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Autore: _Skyline_    08/08/2014    0 recensioni
" Dylan non lasciare la mia mano!"
Fu l'ultima cosa che riuscì a dirgli prima di vederlo cadere, prima di buttarmi nel vuoto per cercare di salvarlo. Prima di scoprire qual'è la mia vera natura.
Ciao a tutti, questa è l'ennesima storia che scrivo su l'ennesimo attore per cui ho una cotta ahah, questa fan fiction presenterà il nostro amato Dylan O'Brien nelle vesti di un adolescente con poteri sovrannaturali, rinchiuso in un campus per persone speciali, li incontra Chloe, una ragazza apparentemente senza poteri, ma lui vede qualcosa in lei, per cui valga la pena lottare.
Un insieme di: Percy Jackson e gli dei dell'olimpo, Teen Wolf e Fallen, spero vi piaccia :) Aspetto con ansia vostre recensioni.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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  • E voi due marmocchi che ci fate nel mio ufficio? - la sua voce era insopportabile da sobrio, da ubriaco sembrava che un branco di gatti avessero graffiato una lavagna, Onks si alzò in piedi barcollando, prese la bottiglia di vino dalla scrivania e iniziò ad agitarla pericolosamente verso noi due, che accuciati sul pavimento non avevamo alternative per fuggire, guardai Dylan, speravo veramente che avesse un piano, un metodo per andarcene senza fare troppo rumore; i suoi profondi occhi castani fissavano quell'uomo, mi prese la mano e si alzò in piedi – Hei..Onks, amico mio – disse agitando l'indice in modo amichevole, - Che ne dici di lasciarci passare – fece un sorrisino tattico, il più finto che avessi mai visto, gli strattonai la manica per attirare la sua attenzione – Mi stai dicendo che questo è il tuo piano? Ma ti ha dato di volta il cervello! -

Onks ruppe la bottiglia sulla scrivania lasciando pezzi di vetro verde sul pavimento, la cosa era preoccupante, sentì Dylan stringermi la mano fino a farmi diventare le nocche bianche, alzò la mano sinistra in segno di resa mentre l'insegnante ci puntava la bottiglia rotta sul collo, i suoi occhi erano rossi dal furore e il suo alito emanava un forte aroma di vino, mi fece venire i conati di vomito. - Ohohoh Onks, cosa direbbe tua madre nel vederti così eh? - sua madre lo abbandonò quando aveva più o meno la nostra età, mossa astuta da parte di Dylan giocare quella carta sicuramente ha avuto un ottimo impatto emotivo dato che subito dopo Onks si sedette sulla sedia con le lacrime agli occhi continuando a sussurrare il nome di sua madre. Questo ci permise di uscire dal suo ufficio, raggiungemmo la stanza di Dylan, prima ancora di chiuderci la porta alle spalle lo riempì di domande. - Allora? Cos'hai letto? Cosa sono? Chi sono i miei genitori? E da dove provengo? -

-Non hai mai avuto esperienze strane con alcuni...elementi naturali? - il suo quesito mi lasciò di stucco, sarebbe sembrato assurdo se questa domanda me l'avessero posta un paio di giorni fa, a pensarci invece, ora come ora la cosa mi sembrava normale. - Be riesco a trattenere il fiato a lungo sott'acqua e a non scottarmi stando vicino al fuoco..a volte quando cammino sulla terra si creano come dei solchi al mio passaggio..ma non penso centri qualcosa sono cose che possono capitare – mi sentivo euforica all'idea che forse anche io avevo qualche potere sovrannaturale ma tutto questo nello stesso tempo mi spaventava a morte, non sapevo realmente come affrontare la cosa, come avrebbero reagito gli altri se fossero venuti a conoscenza di ciò?

Dylan appoggiò le sue tiepide mani sulle mie spalle lasciando che i suoi penetranti occhi castani mi leggessero dentro, un brivido mi passò lungo la schiena mentre pensieri poco casti mi affollarono la mente ma subito mi costrinsi a cacciarli. - Chloe, sei un Avatar. - disse emozionato mostrandomi uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto, - Un che? -

  • Un Avatar, è una persona unica, può padroneggiare tutti e quattro gli elementi, più un quinto che vieni a scoprire dopo la nascita e che varia da persona a persona, può esistere solo un Avatar e dopo la morte di esso i suoi poteri si tramandano in un'altra persona -

 

Ero un...Avatar, ancora faticavo a realizzare il tutto, ancora non potevo credere di avere una speranza di rinascita in questo luogo privo di gioia. L'unico problema è che io non ho mai frequentato le lezioni, non ho mai imparato a padroneggiare questa mia forza mistica, sono totalmente impreparata a essere ciò che sono ora. Ma c'era una domanda che mi turbava, un quesito..forse il più importante di tutti, forse l'enigma che mi avrebbe dato tante risposte quanti i miei dubbi: Perché me l'hanno tenuto nascosto? Che senso aveva privarmi della mia natura?

  • Piccola...so cosa ti turba, e vorrei dirti chi sono i tuoi genitori, ma non posso, il mio istinto me lo vieta. Però posso aiutarti ad imparare a padroneggiare i tuoi elementi.- mi accarezzò la guancia comprensivo, era frustante sapere che poteva leggermi dentro, ma contemporaneamente la cosa mi piaceva, mi piaceva sapere che poteva capirmi, che poteva aiutarmi. - E come? - chiesi speranzosa, si avvicinò, portando le labbra al mio orechio – In biblioteca, devono esserci per forza delle pergamene, purtroppo ora è chiusa e non c'è modo di entrare, ma domani mattina possiamo provare, te la senti di affrontare il mondo esterno? – disse in un sussurro, se me la sentivo? Non lo sapevo, non sapevo se ero pronta a vedere quei mentecatti dei miei compagni, non sapevo se ero pronta a un addestramento, l'unica cosa che ora mi era ben chiara era il mio obiettivo, avrei ucciso pur di sputare il veleno dell'esasperazione che porto dentro da tanti anni, avrei fatto qualsiasi cosa pur di vendicarmi...ma ora che rifletto, non avrebbe senso...diventerei solamente come loro, crudele spietata e senza cuore, nonostante il risentimento non potevo darla vinta all'aria di superiorità che si cela in questo campus, non potevo. Dovevo essere più razionale.

 

Annuì timidamente, non ero sicura di farcela, ma sapevo che affianco a lui sarei stata al sicuro, con la sua astuzia e intelligenza saremo riusciti a prendere ciò che ci serviva senza dare nell'occhio.

Ormai era notte fonda, tornare nella mia stanza non era sicuro, Dylan mi preparò il letto, lui non aveva sonno avrebbe fatto ricerche, così mi ha detto, andai a dormire più serena.

 

DYLAN'S POV

 

Chloe stava dormendo, era bellissima, i lunghi capelli biondi le ricadevano sul seno disordinatamente, mentre il grazioso viso rilassato le donava un aspetto così angelico. " Basta fissarla come un manicao, Dylan!" la voce nella mia testa rimbombò tra le pareti della scatola cranica come se mille voci contemporaneamente continuassero a ripetere quella frase; mi costrinsi a distogliere lo sguardo per concentrarmi sulla mia ricerca, stavo cercando su internet alcuni metodi di insegnamento che avrei potuto utilizzare per insegnarle a padroneggiare gli elementi, il suo è un potere particolare e molto pericoloso, per questo non potevo dirle dei sui genitori, non è ancora pronta a sapere cosa l'aspetta, una leggenda narra che un Avatar, in situazioni di estremo pericolo rivela la sua vera natura, che sia del male o del bene, per questo molte persone che nel corso dei secoli sono state scelte hanno preferito seguire la via dei monaci buddisti, per vivere in pace e tranquillità imparando a mantenere la calma, per evitare che l'essere che vive dentro di loro sfoci fuori creando caos e distruzione, o bene e pace. Questi Avatar vengono seguiti da un fedele mentore che insegna loro come eseguire specifiche mosse di difesa, quel mentore...sono io.

Non a caso ieri la trovai in piscina, sapevo che il mio compito era quello di proteggerla, e il mio istinto sapeva dove potevo trovarla. Ma nemmeno questo posso rivelarle, almeno fino a domani, quando in biblioteca leggerà le pergamene sulla sua storia.

 

IL GIORNO DOPO.

 

Erano le sette di mattina quando costrinsi Chloe a svegliarsi, passammo prima nella sua stanza, così da poterle dare dei vestiti decenti e poi ci dirigemmo in biblioteca, era vuota, la cosa non mi stupì, quasi nessuno vieni qui.

Andammo nel reparto di "Mito e Epica" e ci dividemmo per cercare le pergamene.

  • Trovato! - dicemmo in sincrono, io trovai il pesante e vecchio tomo sulla storia della sua discendenza da Avatar, lei, la lunga pergamena con scritte tutte le mosse per padroneggiare tutti e quattro gli elementi.

Ci sedemmo entrambi emozionati su quelle scomode seggiole in legno vecchio della bibblioteca, lei era emozionata, era così palpabile ciò che provava, i miei poteri non centravano niente adesso, chiunque avrebbe potuto comprendere da quel suo sorriso così buffo e bello quanto stesse fremendo dalla voglia di sapere, io ero emozionato per paura, paura che tutto ciò potesse essere troppo delicato ed importante da leggere in una volta, ma sapevo, anzi, lo sentivo che lei era pronta.

 

 

  • Quindi...tu sei il mio mentore? - mi guardò come se non ci potesse credere – sei solo un ragazzino – concluse con sguardo confuso, cercai di non offendermi ma in effetti aveva ragione, avevo solo diciott'anni, non potevo ritenermi un mentore esperto e saggio, ma sapevo qual'erano i miei compiti, e sapevo che ce l'avrei fatta.

  • Non prendermi in giro – le tirai un piccolo buffetto sulla spalla in modo amichevole per poi alzarmi, prendere la pergamena e seguita da lei mi diressi verso la piscina.

  • Perché siamo qui? -

  • E' l'unico posto dove posso addestrarti senza la paura costante che possa vederci qualcuno -

Aprì la pergamena, il primo elemento scritto era l'Acqua, sapevo che non sarebbe stato per niente facile insegnarle la padronanza, e sapevo altrettanto che io da solo non ci sarei riuscito, dovrei portarla al di fuori di queste mura, portarla da un vero monaco nato col potere dell'Acqua, sarebbe, forse, stato un fallimento da parte mia, ma non avevo altra scelta, proprio come lei nemmeno io sono stato addestrato a dovere per eseguire la mia missione, questo campus del resto possiede solo giovani guerrieri e supereroi, non saggi mentori capaci di insegnare a una nuova promessa della salvezza o della distruzione umana come gestire le sue emozioni e le sue capacità per eseguire specifiche mosse e tutto questo rendeva di gran lunga le cose più complicate.

  • Cosa ti turba Dylan? - chiese avvicinandosi a me facendomi avvampare, scossi la testa chiudendo gli occhi per mettere in luce quello che dovevo fare, mi ha sempre aiutato in fondo, quando ero più giovane e in difficoltà mi bastava chiudere gli occhi e la risposta mi appariva di fronte come una piccola luminescenza nell'oscurità più profonda, ed ora quella luce era lei, lei e l'acqua della piscina, ora mi era tutto più chiaro.

  • Avvicinati all'acqua Chloe, siediti e medita, pensa attentamente a ciò che vuoi fare con quel'elemento, quando sarai pronta e concentrata avvisami – così fece, si sedette a bordo piscina incrociando le gambe e chiudendo gli occhi, in quel preciso istante l'energia che emanava stando vicino al suo elemento padronale era ad altissimo livello, una luce verde usciva dai pori della sua pelle, una luce che solo io potevo vedere e che mi intimoriva.

 

Dopo pochi minuti sentì un respiro profondo. - Mi sembra tutto così stupido...- disse alzandosi in piedi, - Non sono pronta per tutto questo, non ho la minima idea di cosa fare... - si mise le mani nei capelli camminando avanti e indietro sul bordo della piscina fissando le sue vans rosse, mi avvicinai a lei abbracciandola forte, una scossa elettrica passò su tutto il mio sistema nervoso provocandomi brividi su tutto il corpo, questo era il nostro primo vero contatto? Penso di si, un abraccio casto ed innocente eppure sentivo il suo cuore battere come le ali di una farfalla, scalpitava così velocemente che riuscivo a sentirlo anche solo stando in silenzio, ma non era il solo, anche il mio batteva forte, per ragioni che forse negavo a me stesso...

  • Piccola sono qui, e ti aiuterò, ce la farai, usa queste emozioni e prendi il controllo.- mi guardò sospirando pesantemente, i suoi profondi occhi smeraldo emavano qualcosa di diverso, una tonalità sull'azzurro stava prendendo il posto di quel meraviglioso verde prato lentamente...il suo vero Io stava emergendo insieme ai suoi poteri, la cosa mi spaventava ma sapevo che potevo riporre le mie speranze in lei. La presi per mano e la portai nuovamente a bordo piscina, - Tocca l'acqua e dimmi cosa provi - vidi la sua affusolata mano pallida immergersi nell'acqua, i suoi occhi tornarono improvvisamente verde acceso, sorrise. - Mi sento...come se mi fossi ricaricata le batterie ecco. - disse, guardai la pergamena e gli illustrai la prima mossa scritta. "Come lanciare palle d'acqua" quel foglio era molto antico, appartenuto a moltissime generazioni prima della nostra, la carta era così delicata che un semplice soffio di vento avrebbe potuto distruggerla.

  • Ora chiudi gli occhi, visualizza attentamente ciò che vuoi fare con l'acqua sottostante, e poi muovi la mano in modo circolare ed infine spingila in qualsiasi direzione tu voglia. - provai a spiegarle, sapevo che era tremendamente difficile.

Chiuse nuovamente gli occhi privandomi di quel suo sguardo incantevole, portò la mano di fronte al suo viso verso la piscina e lentamente cominciò a fare dei cerchi, l'acqua sotto di lei pian piano si muoveva come se un soffio di vento la facesse muovere, ma sapevo che il vento non centrava nulla, - Focalizza l'obiettivo Chloe – dissi in un sussurro al suo orecchio, e pian piano l'acqua cominciò ad alzarsi verso l'alto contro la forza di gravità, vidi le sopracciglia corrugarsi e una smorfia apparire sul suo viso e l'acqua ricadde schizzandoci. - Non ci riesco Dylan è troppo difficile. - vidi i suoi occhi inumidirsi, era palpabile la sua disperazione. Presi le sue mani pallide tra le mie incrociando le dita affusolate, la guardai dritta nelle sue iridi lasciando che i miei occhi castani potessero penetrarla nell'animo creando così un dolce color Hazel. - So che ce la puoi fare! - strinsi le mani facendo diventare le sue nocche bianche dandole la mia forza, le lasciai andare vedendola concentrarsi nuovamente sulla piscina. L'acqua si alzò nuovamente a un mentro di altezza prendendo una forma sferica, era limpida e da essa filtrava il sole creando delle sfumature opalescenti sul marmo a bordo piscina, l'acqua prese sempre di più una forma geometrica ma era debole, si vedeva da come si muoveva lentamente nell'aria, strinsi la mano a Chloe lei ricambiò cordialmente la stretta per poi lanciare la palla d'acqua in una direzione, forse la più sbagliata che potesse prendere...verso me; mi colpì in pieno bagnandomi tutto, la cosa che più mi stupì fu con quanta forza la sfera mi venne in contro facendomi barcollare. - Oddio scusami – disse Chloe trattenendo una risata. - Sai..- la guardai fulminandola con lo sguardo facendola intimorire. - Sei stata fantastica!! Magari la prossima volta colpisci qualcos'altro però.- presi il lembo della mia t-shirt e lo arrotolai per far uscire un po d'acqua poi continuai. - Stavi andando benissimo ma credo che un vero monaco esperto nella padronanza di questo elemento possa esserti più d'aiuto.- passai una mano sui capelli per pettinarli.

  • Cosa?!-

  • Partiamo domani.-

 

Note dell'autrice

Ed eccomi qui con il secondo capitolo, spero davvero che vi piaccia coma sta procedendo la storia, è originale su questo non c'è dubbio e ammetto che amo complicarmi la vita perché è davvero difficile da scrivere questa fan fiction in quanto ci sono davvero molti elementi che fatico a far combaciare, ma ci sto mettendo tutta me stessa. Se avete consigli da darmi sono ben accetti. Scusate per eventuali errori di ortografia.

Tanti bacioni xoxo

   
 
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