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Autore: Fanie33    24/07/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo: "C'erano giorni, Kili lo sapeva, in cui certe idee nascevano così radicate nella sua mente che niente le riusciva a scacciare, tanto che perfino i suoi sogni ne portavano segni evidenti, e quello era uno di quei giorni."
Perchè, in fondo, cosa si può fare, quando un'inafferrabile consapevolezza si fa strada nella nostra mente? Anche se è sbagliato, mortamente sbagliato e folle, lei resta li, cattiva e inconfutabile. E allora, non resta che affrontarla.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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La giornata di Kili era cominciata come ne erano cominciate molte altre, freddo e strani pensieri che quasi lo facevano sentire in colpa.
Ma ora non avevano più assolutamente alcuna importanza, non ora che aveva suo fratello, il suo bellissimo e biondissimo fratello seduto sopra di sé, a trattenerlo per i polsi e a fissarlo con occhi strani e così dannatamente... suoi.
«È tutta colpa tua. Se tu non fossi così maledettamente... te stesso, non saremmo mai arrivati qui» gli disse, quasi lo stesse accusando di qualcosa.
«E dov'è “qui”?» chiese lui, con un filo di voce.
«Qui è io sopra di te, che ti guardo e non riesco a smettere, e ti odio e mi odio per questo, ma non ci riesco, nonostante sappia che è completamente e follemente sbagliato.»
Kili rimase a bocca aperta, incerto su cosa esattamente il fratello stesse dicendo. Mille pensieri, mille immagini.
«Fili, io...» non aveva nessuna idea su che cosa dire. Non sapeva nemmeno cosa pensare.
«Oh, ma sta zitto.» sussurrò il maggiore. E il moro lo vide avvicinarsi, fino ad appoggiare le labbra sulle sue.
E li gli parve di morire.
Il suo cervello andò completamente in tilt. Non c'erano re, battaglie, non c'era suo zio Thorin, non c'era una casa in cui tornare, non c'era un fiume e non c'era più nulla, nulla se non lui e Fili, e le loro labbra vicine.
“No. Sto sognando. Non è vero.” ma il biondo era ancora li, non si muoveva.
“Non è possibile. Lui... Io...” ma in fondo aveva davvero importanza? C'era ancora qualcosa di cui gli importasse al di fuori di quel bacio?
Fili si staccò, e lui non se ne accorse, non finché non vide la sua espressione davanti a sé. Era stranito, si sentiva in colpa, glielo lesse negli occhi.
E poi una lampo. Era pentimento quello che aveva visto? Se lo fosse stato, Kili non se lo sarebbe mai perdonato. Perché il fratello aveva detto che era tutta colpa sua. Ma colpa sua di cosa?

«Kili?». Era la sua voce. La sua voce.
«Kili?»
«Cosa?»
«Ho sbagliato? Forse non dovevo, io... scusami.»
«Scusarti?»
«Si insomma, io non intendevo... volevo che tu capissi che con me puoi parlare, che non c'è nulla che tu possa dirmi che possa essere peggiore di... questo.»
Kili lo guardò accigliato un momento. Il fratello si era allontanato, lasciandogli liberi i polsi, ma era ancora a cavalcioni sul suo corpo. Il minore si puntellò sui gomiti.
«Fili...»
«No, scusami, non volevo» disse, alzandosi «fa finta che non...»
Kili lo afferrò per una spalla e lo baciò ancora «sta zitto» gli sussurrò sulle labbra, ed entrambi sorrisero.
E poi le loro bocche si toccarono di nuovo, ed entrambi, ad occhi chiusi, decisero che andava bene, che poteva essere brutalmente e mortalmente sbagliato, la cosa più folle del mondo, ma andava bene. E li, su quella roccia, in quella nebbia, decisero che si amavano, che si amavano loro e nessun altro, e che loro lo sapevano, loro e nessun altro. Le labbra si dischiusero e le lingue danzarono, lentamente, toccandosi e sfiorandosi come se fossero sempre state destinate ad incontrarsi. Quando entrambi furono senza fiato, si staccarono, e si misero seduti uno accanto all'altro, stretti contro il freddo.
«E adesso?» chiese Kili, a cui tutto quello non sembrava ancora vero.
«Adesso io sono felice, fratellino»
«Anche io lo sono»
E si baciarono ancora.

 


NdA
Ok, magari sto esagerando, ma io li amo questi due, e un capitolo così NON poteva mancare, e sopratutto non potevo lasciare che il capitolo precedente finisse com'era finito. O no?
Basta, vado a scrivere il successivo.
Kiss Kiss
Erin

   
 
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