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Autore: _Skyline_    25/07/2014    1 recensioni
" Dylan non lasciare la mia mano!"
Fu l'ultima cosa che riuscì a dirgli prima di vederlo cadere, prima di buttarmi nel vuoto per cercare di salvarlo. Prima di scoprire qual'è la mia vera natura.
Ciao a tutti, questa è l'ennesima storia che scrivo su l'ennesimo attore per cui ho una cotta ahah, questa fan fiction presenterà il nostro amato Dylan O'Brien nelle vesti di un adolescente con poteri sovrannaturali, rinchiuso in un campus per persone speciali, li incontra Chloe, una ragazza apparentemente senza poteri, ma lui vede qualcosa in lei, per cui valga la pena lottare.
Un insieme di: Percy Jackson e gli dei dell'olimpo, Teen Wolf e Fallen, spero vi piaccia :) Aspetto con ansia vostre recensioni.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHLOE.

 

Trama:

" Dylan non lasciare la mia mano!"

Fu l'ultima cosa che riuscì a dirgli prima di vederlo cadere, prima di buttarmi nel vuoto per cercare di salvarlo. Prima di scoprire qual'è la mia vera natura

 

1

 

 

 

"E se fosse questo il mio posto?" pensai.

Tornai in superficie, l'acqua calda della piscina mi accarezzava la pelle, stavo così bene con il viso sommerso, li sotto c'è pace e tranquillità.

 

In questa piscina non viene mai nessuno, mi piace definirla " La piscina fantasma " del campus dove mi trovo ora, le piante hanno rotto i vetri e ormai il tetto è quasi completamente ricoperto di edera e rami, per non parlare dei muri e del pavimento, sono l'unica a venire qui, forse perchè non sono come gli altri...vivo in questo campus per persone speciali da quando avevo un anno, i miei genitori mi abbandonarono qui per una ragione a me ignota, gli insegnati non mi hanno mai spiegato il perché, ne voluto dirmi chi erano i miei genitori, o chi sono io in realtà. Ogni volta che provavo a parlarne sviavano il discorso. Era una cosa così frustrante, così cominciai a saltare le lezioni di preparazione fisica al combattimento e iniziai ad esplorare questa scuola, finché non trovai questa piscina, nascosta nel bosco.

 

Forse dovrei spiegarvi meglio: mi chiamo Chloe Evans e be..mi trovo forse per errore in una scuola per ragazzi e ragazze con poteri soprannaturali, mentre io sono solamente una fottutissima mortale.

Ho sedici anni..sedici anni passati a sopportare le prese in giro di quelle ragazze fighette con poteri che servono a nulla " Hei Chloe prendi questo" dicevano cominciando a fare accrobazie da ginnastica artistica che solo loro potevano fare " Ah no aspetta, non puoi ahah sei solo un inutile mortale. " Ogni giorno a sentirmi vittima di quelle oche. Se pensate che i poteri rendano una persona nobile e corraggiosa come i supereroi che descrivete nei vostri fumetti, sappiate che sono tutte stronzate. Altro che nobiltà qua fanno a gara per chi ha i poteri più " fichi "

 

Uscì dalla piscina coprendo il mio corpo nudo con un asciugamano bianco che legai sul petto, lasciai che i miei lunghi capelli biondi si asciugassero all'aria mentre, sedendomi su un arrugginita panchina a bordo piscina iniziai a osservare il tatuaggio nero che contrastava con la mia carnagione bianca, che fin da piccola portavo sul braccio, non ho mai saputo il significato. - Non dovresti essere qui. - la voce di un ragazzo mi fece tornare alla realtà, posai il mio sguardo su di lui, si trovava all'entrata della piscina e mi guardava con sguardo curioso, come se potesse leggermi dentro. - Nemmeno tu, strano..non viene mai nessuno qui di solito, per caso i tuoi super poteri ti hanno condotto in questo luogo? - nella mia voce c'era cattiveria, non seppi spiegarmelo, non volevo veramente essere sgarbata con lui. Lo vidi camminare verso di me per poi sedersi sulla panchina, per istinto mi coprì il seno con il braccio, anche se non ce n'era bisogno dato che ero coperta dall'asciugamo. - E' inutile che ti copri, riesco a vedere attraverso le cose. - disse ridendo, i suoi occhi mi scrutarono attentamente, subito le mie gote si colorarono di un tenero rosso, stavo per andaramene quando lo sentì ridere più forte – Stavo scherzando, non ho poteri così espliciti, piacere sono Dylan O'Brien tu sei..?- si alzò porgendomi la mano, - Non penso tu voglia veramente sapere chi sono, andresti via ridendo..- risposi abbassando lo sguardo, con la mano sinistra che teneva stretto il nodo dell'asciugamano gli diedi le spalle pronta a tornarmene in camera mia. - Che genere di potere hai? Sai leggere la mente? O cose del genere?- Mi chiese, stringendomi la mano destra e girandomi verso di lui, ammirai i suoi profondi occhi castani, un respiro ci separava ma no, non dovevo cascarci, sarà stato mandato da una di quelle oche per picchiarmi..scostai la mano con forza dalla sua, - E' proprio questo il punto, io non sono come te, non so nemmeno che ci faccio qui, quindi..lasciami stare. - uscì stanca da quel posto, ormai non potevo stare serena nemmeno li.

 

Correvo nel bosco coperta solamente da quel asciugamano bianco, ignorai completamente i sassi e i detriti che mi graffiavano i piedi, mi importava solo di tornare nella mia stanza prima che qualcuno potesse vedermi, non tanto per il fatto che ero praticamente nuda, più perché le persone in questo campus sono crudeli, si credono superiori solo perché possono fare cose straordinare, io non posso rendermi invisibile a mio piacimento, io non posso saltare come una gazzella o avere la super forza, io non potevo restare li, dovevo andarmene, ma la fuori, fuori da questa scuola è tutto nuovo, è come se la fuori io non fossi mai esistita, nessuna dichiarazione sull'anagrafe, nessun parente o conoscente, nessuno..

 

Distratta dai miei soliti pensieri caddi a terra colpita da un dolore lancinante alla caviglia, le lacrime iniziarono ad uscire senza che io lo volessi, ma ormai mandarle indietro era troppo tardi. "Una trappola per orsi?" pensai cercando di aprirla o per lo meno di far scivolare il piede fuori da quella morsa ma il dolore era troppo forte, troppo acuto anche solo per muovermi. - Ragazzi ho trovato qualcosa – sentì la voce famigliare di un ragazzo, era Matt il fidanzato della mia più acerrima nemica, mi asciugai in fretta le lacrime, cercando di farmi il più piccola possibile. Li vidi arrivare in gruppo " Fantastico, sono fottuta " pensai, - Anzi ho trovato qualcosa di meglio.. la piccola e sfigata Chloe.- rise amaramente, seguito dal suo branco di idioti.

 

DYLAN'S POV

 

"Chloe?" pensai, avevo già sentito parlare di lei, ma non l'avevo mai vista di persona, sembrava tipo una leggenda metropolitana, una di quelle a cui credi anche se un po lo neghi a te stesso, da stupido avevo seguito la massa, avevo imparato a conoscerla attraverso la storie che raccontava Matt e la sua fidanzata Clarice; nascosto dietro quell'albero continuai a osservare la scena. - Vi prego.. - disse con voce spezzata dal pianto e dal dolore – Liberatemi – dalle ferite sgorgava sangue, ormai tutto il suo piede era completamente sporco, stava soffrendo molto si vedeva, ne rimasi sorpreso anche se infine capì..lei è una mortale, non guarisce come noi. - Perché dovremmo? Liberati no? Ahah giusto, sei solo una stupida mortale!- sputò continuando a sghignazzare, godeva nel vederla così, impotente. - Hei piccola, aprì un po le gambe, puttana.-

  • Zitto Jackson! Nessuno ti ha chiesto niente.- lo interruppe Matt, il capo della banda, evidentemente non tollerava che qualcuno parlasse di sua iniziativa, Chloe invece non apriva bocca, tremava e piangeva stringendosi il nodo sul petto sempre con la mano sinistra mentre con la destra stringeva la caviglia ferita, in quel momento la vidi gracile, fragile e piccola. - Liberiamocene! - Matt si stava avvicinando pericolosamente a lei, voleva farle del male, liberarsi di lei, di una mortale, ma se si trovava qua dentro qualcosa dev'essere pur accaduto. Vidi portarsi una mano di fronte e un getto di vento li fece volare distante da lei, facendoli sbattere sui tronchi degli alberi. Si guardò le mani incredula, e anche io lo ero. Ma ora dovevo entrare in azione, prima che potessero riavvicinarsi e farle del male. Si erano alzati in piedi e si stavano scagliando su di lei più rabbiosi che mai. - Hei Matt, puoi lasciare a me l'onore di liberarmi di lei? Voi andate pure, nessuno saprà che siete stati voi - dissi facendo schioccare le dita delle mani, Chloe mi guardava inorridita, si muoveva nonostante pervasa dal dolore nel tentativo di liberarsi, invano; la morsa della trappola era stretta e le appuntite borchie d'acciaio ormai avevano penetrato la pelle in profondità, ogni movimento di troppo avrebbe potuto amputarle un piede. - Hei grazie amico, finalmente hai mostrato le palle – appoggiò una mano sulla mia spalla congratulandosi con me, " idiota "pensai guardandolo, li vidi scomparire lentamente nella boscaglia – Che vuoi farmi? - ancora piangeva, mi si spezzò il cuore a vederla così; - Non ti preoccupare – mi abbassai al suo livello, appoggiai una mano sulla caviglia, era fredda, dovevo sbrigarmi prima che potesse peggiorare, - Ora aprirò la trappola, ti avverto farà un male cane – la guardai negli occhi, erano di un intenso verde smeraldo, rossi e gonfi dal pianto erano comunque bellissimi, lei annui dolcemente ma non staccò mai gli occhi dai miei, portai le mani sulla trappola e con un lieve strattone la distrussi, ma anche da libera i suoi occhi rimasero incatenati ai miei. - Ehm grazie – disse aggrappandosi a me, l'aiutai ad alzarsi portando il suo braccio sulle mie spalle, le strinsi la vita e la presi in braccio e mi avviai verso la mia stanza..

 

La stesi sul mio letto facendo attenzione di non sfilarle l'asciugamo, aprì l'armadio in cerca del mio kit medico e di alcuni vestiti da darle. - Perché mi hai salvato? - chiese, presi la sedia della scrivania e mi avvicinai a lei con il cotone e il disinfettante e pian piano cominciai a pulirle la ferita, cercai di non distrarmi dal fatto che fosse praticamente nuda sul mio letto, mi obbligai a guardare solamente i tagli per evitare di soffermarmi troppo sulle sue gambe, sul suo corpo, sul suo viso. - Rimarrà la cicatrice? - chiese tremando, con una spugna ripulì dal sangue la caviglia per poi appoggiarla delicatamente sul mio ginocchio – No – risposi secco.

 

CHLOE'S POV

 

La sua mano si appoggiò sulla ferita, chiuse gli occhi e un ondata di calore mi pervase il corpo, dalla mano uscì una piccola luminescenza giallastra, il dolore passò, da quella brutta esperienza rimase solamente calore e beatitudine.

 

Appena spostò la mano notai che sotto di essa non era rimasta nemmeno una traccia che la trappola per orsi mi aveva lasciato, niente che facesse intendere di essere stata quasi aggredita da Matt. - Co, cosa sei tu? - gli chiesi balbettando – Niente in particolare, mi sono solo preso un po del tuo dolore guarendo la ferita, questo è il mio dono, in più ho un intelligenza al di sopra della media, riesco a comprendere le persone anche solo guardandole in faccia, capire se mentono, se sono felici o preoccupate..e ho un ottima memoria e una strategia militare infallibile, personalmente non mi piace chiamarli "poteri"preferisco definirli doni..tu perché non mi hai detto subito che sei una mortale? - sentivo dal suo tono di voce che era diverso dagli altri, non era stupido o cattivo, era una persona normale. - Tutti reaggiscono in modo strano quando mi conoscono, alcuni ridono, altri ne rimangono disgustati; come se essere una persona normale fosse un crimine..- mi alzai da letto tornando a camminare normalmente, mi girai dandogli le spalle, mi infilai i boxer che mi diete poi feci cadere l'asciugamano e mi infilai la sua maglietta, mi stava molto larga, sembrava che sotto essa non ci fosse niente, nonostante tutto era molto comoda. Sapevo che mi stava guardando, ma non m'importava, anzi mi piaceva sapere che i suoi occhi erano posati sul mio corpo.

  • Ehm e allora che ci fai qui -

  • Vorrei tanto saperlo anche io, so solo che i miei genitori mi abbandonarono qui all'età di un anno, non so cosa sono, non so chi sono loro, non so niente di niente.

  • E non vorresti scoprirlo? -

  • Fidati.. ho provato, Onks non mi dice niente. -

  • Quell'insegnate è un idiota, chi ti dice che tu debba chiederglielo? .-

Ormai era sera, il sole stava tramontando e tutto il campus ora stava cenando nella mensa, non avevo fame e non potevo nemmeno farmi vedere, tutti avrebbero parlato male di me, e cosa avrebbero pensato Matt e gli altri vendendomi ancora viva? Cosa avrebbero fatto a Dylan se fossero venuti a sapere che mi aveva liberata?

  • Hai fame? - chiese, alzandosi dalla sedia e accendendo il computer sulla scrivania, - No – risposi raggiungendolo, - e poi non penso che a Matt e agli altri faccia piacere vedermi...viva- esitai su quella parola, faceva male ricordare cos'era successo, se non ci fosse stato lui non so dove sarei andesso. - Se ti dicessi che stasera c'è la pizza cambieresti idea? -

  • No – ripetei

  • Ah Ah, stai mentendo..vado a prendertela io, rimani qui. -

Poco dopo lo vidi entrare con due fette di pizza e una bottiglietta d'acqua, - Senti..non vorrei sembrarti un pervertito ma forse è meglio se dormi qui stanotte..- appoggiò la pizza sulla scrivania – per il tuo bene è meglio se non ti fai vedere – ne addentò un pezzo e continuò a guardare lo schermo del computer digitando tasti – Perché non sei crudele come gli altri? - chiesi prendendogli la mano e guardandolo severamente in viso – Leggo una luce nei tuoi occhi, una luce diversa da quella che vedo in tutti gli altri...e un semplice mortale non è in grado di emanare la tua luce. - scostò la mano preso da un brivido, io rimasi a bocca aperta – sto cercando un modo per riuscire a oltrepassare la sicurezza del campus ed entrare nell'ufficio di Onks, prenderemo la tua cartella, leggeremo quello che ci serve e poi andremo via. -

  • Non possiamo semplicemente chiederglila? -

  • I tuoi piani fanno schifo, sono io il genio in strategia militare – mi diede una pacca sulla spalla in modo fraterno – lascia fare a me – così feci.

Le ore passarono, e più la luna si alzava luminosa in cielo più mi rendevo conto che forse era una ricerca stupida, mi stavo arrendendo all'idea di avere qualcosa di speciale, di  essere una semplice umana. - Fatto! - esclamò Dylan abbracciandomi contento per poi scostarsi subito dopo imbarazzato.

 

Le luci nel campus erano ormai spente, e un silenzio assordante regnava nell'aria, ogni minimo rumore poteva essere anche solo minimamente fastidioso all'udito. Arrivammo all'ufficio di Onks, lui stava dormendo sulla sedia, aveva bevuto si potè notare dalla bottiglia di vino vuota sulla scrivania, inserimmo il codice di sicurezza per aprire la porta ed entrammo di soppiatto camminando sulle punte, raggiungemmo il cassetto contenente le cartelle, serviva un'altra password per poterlo aprire – E adesso che facciamo? - chiesi preoccupata fissando un po Onks e un po il cassetto, avevo le mani che tremavano dal nervoso – Stupido Onks che usi la stessa password per ogni cosa – disse a bassa voce ridendo sotto i baffi, era più un allusione a lui che a se stesso, inserì il codice e si aprì il cassetto. - Poppe? Mi stai dicendo che il codice è Poppe? - dissi irritata, Dylan mi zittì mettendo il dito indice della mano sinistra sulle mie labbra, mentre con la destra sfogliava tutte le cartelle in ordine alfabetico fino alla lettera E..Evans. Iniziò a leggere ogni pagina: quando ero nata, dove ero nata, il nome dei miei genitori, e più cose leggeva più lo stupore s'impadroniva dei suoi occhi, - Chloe, tu sei un..- non fece in tempo a terminare..

 

  • E voi due marmocchi che ci fate nel mio ufficio? -

   
 
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