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Autore: FavoladiBeda    24/07/2014    3 recensioni
Questo è un missing moment romione che si colloca dopo una scena che mi ha sempre fatto fantasticare.
Harry e Ron hanno un compito parecchio noioso da portare a termine: pulire una caterva di cavoletti di Bruxelles.
Ma tra le interruzioni dei membri della famiglia Weasley e quegli odiatissimi cavoletti, ci saranno anche tante chiacchiere.
E grazie a queste, Ron capirà di essersi innamorato.
Una piccola romione gratis, per gli appassionati.
FavoladiBeda
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I gemelli Weasley erano appena spariti dalla stanza quando Ron pose quella domanda a Harry. Erano alla Tana per le vacanze di Natale e la signora Weasley aveva incaricato loro di pulire quella che sembrava una montagna infinita di cavoletti di Bruxelles.

I gemelli erano passati per qualche battutina (che includeva Lavanda Brown, la ragazza di Ron) e si erano categoricamente rifiutati di aiutarli, quando avrebbero potuto salvarli da quella tortura con un gesto della bacchetta.

Ma Fred e George erano usciti di gran carriera per andare ad affascinare una babbana che trovava magici i loro trucchi con le carte, sostenendo che se Ron pretendeva che qualcuno lo aiutasse doveva evitare di lanciargli contro un coltello da cavoletti (come, invece, aveva fatto poco prima).

“Quanto credi che durerà la faccenda di McLaggen?”.

“Che intendi dire?” disse Harry, vagamente a disagio.

“Insomma, è chiaro che non piace davvero a Hermione, no? Voglio dire… l’ha confuso alle selezioni” borbottò.

“Come fai a saperlo?” esclamò sorpreso Harry.

“Vi ho sentiti parlare” confessò mentre le sue orecchie diventavano scarlatte.

Harry non seppe cosa dire. Aveva gli occhi leggermente sbarrati e pensava febbrilmente a come Hermione avrebbe reagito venendo a conoscenza di quella notizia.

“Senti, Ron” disse Harry “ma perché non ti liberi di Lavanda?”.

“Non è così facile” brontolò l’altro.

Calò un silenzio teso mentre cavolini su cavolini venivano puliti, lavati e sistemati su un lato del lavello.

“Ciao ragazzi” esordì Ginny, entrando in cucina con una carota in bocca.

“Perché diamine hai detto a George e Fred di Lavanda?” le urlò addosso Ron, appena la vide.

“Tu gli hai detto di Dean. E anche degli altri. Hai detto loro che stavo con cinque ragazzi diversi! Cosa assolutamente falsa! E per poco non volevano vendermi i loro prodotti ai Tiri Vispi” rispose a tono.

“Bhe, prendi il mio posto allora” affermò Ron, sciacquandosi le mani e asciugandosele sullo strofinaccio che la signora Weasley gli aveva lasciato.

“E perché mai?”.

“Per farti perdonare. Io sono stanco, andrò in camera” proclamò, abbandonando Harry ai cavoletti.

“A fare cosa? A baciare la foto di zia Mu-” ma Ginny non riuscì, di nuovo, ad offendere Ron con la storia hai l’esperienza di un dodicenne perché lui rientrò veloce nella stanza e le si piazzò davanti.

“Ho una ragazza, per tua informazione” strillò con voce acuta mentre le sue orecchie raggiungevano nuove sfumature di rosso.

“Lavanda” sbuffò lei “Una con meno cervello non potevi trovarla, complimenti per la scelta Ronald!”

“Lavanda è intelligente!”

“Un vermicolo ha più cervello di lei!”

“Smettila di insultarla” urlò Ron, fuori di sé.

“E tu guardati intorno, stupido, che ci sono ragazze migliori di quell’oca, super intelligenti e che farebbero di tutto per te ma che tu non consideri perché sei un deficiente!” gridò Ginny con tutto il fiato che aveva in gola.

Ron rimase senza parole a fissare la sorella, col petto che si alzava e si abbassava velocemente.

Ginny gli lanciò un’occhiata cattiva, osservò di sfuggita Harry e poi si precipitò fuori dalla cucina.

Harry, in tutto questo, era rimasto a guardare i due sbraitarsi addosso senza essere in grado di intervenire. I cavoletti ormai lasciati al loro destino, Harry si pulì in fretta le mani sullo stesso strofinaccio che aveva usato Ron e lo raggiunse al centro della sala.

Ron aveva lo sguardo fisso e sembrava incapace di proferire una qualsiasi parola. Anzi, aveva la bocca sigillata con le labbra che quasi non si scorgevano più tanto erano strette in una piccola strisciolina chiara.

“Stai bene?” bisbigliò Harry.

Ron annuì e si buttò di peso su una delle sedie intorno al tavolo a qualche passo da loro.

Harry capì che stava ragionando sulle parole di Ginny.

Nella testa di Ron vorticava ciò che aveva detto sua sorella, a cui cercava di dare un senso.

E tu guardati intorno, stupido, che ci sono ragazze migliori di quell’oca, super intelligenti e che farebbero di tutto per te ma che tu non consideri perché sei un deficiente.

“Di chi parlava secondo te?” chiese roco.

“Bhe… di Hermione” disse Harry. Gli sembrava abbastanza ovvio almeno quanto il fatto che Ron non accettasse appieno di provare qualcosa per la sua migliore amica.

Per la seconda volta, scese il silenzio. Poco dopo sentirono dei passi oltre la soglia.

“Tutto bene?” disse la voce affannata della signora Weasley da dietro un grande cesto di biancheria tenuto in aria e controllato a colpi di bacchetta.

“Si, mamma”.

“Ho sentito urlare” spiegò.

“Non si preoccupi signora Weasley, è tutto a posto” la rassicurò Harry ma il suo sorriso accomodante si trasformò in una smorfia di timore quando la donna occhieggiò i cavoletti ancora da preparare.

“Emh, io e Ron ci siamo presi un minuto di pausa ma torniamo subito a lavoro!” esclamò in fretta trascinando l’amico da un braccio verso il lavello.
“Bravi cari” disse la madre di Ron “Avvisatemi quando avete finito”.

Dopo che sia Harry che Ron le assicurarono che sarebbero di certo corsi da lei non appena i cavoletti fossero stati finalmente pronti, e dopo che lei fu uscita dalla cucina, la situazione tornò a condirsi di quel sentore imbarazzante che li aveva coinvolti da quando Ginny ebbe pronunciato le fatidiche parole.

“Credi… tu credi…” balbettò Ron, un minuto dopo “che Hermione, insomma, cioè, sai, quello che ha detto prima Ginny… insomma, voglio dire, che lei… di me… ecco…”

“Si, lo credo Ron” disse Harry.

“Oh”

“Già”

Ron riprese il coltellino e Harry intercetto il sorrisino che rivolse ai cavoletti.

“E a te piace Hermione?” chiese a bruciapelo, Harry.

Ron scivolò su un pezzo di cavoletto che era accidentalmente caduto a terra e, scarlatto e completamente imbarazzato, cadde con un gran tonfo.

“I-io” balbettò cercando di tirarsi su (tra le risate trattenute dell’amico) riuscendo solo a capitolare di nuovo.

Harry buttò alle ortiche ogni contegno e scoppiò a ridere sonoramente prima di abbassarsi e tendere una mano a Ron.

“No, grazie faccio da solo” disse il Weasley a terra, indignato.

“Eddai, scherzavo” cercò di salvarsi Harry mentre cercava di cancellare un grande sorriso che, d’istinto, gli era rimasto in faccia “Scusa, Ron! Adesso ti alzi?”.

Con uno sbuffo Ron si tirò agilmente in piedi, schiaffeggiando piano la mano ancora tesa del suo migliore amico.

“Confessalo” disse Harry, lentamente “Hermione ti piace. E” continuò quando vide che Ron stava diventando viola per l’ennesima volta “sii sincero.

Sono solo io, Harry. Lo sai che non lo dirò mai a nessuno”.

Ron si concentrò su un cavoletto, infilzandolo con un unghia mangiucchiata e combattendo con se stesso per decidere cosa fare.

A dire la verità non sapeva se Hermione gli piaceva. Sapeva, senza ombra di dubbio, che Lavanda non gli piaceva per niente. All’inizio c’era stato per vendetta contro Hermione, perché anche lui voleva baciare qualcuno e di conseguenza avere una ragazza e questo avrebbe non solo zittito Ginny e le sue insinuazioni su zia Muriel, ma lo avrebbe liberato da un sacco di etichette poco carine che gli avevano affibbiato a Hogwarts. Ad esempio, Lavanda demoliva molti status sociali in cui era imprigionato da sempre. Primo fra tutti, Ron era catalogato dai Serpeverde (ma anche da molti di altre case e addirittura da alcuni compagni di Grifondoro) come sfigato. E questo termine comportava tanti soprannomi e altri pregiudizi sotto cui era visto.

Era il ragazzo che non aveva mai baciato, mai avuto una ragazza, che aveva una vita amorosa deprimente, un portiere che era entrato in squadra solo perché migliore amico del capitano, un portiere scarso, il ragazzo ammirato da nessuno, un poveraccio e la lista andava avanti ancora, ancora e ancora.

Perciò Lavanda era stata la sua ancora di salvezza.

Oltre a questo, era la sua rivincita su Ginny ed Hermione. La prima perché sosteneva la già citata Teoria Del Dodicenne come amava chiamarla, l’altra perché aveva baciato Krum.

Ora però Ron venne rapito da un pensiero alquanto strano.

Stava con Lavanda perché… Hermione aveva baciato Krum… era geloso di McLaggen…

“Oh santa morgana, mi piace Hermione Granger!” urlò all’improvviso.

Harry che era rimasto a guardarlo per ben dieci minuti in cui Ron si era accigliato, aveva ridotto in briciole parecchi cavoletti, si era accigliato ancora e in fine aveva spalancato la bocca incredulo, si spaventò leggermente per le sue urla.

Quando un secondo dopo comprese le sue parole, si aprì in un sorriso naturale.

“Ci sei arrivato” gli disse, dandogli una pacca sulla spalla.

“Ci sono arrivato” sussurrò.

“Che ne dici di pulire un’altra decina di questi cosi, buttare il resto, e portare a tua mamma quelli pronti?” suggerì Harry.

“Mh-mh”.

Ron non riusciva a crederci. Era così ovvio! E lui non c’era arrivato! Sei anni a litigare, a urlarsi cose e, adesso, capiva che quella riccia so-tutto-io gli piaceva. Gli piaceva un sacco.

Mentre lui e Harry pulivano gli ultimi cavoletti il suo cervello fece due più due.

Pensò a tutte le occasioni e a tutti i momenti passati insieme ad Hermione e capì che lui era sempre stato geloso di lei.

Ricordò quando fu pietrificata, al secondo anno e sentì l’intestino contorcersi come allora, la paura attraversarlo, il panico scorrergli nelle vene. Poi gli venne in mente l’anno della Gira Tempo. E ancora l’anno del Calice di Fuoco. Come avrebbe potuto dimenticare? La gelosia corroborante per Victor Krum che cozzava con la voglia di chiedergli l’autografo. E’ stato l’anno del terribile Ballo del Ceppo. Hermione l’aveva accusato di averla invitata come ultima spiaggia. Che stupido era stato!

Se solo non fosse stato tanto ottuso e orgoglioso forse, se Hermione l’avesse ricambiato, a quest’ora sarebbero fidanzati da anni. A questo pensiero sentì molto caldo e seppe di stare diventando rosso sia sulle orecchie che sul collo.

E poi l’anno prima, un anno parecchio triste a dire il vero. Con tutta quella situazione dell’Ordine, della Umbridge, del Ministero, di Voldemort, di Sirius… e adesso la situazione si è appena appena tranquillizzata e le più importanti preoccupazioni sono i M.A.G.O., i compiti e, per quanto riguardava Harry, le lezioni di Silente e poi Lumacorno. Con Lavanda tra i piedi, Hermione era sempre più irritata e lo evitava.

“Mi piace Hermione” ripeté.

“Oddio! Lo sapevo!” strillò forte una voce oltre la porta. Subito dopo Ginny entrò e si tuffò nelle braccia del fratello “Lo sapevo!”.

Ron divenne rosso, verde ed infine bianco cadaverico.

“Cos-“ disse con voce soffocata a causa dell’abbraccio troppo stretto.

“Hermione impazzirà di gioia quando lo saprà!” urlò ancora Ginny.

“Emh… credo che dovrebbe saperlo da lui, Ginny” disse Harry ridendo.

“Oh, si, certo” rispose liberando Ron dalla morsa omicida “Hai fatto la scelta giusta. Altro che Lavanda!”.

“Oh no! Lavanda” sussurrò atterrito Ron.

Ma prima che i tre potessero dire altro arrivò la signora Weasley e rivolse ai due ragazzi uno sguardo preoccupante mentre Ginny sgaiattolava fuori, non vista.

“Ronald! Quando hai intenzione di finire di pulire i cavoletti… dopodomani, forse? Se non ti dai una mossa puoi considerarti escluso dal Natale!”
minacciò, con le mani sui fianchi.

Ron che in poco più di un’ora aveva cambiato colore e temperatura almeno un centinaio di volte, divenne pallido.

Sua mamma marciò fuori (dalla finestra la videro rassettare il giardino con la magia) e Harry cercò il suo sguardo.

“Distruggiamoli” disse lentamente e con la voce piena di rabbia, Ron “questi accidenti di cavoletti!”.
  
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