro. Kaito è stato l'unico ad andare a letto con lei. E' questa la realtà. Il Leggendario Pokèmon Zekrom, tuo migliore amico, ha avuto un figlio con la tua peggior nemica!-
Con queste parole mi alzai di sbotto e la guardai.
-Hai ragione. Sono stato un stupido. Ma quello che ho fatto è acqua passata. Ho passato la notte con lei, cosa di cui mi pento amaramente, per mantenere il patto che avevo fatto con lei.- spiegai, cercando di mantenere un tono di voce normale.
Il suo viso divenne completamente rosso e ci mancava poco che, dalla rabbia, desse fuoco all'intero edificio.
-Sarà pure acqua passata, ma resta il fatto che hai avuto un figlio con lei e questo non si può cancellare! Qualunque sia stato il motivo, non mi importa. Hai dato ad Azula non erede e, per l'ennesima volta, ha vinto lei. Ha assicurato il trono per un'altra generazione. Spero che ti sia contento di essere diventato padre.-
Il suo viso tornò normale, ma delle calde lacrime incominnciarono a rigarle le guance. Mi avvicinai e cercai di calmarla e di asciugargli le lacrime, ma lei scostò la mia mano e indietreggiò, dandomi le spalle.
-Hai tutto il diritto di essere arrabbiata, ma devi capire che l'ho fatto per proteggere te...- 
Lei si voltò di scatto guardandomi innorridita.
-Per me? Hai fatto l'amore con la persona che odio più di tutti per proteggere me?-
Sospirai.
-E' una lunga storia.- dissi, tremando. Non volevo dirgli che Azula mi aveva ricattato dicendomi che se non l'avessi sposata, lei avrebbe ucciso Rhue e Kai. Mi era scappato.
-Invece me ora mi racconti tutto, perchè sono curiosa di sapere il motivo per cui l'hai fatto per me.- 
Guardai lei, poi Kai e Rose che, come Rhue, aspettavano una mia spiegazione.
-Quando arrivai a palazzo, Azula mi fece una proposta, ossia quella di sposarla e di diventare Re Phoenix. Io non avevo alcuna intenzione di accettare, quindi lei mi ha ricattato, dicendomi che, se non avessi fatto quello che mi avrebbe detto lei, avrebbe ucciso te e Kai.- confessai.
Tutti e tre mi guardarono, inorriditi e sbalorditi.
-Davvero la Regina Azula ti ha fatto una minaccia del genere?- chiese Rose, con gli occhi sbarrati.
Annuii e gli occhi mi si innondarono di lacrime.
-Mi dispiace davvero tanto. Soprattutto per quello che ho detto a te, Kai. Non pensavo davvero quelle cose.-
Il mio amico si avvicinò a me e mi appoggiò una mano sulla spalla, per consolarmi.
-Ma non sono mai stato arrabbiato con te. Anzi, ti sono sempre stato grato per quello che hai fatto. Se non ti fossi sacrificato, Tommy non sarebbe tornato da me. E poi... E' vero, inizialmente ho sofferto dopo il nostro colloquio, però ho subito pensato che avevi una buona motivazione, quindi mi sono ripreso quasi subito, pregando i miei genitori di proteggerti da quella strega.-
Lo guardai, tirando dietro le lacrime, grato per tutto quello che aveva fatto per me.
-Ormai la cosa è fatto e te la devi gettare alle spalle. L'importante è che ora tu sia con noi e nient'altro.- aggiunse e aveva ragione.
Avevo pure un figlio con Azula, ma Rhue sarebbe rimasta la donna della mia vita e Kai il mio migliore amico. Nessuno ci avrebbe diviso, nemmeno la guerra.

-Josh
Da quando Kai era partito per Ponentopoli e aveva lasciato a me e a Terrakion il governo, le giornate le passavo tra le carte e a fare avanti e indietro dalla Sala delle Vetrate al Sala del Consiglio. Terrakion si occupava dell'allenamento delle truppe e della politica estera, mentre io mi occupavo degli affari interni. Ma era un enorme scocciatura! Mi divertivo molto di più a stare sul campo di battaglia e dare ordini. Invece dovevo stare seduto dietro ad una scrivania a firmare alleanze e prendere eventuali problemi. Infatti, subito dopo la partenza del Re, sono dovuto partire per Sciroccopoli a rinnovare il trattato d'alleanza. 
Erano due giorni che mi trovavo in quella città gigantesca e il Vicepresidente del governo non mi lasciava un attimo. Mi metteva pressioni sul lavoro che dovevo svolgere, ma la mia mente era fissa su quello che era accaduto due anni prima, quando l'uomo incappucciato aveva ucciso i sicari che guidava, salvando la vita di Kai.
Non avevo mai capito il perchè di quel gesto. Avevo provato tanti motivi per dare conferma al mio dubbio, ma mi serviva una prova. Altrimenti gli altri non mi avrebbero creduto, proprio come il giorno dell'incoronazione. Negli ultimi periodi avevo istituito una rete di informatori per tutta Unima, in modo da sapere di tutti i fatti che correvano per la regione e soprattutto per il regno nemico.
Sapevo praticamente tutto: ribellione, accampamento segreto nel Monte Vite... Addirittura le voci del presunto figlio di Azula. Ma niente di tutto ciò mi interessava. Quello si cui volevo sapere, non avevo notizie. Quindi decisi di fare le cose da solo. In fondo, quando mi sono sempre fatto le cose da solo, sono sempre andato bene e sapevo tutto ciò che volevo, evitando tempi di attesa inutili.
Quella stessa sera, eludendo il Vicepresidente e saltando la cena, riuscii a prendere un Rapidash da una stalla e partii alla volta del palazzo di Azula. Impiegai tutta la notte per arrivarci. Rapidash, essendo molto stanco, lo lascii vicino al fiume, in modo tale da farlo riposare e mi diressi a piedi fino alle mura del palazzo, proprio come l'ultima volta. Però, non appena le raggiunsi, vidi Landorus appoggiato sul tronco di un albero che aspettava qualcuno. Per evitare di correre rischi mi nascosi dietro un cespuglio e, in quel preciso istante, vidi le porte aprirsi e l'incappucciato dirigersi verso il ragazzo che, non appena lo vidi, si drizzò.
-Spero che sia una cosa urgente.- disse in fretta il Comandante dei Phoenix.
-La ringrazio per averci aiutato nel Monte Vite.- ribattè Landorus.
L'uomo incappucciato lo guardò e incrociò le braccia al petto.
-Di nulla. Però dovete stare più attenti. Siete stati fortunati ad avervi visto io. Se fosse stato qualcun'altro, avrebbe dato l'allarme e Azula sarebbe andata all'accampamento. Non voglio che scopra che appoggio i ribelli.-
-Lo so, già me l'ha detto e non accadrà.-
-Lo spero. Comunque ho una cosa da dirti.-
Il viso di Landorus si rabbuiò.
-Si tratta di quella spedizione?- chiese, preoccupato.
-Sì. Un informatore ha mandato una lettera ad Azula dove la informava dei moti di ribellione a Ponentopoli. In più ha collegato il furto delle armi con il tuo gruppo. Quindi ha ordinato la spedizione tra tre settimane.-
-Questa cosa non ci voleva. Quindi ha tutta l'intenzione di fermarci.-
Il comandante si limitò ad annuire. 
-Cosa mi consiglia di fare, Comandante?- 
-Approfitta di queste tre settimane per espandere i moti di ribellione fino a Boreduopoli. In modo tale che siate più di una città a ribellarsi e Azula rimanga scoperta qui a palazzo e voi potete attaccarla senza troppi ostacoli.-
-Ma la Regina non rimane mai senza un esercito che difende il palazzo e la sua persona.-
-A questo ci penso io. Non mi manderà mai a combattere su un fronte interno, quindi mi terrà affianco a lei in modo che io la protegga dagli attacchi. Quando attaccherete farò in modo che le truppe rimaste vengano decimate misteriosamente o che si ammutinano. Ora ti conviene tornare. Se ti vedono danno l'allarme e ti rispediscono in prigione.-
Landorus annuì, fece un inchino e corse via. 
Rimasi un altro pò nascosto, fino a quando l'incappucciato non tornò dentro. Dato che non potevo fare più nulla, tornai al fiume. Landorus e l'uomo incappucciato erano alleati per davvero oppure quest'ultimo faceva solo il doppio gioco e teneva d'occhio i ribelli su ordine di Azula? Però aveva dato a Landorus il modo per affrontare meglio le truppe della Regina e il modo per indebolirla indirettamente. Cosa dovevo pensare? Mi dovevo fidare? Più volte mi ha dato l'impressione di voler proteggere Kai e Kaito.
In quell'istante pensai che forse era meglio avvisarli. In modo che, se le notizie erano false, se la sarebbero cavata.
Presi Rapidash e mi diressi di corsa verso Ponentopoli, che distava solo due ore di viaggio e la raggiunsi quando il sole stava per sorgere. Quando entrai in città, incominciai a cercare la locanda in cui alloggiavano. Fu abbastanza facile, perchè era l'unica che era a tre piani e mantenuta molto bene, rispetto alle altre che sembravano delle casupole abbandonate.
Scesi, lasciai Rapidash nel portico della locanda e mi diressi verso il retro, nella speranza di riuscire a trovare facilmente la finestra della camera di Kaito. Potevo pure passare per l'ingresso principale e chiedere di uno dei due, ma non volevo far sorgere dei dubbi.
Mi appostai sotto la prima finestra e buttai un occhio al suo interno, ma non era quella che cercavo. Era la stanza di una ragazza, molto probabilmente della figlia dei locandieri. Cambiai finestra, ma la mia attenzione fu attirata da uno strano rumore provenire dall'alto.
Kaito aveva appena aperto la finestra e si era affacciato ad ammirare il sorgere del sole.
-Kaito.- dissi, cercando di attirare la sua attenzione, ma senza alzare troppo la voce, però lui non mi sentì.
Lo richiamai di nuovo, ma anche questa volta non sentì nulla. Allora presi una pietruzza e la lanciai dritta sulla fronte. Kaito, dopo l'urto della pietra contro la sua fronte, si guardò intorno, fino a buttare l'occhio su di me.
-Josh? Che ci fai qui?- disse ed io gli feci segno di tenere la voce bassa.
-Chiama Rhue e Kai e incontriamoci qua dietro. Vi devo dire una cosa.- 
Kaito annuì e tornò dentro. Dopo quindici minuti, tutti e tre mi raggiunsero dietro la locanda.
-Che ci fai tu qui a Ponentopoli?- chiese Kai, con gli occhi ancora semichiusi per il sonno.
-E' una lunga storia. Ora ascoltatemi che ho poco tempo e devo tornare a Sciroccopoli.-
Tutti e tre annuirono e mi diedero campo libero.
-Stanotte sono andato al palazzo di Azula e ho assistito ad uno strano incontro tra Landorus e l'uomo incappucciato.-
-Tra Landorus e l'Incappucciato?- ripetè Kaito ed io annuii.
-E discutevano sul fatto che Azula è venuta a conoscenza dei moti di ribellione che si sono scatenati qui a Ponentopoli.-
-Scusa, era quello che volevamo, no?- fece Rhue
-Sì, ma voi volete essere ascoltati, invece Azula vi vuole sopprimere. Fra tre settimane manderà le truppe per fermarvi e, sapete come agisce, non si convincerà fino a quando non vedrà tutti i suoi nemici cadere a terra morti.-
Kai, Kaito e Rhue si scambiarono uno sguardo.
-E lo hai sentito dall'uomo incappucciato?-
-Sì. In più ha detto a Landorus come prepararsi a questo attacco.-
-Quindi, se ho capito bene, il comandante delle truppe nemiche è un ribelle?- fece Kai, scuotendo la testa confuso.
-Esatto. Almeno è questa l'impressione che mi ha dato. Vi chiedo solo di non fidarvi molto.-
-E perchè? Averlo dalla nostra parte ci può tornare utile.- notò Kai, ma io sospirai.
-Vero, ma può darsi che il suo è solo un doppiogioco e che lo faccia per spiarvi da vicino e riferire tutto ad Azula. Quindi è meglio non fidarsi.-
Kaito aprì bocca per ribattere, ma Kai lo fermò.
-Ha ragione. Azula è capace di questo ed altro, quindi sono d'accordo con lui. E' meglio non dare la nostra piena fiducia. Poi se ciò che ha detto l'Incappucciato è vero, vuol dire che ci possiamo fidare e che è dalla nostra parte.- disse il Re Harmonia.
Sorrisi.
-Grazie per avermi ascoltato.-
-Siamo noi che ti dobbiamo ringraziare per averci avvisato. Ora torna a Sciroccopoli. Il Vicepresidente è un tipo apprensivo. Si allarma per niente.- fece Kai, facendo un gesto con la mano per salutarmi e girandosi per tornare nella locanda.
Salutai Kaito e Rhue e con Rapidash tornai a Sciroccopoli.

-Rose
Quella mattina, com'ero abituata, mi alzai alle cinque per preparare tutto ciò che serviva per la colazione. Com'era da routine la maggior parte dei clienti della locanda incominciarono a sedersi ai tavoli intorno alle otto. Non era difficile fare la locandiera. Certo, alcune volte c'erano delle risse e non sapevo come gestirle, ma a quello ci pensava mio padre, quindi non mi sono mai preoccupata. Portai tutti gli ordini in pochi minuti e, come al solito, ricevetti i classici complimenti sessisti che mi venivano vomitati addosso dai clienti più turbolenti e maleducati. Però, per la prima volta, non diedi tanto poso a quei commenti. Di solito mi offendevo, oppure raccontavo tutto a mia madre che avrebbe riferito a mio padre e li avrebbe messi a posto; invece la mia mente era altrove. I miei occhi non facevano altro che posarsi sul tavolo, ancora vuoto, di Kai e dei suoi amici. Era dalla giornata precedente che non facevo altro che pensare a quel ragazzo. Lo conoscevo da pochi giorni e aveva destato subito la mia attenzione. Forse perchè lui era diverso dagli altri. Spiccava per il suo atteggiamento, per il suo modo di stare a tavola. Sembrava un principe, a differenza degli altri uomini che sembravano una banda di bifolchi. Ma non era l'unica cosa che mi aveva colpito. L'aria sicura che emanava sotto il suo atteggiamento allegro e ingenuo. Se fosse stato il personaggio di uno dei miei romanzi d'amore sarebbe stato il classico principe azzurro che si innamorava della semplice contadinella, destinata ad una vita misera. Addirittura la mia presunzione mi portò a pensare che lui era il mio principe, ma sicuramente un tipo come lui aveva già una futura moglie. Tra tutti questi pensieri, continuavo a fare il mio lavoro e, giunte ormai le nove di mattina, Kai e i suoi due amici si sedettero a tavola. Prima di precipitarmi da loro per sapere cosa volevano, mi occupai di altri due tavoli. Proprio quando alzai lo sguardo, dopo aver preso l'ordinazione, e gettai un'occhio su Kai, notai che anche lui mi stava osservando e i nostri sguardi si incrociarono per un paio di secondi, prima che io scattassi verso la cucina, rossa in volto. Non sapevo con precisione cosa mi fosse preso. Non mi potevo essere innamorata di un ragazzo che conoscevo appena e di cui conoscevo poco o niente. Forse la mia era solo un infatuazione e, molto probabilmente, mi sarebbe passata di lì a poco. 
Dato che mi trovavo in cucina, preparai gli ordini dei due tavoli e tornai in sala con il vassoio strapieno. Posai le ordinazioni sui rispettivi tavoli e andai al tavolo di Kai, facendo prima un respiro profondo per rimanere calma.
-Buongiorno!- salutai con un sorriso.
-Buongiorno a te, Rose!- ricambiarono in coro.
-Volete qualcosa in particolare per colazione?- chiesi e loro si scambiarono uno sguardo.
-Beh, no... Ci va bene anche quello che ci hai portato ieri.- rispose Kaito ed io annuii, tornandomene in cucina.
Stranamente, ero amareggiata. Forse mi aspettavo che fosse Kai a rispondermi e rivolgermi un sorriso, mentre, invece, non mi aveva proprio guardata. Più lenta del solito, presi le tre tazze riempendole di latte Mumù, presi dei panini dolci ripieni di marmellata di baccafrago e tornai da loro, questa volta senza dire nulla. 

Passai l'intera giornata a lavorare. Erano le sette quando potei predermi una pausa. Avevo fatto il bucato, lavato le stoviglie, rifatto i letti... Ero libera di riposarmi un pò. Della cena se ne sarebbe occupata mia madre. Dato che non leggevo da molto, salii in camera mia e prese il libro che stava sul comò e mi diressi in giardino, verso l'albero di baccarancia, dove a quest'ora tirava sempre un bel venticello. Ma il mio cuore incominciò a battermi all'impazzata quando vidi Kai seduto, con la schiena appoggiata al tronco, che ammirava il cielo. 
Sembrava così tranquillo, ma la sua espressione sembrava affranta, come se avesse scoperto di aver perso qualcuno di importante per lui. Camminai lentamente verso l'altro lato del tronco, per non disturbarlo. Però, per sbaglio, calpestai un rametto che, rompendosi, fece rumore. Kai sobbalzò e si girò verso di me. Quando vide che ero io, si rilassò e sorrise.
-Scusa se ti ho spaventata.- fece Kai, tornando con la schiena sul tronco.
-No, scusami tu. Non volevo disturbarti.- 
Scosse la testa.
-Figurati. Anzi, ti devo ringraziare per avermi fatto distrarre. Mi ero fatto sopraffare dai ricordi tristi.- ribattè sorridendomi.
Il suo sorriso era così bello. Riusciva a riscaldare i cuori della gente in pochissimo tempo. Spingeva una persona a credere e a fidarsi di lui.
-Ora ti lascio il posto.- disse lui, alzandosi e stiracchiandosi le gambe.
Scossi la testa. Non volevo che se ne andasse.
-Guarda che non fa niente. Non mi disturbi!-
-Sicura?-
Annuii e lui tornò a sedersi. Anche io feci lo stesso, solo dall'altro lato dell'albero. Sapere che lui era proprio a pochi centimetri da me e l'unica cosa che ci separava era un tronco, mi faceva agitare. Non sapevo come comportarmi. Di solito non sono mai stata da sola con un ragazzo. Alla locanda ero circondata di uomini, ma c'era sempre mia madre con me, quindi non mi succedeva nulla. Ma la cosa qui era differente.
Cercando di mantenere la calma, aprii il libro alla pagina in cui mi ero fermata l'ultima volta e incominciai a leggere, però, ben presto, Kai mi interruppe.
-Che libro stai leggendo?-
-"Le relazioni pericolose" di de Laclos.- 
Cadde di nuovo il silenzio, ma dopo un paio di secondi Kai tornò a parlare.
-"L'amore, l'odio, non avete che da scegliere, dormono tutti sotto lo stesso tetto; e sdoppiando la vostra vita, potete con una mano accarezzare  e con l'altra colpire."- 
Sbalordita, guardai prima il libro, poi mi voltai verso di lui. Aveva appena citato una frase del romanzo.
-Come fai a conoscere quella frase?- chiesi.
Lui, continuando a guardare il cielo, mi rispose.
-L'ho letto anche io quel libro. Quando avevo sedici anni. Il mio istitutore me lo diede da leggere per le vacanze primaverili. Inizialmente non mi piacque, poi con il passare del tempo è diventato uno dei miei libri preferiti, nonostante il genere epistolare non faccia per me.- disse, girandosi verso di me e sorridendomi.
Quindi non solo era stato educato a stare bene a tavola e a comportarsi in modo esemplare, ma era anche istruito. Leggere un romanzo francese... Non era da tutti. Io a stento riuscivo a capirlo.
-A che parte sei arrivata?- fece, sedendomi vicino a me e prendendo il libro in mano, incominciando a sfogliarlo.
-Alla parte in cui la Madame de Merteul chiede al Visconte di Valmont di sedurre la giovane Cecile.-
-Praticamente hai da poco superato l'inizio. Vuoi che ti aiuti a leggerlo?-
Davvero mi avrebbe aiuto a leggere quel libro? Avevo appena toccato il cielo con un dito.
-Mi fare tanto piacere, perchè non ci capisco molto. Per capirci qualcosa, devo rileggere il tutto come minimo tre volte.- 
Lui sorrise e si mise accanto a me, così vicino che potevo sentire il suo respiro e le nostre mani si sfioravano. Senza che me ne rendessi conto, incominciai a trattenere il fiato. Kai incominciò a leggere, ma io non lo ascoltavo. Ero troppo concentrata a guardare i suoi occhi verde acqua. Non avevo mai visto degli occhi così belli. Erano unici nel suo genere.
All'improvviso lui mi guardò, dicendo qualcosa riguardante il libro, ed io distolsi lo sguardo, imbarazzata.
-Tu bene?- chiese
Io incominciai a torturarmi una ciocca di capelli che era sfuggita dal codino e tornai a guardarlo, cercando di mantenere la calma.
-Sì, solo che mi sono ricordata che devo tornare a lavoro. La mia pausa è finita.- dissi, prendendo il libro dalle sue mani e alzandomi.
-Davvero? Eppure sei qui da soli dieci minuti.- ribattè lui, seguendomi.
Io camminai verso la locanda, senza dirgli nulla. Dovevo calmarmi e prendere fiato. Se stavo troppo vicino a lui, avrei perso il controllo di me stessa e non sapevo cosa poteva accadere. 
-Rose! Aspetta!- tentò di fermarmi, ma continuavo a camminare per la mia strada.
A pochi centimetri dalla porta, lui avanzò il passo e mi prese per il polso fermandomi.
-Ma ti ho fatto qualcosa? Ti ho forse dato fastidio in qualche modo?-
Era davvero dispiaciuto. 
-Tu non mi hai fatto nulla. Te l'ho già detto, devo tornare a lavoro.- dissi e in fretta, girai la maniglia della porta, tornando di corsa in cucina.
Non appena chiusi la porta alle mie spalle, ripresi fiato.  Lo conoscevo così poco, eppure mi ero innamorata di lui.

-Kaito
Passai i due giorni successivi in preda agli incubi. Mi immaginavo il bambino maltrattato dalla sua stessa madre, io che andavo a salvarlo e Rhue, infuriata, che mi uccideva. Era diventato un circolo vizioso. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi facevo quel sogno.
La consapevolezza di essere diventato padre mi attanagliava l'anima. Non sapevo cosa fare o come comportarmi. Sapere che era con Azula, mi preoccupava da morire. Quella donna era capace di usare sangue del suo sangue per raggiungere i suoi scopi e ciò mi mandava in bestia.
C'era solo una cosa da fare. Dovevo andare a palazzo, prendere il bambino senza che lei se ne accorgesse e crescerlo insieme a Rhue. Con noi due era più al sicuro. Non avrebbe avuto gli agi della vita aristocratica, però era meglio così. Almeno ero sicuro che sarebbe cresciuto in serenità e con qualcuno che veramente gli voleva bene.
Così, nel cuore della notte, mi alzai e, evitando di svegliare Rhue, mi vestii e uscii dalla finestra.
Camminai per una buona mezz'ora, fino a quando non fui certo di essere abbastanza lontano da Ponentopoli. Mi guardai intorno per vedere se c'era qualcuno che mi spiava e mi trasformai in Zekrom. 
Volai più veloce che potevo e, in breve tempo, riuscii ad arrivare a palazzo. Essendo notte fonda, tutte le luci era spente, tranne quelle delle lanterne vicino alle mura. Trovando una leggera sporgenza sul muro, riuscii a varcare la soglia e a superare le guardie di turno.
Con passo felpato, entrai nel palazzo e incominciai a girovagare in cerca di una stanza che potesse essere di un bambino. Poi mi venne in mente che lui era figlio della Regina, quindi la stanza doveva essere nelle stanze riservate alla famiglia reale.
Presi le scale e salii fino all'ultimo piano. Quando fui di fronte alla porta che mi avrebbe portato nelle stanze di Azula, feci un respiro profondo. Dovevo rimanere calmo e controllato, altrimenti sarebbe andato tutto a monte.
Senza far rumore, vi entrai. La stanza in cui alloggiava Azula era quella infondo, quindi quella era da escludere. Cercai di capire quale fosse, facendo un semplice ragionamento. La stanza di Kai era quella affianco alla stanza dei suoi genitori, nel caso in cui si sarebbe svegliato nel cuore della notte piangendo o con la febbre alta, così dovevano fare molti avanti e indietro. Quindi diedi per scontato che fosse così anche per la famiglia Phoenix. Camminai lungo il muro, fino alla penultima porta e vi entrai. 
Il mio ragionamento era giusto. Quella era la stanza di mio figlio. C'erano molti giocattoli sparsi in giro per la stanza, al centro un enorme tappeto che raffigurava Reshiram, a destra un letto e vicino alla porta finestra un armadio di legno bianco. Cercando di non svegliarlo, mi avvicinai al letto, però notai che era intatto. Il bambino, forse, stava dormendo con la madre. Indietreggia, tornando sui miei passi, ma per sbaglio calpestai un pupazzo a forma di Buneary. Mi chinai per prenderlo, ma, prima ancora che me ne accorgessi, qualcuno mi diede una botta in testa. Caddi e prima di perdere i sensi, vidi l'Incappucciato affianco a me.

Quando ripresi i sensi, mi trovavo in una piccola cella angusta. Cercai di muovermi, ma non appena sentii il rumore delle catene mi fermai. Ero incatenato ai polsi. Provai a muoverli ancora un pò, per vedere se cedevano, ma nulla. Sospirai, frustato. Ero caduto nella trappola.
-Finalmente ti sei svegliato!-
Riconobbi subito quella voce femminile. Azula era comodamente seduta sul piccolo lettino della cella e teneva in mano un frustino, proprio come quello usato per incitare i Rapidash a correre di più, facendolo schioccare più volte nel palmo della mano. Lentamente si alzò e si mise di fronte a me. Era cambiata tanto in quei due anni. Era quasi irriconoscibile. Sembrava una donna a tutti gli effetti. Indossava un abito rosso fuoco, dalla gonna ampia e con dei fiori neri su un lato della gonna, in tono con la fascia del corpetto. I capelli erano lunghi fino alla base del collo, due ciuffi che le incorniciavano elegamente il viso. Gli occhi truccati con delle leggere sfumature marroncine e il rossetto rosso, lo stesso che portava Rhue il giorno in cui l'ho incontrata alla festa in maschera. Anche se la odiavo, dovevo dire che era maledettamente bella.
-Ti piace?- disse, sistemandosi i capelli corti.
Alzai le spalle, indifferente.
-Su di te, non fanno figura.- dissi, sprezzante, anche se non era quello che pensavo veramente.
-Lo prenderò come un complimento. Su, non farmi il broncio.-
Sospirai.
-Senti, non portiamola troppo per le lunghe. Dimmi dove si trova mio figlio e me ne vado senza fare danni.-
-E perchè? Sono due anni che non vedo il padre di mio figlio. Voglio parlare un pò con te.-
Si avvicinò a me e incominciò a sbottonarmi la camicia. Dondolai e lei allontanò la mano.
-Smettila.-
Lei sospirò.
-Sai, Kaito. In questi due anni ti ho pensato spesso. Desideravo tanto rivederti e non solo per nostro figlio. Però, quando ho visto la fede al tuo dito, quasi non mi si è spezzato il cuore. Alla fine Rhue ha realizzato il suo sogno d'amore. Però ora sei qui e le cose si possono sistemare.-
Incominciò ad accarezzarmi il petto nudo e questo suo gesto mi scatenò un brivido lungo la schiena. Cominciai a dimenarmi. solo Rhue poteva fare certe cose. Lei era moglie!
Azula, nonostante la mia ribellione al suo comportamento, si avvicinò al mio orecchio, scostò qualche ciocca di capelli ed iniziò a parlare con are provocante.
-Mi sei mancato così tanto. Avrei voluto che quella notte facesse durare le cose tra di noi, invece non è andata come funzionavo. Ma non fa niente. Ora che sei qui, possiamo riprovarci e sono sicura che questa volta le cose andranno meglio. Potremmo essere una famiglia felice. Non dovrai più pensare a quella viziata di Rhue.-
Se fossi stato libero di muovermi come volevo, sarei scattato dalla rabbia per ciò che aveva detto su mia moglie.
-Non puoi parlare così di Rhue! Non te lo permetto! Inoltre, tra me e te le cose non possono funzionare. Non siamo compatibili. Pensi solo a te stessa. Quindi dimmi dove si trova il bambino, altrimenti...-
-Altrimenti cosa? Non puoi fare niente. Non puoi liberarti con il tuo potere, perchè distruggeresti tutto. Inoltre non sai dove si trovi il bambino e rischiando di liberare Zekrom potresti ucciderlo. E non vuoi mica che tuo figlio muoia, non è vero?-
Aveva ragione. Io volevo portarlo via da Azula proprio perchè non volevo che gli accadesse nulla di male.
-Allora cosa devo fare?- chiesi, dopo una lunga pausa.
-Semplice! Alleati con me!-
Sbarrai gli occhi, sorpreso.
-Allearti con te? Perchè?-
Alzò le spalle, come se il perchè fosse ovvio.
-Perchè vuoi il bene del bambino. Sei venuto qui perchè non vuoi che cresca con una come me. Quindi se mi aiuterai, ti lascerò andare via con lui.-
La guardai. Non mi piaceva allearmi con lei, perchè dovevo sempre stare sugli attenti per evitare brutte sorprese da lei. Però l'idea non era male.
-E se mi alleassi con te, cosa dovrei fare?-
Sul suo viso si dipinse un sorrisino malizioso.
-Dovrai boicottare i ribelli dall'interno.-
-Cosa?-
Sospirò e tornò a sedersi.
-Tu aiuti i ribelli, no? Quindi avevo pensato che tu potevi desisterli dal loro obiettivo. In modo da non ferirli tanto nel caso loro non riuscissero nel loro intento.-
-Ma la loro è una causa giusta. Tu non te ne sei resa conto, ma il tuo regno sta cadendo in rovina poco a poco. Ed è solo colpa tua.-
Azula gettò uno sguardo prima su di me, poi distolse lo sguardo infastidita.
-Lo so benissimo quali sono i problemi del mio regno. So anche che, se esistono, è colpa mia. E so anche che una ribellione non farà affatto bene al regno. Piano piano li sistemerò, ma tu dovrai desistere i ribelli dalla loro causa. Se non lo farai, potrai dire addio a tuo figlio.-
Abbassai lo sguardo, rassegnato. Se volevo che il bambino venisse con me, dovevo fare quello che diceva lei.
-Va bene. Però, prima di accettare del tutto, posso vederlo?-
Azula scattò in piedi.
-Cosa?-
-Voglio vedere il bambino prima di accettare la condizione che tu mi hai posto.-
Lei divenne completamente rossa.
-E perchè mi fai una richiesta del genere?! Credi che abbia mentito?!- urlò.
-Da te mi posso aspettare di tutto! Però non penso di averti chiesto una cosa così difficile! Voglio solo vederlo, tutto qui. Pensi che gli possa fare del male o che scappi con lui, senza prometterti il mio aiuto?- chiesi, ma lei non rispose.
Ci vollero un paio di secondi per capire tutto.
-Ho capito. E' tutta una menzogna. Non c'è nessun bambino. Hai creato questa storia perchè sapevi che io sarei venuto qui a prenderlo.-
Azula scosse la testa, indignata.
-Non è vero. Non è una bugia. Non potrei mai mentire su una cosa del genere! Solo che...-
-Solo che cosa?!- urlai e un fulmine sguarciò il cielo.
Ero fuori di me. Ero arrabbiato con lei perchè aveva mentito su una cosa importante, ma ero anche furioso con me stesso perchè ero caduto nella sua misera trappola. Con un rapido gesto sdradicai le catene dal muro e mi avvicinai a lei, prendendola per il collo. L'avevo messa con le spalle al muro.
-Va bene. Ti ho mentito, Kaito. Non c'è nessun bambino.-
A quelle parole la presa sulla sua gola si strinse involontariamente. Azula fece un riso soffocato.
-Avanti, uccidimi. Una come me non merita di vivere.-
A quelle parole rimasi sorpreso. Anche se era un suo giochetto psicologico non capivo cosa volesse fare.
-Non sono degna di meritare il perdono di Zekrom.-
In quel momento capii che ai suoi occhi dovevo sembrare un mostro. Gli occhi iniziarono a bruciarmi e, senza accorgemene, rallentai la presa su Azula. Lei ne approfittò.
Pensavo che volesse colpirmi e d'istinto chiusi gli occhi. Quello che mi aveva detto pochi secondi prima aveva distrutto le mie difese. Poi sentii qualcosa di caldo premere sulle mie labbra. Aveva approfittato di quel momento di debolezza per baciarmi? A cosa stava giocando? 
Il bacio lentamente divenne più profondo ed io non riuscivo a muovermi. L'unica cosa che riuscii a fare era piangere. Le lacrime scendevano senza comando. All'improvviso sentii una forte fitta allo stomaco. Lentamente mi staccai da Azula e gettai un occhio verso la zona in cui si stava piano piano espandendo il dolore e vidi le mani di Azula che impugnavano un coltello. Il sangue scendeva ed io la guardai. Aveva il suo classico sorrisino malizioso.
Con un rapido gesto, tolse il coltello ed io, per il dolore, mi accasciai per terra.
-Che c'è? Il Leggendario Zekrom non riesce ad alzarsi per un misero taglietto? Sei proprio un essere inutile.-
Mi guardò per un paio di secondi, prima di uscire dalla cella.
-Azula!- urlai e nel cielo si scatenò una tempesta di fulmini.
Arrabbiato e offeso, mi alzai e, barcollando, uscii. Nonostante la ferita mi facesse molto male e il sangue uscisse a fiumi, corsi per raggiungerla. La presi per i polsi e la gettai di nuovo sul muro. Le presi il coltello e glielo puntai alla gola.
-Chi è l'essere inutile? Sei una donna senza cuore. Giochi con i sentimenti altrui. Questa volta farò quello che non ho fatto l'ultima volta!-
Incominciai a premerle il coltello contro la gola, ma sentii qualcosa penetrarmi nella schiena. La lama di una lancia. Per il dolore lasciai la presa e mi voltai indietro, guardando, furioso, la guardia che mi aveva colpito.
Azula ne approfittò per scappare. 
Volevo rincorrerla, ma ben preso venni circondato dalle altre guardie. Urlai e dopo pochi secondi mi trasformai in Zekrom, tramortendo tutte quelli che mi avevano circondato e distruggendo le prigioni del palazzo. Volai alto nel cielo e incominciai a cercare Azula, che stava correndo verso il palazzo.
Urlai per l'ennesima volta e lei si girò. Quando mi vide volare nel cielo quasi sbiancò. Disse qualcosa ale sue guardie che, ben presto, si affollarono sotto di me.
Cercarono di colpirmi con varie armi, ma non mi fecero molto. Scaraventai alcuni fulmini per terra, neutralizzando la maggior parte di loro. Però i rinforzi arrivarono in fretta. Mentre i Pokèmon cercavano di colpirmi con i loro attacchi più forti, gli umani caricavano i cannoni.
Proprio mentre cercavo di evitare la mossa Dragobolide di un Haxorus, mi arrivò un colpo di cannone dritto sull'ala. Persi l'equilibrio per un pò e molti colpi avversari andarono a segno. Gettai un occhio su Azula che stava continuando a correre verso l'entrata del palazzo. Dovevo attaccarla prima di cadere al suolo stremato.
Raccolsi le mie ultime forze e caricai Incrotuono e la gettai dritta su Azula.
L'ultima cosa che vidi fu un'enorme esplosione.
   
 
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