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Autore: Melle    24/07/2014    0 recensioni
|| Harry/Louis, accenni Zayn/Niall ||
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E' sabato sera, sono le 22:20 e Louis è ancora in ufficio.
Lascia cadere gli occhiali sulla scrivania e con una mano si stropiccia gli occhi. Da quando, di sabato sera, preferisce lavorare invece che uscire con i suoi amici? Ma poi sposta gli occhi sulla fotografia che tiene accanto a quel rottome che qualcuno ha anche il coraggio di chiamare computer, e trova una risposta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Costanza, che mi ha spronato a scrivere.
(Mi ha vietato di disagiare con i Video Diary per scrivere, EW questa me la paghi)
Questa è per lei che mi ha aiutato in alcune parti e voleva tanto leggera.
Quindi, ecco a te cuoricino mio, spero di non averti deluso anche se non è granché.
Sei importante, lo sai.






Like a fire - Un amore malato.


I


E' sabato sera, sono le 22:20 e Louis è ancora in ufficio.
Lascia cadere gli occhiali sulla scrivania e con una mano si stropiccia gli occhi. Da quando, di sabato sera, preferisce lavorare invece che uscire con i suoi amici? Ma poi sposta gli occhi sulla fotografia che tiene accanto a quel rottome che qualcuno ha anche il coraggio di chiamare computer, e trova una risposta. Vorrebbe tanto toglierla, perché tenerla lì ormai non ha più senso, ma proprio non ce la fa. E' più forte di lui. Quegli occhi verdi smeraldo che sembrano guardarlo con tanto amore, che lo accompagnano anche nei sogni. Quei grossi pozzi verdi, dove lui nonostante tutto, si sente ancora a casa.
Approposito di casa, forse è ora di tornare in quelle mura e concedersi qualche ora di sonno. Spenge il computer, prende il telefono e con "A Lunedì Stan" esce da quel palazzo dove ormai passa la maggior parte del suo tempo. Ha deciso di fare i straordinari, qualche soldo in più gli può solo far comodo e poi a casa non c'è più nessuno ad aspettarlo. E c'è il suo Iphone a ricordarglielo che 'devi fare la spessa o morirai di fame, coglione' continua a mastrargli sul bloccaschermo. Ma quando gli è venuta la brillante idea di mettere la sveglia del promemoria alle undici di sera? A quell'ora i supermercati sono tutti chiusi e non ha voglia di guidare fino alla stazione visto che l'unico Tesco aperto ventiquattro ore su ventiquattro è quello. Bel colpo Louis, sei un genio. Lo stomaco inizia a brontolare e gli tornano in mente le parole di sua madre "anche se non hai voglia di fare una cosa, devi farla Lou, soprattutto se è necessaria per la tua sopravvivenza". Okay, forse questa ultima parte se l'è inventata lui ma comunque, mette in modo e guida fino alla stazione di Doncaster.
Entra da Tesco con l'intenzione di comprare solo l'essenziale, il resto lo comprerà domani. Si dirige al banco dei surgelati e prende una di quelle pizze già pronte che hanno bisogno solo di essere mette in forno, sì sa, lui non è un bravo cuoco. Si arrangia, non era lui a cucinare. Deve almeno prendere i cereali e sembra quasi fatto apposta, i suoi preferiti stanno nello scaffale più alto. Maledetta Jay, perchè lo ha fatto così basso? Prova a prenderli, ma è davvero basso ed i cereali sono troppo in alto. Fortunatamente un anima pia li prende per lui e con un sorriso glieli passa. Sta per girarsi a guardare il suo salvatore, perchè sì, prendendo i cereali quel ragazzo lo ha salvato dalla morte quasi sicura per non aver fatto colazione, quando inciampa nei suoi stessi piedi ed oltre ad essere basso sei anche impedito Louis, perfetto. “Ops” borbotta sorridendo. “Hi” risponde il suo salvatore, mostrando quelle fossette, dannatamente adorabili.
Louis sei messo così male che ora hai anche le allucinazioni? No davvero, è ora di farti vedere da qualcuno, ma da uno bravo. Chiude e riapre gli occhi, ma il volto del ragazzo davanti lui è sempre lo stesso. E non ci crede, deve essere sicuramente un'allucinazione. “Coco pops, certe cose non cambiano mai” e allora Louis capisce che non è solo frutto della sua immaginazione, lui è davvero lì. Harry con un borsone è davvero davanti a Louis, in carne ed ossa. “Ha-rry” non riesce a parlare, è già tanto se respira.
“Ehi Lou, come stai?” Vorrebbe davvero dirgli che sta male, sì perché gli manca. Gli manca così tanto che non esce più, lavora sempre si ferma solo per dormire quelle poche ore che riesce, ma non è così patetico e allora “Ci sono stati giorni migliori ma sto bene! Tu invece? Come mai da queste parti?” Si maledice mentalmente, non doveva chiederglielo. Stupido! Stupido! Stupido!
“Ci sono stati giorni migliori anche per me” tipo quando eri con me? “Ma bene anche io! Mi era mancata l'aria di casa” ed io ti sono mancato? Louis dovrebbe smetterla di guardargli le labbra, sono proprio come se le ricordava. Non troppo carnose ma nemmeno troppo sottili. Di quel rosa tendente al rosso. Qualche pellicina tirata su che ora Harry sta torturando, come sempre. Dovrebbe veramente smetterla, ormai non appartengono più a lui, non può più baciarle quando vuole.
Il castano sposta il peso da un piede all'altro, non sa cosa dire. “Oh. Certamente. Be', devo andare. Ci vediamo Ha- Oh sì certo. I cereali, grazie” sta per avviarsi alla cassa quando Harry gli afferra il polso. “Mi ha fatto piacere rivederti, davvero” Louis non risponde, semplicemente, sorride. Il riccio lo lascia e resta a guardarlo andar via. Fa male veder andare via l'amore della tua vita.

Harry si maledice. E' fermo sotto la loro casa, perchè sì è ancora la loro casa, sul citofono risalta ancora quel 'Styles-Tomlinson'. Guarda la finestra in alto, dove è accesa l'unica luce. E' la camera da letto, in quella camera dove si sono amati, odiati, hanno litigato e subito dopo fatta la pace, dove Harry ha visto Louis dormire per l'ultima volta prima di andare via. Forse 'andare via' non è la parola adatta, Louis direbbe scappare. “Amore malato” borbotta perchè il loro era un amore malato.
Vede la luce della camera spegnersi, segno che Louis sta andando a dormire. Non ha avuto il coraggio di suonare. Mette in moto e riparte. “Amore malato” ripete prima di premere sull'acceleratore.
Il sole è ormai alto a Doncaster ed Harry ha bisogno di un po' d'aria, non ha dormito per niente, ha passato la notte a pensare a quelle due iridi azzurre che lo tormentano da quando se ne è andato. Harry non è davvero tornato perchè aveva nostalgia di casa, forse un po', ma lo ha fatto perché sentiva la necessità di rivedere Louis e così, ha preso il primo treno diretto a Doncaster.
Saluta la madre con un bacio sulla guancia e si chiude la porta alle spalle. Stranamente Anne non ha aperto il discorso 'Louis' ma per lui è meglio così. Il freddo della città lo investe facendolo rabbrividire per un attimo, si stringe nel suo giaccone nero pece e si dirigge alla caffetteria più vicina. E' domenica mattina ed in giro per Doncaster c'è solo lui ed alcune signore che tornano dalla messa, o almeno crede, notando il loro abbigliamento formale. Ricorda che quando era piccolo ogni Domenica Anne vestiva lui e Gemma eleganti, dice sempre 'dobbiamo essere ben vestiti davanti al Signore', a distanza di anni lui ancora non riesce a capire il perché. Dio ama tutti, no? E allora perché per andare a messa bisogna vestirsi bene, i senzatetto non possono ma Dio li ama lo stesso.
Entra nella caffetteria e naturalmente anche lì non c'è nessuno. Si siede al tavolo accanto alla grande vetrata che da sulla piazza principale e ordina una cioccolata calda ed un cornetto al cioccolato. Tira fuori un libro dalla sua borsa, per l'esattezza 'Lettere a un giovane poeta' di Rainer Maria Rilke ed inizia a leggere.
E' così preso dalla lettura che non si accorge che son passate ormai più di due ore ed aveva promesso ad Anne di tornare a casa per mezzogiorno ed è mezzogiorno e un quarto, perfetto Harry. Rimette il libro in borsa, paga in fretta il conto ed esce. Deve assolutamente sbrigarsi. Cerca di schivare le poche persone sul suo cammino ma una proprio non la vede ed ora oltre ad essere in ritardo, ha anche il sedere dolorante. “Mi scusi io non l'-Lou?” e il dolore sparisce, tutto sparisce intorno a loro. Così come è successo in sei anni di fidanzamento e dieci mesi di lontananza “Oh”.
Harry lo sa, Louis lo odia e non può che dargli ragione. Ma Louis non sa che quando Harry se ne è andato, l'ha fatto solo ed esclusivamente per il suo bene. Louis non sa che Harry non ha mai smesso di amarlo, pensarlo, desiderarlo. Harry è sempre stato così, ha sempre messo Louis davanti a se stesso. “Louis. Io--Louis guardami” il castano punta gli occhi in quelli di Harry. Azzurro nel verde. Verde nell'azzurro. “Cosa c'è Harry? Cosa vuoi? Fammi passare. Sto facendo tardi” cerca di farsi spazio e sorpassa il riccio davanti a lui.
“Ti amo” urla ad un Louis girato di spalle. Non ci crede, l'ha detto davvero? Ma che hai in testa, Harry? Louis si gira, lo guarda e fa dei passi verso Harry che è lì, fermo, immobile ancora incredulo, andiamo, ha davvero detto a Louis di amarlo?
“Cosa hai detto?” Quel mare calmo e azzuro che erano gli occhi di Louis è diventato un mare in tempesta. “Mi ami Harry? Oh. No, davvero? Ma chi ti credi di essere? Prima mi lasci con un fottutissimo bigliettino e poi? Dopo dieci mesi, che solo Dio sa cosa ho passato, vieni qui e mi dici che mi ami? No Harry, non funziona così. Sai una cosa? Vai a farti fottere. Sparisci dalla mia vita, Harry” la tempesta negli occhi di Louis scoppia e le lacrime inziano ad uscire. Guarda Harry per l'ultima volta, gli volta le spalle e se ne va.
Come la sera prima, Harry non può far altro che guardarlo andar via. E' quando lo vede andar via per la seconda volta che Harry capisce, ha fatto un enorme sbaglio a tornare. E proprio come è arrivato, prende il primo treno e torna a Londra. Solo che questa volta ha gli occhi pieni di lacrime.


...



 
Hei.
Non è granchè, ma okay.
E' più di un anno che non scrivo, comprendetemi.
Passiamo alla storia.
Sono solo due capitoli, o forse tre, chi lo sa.
E niente, stranamente non ho propio niente da dire, ahah
Detto ciò, grazie a chi lascerà una recensione ed a chi leggerà silenziosamente.
xxx
   
 
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