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Autore: _Lis    25/07/2014    1 recensioni
Non so mai cosa scrivere nelle introduzioni, ho sempre paura di svelare troppo oppure troppo poco!
Dopo un grave incidente d'auto, Oliver si troverà ad affrontare numerosi ostacoli che gli impediranno di tornare a vivere la sua vita come prima.
La situazione non è più facile per Jen, la sua ragazza, che cercherà in tutti i modi di ricomporre l'esistenza di Oliver e di rispondere alle domande che tutti si pongono da quella notte, ma l'unica persona che possiede tutte le risposte non è più in grado di darle.
-Da questa presentazione non la leggerei nemmeno io, ma giuro che è meglio di così!-
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Oliver, o quel che ne resta, si è svegliato già da un po' di giorni ormai e noi cerchiamo di comportarci il più normale possibile. Andiamo a scuola tutte le mattine e spesso stiamo assieme anche dopo le lezioni per appoggiarci e confortarci a vicenda. A volte si riesce perfino a fare una risata.
È la notte che è difficile da far passare. Da sola, nel buio della mia stanza non riesco a non pensare ad Oliver, ai messaggi che ci scambiavamo prima di addormentarci, alle telefonate fatte sussurrando per non svegliare i mie nella stanza accanto, alle rare volte che mio padre aveva permesso che lui restasse a dormire da noi...


È inutile, anche sta sera non riuscirò ad addormentarmi.
Guardo l'ora dal cellulare: 22:15.
Ce ne vuole ancora prima che sorga il sole...
Da quando abbiamo saputo della memoria di Oliver ho visto l'alba almeno quattro volte, non riuscendo a chiudere occhio per tutta la notte.
La prof di storia ieri ha perfino chiamato i miei per sapere se avessi qualche problema, era già la terza volta che mi addormentavo in classe.
Tiro su le coperte fino al mento e fisso il soffitto.
Accettare il fatto che Oliver fosse in coma era più facile. Sapere che è vivo ma che non è più lui è impossibile.
Sento bussare la porta e poi un cigolio mi dice che qualcuno sta entrando.
“Jenny?”
È mia mamma.
“Neanche oggi riesci a dormire?”
Scuoto la testa, ma al buio non può vedermi. “No...”
Sento il materasso abbassarsi un po', si sta sedendo.
“Ti va di parlare un po'?” Mi chiede.
Accento la lampada sul comodino.
Guardo mia madre osservarmi con occhi apprensivi.
È una bella donna anche in pigiama, coi capelli legati e senza trucco.
Molti dicono che io sono la sua fotocopia. In effetti abbiamo molti tratti in comune, gli occhi scuri e grandi, il naso un po' a patata ma piccino, le labbra piene. Lei però è alta, e coi capelli biondo cenere, anche se alcuni stanno diventando bianchi.
“Ti manca molto.”
Non è una domanda, ma le rispondo comunque. “Da morire, mamma. Quando penso a tutto quello che è successo, credo possa esplodermi il cuore.”
Mi accarezza una guancia, asciugando una lacrima.
“È... È come se fosse morto, capisci?” Lo avevo pensato un sacco di volte ma questa è la prima volta che lo dico ad alta voce.
“Tesoro...” Mi abbraccia. “So che è una cosa orribile, ma l'unica cosa che può aiutarti è il tempo.”
Faccio no con la testa.
Non è vero, non finirà mai... Come posso smettere di star male?
“Forse non passerà mai del tutto, ma starai meglio.”
“Ma io lo rivoglio indietro.” Dico singhiozzando, premendo il viso contro la sua spalla. “Non è giusto.”
Posa la sua mano sulla mia testa e mi carezza i capelli.
“Hai fatto bene a tingerli sai? Ti stanno bene.” Cambia discorso.
“Davvero?” Tiro su col naso e mi metto dritta. “Ti piacciono?”
Non me lo aveva mai detto. Pensavo non gli piacesse come mi vesto e mi pettino.
Infondo il mio ciuffo, le mie ciocche blu, i miei jeans stretti e strappati e le magliette di band che nessuno conosce, non sarebbero l'orgoglio di ogni madre.
“Si” Mi sorride.
Mi asciugo gli occhi con la manica del pigiama e scopro che è riuscita a strapparmi un sorriso.
“Domani non ci dobbiamo alzare presto, ti va di vedere un film?” Propone.
“Va bene però aspetta, prima prendo un fazzoletto.”


Le immagini sullo schermo della tv si fanno sempre meno nitide e le voci dei personaggi sono sempre più lontane.
Sdraiata sol divano del mio salotto con la testa poggiata sulle gambe di mia madre, piano piano, finalmente mi addormento.




È lunedì mattina e sono più attiva di quanto non lo sia stata per il resto della settimana.
Ieri mi sono svegliata e trovai mia mamma addormentata sul sofà, accanto a me. La tv era ancora accesa, sullo schermo c'era il menù del DVD, immagino che nessuna di noi abbia visto la fine del film. Erano quasi le nove del mattino, il che significava che avevo dormito molto più del solito.
I miei mi hanno dedicato praticamente tutta la domenica per tenermi occupata, a cena abbiamo perfino ordinato cinese. Così quasi per tutta la giornata sono riuscita a non pensare ad Oliver.
Arrivata a scuola però la verità mi viene sbattuta violentemente in faccia. Vedere Lee e Matt la da soli mi fa ripensare a tutto quanto.
“Che si dice?” Chiedo raggiungendoli.
“Siamo di buon umore oggi?” Mi sorride Matt tenendo la sigaretta tra le labbra.
“Circa”
“Comunque stavamo dicendo che è da un po' che Tom non ci si fila molto.” Mi spiega Lee.
“Eppure è a scuola, lo vedo spesso...” Aggiunge l'altro.
Piego la testa di lato e rifletto un secondo. Hanno ragione.
“Gli avete parlato da quando...?”
“No.” Mi interrompe Matt.
“Eccolo.” Lee fa un cenno con la testa verso il centro del cortile.
Lo raggiungo più o meno a passo svelto e gli tiro leggermente una bretella dello zaino.
Si volta e mi sembra sorpreso. Anzi,in imbarazzo.
Ha due grandi occhiaie sotto gli occhi, non posso biasimarlo. Oliver è il mio ragazzo ma è anche suo fratello.
Dovrei dire “era”?
Scaccio via il pensiero.
“Ciao Tom!” Provo a sorridere. “Come sta Oliver?”
Lui alza le spalle e guarda altrove.
“C'è qualcosa che non va?” Chiedo. “Ci uhmm... Ci stai evitando?”
“N-no.” Si morde il labbro inferiore.
“Tom, che succede?”
“Jen...” Si avvicina. “Mia madre non vuole che voi veniate in ospedale.” Sussurra.
“Cosa?!” Sbotto.
Mi posa una mano sulla spalla e mi dice di non gridare.
“Non è colpa mia, ho provato a farle cambiare idea ma...” Scuote la testa. “Crede che voi” Lancia un'occhiata a Matt e Lee che ci stanno osservando. “Abbiate una brutta influenza su mio fratello.”
“Così vuole semplicemente fingere che non esistiamo?” Dico ad lata voce. “Tanto Oliver non ricorda una cazzo, giusto? Reimpostiamolo come più le piace, grande!”
Piango. Sono arrabbiata, mi sento impotente e tutto ciò che vorrei fare e riabbracciare una persona che non sa più chi sono.
“E te non fai niente? Lasci che faccia quello che le pare?” Punto un dito al centro del suo petto.
“Cosa potrei fare? È mia mamma...” Mi prende le mani e mi parla piano come per farmi calmare.
“Beh, potresti dire a tuo fratello la verità, magari!” Dico allontanandomi dalla sua presa.
“Che succede?” Chiede Matt.
Mi volto e vedo lui e Lee.
Intorno a noi alcuni alunni si sono fermati a vedere cosa sta succedendo.
“Digli che succede, Tom.” Dico sarcastica.
“Io... Devo andare”
Detto questo si volta e si affretta ad entrare a scuola.
Sto tremando di rabbia e sono scossa dalle lacrime.
Matt mi viene incontro e mi abbraccia, cercando di calmarmi.
“Stai tranquilla.”
“Forse è meglio andare da un'altra parte...” Ci dice Lee riferendosi al resto degli studenti che ci sta fissando.
Mentre ci allontaniamo Matt si volta “Show finito,spiacenti!”


Non siamo entrati a scuola quella mattina.
Siamo andati nel parco dove vanno sempre i ragazzi quando saltano le lezioni. Oliver sarà venuto qua un sacco di volte, non era proprio un alunno modello.
“Non ci posso credere...” Dice Lee tirando un cacio a una pietra, quando finisco di raccontare.
“Nemmeno io.” Matt scuote la testa.
“Gli avrei tirato un pugno, giuro!” Infilo le mani nella tasca della giacca.
“Jen, non è colpa sua.” Mi fa notare Matt. “Cosa può farci?”
“Non lo so... Qualcosa!” Sbuffo.
Ci sediamo tutti e tre su una panchina difronte al laghetto dove due signore anziane stanno tirando dei pezzi di pane secco alle poche anatre rimaste.
“Dobbiamo inventarci qualcosa, non può tagliarci fuori così..” Rimugina Matt, sistemandosi il berretto.
“Non possiamo mica andare a trovarlo di nascosto mentre sua madre è a lavorare...” Dice Lee sovrappensiero.
Io e Matt ci scambiamo un'occhiata.
“Amico, sei un genio!” Dice Matt schioccandogli un bacio in fronte.

   
 
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