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Autore: Tina_Legolas    25/07/2014    1 recensioni
Unconventional story, proprio come nel titolo, è una storia particolare nata da un sogno che ho fatto alcuni mesi fa e che non ho potuto far a meno di scrivere.
I personaggi principali sono Lindir e una nuova ragazza, Lory, giunta da un mondo lontano, Asgard. Vivrà a Gran Burrone, ma Loki ha alcuni piani per loro e non esiterà a metterli in pratica.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arwen, Elrond, Lindir, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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--- CAPITOLO 12 ---
 

“Che sta succedendo Lory?” chiese Frigga.

Lory sospirò sedendosi di fronte a lei. Era uscita lasciando i figli a Lindir con la scusa di dover scendere in cucina per avvisare che nessuno di loro avrebbe mangiato carne e conoscendo gli stili alimentari di Asgard la carne era sempre il fulcro di qualsiasi pasto. Sapeva però che Loki aveva già risolto ogni problema, così si era diretta nelle camere private della regina.

“C'è qualcosa che non va...non mentirmi, sai che non ci sei mai riuscita, puoi ingannare tutti, ma non me...”

“Devo salvare mio marito”

“Che intendi?”

Lory si adagiò all'alto schienale della poltrona.

“Alcuni mesi fa il re, Lindir e altri membri del regno in cui vivo, sono andati in visita agli altri due reami elfici, una probabile guerra potrebbe scatenarsi nei prossimi anni. Durante il viaggio di ritorno è rimasto ferito, è rimasto incosciente per quasi due settimane, quando si è svegliato era ancora Lindir, ma aveva perso qualsiasi voglia di vivere...”

“Quanto tempo fa è accaduto?”

“Sei mesi...”

“Scusa, io non comprendo ancora...”

Lory si mise a spiegarle perchè Lindir provasse quelle sensazioni, perchè un elfo si comportava in quel modo e le soluzioni che si potevano prendere in considerazione.

“Quindi se andasse in questo Valinor lui tornerebbe ad essere quello di prima?”

“Probabile...”

“Ma tu non ci puoi andare...”

Lory annuì sconfortata.

“No, non sono un elfo. A meno che questi Valar non approvino che io ci vada...”

“Bene, quindi troveremo un modo per farlo stare meglio!”

“Mia signora, io non voglio che...”

“Non una parola di più, ti ho sempre considerata come la figlia che non ho mai avuto, piccola mia. Qualsiasi cosa tu abbia bisogno io sarò qui...”

Lory sorrise stirando le labbra e poi si alzò ad abbracciare la regina.

“Grazie...”

 

**

 

Passarono i giorni, la vita trascorreva tranquilla ad Asgard, Lory si era impegnata a far visitare tutto il palazzo e a far conoscere gente alla sua famiglia.

I piccoli trovarono subito altri bambini che, spesso incuriositi dalle loro orecchie a punta, si avvicinavano titubanti, ma poi iniziavano a giocare e fermarli diventava impossibile.

“Non ti vedevo più ridere così da mesi...” disse appoggiandosi alla sua schiena, abbracciando Lindir che, adagiato con una spalla ad una colonna, ammirava il paesaggio di Asgard dal balcone della vecchia camera di Lory.

“Non potevo immaginarmi una cosa simile...”

“I piccoli sono ancora increduli...”

“Io no?” sorrise.

“Stai tornando da noi?” chiese sottovoce, quasi impercettibile.

Lindir si voltò a guardarla negli occhi, prendendole il viso fra le mani.

“Non posso assicurarti nulla. Ma sto meglio...”

Lory sorrise, poi gli prese una mano fra le sue e lo trascinò.

“Dove andiamo?”

“Non hai ancora visto una cosa...”

“I piccoli?”

“Non usciranno dalla stanza...” sorrise indicando la porta aperta nell'altra sala e una bambina in piedi in centro di un cerchio che i bimbi avevano formato attorno a lei l'ammiravano far comparire delle fini farfalle trasparenti con la magia.
“Vieni...”

Lo fece uscire dal palazzo, camminarono per alcuni metri prima di svoltare verso il giardino reale. Sul fondo un boschetto si allargava circondando il palazzo.

Non ci furono remore da parte di Lindir nell'entrarvi, probabilmente da giorni, quando lo aveva scorto la prima volta, non vedeva l'ora, non avendo però il coraggio di chiederlo apertamente.

“Quasi nessuno viene qui...” disse voltandosi vedendogli un sorriso sincero sulle labbra.

Poco dopo si trovarono in una piccola radura, coperta in alcuni punti dalle alte fronde degli alberi, ma i loro passi si appoggiavano su un candido manto di erba verde e fiori colorati. Ai bordi due antiche panchine ornate da scene di gloriose battaglie che gli Asgardiani avevano combattuto.

Poco lontano un salice piangente si ergeva da solo, al centro della radura, e sull'albero un'insenatura naturale, permetteva di sedersi.

“Venivo qui da piccola...” disse Lory.

Lindir passò i lunghi rami dell'albero che ormai toccavano terra creando una sottile tenda.

“Era il mio posto segreto. Quasi nessuno lo conosce...”

“Lory...”

Ma non lo lasciò ribattere, prese il suo volto fra le mani e lo baciò.

“Dimmi solo che quando torneremo non te ne andrai. Non riuscirei a vivere senza di te...” disse Lory staccandosi e guardandolo negli occhi.

“Quando torneremo non andrò da nessuna parte” sussurrò l'elfo ribaciandola.

 

**

 

La festa stava giungendo al termine. Quasi ogni sera, a palazzo, c'erano festeggiamenti così come le tante persone che vi vivevano. Compleanni di qualche componente della famiglia reale o un membro importante, cerimonie, commemorazioni, ogni scusa era buona per fare festa.

Spesso Lory finiva per litigare amorevolmente per i suoi gusti alimentari.

“Thor, non lo mangerò mai...”

“Ma assaggia! Su è buono...”

“No!” disse ridendo allontanando il piatto ricolmo di cinghiale, prendendone un'altro con pane caldo e pomodoro condito con diverse spezie.

“Quello non è cibo!” tuonò Thor.

“Si che lo è!!!” disse Lory

“Mi sembra di sentirvi da piccoli...” rideva la regina “Lory, dov'è Lindir?”

“Era ora di dormire per i bambini, fra poco tornerà...”

Solo in quel momento notò l'assenza di Loki, lasciò passare un paio di minuti prima di alzarsi.

“Vado a vedere se dormono. Tornerò subito...” sorrise rivolta a Thor e alla regina.

Attraversò il palazzo diretta alle sue stanze, non era la prima sera che Lindir portava a letto i piccoli, ma non ci aveva mai messo così tanto tempo. Vivevano a palazzo da quasi quattro mesi e ormai l'elfo si era abituato a quell'intricato immenso corridoio che caratterizzava ogni passaggio nel palazzo.

La porta era accostata permettendo a Lory di guardare dentro la camera.

Lindir e Loki stavano parlando.

Lory aveva chiesto il suo aiuto, come alla madre, aveva spiegato per quale motivo era tornata ad Asgard. Loki aveva accettato di aiutarla in ogni modo, Lindir all'inizio era diffidente a parlare col dio degli inganni, ma ora, spesso e volentieri, li trovava in giro per il palazzo. Era contenta che suo marito conoscesse meglio Loki ed era contenta anche per Loki, che fin da piccolo, non aveva mai avuto un'amicizia più lunga di cinque minuti considerando tutti, spesso, come conoscenti.

“Ne sei sicuro? Hai chiesto a Lory che ne pensa?” sentì dietro la porta.

Lindir sospirò.

“Non so come potrebbe reagire. Penso bene, ma non ne ho la certezza...”

“Bene, quindi che intenzioni hai? Dirglielo dopo? Credi che la prenderebbe bene così?”

Lory si stava preoccupando, non capiva il discorso che stavano facendo, che cosa le stavano nascondendo? Perchè Lindir aveva paura di confessarglielo?

“Ti ho chiesto se puoi rifarlo, tutto qui...”

Loki abbassò il capo.

“Si. Si, posso rifarlo...” disse sedendosi alla vicina poltrona “Ma voglio che tu glie lo dica. La conosco, non ti dirà mai di no...”

“A cosa non dovrei dire di no?” disse entrando nella stanza.

Lindir sbiancò, Loki sorrise un poco.

“Cosa mi state nascondendo?” disse sorridendo cercando di essere il meno minacciosa possibile.

“Io...Lory...”

Lory si avvicinò a Lindir prendendogli le mani.

“Cosa c'è?”

Lindir abbassò il volto, poi prese un lungo respiro.

“Ho chiesto a Loki di farmi avere un altro bambino” disse sussurrando.

Lory si bloccò alcuni attimi prima di posargli le mani sul viso e alzandoglielo per incrociare i loro sguardi.

“Perchè non me lo hai detto che era questo che desideravi?” chiese Lory.

“Pensavo...io...ne abbiamo quattro e...”

“Lindir...se è questo che vuoi, si...” gli sorrise cercando di tranquillizzarlo, rivelargli la verità era stata un'impresa dura.

“Visto?” ribattè Loki, ancora seduto sulla sedia.

“Zitto tu!” disse Lory tirandogli un cuscino, ma che prontamente Loki schivò restituendo un sorriso storto.

“Non sei ancora...” chiese Lory dubbiosa.

“No. Non ancora...” ribattè Lindir.

“Cosa stavate confabulando qui?...”

“Lui voleva fosse oggi, cioè almeno adesso...” riassunse Loki.

“Tu ne sei sicuro? C'è tempo per pensarci...” disse Lory rivolta a Lindir.

“Ne sono sicuro Lory...” sussurrò Lindir.

Lory lo baciò.

“Tu lo vuoi?” disse scostandosi dalle sue labbra.

“Si!” sorrise la giovane abbracciandolo.

“Se ti vuoi stendere, ci vorrà un attimo...” disse Loki alzandosi “Così poi potrò tornare a quella noiosa festa, voi due si che sapete come ravvivare le serate scialbe...”

Lindir si stese sul letto, Lory si adagiò al suo fianco.

“Rivelazione dell'ultimo momento...è anche figlio tuo sai?” disse Loki.

“Che novità, lo sarà di certo...”

“Non in quel senso, Lory. Ma intendo tuo tuo...”

Lory rimase senza parole.

“Ma come?”

“Per la prima volta? Ricordi quando ti tagliai i capelli? Qualcosa di tuo, un po' di magia...tutto qui...” sorrise strappandogli un lungo capello corvino.

“Ahi!” si lamentò la ragazza.

“Quante storie...” disse Loki sedendosi al fianco dell'elfo posando una mano sul suo ventre coperto dai vestiti.

“Pronto?” chiese Loki.

Lindir si limitò ad annuire.

“Sai già che farà male, durerà solo qualche attimo...”

Lory gli strinse una mano nello stesso momento in cui Lindir digrignò i denti non lasciando passare nemmeno un lamento.

Pochi attimi e poi si rilassò sprofondando la testa sui cuscini.

“Bhe...congratulazioni...” disse Loki alzandosi “Tornerete giù o devo dire che siete “impegnati"?” disse avvicinandosi alla porta.

“Di che ci vedremo domani a colazione. E Loki...” chiamò il ragazzo che si voltò “Grazie...”

Loki annuì uscendo.

La ragazza si adagiò alla testiera del letto, rifugiandosi dietro la schiena dell'elfo che si appoggiò al suo petto.

“Come stai?” chiese al suo orecchio.

“Sto...bene” rispose alzando gli occhi per incrociare quelli della ragazza con un flebile sorriso sulle labbra.

Lory passò una mano sul ventre del marito.

“Dovevi dirmelo. Lo sai che non ti avrei mai detto nulla...”

“Sono stato uno stupido...” disse avvolgendosi nelle sue braccia "Avevo bisogno di risentire quella sensazione"
"Quale sensazione?"
"Quella della vita"
Lory lo strise di più fra le braccia.

“I piccoli?”

“Dormono. Come la prenderanno?...” chiese Lindir.

“Loro? Bene. Pensa a Gildor quando torneremo...” rise Lory a cui poco dopo si unì la risata dell'elfo .

“Eruannie lo sa...”

“Lo so...”

“Ma...” chiese stupito cercandola con lo sguardo.

“Che c'è? Madre e figlia non possono parlare ora?” scherzò la ragazza.

“Dovremmo tornare a giorni...” sussurrò Lindir.

“Ci stavo pensando...” sorrise intrecciando le sue mani con quelle del marito “Riposa ora..” gli accarezzò i lunghi capelli castani sistemandogli le ciocche ribelli dietro alle orecchie a punta.

 

**

 

Era passato un mese ormai, la partenza era stata fissata a giorni. Avevano deciso di rimandarla quel tanto che bastava per assicurarsi che Lindir non avesse problemi durante il primo periodo, gli unici a saperlo erano solo loro: Lindir, Lory e Loki.

Mancavano ormai tre giorni al viaggio quando una mattina Lindir si alzò di malavoglia.

Lory lo vide riflesso nello specchio in cui stava tentando di sistemarsi i capelli.

“Che hai?...” l'elfo non le rispose “Lindir...” disse inginocchiandosi di fronte a lui che era seduto sul bordo del letto. Era pallido e deglutiva spesso.

Lory posò le sue mani sulle gambe dell'elfo accarezzandole.

“Cosa c'è?” chiese apprensiva, notando gli occhi chiusi.

“Nausea...” sussurrò a fatica.

Un flebile sorriso lambì le sue labbra.

“Stenditi un po'...” disse aiutandolo a coricarsi per poi sistemarsi vicino a lui abbracciandolo. Era abituata alle nausee, le aveva passate sia con Gildor che con i gemelli “Ascoltami, respira lentamente. Devi mangiare qualcosa...”

Lindir scosse la testa.

Lory sapeva che sarebbe potuto succedere e tutte le sere provvedeva a portare in stanza del pane o delle paste salate. Si voltò verso il piccolo comodino e prese il sacchetto di stoffa.

“Mangia. Ti assicuro che starai meglio...” disse staccandogliene un pezzo per avvicinarglielo poi alle labbra “Su, fai uno sforzo...”

Lindir lentamente ingoiò qualche boccone, non ci volle molto prima che la nausea si calmasse e tornasse ad avere un colorito normale.

Quando si sentì abbastanza in forze si voltò verso la moglie.

“Visto?...” sorrise Lory “Di mattina è sempre peggio, poi migliora” poi si abbassò baciandolo dolcemente.

“Perchè ho l'impressione che questo bambino...”

“O bambina...” puntualizzò lei.

“O bambina, sarà un peste?”

Lory rise, una risata pura e cristallina a cui si unì quella dell'elfo.

“Perchè probabilmente lo sarà...” sorrise ribaciandolo.

“Vuoi un maschietto o un femminuccia?” chiese abbracciandolo.

“A me basta che stia bene...” rispose l'elfo socchiudendo gli occhi.

“Anche a me...” Lory posò un orecchio sul ventre ancora piatto del marito.

 

**

 

I bambini erano pronti, vestiti e sistemati per la partenza, stavano quasi per uscire quando la regina bussò alla porta.

“Mia signora...” disse andandole ad aprire tenendole la porta aperta.

“Oh ecco qui i miei piccolini!” sorrise la regina abbassandosi verso Tinuviel ed Aeglos “Vero che mi verrete a trovare presto?” gli chiese Frigga.

“Nana, possiamo????” chiesero in coro.

“Dovrà passare un po' di tempo, tesori miei. Ma sono sicura che alla nostra signora non dispiacerebbe venirci a trovare, soprattutto tra qualche mese...”

“Cosa mi stai nascondendo?” chiese sorridendo Frigga.

“Diciamo che avremo una bocca in più da sfamare...” disse Lory parlando a bassa voce, i piccoli si erano messi a giocare a poca distanza.

“Sei incinta?” chiese stanno attenta a non farsi sentire, forse erano troppo piccoli per capire, ma erano molto svegli.

“Non io...” sorrise.

Frigga si passò una mano sulla fronte.

“State bene? Mia signora...”

Solo in quel momento Frigga alzò il viso e un sottile sorriso le illuminò gli occhi.

“Non voglio sapere cosa centri Loki...”

“Per questa volta non è idea di Loki. Questo ve lo posso assicurare...”

“Perfetto. Allora siete tutti dei pazzi” scoppiò in una risata a cui fece seguito la giovane.

“Su questo fatto posso concordare...” disse ridendo.

“Sta bene?”

Lory sbuffò un po' divertita “Si, diciamo di si. Un po' di nausea...”

“Bhe quindi congratulazioni...”

“Grazie, mia signora...” sorrise.

“Ovviamente esigo di essere informata quando nascerà, coglierò l'occasione per visitare il vostro regno...”

“Sarà fatto, a patto che venga anche Thor...”

“Non ci sarà bisogno di ripeterglielo mia cara. Toglimi una curiosità, sono tutti figli tuoi, come mai nessuno manifesta tratti del seidr?”

“Sinceramente. Me lo sono chiesta anch'io, non lo so. Forse perchè non l'hanno mai conosciuto, io ne faccio pochissimo uso da quando vivo a Imladris...”

“Potrebbe essere un motivo valido. Neanche i più grandi?”

“Neanche una traccia. Con questo non sono però proprio sicura che non ne posseggano...”

“...e tu non vuoi saperlo per paura di risvegliarlo vero?”

Lory annuì oscurandosi in volto.

“Lory, è stato un incidente, non è colpa tua...”

“Ciò non toglie che sia stata la mia magia a fare quello...”

“Tuo marito lo sa?...” chiese quasi in un sussurro.

“No...No, non...”

Frigga la guardò con un'aria compassionevole stringendola poi in un abbraccio.

“Nana, nana...”

“Cosa c'è piccoli?” disse abbandonando il materno abbraccio inginocchiandosi davanti a loro.

“Cos'è questa?” chiesero indicando la finestra.

Lory sorrise.

“Neve, amori mie...”

I due corsero alle finestre schiacciando i faccini sul vetro.

“Possiamo andare fuori? Ti prego!!!”

Lory rise scompigliandogli i capelli con le mani, sapeva quando ai due piccoli dava fastidio.

“Certo, ma non bagnatevi i vestiti, tra poco dobbiamo partire...” sorride guardando i bambini correre.

“Non hanno mai visto la neve?”

“No, da noi nevica molto raramente, quando sono nati loro nevicava. E neanche ad Asgard in questo periodo dell'anno non è mai nevicato, penso di sapere di chi sia opera...” le due donne sorrisero.

Proprio nel momento in cui due piccoli aprirono la porta, Lindir dovette scostarsi per evitare di essere travolto.

  
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