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Corrispondenza
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Pepe
uscì sull'ampio terrazzo della villa che lui, Carlos e Leo
avevano affittato per passare quelle vacanze a Hanalei,
città
situata sul paradiso terrestre di Maui, facente parte dell'arcipelago
delle Hawaii.
Leo
continuò imperterrito a leggere il libro che stringeva tra
le
mani, incurante del nuovo venuto, e anche Carlos, impegnato a
sorseggiare una fresca bibita, parve intenzionato ad ignorarlo.
Il
vivace calciatore carioca non si perse d'animo, continuando a
sventolare felice un foglio di carta che aveva appena stampato
“Hey,
ragazzi, indovinate chi mi ha appena scritto?”
“Uhm...un
alieno che intende rapirti per studiare la stupidità degli
esseri umani?” azzardò divertito Leo girando una
pagina del
suo tomo.
Santana
abbozzò un sorriso divertito guardando la reazione del
compagno che, infastidito, aveva increspato le labbra.
“No.-
rispose per niente sconsolato- Vi do un indizio: arriva dal
Giappone!”
“Ah.
L'imperatore del Giappone?” scherzò il numero
dieci carioca
cercando, come al solito, di infastidire il solare Pepe.
L'interpellato
sospirò rassegnato, completamente convinto di avere a che
fare
con un branco di bambini di tre anni “No.-
Cominciò piatto
per poi far trapelare la propria felicità dalla voce, quando
riuscì finalmente a rivelare il motivo di quella mail- La
mia
dolce Cris mi ha scritto.”
Gli
altri due sembrarono finalmente interessati al compagno, cosa che
rese il calciatore particolarmente orgoglioso.
“E
che dice?” domandò incuriosito Leo, che aveva
deciso di
abbandonare per un po' la sua lettura.
Carlos
strinse impercettibilmente la mascella, suo malgrado infastidito dal
possessivo usato dall'amico.
Pepe
si passò una mano fra i capelli, iniziando a elencare le
novità con tono fatale “Ovviamente ha speso un
centinaio di
parole per decantare di come senta fortemente la mia mancanza, fra
l'altro dice che siamo anime gemelle e che mi sposerà appena
tornerà in Brasile...” scherzò contento.
Leo
gli strappò con malagrazia il foglio di mano e
lanciò
uno sguardo d'insieme alle frasi scritte.
“Non
mi pare ci sia scritto niente di simile” mormorò
perplesso
Leo inarcando un sopracciglio.
Pepe
scrollò le spalle “Devi leggere fra le
righe!” sospirò.
“Comunque
dice di aver vinto la scommessa e che penserà alla tua
penitenza.” precisò Leo sbirciando sul foglio che
teneva
ancora in mano.
Santana
sbuffò lievemente infastidito “Quando la
smetterete con
questi stupidi comportamenti infantili?” domandò
sbattendo
con malagrazia il bicchiere sul tavolino di vimini poco distante.
“Quando
tu smetterai di fingere di trovarla indifferente”
azzardò
Leo, sperando di non infastidire troppo l'amico. Ma in fondo sapeva
che fra quei due c'era qualcosa, ma che entrambi erano troppo
ostinati per ammetterlo o per fare il primo passo.
“Piantatela
con queste idee ridicole!” sbottò Carlos, mettendo
fine a
quella discussione girando la propria sedia dalla parte opposta.
Leo
e Pepe si lanciarono uno sguardo sconsolato, scuotendo la testa,
prima di ricominciare a parlare fra loro.
“Pare
che abiti a casa Ozora. Non è molto felice della
cosa.”
Riassunse Leo facendo scorrere lo sguardo su quelle parole.
Pepe
sghignazzò eccessivamente divertito
“Già. Continua a
ostinarsi a fare l'orco con lui.”
“Uhm...pare
stia legando molto con Taro Misaki, invece.”
continuò Leo,
leggendo il resto della lettera.
Pepe
sventolò una mano con indifferenza “Un tipo
così va
d' accordo con tutti. Mi domando come faccia lei a
sopportarlo.”
L'altro
si strinse nelle spalle con espressione interrogativa “Forse
sta
prendendo il tuo posto nel suo cuore e quando tornerà a casa
sarà felicemente fidanzata!” buttò
lì.
Pepe
non gradì per niente quella probabilità
“Affatto!Io e
lei siamo anime gemelle- scherzò- destinate a stare insieme
per sempre!”
I
due scoppiarono a ridere e non si avvidero di Carlos che
tornò
in casa sbuffando infastidito.
“Allora,
vuoi dirmi che ti prende?” domandò con tono
accondiscendente
Leo, entrando nella stanza di Santana senza chiedere permesso al
legittimo proprietario.
L'altro,
per tutta risposta, fece un grugnito contrariato.
Leo
alzò gli occhi al cielo, esasperato
“Carlos?”
“E'
un giorno no.” borbottò senza girarsi a guardarlo.
Il
giovane calciatore prese questa semplice frase come l'invito a
continuare la conversazione “E perchè mai
è una
giornata no solo da quando è stata nominata
Cristine?”
Il
solo sentir pronunciare quel nome fece irrigidire Santana.
L'amico
non potè far altro che guardarlo con un sorriso rassegnato
stampato in viso “Non vorrei essere ripetitivo, ma
quand'è
che ti deciderai ad ammettere a te stresso che ti è
tutt'altro
che indifferente?” domandò al compagno.
Carlos
si girò a guardarlo, fulminandolo con lo sguardo. Certo,
niente a che vedere con le occhiatacce che lanciava quando era il
freddo cyborg del calcio, ma comunque non certo rassicurante.
“Il
punto è che io l'ho ammesso a me stesso, ma tanto non
cambierà
niente!” sibilò tornando a guardare fuori
dall'ampia vetrata
su cui dava la stanza.
Leo
gli si avvicino, confuso “Che cosa vuoi dire?”
“Roberto
mi ha detto di pensarci due volte prima di farmi un'idea del genere
di sua figlia.” spiegò il goleador, ormai
rassegnato a
vuotare il sacco.
“Roberto
ti ha detto questo?” domandò incredulo Leo
sedendosi di
fianco all'amico.
Carlos
annuì mesto “Già. Vuole che io sia
sicuro al cento
per cento di quello che provo per lei prima di avventurarmi in
qualcosa che potrebbe scombussolarla o lasciarla delusa.”
L'altro
non poté fare a meno di sorridere al pensiero del proprio
allenatore che prendeva il compagno da parte per dirgli di lasciare
in pace la figlia “E' tipico di un padre.”
“Già-
ammise Santana sospirando- Solo che non so fino a che punto
potrò
rispettare la sua volontà.”
Il
volto di Leo si illuminò in un gran sorriso “Vuol
dire che
ti sei deciso finalmente a dirle quello che provi?”
Solo
pronunciare quelle parole fece venire da ridere al ragazzo: insomma,
Santana non era certo un tipo famoso per la propria
loquacità,
e il solo immaginarlo a fare qualcosa di così complicato
come
spiegare a parole i propri sentimenti gli faceva pensare
all'assurdità della situazione.
Carlos
si lasciò cadere di schiena sul materasso “Per
forza!Se
impazzisco di gelosia solo a sentire le stupide fantasie di Pepe,
vuol dire che sono proprio messo male!”
“Non
credo di essere pronto psicologicamente per una cosa del
genere.”
si lamentò Roberto sedendosi sulla poltrona e facendo
intendere che non aveva alcuna intenzione di abbandonare quel comodo
rifugio.
Cris
sbuffò esasperata dall'atteggiamento di suo padre: ormai era
più di una settimana che si trovava in Giappone e non
l'aveva
ancora visto una volta recarsi all'ospedale per le visite di
controllo in previsione dell'operazione.
“Ti
prego niente capricci! Sono sei giorni che passo le giornate con un
gruppo di preadolescenti petulanti e almeno qui vorrei avere un
dialogo con una persona adulta!” sbottò la
ragazza,
mettendosi le mani sui fianchi snelli.
Roberto
tuttavia, non sembrava deciso a desistere dai propri intenti.
“Giusto,
la tua squadra. Perchè non sei ad allenarli?”
domandò,
cercando di trovare un argomento alternativo che non lo coinvolgesse
di prima persona.
Cristine
sentiva di essere sul punto di perdere la pazienza
“Perchè
oggi ho chiesto a Taro se poteva allenarli lui.” rispose con
tono
esasperato.
Lo
sguardo di suo padre parve illuminarsi nel sentire quel nome: forse
aveva trovato un argomento abbastanza interessante da far cadere
l'attenzione della figlia nei suoi confronti.
“Quindi
fra te e Taro va tutto ancora a gonfie vele?”
azzardò,
sapendo di aver toccato il tasto giusto.
Per
Cris questa fu la goccia che fece traboccare il vaso “Tra me
e
Misaki non c'è un bel niente!Come tu sai è solo
una
copertura per togliermi di torno Sanae- ringhiò prima di
afferrare con forza l'orecchio di Roberto e costringerlo ad alzarsi
da quella maledetta poltrona- Ed ora, se tieni al tuo organo uditivo,
ti conviene seguirmi fino all'ospedale o dovrò chiamare un
addetto con la camicia di forza per portarti dal dottor
Yamamoto!”
Con
passo pesante la ragazza uscì dalla villetta degli Ozora,
trascinandosi dietro un Roberto decisamente contrario che cercava di
liberarsi dalla stretta.
“Ahia!”
si lamentò sedendosi sul sedile del passeggero, mentre Cris
aveva già avviato la macchina.
Quando
Hongo si accorse che sua figlia era partita senza nemmeno aspettare
che lui avesse chiuso la portiera gli venne un piccolo dubbio.
“Uhm...Cris
tu hai la patente?” domandò a bruciapelo,
osservando
perplesso la ragazza a suo fianco.
Cris
si esibì in un sorpasso decisamente azzardato prima di
girarsi
a guardarlo in faccia “No.Credo di avere il foglio rosa, da
qualche
parte...Perchè, serve a qualcosa?” rispose
sorridendo
dolcemente.
“Cosa?!-
urlò l'allenatore brasiliano allacciandosi con foga la
cintura
di sicurezza- Cristine Mariesol Hongo ti ordino di fermare
immediatamente questa macchina!”
La
bionda non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata
cristallina “Andiamo, papà! Fra neanche dieci
minuti siamo
arrivati.” spiegò senza togliergli gli occhi di
dosso per
indagare la sua reazione.
“E
guarda la strada, maledizione!” sbottò con voce
stridula
Roberto, non riuscendo a impedire a se stesso di sobbalzare
terrorizzato ad ogni curva, ogni sorpasso e ogni volta che sua figlia
decideva che i novanta all'ora le sembravano una velocità
troppo bassa.
Un'inchiodata
improvvisa all'interno del parcheggio dell'ospedale di Fujisawa lo
avvisò che quella tortura era finalmente finita.
Con
passo tremante scese dall'abitacolo, vincendo l'impulso di gettarsi a
terra e baciare il terreno ghiaioso.
“Dammi
immediatamente quelle chiavi!- ordinò allungando una mano
verso la ragazza, che aveva appena chiuso con forza la portiera- E
non ti azzardare mai più a guidare un qualsiasi mezzo a
motore!O una bicicletta...forse è meglio che stai lontana
anche da skateboard e tricicli!”
Cristine
rise nel guardare il volto di Roberto pallido e sudato “Ne
deduco
che non ti piace la mia guida...”
Il
brasiliano non rispose nemmeno, voltandosi di scatto e avviandosi con
passo pesante e affrettato verso le porte d'entrata dell'ospedale.
“Papa?-
chiamò Cris, ridendo- Papà!”
La
bionda scrollò la testa avviandosi velocemente dietro al
genitore offeso.
“Hai
intenzione di tenermi il muso ancora per molto?- domandò
Cris
indagando la reazione a quella domanda sul volto di suo padre- In
fondo non è successo niente di male. Mica lo sapevo che non
ti
piace la guida veloce e poi...”
“Non
è questo il punto.” sbottò Roberto
accostando e
fermando l'auto.
Il
tono duro e la faccia seria del genitore fecero insospettire Cris:
non era certa che il motivo del suo pessimo umore fosse stato solo
per la faccenda della macchina.
“Non
credi di dovermi dire qualcosa?” domandò l'uomo,
con la voce
incrinata per l'irritazione.
Cristine
aggrottò le sopracciglia confusa, in primo luogo
perchè
non l'aveva mai visto così arrabbiato e poi
perchè non
era certa che stessero parlando della stessa cosa.
“Uhm...Scusa?”
tentò, anche se qualcosa dentro di lei sapeva che non era
quellociò che suo padre voleva sentirsi dire.
“Avevamo
fatto un patto, Cris- sbottò Roberto guardandola con sguardo
furente- Niente bugie, niente segreti. Come hai potuto nascondermi
una cosa del genere?”
“Tu
non stai parlando del fatto che non ho la patente, vero?”
chiese
con tono leggero, sperando di smorzare la tensione che si era creata.
“Tua
madre mi ha chiamato, mentre ti trattenevi a farti spiegare dal
professor Yamamoto tutte le fasi della mia operazione.”
spiegò
piatto Hongo, fissandola indagatore.
La
bionda non potè fare a meno di sbuffare rassegnata
“Ah, è
questo.”
“Già,
proprio questo!- continuò Roberto irato- Insomma cosa
aspettavi a dirmi che saresti tornata a vivere da Mary?”
“Cosa?!”
gridò Cris alzando la testa, gli occhi grigi fiammeggianti
di
irritazione.
“Mary
mi ha detto che dato che lei è incinta, tornerai
definitivamente in Inghilterra per aiutarla col bambino!”
Cristine
incrociò con rabbia le braccia al petto “Questo
non è
assolutamente vero!”
“Vuoi
vedere il test di gravidanza?” domandò acido il
brasiliano,
mettendosi inconsciamente nella stessa postura della figlia.
“Non
è quello che intendevo: io non ritornerò in
Inghilterra. La mamma me lo aveva chiesto ma io non le ho mai
risposto di sì.”
Lo
sguardo di Roberto parve riaccendersi “Davvero?”
Cris
scosse la testa “Mi ero ripromessa che ci avrei pensato
ancora un
po', ma considerando gli ultimi eventi ti comunico la mia
decisione.”
L'allenatore
brasiliano annuì, per incitarla a continuare. Cristine
deglutì
fortemente prima di continuare a parlare.
“Ho
intenzione di rimanere a San Paolo con te in modo definitivo, voglio
iscrivermi all'università e...”
Le
parole le morirono in gola quando Roberto le gettò le
braccia
al collo entusiasta.
Non
avrebbe mai pensato che la sola idea che Cristine se ne andasse lo
avrebbe fatto stare così male. Le ultime parole della figlia
erano state un vero sollievo per lui!
“P-papà...Sto
soffocando!” brontolò Cris cercando di sciogliersi
da quella
stretta.
Roberto
si staccò da lei controvoglia “Scusa. È
davvero una
bella notizia Cris, sono felice che rimani con me, davvero.”
“Vuol
dire che potrò guidare la tua auto sportiva?”
chiese
speranzosa la ragazza.
“No.”
fu la laconica risposta di Hongo, che tuttavia non riusciva ancora
togliersi dalla faccia quel sorriso felice che gli era comparso pochi
secondi prima.
“Sai
cosa si dice di donne e motori, no?” azzardò
divertito per
provocarla.
Cris
sbuffò sonoramente “Si dice che possono entrambi
scoppiare e
causare vittime?” ribattè per niente contenta del
fatto che
si era giocata qualsiasi possibilità di poter guidare con il
permesso di suo padre. Stranamente si stava abituando a quella nuova
famiglia e fare qualcosa senza avere il suo consenso la metteva a
disagio.
Roberto
si lasciò sfuggire una risata spensierata guardandole la
faccia imbronciata “Non fare così, non sai cosa ti
aspetta a
casa Ozora, stasera!”
“Ti
prego, non dirmi che viene Ishizaki a cena di nuovo.” si
lamentò,
guardandolo preoccupata.
“Più
o meno.” rispose sibillino.
Cristine
osservò preoccupata l'espressione di suo padre trasformasi
in
un ghigno soddisfatto.
Il
suo sesto senso le diceva che ciò che si celava dietro la
porta lucida della casa in cui erano ospiti poteva non essere
piacevole per lei.
Eccomi qua!Stavolta sono
riuscita a mantenere le mie promesse!Quasi non riesco a crederci
nemmeno io...
Vi ringrazio infinitamente per i commenti!Non avete idea della gioia
che provo quando li leggo. Grazie, grazie, grazie!
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo...Bacio JoJo