“…”
“Roger,
Watari. Può bastare.”
“Sicuro?
Io invece credo che
un altro giorno debba passare.”
“No,
Roger. Più tempo passa,
più la voce si spargerà e lo sapranno tutti,
è questo che dobbiamo impedire.”
“…”
“Va
bene.”
Mello
stava festeggiando
allegramente come non aveva mai festeggiato prima. Matt e Near lo
guardavano
con la bocca aperta mentre cantava tanti auguri, con ancora la voce
femminile
addosso.
“Near,
Matt, secondo voi
dovrei dire a L che Mil in realtà sono io? Mello?”
“Mello,
L è il detective più bravo
del mondo, credo che già lo sappia. E se non lo sapesse, si,
dovresti
dirglielo.”
Mello
lo guardò per qualche
secondo dubbioso su quello che aveva detto. In effetti, le
possibilità che lo
avesse già scoperto erano alte.
“Secondo
me dovresti andarci
adesso a confessarglielo. Sono d’accordo con Near.”
Mello
invece era poco
convinto. Portò la mano al mento e se lo
massaggiò per qualche secondo.
Alla
fine confessò che era la
cosa giusta da fare, e uscì dalla camera di Matt per andare
nella sua. Tutti
stavano fuori, quindi non c’era bisogno di rivestirsi come
Mil per fare un
pezzetto di corridoio. Aprì la porta e restò un
attimo traumatizzato. Possibile
che ogni volta che apriva una porta dietro c’era sempre
qualcosa di strano?
Oppure…qualcuno.
Sul
suo letto c’era L, messo
in una posizione stranissima con un pasticcino in mano, e accanto, in
piedi,
c’erano Watari e Roger.
“Ciao
Mello.”
“Ah…ehm,
c-ciao. Volevo
dirvi…che…”
“Sei
tu Mil, lo sappiamo già.
Sei stato molto furbo.”
“Allora,
L…tu sapevi fin
dall’inizio, che io ero Mil, vero?
L’investigatore
lo fissò con
occhi vuoti e si mise in bocca un pasticcino con glassa rosa. Mello lo
fissò a
sua volta, un po’ timoroso di quella che poteva essere una
risposta.
“No.”
Flashback:
L entrò in quello strano
negozio, pieno di lucette e
pupazzetti vari, peggio di un albero di natale.
“Buon giorno,
posso…” Disse il proprietario
interrompendo la frase e fissandolo, con un cartellino sulla camicia
cangiante
con su scritto “Dave.”
“Aiutarla?”
Finì, uscando il tono della voce più lento
e sensuale. L sollevò un sopracciglio, e si portò
il pollice alla bocca.
“Volevo cercare un suo
cliente, circa…5 giorni fa. E’
venuto, per ecco… diciamo cambiare un po’.
“Ah, si…mi
ricordo di quel ragazzo. Sembrava Raffaella
Carrà, lo giurò!” E rise un poco, non
scollando gli occhi dai jeans
dell’investigatore. L spostò il suo
sguardò dalla stessa parte, chiedendosi se
aveva qualcosa, ma arrossì subito, rendendosi conto di quale
parte del corpo
QUELLO stava fissando.
“Ha chiesto un complicato
trattamento…vuole anche lei
cambiare? Adesso non per metterla in imbarazzo,
signore…”
E si avvicinò camminando
lentamente, L rimase fermo a
fissarlo con i suoi grandi occhi color pece.
“Ma io credo che lei non
abbia bisogno di alcun chè.
Certo, si potrebbe fare qualcosa per queste occhiaie
ma…”
L decise che era giunto il momento
di darsi una mossa.
“Come si chiama
intanto?”
“Ehm, adesso dovrei
andare. Riuzaky, arrivederla.”
“Aspetti…non
vuole il nostro biglietto da visita?”
Ma L era già uscito a
passo veloce, vedendo che quel
tizio lo stava avvicinando con sguardo malizioso.
Mello
spalancò gli occhi.
“In
realtà ti stavo pedinando
in albergo, ma non credevo che tu arrivassi a travestirti da femmina
per
restare dentro alla wammy’s house. In realtà
è un tipo di cose che avresti
fatto, e un po’ ci contavo. Se avessi fatto passare una
settimana senza wammy’s
house ti avremmo ripreso con noi. Era una prova. E nonostante non
l’abbia
superata, hai dimostrato intelligenza a rientrare, e quindi
considererò questa
prova come valida. Non ti avremmo mai espulso veramente, sei secondo, e
per
poco primo.”
Quando
ebbe finito, Mello era
ancora sotto shock, come se non avesse sentito niente di quello che
aveva
detto.
“In
poche parole, puoi
ritornare senza mascherarti.”
Cercò
di assimilare quelle
poche parole come se fossero un pezzo del libro di Proust.
Mentre
stava ancora in piedi,
il silenzio fu rotto da Matt che entrò con molto rumore
spalancando la porta,
seguito da Near che era nascosto dietro al rosso.
“Wow.
Quanti complici. Non
credevo che anche Near si sarebbe fatto coinvolgere.”
Sussurrò
l’investigatore a
Watari e Roger, che annuirono. Near indietreggiò un poco,
arrossendo.
“Ma…allora
posso tornare
senza nessun problema?”
“Si,
Mello. Ora devo andare,
questa storia è stata un contrattempo, sto indagando ad un
indagine molto
pericolosa. E se morissi, qualcuno mi dovrà sostituire,
quindi, a studiare.” Si
sciolse dalla sua posizione, e, gobbo, uscì dalla camera
seguito dai
“Maggiordomi”.
“Wow.”
Mello
guardò storto Matt.
“Cosa
dovrebbe significarmi?”
“Cosa?Puoi
tornare.”
“Ma
allora sei decoccio! Era
uno scherzo! Un fottuto scherzo! Loro sapevano..io ho passato le pene
dell’inferno! E questi mi dicono che posso tornare senza
nessun problema, ma ti
pare??? Dimmi che non è vero, che non ho fatto uno scherzo,
e non sono stato
espulso, che il mio rivale ed il mio migliore amico NON si sono
innamorati del
finto me….ti prego…”
“M-Mello,
a me piaceva Mil.
Cioè, tu sei un bel ragazzo, sei snello e..particolarmente
attraente….m-ma sei
un maschio, e io non credo di essere…”
Il
rosso non finì l’ultima
parola che Mello gli andò di fronte e lo baciò
sulle labbra, lasciandolo senza
fiato. Near aveva la bocca e gli occhi spalancati.
“…etero….”
Mello
rise, e poi fece cenno
a tutti e due riuscire dalla sua camera. Matt era ancora mezzo
scoinvolto e
camminava come un robot.
E così ci sono cascato
anche questa volta…uff…adesso
però vado a dire a Near che hanno trovato suo padre, eheh!
Fine!!!
Ringrazio
Elly_Mello e Soleva che mi
hanno seguito fino alla fine! Un baxo a tutte e due!!!! Mi seguirete
anche alla
mia prossima fic, di nome “Una fangirl alla wammy’s
House”? Bacioni a tutti,
anche quelli che hanno solo letto!^^