Capitolo 9: accappatoi scomparsi, docce
movimentate e
cuffie da donna
Demyx studiò il viso
di Axel, intento a cercare l’asciugamano nella sua borsa rosso fuoco e
spargere
i vestiti che vi erano stati gettati dentro con disattenzione sul
pavimento
della camera.
Si conoscevano da ventitré
anni, avevano passato l’intera vita assieme, e fino a qualche mese fa
Demyx
avrebbe giurato di conoscere tutto di lui, anche quelle cose che Axel
credeva
fossero segrete.
Era sempre stato
convinto che niente, assolutamente niente li avrebbe separati.
C’erano stati
incidenti stradali, c’erano state morti, c’erano state bocciature,
c’erano
state donne, ma nessuna di queste cose era riuscita a dividerli.
Ma ora, mentre Axel
cercava quel dannatissimo accappatoio, con un’espressione che lasciava
trasparire tutta la sua paura di averlo dimenticato a casa, Demyx capì che la loro amicizia non sarebbe
potuta durare per sempre.
Che un giorno,
lontano o vicino che fosse, uno dei due avrebbe compiuto un errore
irreparabile, qualcosa di pericoloso.
Uno di loro due avrebbe
svoltato un vicolo, lasciando l’altro indietro, senza guardarsi le
spalle.
“E che cazzo, a che
me la sono portata a fare ‘sta roba se poi i vestiti me li perdo lo
stesso per
la stanza?” fece Axel, alzandosi da terra e dando un calcio alla
valigia, che
finì accanto alla parete.
Demyx pizzicò le
corde della chitarra che aveva in
grembo, senza troppa attenzione alla melodia che emanavano, e sorrise
incerto:
“Akuchan, non mi sembra il caso di dare la colpa alla valigia se hai
scordato
l’accappatoio a casa.”
“Io non ho scordato
proprio un bel niente! Piuttosto, prestami un asciugamano dei tuoi và.”
“Cooosa?! Non se ne
parla!” sbottò Demyx, lasciando da parte i pensieri seri di qualche
istante
prima “ L’ultima volta a momenti se lo mangiava il pitbull del
guardiano, per
colpa tua!”
Axel sbottò a ridere
ricordando l’episodio, ma smise non appena vide la faccia di Demyx che
tutto
sembrava fuorché intenzionata a sghignazzare sull’accaduto.
“E’ stato un
incidente, e lo sai. Dài, che sennò non mi posso fare la doccia.”
“Da quando sei un
fan dell’igiene?”
Axel, che gli stava
dando le spalle per prendere un flacone di shampoo ai mirtilli, si
voltò e fece
uno dei suoi sorrisi che sembravano quelli che gli attori usavano nei
film
porno.
“Da quando in questa
giungla selvaggia sono arrivati tanti bei cuccioli di città, ecco da
quando. E,
se non sbaglio, la doccia in camera loro è rotta, giusto?”
Demyx arrossì,
imbarazzato, anche se in parte si aspettava una motivazione del genere.
Che razza di maniaco
pervertito! Era un caso senza speranza.
Axel aveva sempre
avuto un debole per i ragazzi più piccoli, meglio ancora se del liceo.
Era una delle sue
perversioni, e lui lo sapeva bene.
Fece una breve
risata, abbandonando la chitarra sul letto e prendendo due asciugamani
dall’armadio
lì accanto.
“Eheh…è inutile che
ci provi, non sono così scemi da farsi sodomizzare da uno come te,
Akuchan.
Tantomeno Roxas.” Marcò la voce sull’ultimo nome, per rendere ancora
più
evidente il suo tono ironico ma allo stesso tempo convinto.
Axel si avviò verso
la porta, con Demyx che lo seguiva, e prima di aprirla lo
guardò negli occhi con un’espressione
tanto sensuale quanto pericolosa.
“Intanto io sono
riuscito a strappargli un bacio. Scommetto che tu non ci
riesci.”
Demyx deglutì.
Cavolooooo, la
discussione stava prendendo una piega a dir poco pessima.
Però…però…non poteva
farsi dare del codardo a quel modo!
Axel lo stava
sfidando, come faceva sempre, anche nelle situazioni più stupide.
Erano ventitrè anni
che gareggiavano, scommettevano, lottavano per qualsiasi sciocchezza.
A sedici anni
avevano scommesso su chi sarebbe collassato per ultimo dopo essersi
fatti canne
per tutta la notte.
Vinse Axel,
ovviamente.
Axel vinceva sempre.
Aveva vinto anche
quando, a quattordici anni, era passato per maggiorenne e lo avevano
fatto
entrare al cinema per vedere un film vietato ai minori.
Quella volta avevano
scommesso, e Demyx per penitenza, oltre a non essersi visto quel film
fantasmagorico, aveva dovuto aggiustare la tazza del water dei nonni di
Zexion.
Che crudeltà.
Ricordando
quest’ultimo episodio ebbe un brivido lungo la schiena.
Lui adorava Socchan
e gli altri, ma..ma…per una volta, sentì che voleva riuscire a vincere
contro
il suo migliore amico.
Almeno una volta.
“Non sono così
codardo, Akuchan!” fece offeso, assumendo la posa di un bimbo di sei
anni.
“Posso baciare Roxas
quando mi pare!”
Axel diventò serio
all’improvviso.
Non capiva mai
niente, quello stupido biondino!
Sentì una strana
morsa al petto mentre s’immaginava Demyx che rubava un bacio a Roxas, e
si
chinò su di lui minaccioso senza sapere
bene neanche lui stesso cosa stava facendo ma, soprattutto, a
cosa era
dovuta quella reazione.
“Se proprio vuoi
farlo, scegliti qualcun altro, chiaro? Quel cagnolino me lo sono preso
io!”
Demyx rimase in silenzio
per qualche istante, stupito per
l’atteggiamento tempestivo di Axel, ma sapeva che farglielo notare
sarebbe equivalso
a morire, perciò si limitò a sorridere.
“Roxas sta
cominciando a piacerci sul serio, eh Akuchan?” fece, ironico e con un
sorriso a
trentadue denti.
Axel, come Demyx
aveva previsto, allargò gli occhi e si affrettò a girarsi verso la
porta,
aprendola.
“Non sono affari
tuoi.” Esclamò convinto, e prese a camminare.
Demyx chiuse la
porta alle sue spalle e lo raggiunse, ancora sorridente.
…chi l’avrebbe mai
detto che anche Axel, un giorno, avrebbe trovato un punto debole?
**
“Io non capisco cosa
ci trovi in Selphie, Wakka. Non sta mai zitta, quella là.”
“Da qual pulpito”
osservò Riku, passandosi la spugna sulla schiena.
Sora, nella doccia accanto,
riconoscendo la voce di Riku sbuffò.
“Uffaaaa, Rikuuu!
Basta con questa storia che sono logorroico!”
“Ma è la verità,
cosa ci posso fare io se parli in continuazione?”
“Ha ragione Riku,
Socchan” si intromise Tidus dalla sua doccia, togliendosi lo shampoo
dagli
occhi con un gesto fastidioso della mano “non sei proprio il tipo che
può
permettersi di dire agli altri che
parlano troppo.”
“Tsk, ti ci
metti anche tu ora?!” protestò Sora,
sentendosi circondato da traditori “Rox, dì qualcosa a questi due! Lo
vedi come
sono cattiiiiviiii??” fece, con voce lamentosa.
Roxas, che per la
testa aveva tutt’altro (e questo tutt’altro era, ovviamente, Axel e
quel
bacio), troncò la discussione con un “So, non farmi parlare che sennò
ingoio lo
shampoo”.
Sora, fortunatamente,
non si accorse che quella dell’amico era una scusa (piuttosto patetica,
oltretutto) e riprese il suo alquanto discutibile discorso sul fatto
che,
citando le sue esatte parole, ‘era diventato la vittima di turno’, con
una
conseguente alzata di occhi al cielo da parte dei presenti.
Wakka aprì la porta
della sua doccia, un asciugamano da spiaggia che copriva tutta la sua
figura
alta e muscolosa.
“So-chan, Selphie è
una ragazza fantastica! E poi a me piace, non posso farci niente! Anche
a te
piace Kairi, no?!”
La scena che seguì
se la sarebbero ricordata tutti per il resto delle loro vite: Sora,
ovviamente
del tutto nudo, aprì la porta della sua doccia, con il bagnoschiuma per
bambini
sul pancino piatto e su una spalla e, soprattutto…una cuffia che gli
copriva i
capelli.
Una cuffia.
Da donna.
“ODDIO!!” Fecero
Wakka e Tidus, che era uscito in quel momento, ed entrambi si coprirono
gli
occhi con le mani.
“Che succede, che
succede?!” chiese Riku, affacciandosi preoccupato, e con lui Roxas, che
si era
destato dal suo sonno ad occhi aperti solo grazie alle urla
di quei due.
Riku e Roxas
rimasero un secondo a fissare Sora nudo con quella cuffietta stile
Barbie,
poi guardarono Tidus e Wakka che,
sconvolti, continuavano a gridare con le mani sugli occhi, poi di nuovo
si
voltarono verso Sora.
Un secondo dopo,
ovviamente, anche loro reagirono come Wakka e Tidus, e Roxas pregò il
Signore
che, un giorno, gli avrebbe fatto dimenticare quella visione
terrificante.
“Sora, e che cazzo!
Evitaci certe scene, no?!”
“Chi…chi te l’ha
detto che mi piace Kairi? Non è affatto vero!!!” riuscì solo a dire Sora, che evidentemente ancora non aveva
capito di aver scandalizzato i suoi amici per sempre.
Wakka, che al
momento non riusciva a pensare ad altro che allo spettacolo indecente a
cui
aveva appena assistito, rispose con un mezzo grugnito e, prendendo il
suo
shampoo, si buttò a capofitto fuori dalla stanza, seguito a ruota da
Tidus.
“Ehy, dove andate,
traditori? Tornate indietro!! Non è vero che mi piace Kairiiiii!!” fece Sora, uscendo completamente dalla doccia e in
procinto di raggiungerli fuori.
Fortunatamente, fece
in tempo ad ascoltare la voce di un Riku un po’ sconvolto che, con un asciugamano attorno alla vita, era intento,
dandogli le spalle ovviamente, a prendere le sue ciabatte.
“Sora…prima di
uscire da qui, non pensi che sarebbe il caso di metterti qualcosa
addosso?”
chiese, ricordando per un attimo la
vista del corpo nudo di Sora.
Non aveva fatto
nemmeno in tempo a guardare in basso,
perciò era particolarmente nervoso, nonostante si rendesse conto che
voler
guardare le parti intime di quel menomato era una perversione da
maniaci.
Sora si fermò di
botto sulla porta, e lentamente gettò un rapido sguardo all’ombelico,
per poi
scendere più giù e…
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!
ODDIO, SONO NUDO! SONO NUDOOOO!!!!”
Roxas, che era
rientrato in doccia per evitarsi quello spettacolo, che lo aveva già
scioccato
abbastanza, sbottò a ridere sentendo quelle grida spaccatimpani.
Mio Dio, tra lui,
Axel, Demyx e Marluxia si sentiva circondato da un branco di deficienti.
Sora, nel frattempo,
aveva cominciato a correre qua e là per la stanza delle docce, le mani
tra le
gambe, senza preoccuparsi di coprire anche il suo didietro.
“ODDIO! ODDIO! SONO
NUDO!”
“Ti sbagli, So.
Indossi la cuffia di tua madre” gli ricordò finalmente Riku.
Per un attimo regnò
il silenzio più assoluto, con Sora che si era pietrificato
al centro della stanza, Riku che, con tutta
la noncuranza del mondo, stava radunando i suoi flaconi e Roxas che, da
dentro
la sua doccia, era intento a farsi un’altra passata di shampoo, perché
l’aria
di mare gli rendeva quei capelli uno schifo.
“…NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!”
Sora, accorgendosi
solo allora che, per tutto questo tempo, era rimasto con la cuffia in testa, se la strappò con un unico
gesto e iniziò a saltarci sopra con rabbia, maledicendo lei e quel suo
colore
assolutamente da frocio, e a Roxas sembrò strano che non avesse fatto
alcuna
battuta a riguardo.
Riku bussò alla
porta della doccia di Roxas, evitando accuratamente di guardare in
direzione di
Sora –cosa che sarebbe stata impossibile comunque, visto che questi
continuava
a girare come una trottola urlante per tutta la stanza-
e disse secco: “Rox, io e questo Caso Umano
andiamo in stanza, prima che lo scemo faccia accorrere qui mezzo
villaggio con
le sue urla isteriche. Ci vediamo lì”
“D’accordo” fece
Roxas, prendendo del bagnoschiuma nella mano e spargendolo sulle spalle
un po’
abbronzate.
Senza aggiungere
altro, Riku lanciò un asciugamano a Sora
e, preso per un polso, lo trascinò fuori di lì.
Roxas si assaporò il
silenzio, rotto solo dal suono dell’acqua che sgusciava sulle mattonelle del pavimento.
Finalmente aveva un
po’ di pace!
Forse adesso poteva
concentrarsi sul problema di Axel.
Doveva assolutamente
trovare un modo per tenersi alla larga da quello stupratore.
Prese in
considerazione le varie opzioni, tra le quali spiccava per prima il
fidanzarsi
con una ragazza per convincere il mondo (ma soprattutto quella istrice)
che lui
NON era gay.
Già, una genialata, peccato
che avesse già tentato di chiederlo a Namichan, che naturalmente era
stata
colta dall’unico momento di cattiveria
della sua vita e si era rifiutata di
aiutarlo, cosa mai avvenuta prima d’ora.
Naminè era una di
quelle persone che per qualsiasi cosa, anche la più stupida, era
prontissima a
darti una mano.
Certo, conquistare
la sua fiducia non era molto facile, ma una volta che le diventavi
amico capivi
che era veramente una ragazza d’oro.
Non aveva mai avuto
molti amici prima di conoscere lui e gli altri verso la seconda media,
e questa
solitudine era causata da una incomprensibile, quasi innaturale
timidezza, che
spariva solo quando si trovava davvero a suo agio (ad esempio, quando
era con i
suoi genitori).
Loro due erano
diventati amici quasi da subito.
Non sapeva perché,
ma si sentivano quasi in simbiosi a volte, forse perché, anche se
all’apparenza
non era molto evidente, di carattere si assomigliavano parecchio.
Entrambi si
sentivano spesso soli, ma allo stesso tempo cicrondati da sorrisi
sinceri e
persone amichevoli.
Entrambi, talvolta,
quando erano spaventati, o preoccupati, tendevano a crearsi una
barriera
invisibile, a costruire un muro che, nonostante fosse pronto
a crollare con una parola, credevano
invalicabile.
Entrambi,
semplicemente…erano troppo stanchi di essere delusi per sentirsi
abbastanza
forti, abbastanza…felici per lasciarsi andare e fidarsi veramente di
qualcuno.
Certo, lui aveva
Sora, e Namichan poi aveva instaurato un bellissimo rapporto con Kairi,
così
diversa da lei ma, al tempo stesso, curiosa di avvicinarsi a lei, di
esserle
amica.
Ma, nonostante
questo, né lui nè lei, lo sapeva, sarebbero mai riusciti a vivere …in
maniera
soddisfatta.
Non sarebbero mai
riusciti a vivere…completamente sereni.
Per un attimo, la sua
mente rievocò quella mattina di Ottobre.
…per quanti anni
sarebbero passati, il dolore sarebbe rimasto sempre lo stesso.
Troppo, per poterlo
dimenticare.
Anche se avesse
incontrato altri mille amici come Sora, o altre cento persone
comprensive
e dolci come Naminè…nessuno lo avrebbe
mai fatto sentire a casa.
Nessuna voce lo
avrebbe mai accolto… come faceva lei.
**
“E basta con questa
storia, Demyx!”
Roxas sussultò da
sotto l’asciugamano quando sentì quella voce provenire dall’esterno.
No.
No.
NONONONONONONONONONONONONO!!!
Tutti, tutti, ma NON
Axel!
Rimase fermo
immobile quando ascoltò altri passi seguire quelli di Axel, con
un’andatura più
rapida, quasi saltellante, e immediatamente riconobbe la voce
squillante di
Demyx.
“Oh, andiamo,
Akuchan! Ammettilo! Non c’è niente di male
se ti piace sul serio, sai?”
Roxas, che aveva la
mano sulla maniglia della porta per aprirla e uscire di lì, si arrestò
di
colpo.
Pensò per un secondo
a cosa fare.
Se fosse uscito di
lì in quel momento, entrambi quei due criceti troppo cresciuti lo
avrebbero
visto, e Axel avrebbe fatto una delle sue facce da maniaco notando che
aveva
solo un asciugamano legato in vita, e sinceramente non se la sentiva di
essere
di nuovo vittima di frecciatine a doppio senso, così decise
semplicemente di
tenere la bocca chiusa e fingere di non esserci.
Prima o poi, pensò,
quei due sarebbero entrati nelle docce, chiudendo le rispettive porte,
e il
rumore dell’acqua avrebe coperto quello delle sue ciabatte.
Era un piano di fuga
perfetto.
Perciò, come se
nulla fosse, anzi, come se non ci
fosse, e sperando che nessuno dei due notasse i suoi piedi da sotto la
porta,
scostò lentamente la mano dalla maniglia e aspettò che entrassero.
“Te lo ripeto”
esordì Axel d’un tratto, e Roxas sentì un fruscìo che doveva essere il
suo
asciugamano “non mi piace affatto quel ragazzino! Mi sto solo
divertendo”
“Tu scherzi col
fuoco, Axel” osservò Demyx, la voce un po’ divertita “ So che ti
piacciono le
storielle estive, ma io ti conosco da una vita e posso giurare che ci
stai
proprio uscendo di testa, per Roxas.”
Sentendo il suo
nome, e riallacciando così il senso delle frasi che entrambi avevano
appena
pronunciato, Roxas ebbe la certezza che non se l’era immaginato, che
stavano
veramente parlando di lui e non di un altro ragazzino vittima di quel
surfista
pazzo.
Un momento…Demyx
aveva appena detto che…che…
No, non era
possibile, era fuori discussione.
Axel non poteva
innamorarsi di lui.
Uno con quel
carattere era scientificamente negato per le relazioni serie.
Non che lui
volesse avere una relazione con Axel,
eh!!
Assolutamente no!!!
…assolutamente…no…
Oddio!!
Oddio, oddio, oddio!
Perché si era
sentito arrossire?
Stava..stava
arrossendo? MENTRE PENSAVA AD AXEL?
Roxas rimase così
scioccato da quella reazione inaspettata del suo corpo che restò inerme
come
una di quelle statue che piacciono tanto ai piccioni, incapace di
reagire.
Era arrossito.
A-r-r-o-s-s-i-t-o.
Arrossito.
Quell’aggettivo gli
riempì la testa per quasi un minuto, fino a quando la voce di Axel non
lo fece
sussultare e tornare alla realtà.
“…e va bene, visto
che ci tieni tanto lo ammetto, così magari la smetti di rompermi le
palle. Sì,
Roxas mi piace. Ora la pianti con questa rottura?!”
Roxas, dal suo
piccolo nascondiglio, si arrese all’idea di avere ormai lo stesso
colore di peperoni
che cucinava Xaldin, e, istintivamente, si sfiorò le labbra con le dita.
…cosa gli stava
succedendo?
“No che non la
pianto! Devi dirmi come te ne sei accorto! Dimmelo, altrimenti dico a
Marluxia
e Larxen di non venderti più le sigarette!” fece Demyx, che aveva
l’aria di
divertirsi come un pazzo, come un bambino che gioca al suo videogame
preferito.
“Cosa?! Non puoi
farlo! Ma che cavolo ti dice la testa?” si lamentò Axel, aprendo la
porta della
doccia accanto a quella dove Roxas era nascosto.
Demyx aveva un tono
di voce squillante, ma Roxas sentì una nota di serietà nella sua voce,
e se
avesse potuto vedere la sua espressione avrebbe capito che, in effetti,
tutt’un
tratto non sembrava più che volesse scherzare.
“Sai che posso
farlo. Marluchan non mi dice mai di no.” Rimase un attimo in silenzio,
indugiando sul corpo nudo dell’amico, che aveva visto già un sacco di
volte
quando, dopo le partite di calcio della squadra di cui erano parte a
diciotto
anni, tutti si cambiavano i vestiti “…Roxas ti piace…seriamente,
vero?”
Roxas trattenne il
fiato.
Non voleva ascoltare
la risposta di Axel, ma al tempo stesso provò il fortissimo desiderio
di
sentire una risposta diversa da quella che si aspettava.
Era vero, non
conosceva Axel da molto, ma lo aveva inquadrato sin dal loro primo
incontro:
era uno di quei tipi tutti arroganti e pieni di sé, che adoravano
divertirsi ed
illudere la gente.
E lui non voleva
cascarci.
Non voleva illudersi
come tutti gli altri.
“…non lo so neanche
io”.
Il più piccolo sentì
il battito cardiaco femarsi.
Che voleva dire con
quella frase?
…perché aveva usato quel tono?
Sentì Demyx
sospirare, ma si capiva che non era ancora soddisfatto.
Ciononostante, e
prima che Roxas potesse coprirsi le orecchie per non ascoltare altro,
Axel
rirpese a parlare, stavolta, sembrava, più a sé stesso che a Demyx.
“…quello stupido
ragazzino..è irritante, e parla poco. E’ l’esatto opposto di me.”fece
una
pausa, che Demyx non osò interrompere con alcuna stupida battuta, e
Roxas
dovette tapparsì la bocca con le mani per non
far sentire il proprio respiro, orami pesantissimo.
Aveva…una voce…così…
“…ma…” Axel guardò
il pavimento, la mano ancora sulla maniglia “…quando guarda il cielo, o
sta in
silenzio…o quando sta da solo ad ascoltare quel suo i-pod
inguardabile…ha uno
sguardo pazzesco”. E, senza agiungere altro, Roxas lo sentì entrare lì
accanto,
chiudersi la porta alle spalle e aprire l’acqua della doccia.
Demyx rimase
imbabolato davanti alla porta chiusa, poi fece un breve sorriso e anche
lui
entrò, abbandonando il corridoio.
Roxas, ora, sarebbe
potuto uscire tranquillamente, andarsene da lì, lasciare quella doccia
piena di
vapore e di profumi di shampoo sconosciuti.
Ma le sue gambe non
riuscivano a muoversi, né le sue mani, ancora sulla bocca, né il suo
cuore,
rimasto immobile.
Impiegò qualche
minuto a dare un nome a quell’emozione che aveva provato mentre Axel
parlava,
con quella voce così diversa, così seria, così…sincera.
E, quando
riuscì a farlo, sì
abbandonò contro il muro, privo di forze,
la testa che gli girava come mai in vita sua.
Dopo qualche minuto,
finalmente il suo cervello sembrò riaccendersi e, capendo finalmente
che ora
poteva andarsene tranquillamente, si alzò con debolezza e, piano, uscì
dalla
sua doccia e lasciò la stanza, reggendosi la testa dolorante e
dimenticando
il bagnoschiuma sul pavimento.
…no…
…non poteva essere…
Note dell’autrice:
Io con questi
capitoli inutili ci sto prendendo gusto, mi sa XD! Ok, piccola
parentesi:
questa volta nin ci sono state ragazze XDXD Questa fanfiction sta
diventando
tutta al maschile, piano piano! Evviva i ragazzi, soprattutto se sono
così
carini! Ok basta con gli scleri…come al solito, spero tantissimo che il
capitolo vi sia piaciuto! Informazione: io lo odio più di quello
precedente, ma
questa scena della doccia…Dio, lapensavo da almeo un mese e DVEVO
inserirla
altrimenti n avrei trovao pace, temo.
Un’altra cosa che
tenevo molto di scrivere er il rapporto tra Demyx e Axel. La loro è
un’amicizia
molto particolare, che non si basa su un qualcosa di stabile, ma è
proprio
questa paura di smarrirsi che ha Demyx che mi piace, e credo anche che,
nonostante il suo carattere sempre allegro, come Sora nasonda molte
paure che,
spero, nei prosssimi capitoli riuscirò ad analizzare.
Bene, ho
finito di accollarmi XD Oh, un’ultima
informazione (non richiesta, ma vabbè): nonostante le vacanze siano
ormai agli
sgoccioli, e con esse l’estate, non crediate che mollerò questa ficcy
facilmente XD Perciò non vi libererete di me tanto presto, mi sa O___o.
Bene,
ora rispondo alle recensioniiii!!!Yatta!
Faby (ti chiamo così
da ora in poi ok? ^^): sìsì, quello era davvero il primo bacio di Roxy,
e
pensare che l’abbia dato prima lui di Riku mi fa uno strano effetto,
non so perché
XD
Roxas: Eccoti qui,
Piccola Stella Cadente!
M: non insultare i
miei lettorucci, soprattutto se sono affezzionati come lei è____é
Ro: e tu taci!!!
Siete due pazze! E poi non è vero che sono contento di aver dato il mio
first
kiss a quello là!
Quello là: uhuhuhuhuhuh *senza un motivo, gioca con un accendino*
M: …*li chiude, come
sempre, nello sgabuzzino*
Emh…perdona l’intrusione
di quei due casi umani…torniamo a noi! Riku e Sora non è che sono
timidi…è che,
anche se non si direbbe, hanno molto in comune. Se
si baceranno o no non posso dirtelo XDXD Ma
ti assicuro che Sora, presto, si ritroverà parecchio confuso…ok, basta
basta
con gli spoiler! Un abbraccione fortisimo, spero recensirai anche
questo
capitolo ^^ kiss kiss
Coco Bandicoot:
felice che il capitolo vechio ti sia piaciuto ^____^ spero che a
soddisfarti
non sia solo la storia, ma anche la grammatica e…cose del genere XDXD e
TU PER
CHE COPPIA TIFI? Dimmi dimmi che sono curiosa! Ancora un enorme grazie
per la
recensione! Bacini
E INFINE UN ‘GRAZIE’
IMMENSO ANCHE A CHI LEGGE LA STORIA
SENZA RECENSIRE O LA AGGIUNGE TRA I PREFERITI! SE VI VA, DITEMI COSA NE
PENSATE!
SPERO IL CAPITOLO VI
SIA PIACIUTO! Al prossimo ^^