Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: mistaya89    24/07/2014    2 recensioni
Ho amato follemente il mondo della Rowling. E per non dirgli addio, ma tenerlo un pò con me anche dopo la fine dei suoi libri, ho provato a rendergli omaggio. Partendo dalla sua storia ma prendendo strade diverse. Sono arrugginita, e sicuramente non all'altezza dell'originale, ma nonostante questo spero che vorrete passare un altro pò di tempo ad Hogwarts. Come leggete nelle descrizioni, le coppie non sono quelle classiche.. adoro gli amori tormentati, e sono proprio questi che voglio raccontare. Hermione non è più una bambina. Draco non è più un purosangue convinto di sapere tutto. E gli altri, Harry, Ron, Fred, George, Ginny si trovano a fare i conti con avvenimenti che mai avrebbero ritenuto possibili, incrociandosi sullo sfondo della storia dei protagonisti. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate! :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hermione camminava nel parco di Hogwarts, i piedi che affondavano nell’erba umida, la sciarpa che le sventolava alle spalle perchè come ogni volta l’aveva indossata sbadatamente, senza badare a come le si arrotolava intorno al collo. I capelli che brillavano rossi mossi nel vento fra i raggi autunnali di quel tramonto. Gli occhi bassi. La mente che rincorreva le ultime frasi che si erano detti. I passi decisi e veloci. 
“Mi dispiace, restiamo amici, per me sei comunque importante..
Che ironia, la vita. Rincorri per anni quello che cerchi, l’ottieni e poi non sai che fartene. Era stato lui a lasciarla, ma solo perchè l’aveva battuta sul tempo. Certo che sarebbero rimasti amici, che frase inutile da dire pensò con stizza, il mondo sarebbe andato a pezzi se non ci fosse stato il trio a salvarlo. Non era distrutta no, non era devastata. Sarebbe dovuta esserlo ma aveva già preso coscienza tempo fa, con quell’intelligenza che la contraddistingueva, che quel che avevano non era ai livelli di quel che aveva sognato, di quel che sarebbe dovuto essere. E doveva averlo compreso anche lui, in un insolito lampo di lucidità. Dunque non c’era stato dolore alla fine, era una cosa che aveva accettato, tutto sommato, serenamente. Ora provava solo un pò di risentimento. Perchè le cose non erano andate come aveva programmato. E davvero odiava quando qualcosa non andava come lei prevedeva. L’ultima volta che era successo era rimasta pietrificata ed aveva dovuto sorbirsi un periodo in infermeria di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Ripensare a tutte quelle lezioni perse la faceva stare male ancora ora, a distanza di anni. Si bloccò di colpo. Ron l’aveva appena lasciata e lei stava seriamente pensando che la tragedia più grande fosse essere mancata a due settimane di lezioni quattro anni prima? Scoppiò a ridere. Evidentemente, o questo significava che avrebbe dovuto rivedere le sue priorità o, molto più probabilmente, che era chiaro che tra lei e Ron non potesse funzionare e che avessero fatto bene a chiuderla ora, quando ancora non c’erano stati grossi danni collaterali. Non che la cosa fosse molto comica, alla fin fine, ma lei rise come se le avessero appena scagliato un incantesimo rictusempra addosso. Dopo qualche minuto smise di ridere e si portò un lembo della sciarpa sul viso, per asciugare quelle lacrime traditrici che avevano superato le sue barriere. Fece un respiro profondo. Doveva ricomporsi prima di rientrare, aveva un’intera sala comune da affrontare. Per non parlare della cena nella Sala Grande. Poteva già sentire il vociare delle mille teorie che sarebbero nate. Ad Hogwarts oramai faceva scalpore più una rottura tra due fidanzati che non l’ennesimo tentativo del Signore Oscuro di ucciderli tutti. Specie se quei due fidanzati erano la coppia d’oro di Grifondoro. Si porto le mani al viso e si diede due piccoli schiaffi, uno per guancia. Poi si girò e tornò sui suoi passi. Il sole alle spalle ed il castello davanti.

La Sala Grande era già piena di studenti, la cena del sabato sera era ancora più deliziosa del solito e tutti arrivavano sempre prima, entusiasti di vedere quali prelibatezze gli elfi avrebbero fatto magicamente comparire nei loro piatti stavolta. E non glien’erano nemmeno riconoscenti! Pensò fra se e se che doveva inserire nel calendario del giorno un discorso a riguardo per la prossima riunione del CREPA..! Immersa in questi pensieri camminava automaticamente verso il tavolo di Grifondoro, quindi non si accorse che le discussioni si smorzavano un pò al suo passaggio e che in tanti ne seguivano con gli occhi la figura.
La tavolata dei Serpeverde la osservò percorrere la sala con ghigni beffardi. Certi che qualsiasi cosa nuocesse ad un solo Grifondoro avesse il diritto di essere festeggiata con il miglior succo di zucca reperibile, e che qualsiasi cosa che nuocesse ad uno del magico trio di miracolati meritasse anche una piccola correzione al Whisky incendiario! Effettivamente, visto che stavolta venivano coinvolti in un colpo solo due su tre dei loro nemici giurati, era strano che non avessero ancora ingaggiato i Wizard Rock, ricorrendo ai loro considerevoli patrimoni di purosangue, per far comporre una canzone sull’avvenimento. I Corvonero seguirono Hermione con espressioni dubbie ed indagatrici. Ancora si chiedevano come avesse fatto la Granger (unico caso di smistaggio sbagliato da parte del cappello parlante, in quanto sarebbe dovuta chiaramente appartenere alla loro casa) ad aver accettato di mettersi con Weasley, facendo cosi sfoggio di una mancanza d’intelletto imperdonabile, che forse alla fin fine giustificava la scelta del polveroso cappello. I Tassorosso invece sempre cosi empatici avevano gli occhi lucidi, alcune delle ragazze al tavolo scoppiarono addirittura a piangere solo nell’incrociarne lo sguardo, immaginandosi già una tragedia greca. 
Tutto questo, si svolgeva alle spalle di una distratta Hermione che vagava per la Sala. “Cough” quel leggero schiarimento di voce attirò l’attenzione di Hermione che si accorse cosi che Ginny le camminava al fianco. “Terra chiama Granger. Ei Hem, ci sei? Se non ti avessi raggiunta credo che saresti stata in grado di andarti a sedere al tavolo dei professori, vicino Piton!” Hermione ridacchiò. “Hey Ginny, si scusami stavo pensando a..” “Lo so, lo so. Mio fratello è un’idiota ma ehi, io ti avevo avvertita! Non preoccuparti ho già chiesto a Dean di chiedere a Seamus se Finnegan del settimo anno è ancora sul mercato. Vedrai, ti farò dimenticare Ron in un battibaleno!” trillò Ginny con un sorriso smagliante in viso. “Veramente io stavo pensando a..” in effetti, forse era meglio non dire a cosa stesse effettivamente pensando. “Niente, lascia stare. Grazie, Ginny, ma davvero non ho bisogno che tu mi combini appuntamenti di coppia con chicchesia. Con i ragazzi ho chiuso, per un bel pò!” c’era una vena di sfinimento nel suo tono, di sfiducia. “Come vuoi Hem, però lo sai, io ci sono.” Ed era vero, Ginny c’era sempre stata. Da ragazza timida e spaventata era sbocciata in una splendida maga sicura di se e capace di fare magie, in tutti i sensi. Si portava dentro le cicatrici di quel che le era successo, ma aveva imparato a sfruttarle a suo favore. Era diventata più forte, e si era riplasmata un carattere che le rendesse impossibile compiere di nuovo gli errori del passato. Hermione non aveva mai avuto tempo per stringere altri legami, con tutto quello che era successo nelle loro vite, quindi Ginny era da sempre l’unica persona (di sesso femminile) che Hermione potesse chiamare amica. Fu pensando a questo che si bloccò all’improvviso, gettandoglisi addosso in un grosso abbraccio, che Ginny ricambiò con una risatina.
“Complice la luna/sarcastica e ammiccante/nel suo sorriso avorio antico/in quella notte/perduta tra le trame..” sentirono la voce di George proclamare i versi dal tavolo di Grifondoro. “Perchè, esattamente fratello, stai citando Saffo?” chiese Ginny sciogliendosi dall’abbraccio. “Non è evidente, sorellina? Ovviamente la nostra povera amica non ha retto il colpo ed ha preferito seguire le orme della ormai defunta poetessa e migrare verso sponde più liete..”  Il tono canzonatorio di George venne interrotto dall’esordio di Fred.  “Ed ora, signori, è tempo di pagare. Neville, mi devi 50 galeoni. Chi altri aveva scommesso?” Hermione, senza smettere di abbracciare Ginny, tirò fuori dal mantello la bacchetta. “Avis” mormorò sottovoce, solo Ginny riuscì a sentirla, ed iniziò a tremare nel tentativo di nascondere le risate, pregustando già la scena che sarebbe seguita. In pochi secondi Fred e George si ritrovarono a combattere con uno stormo di canarini inferociti che non solo stava rubando loro i soldi, ma che li stava anche malamente beccando sulle belle chiome fulve. “Ahi, ahi! Scherzavamo Hermione, scherzavamo” disse Fred. “Si, un atto goliardico del tutto innocuo!” ribattè George. I canarini non accennarono a smettere di beccarli. “Hermione per favore..” disse Fred mentre tentava di allontanare i malvagi uccellini con concitati gesti delle mani, il diplomatico George invece stava tentando la via della morte apparente, che non sembrò sortire grandi effetti. Oramai quando l’intero tavolo di Grifondoro stava ridendo a crepapelle e dopo che Fred e George ci ebbero rimesso buona parte degli scalpi, Hermione agitò di nuovo la bacchetta, e i canarini scomparvero con dei piccoli puff. Fred e George si massaggiarono le teste doloranti. “Grazie ragazzi” disse loro Hermione, i due la squadrarono con sospetto, abbastanza incerti sul perchè li stesse ringraziando. “Prego.. Hermione” risposero in coro in tono incerto, ma certi che fosse meglio non indispettirla di nuovo. In quel momento li raggiunse Harry. “Per cosa li stai ringraziando” chiese. “Oh, per una generosa donazione che Fred e George hanno fatto al CREPA, ovviamente. Un pensiero davvero carino.” gli rispose Hermione, tutta zucchero e buone intenzioni. Fred e George spalancarono le bocche e fecero per protestare, ma un movimento del tutto casuale di Hermione fece intravedere la sua bacchetta tra le pieghe del mantello. Scoppiarono a ridere e dissero in coro “Touchè!” poi tornarono a rivolgere la loro attenzione a delle povere matricole alle quali tentarono di vendere forniture annuali di pasticche vomitose. Hermione sorrise soddisfatta, e ripensò a quando aveva usato quello stesso incantesimo per motivi diversi. Come potevano cambiare le cose.
Prese il suo posto al tavolo, Harry a un lato, Ginny dall’altro. Vicino ad Harry solitamente stava Ron, che ancora però non si faceva vedere. Prima che Hermione potesse chiedere ad Harry che fine avesse fatto il suo quasi gemello, Ron fece il suo ingresso in sala. Stavolta, diversamente da come era stato per lei, Hermione vide le occhiate che i vari tavoli lanciavano al suo passaggio, ed intuì l’argomento delle conversazioni sussurrate. Ron avanzava tranquillo, salutando qui e li alcuni ragazzi, del tutto indifferente alle chiacchiere. Raggiunto il tavolo scambiò un lungo sguardo con Hermione. Lei gli sorrise e lui contraccambiò, e fu normale come lo era sempre stato, nonostante tutto.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: mistaya89