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Autore: _talia_    05/09/2008    5 recensioni
Il cielo ti aiuta tu sai perché! La mia magia ha un certo "nonsoche"! Adesso la tua forza é mitica e quando vuoi la puoi adoperar! Saran finiti tutti i tuoi guai se questa Bottiglia vorrai sfregar! Oh son felice di servirti, sei il boss, il re, la star! Non vedo l'ora di aiutarti sai! Tu chiedi pure tutto ciò che vuoi! Una lista lunga quanto la vorrai di desideri tuoi esaudirò! E capirai che solo io sono il grande amico tuo, vero amico tuo! Non c'é altro... amico... come... MEEEEEEE! [dal film Aladdin "Un amico come me"] Detto questo, buona lettura!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Draco/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'ispirazione per questa fan fiction mi è venuta ascoltando "Genie in a Bottle" di Christina Aguilera (e per questo la ringrazio)e ho declinato il mio pairing preferito, Draco/Ginny, secondo una delle più esotiche fiabe della mia infanzia. Le parole chiave sono: tre desideri, Draco Malfoy, un ascensore e una piccola massima... Ciò che il destino ha diviso, forse un genio può unire! Buona lettura!

 Capitolo 1: La Bocca della Verità

 

<< Buongiorno, signor Malfoy >> mi accoglie freddamente una voce strascicata e insinuante, non appena la porta cigolante del negozio si richiude con un tonfo secco alle mie spalle.

<< Signor Sinister >> rispondo io cordialmente. Mi avvicino a grandi ma lente falcate al grande bancone di legno massello (tinto di nero, ovviamente), osservando con studiata attenzione gli inquietanti articoli catalogati ed esposti con puntigliosa meticolosità nelle vetrinette polverose.

<< In che cosa posso esserle utile? >> mi chiede Sinister, sfoderando i denti gialli e consunti in un ghigno sbieco e diabolico che, in teoria,doveva assomigliare a un sorriso.

<< Sì, sono venuto a ritirare… >> Sinister pende dalle mie labbra, ma non riesco a proseguire: un oggetto custodito in una teca di vetro ha irrimediabilmente incatenato il mio sguardo su di sé.

<< Quel… per vostro padre? >> mi aiuta l’uomo, confuso. Annuisco impercettibilmente. Sinister mi si avvicina zoppicando vistosamente.

<< Articolo interessante, nevvero? >> esordisce con aria scaltra, notando il mio sguardo vacuo e rapito.

<< Non direi… è una semplice bottiglia >> mentisco io, fingendomi indifferente, mentre l’uomo estrae l’oggetto dalla sua custodia e me lo porge con delicatezza.

Si tratta di una bottiglia di dimensioni ridotte, straordinariamente leggera e resistente, dal vetro opaco, smerigliato e coperto di incrostazioni, con un collo stretto che un tempo doveva essere stato levigato e liscio.  Antica certo, ma apparentemente insignificante.

Sinister mi squadra con uno sguardo indagatore e inquietante.

<< Magari fosse una semplice Bottiglia >> asserisce poi in tono perfettamente neutrale.

<< Cosa mai potrebbe essere? >> domando, con scetticismo e ironia.

Ancora quell’odioso ghigno.

<< Questa bottiglia… >> una pausa << E’ la dimora di un Genio >> conclude poi con soddisfazione. Non mi faccio prendere alla sprovvista.

<< Oh, certo… ed esaudirà tre dei miei desideri, giusto? >> faccio io velenoso.

<< Precisamente, signor Malfoy >> conferma Sinister con un’espressione cupa e vagamente offesa << Glielo dimostrerò >> aggiunge con furbizia.

<< Ottimo >> approvo io, intrecciando le mani con impazienza.

Sinister sogghigna.

<< La Bottiglia costa cinquanta galeoni, signor Malfoy >> Maledizione, ne sa una in più del diavolo.

<< Mi sembra un prezzo eccessivamente elevato… Nessuna garanzia, una vecchia bottiglia di nessun valore… apparentemente inutile e di cattivo gusto come arredo… direi che gliene concedo trentacinque >> contratto io con fare esperto.

<< Trentacinque? >> sbotta Sinister indignato.

<< Non uno di più >> confermo io arricciando le labbra. Sinister alza gli occhi al cieloe mi trafigge con uno sguardo carico di ostilità.

<< D’accordo. Vada per trentacinque. Se non altro ammiro la sua abilità nel ritrattare… è uguale a suo padre, signor Malfoy >> concesse poi con cautela, ma senza nascondere un certo sarcasmo nell’intonazione della voce. Inarcai le sopracciglia e mi sforzai di non controbattere. Faccio cadere sul bancone le monete con noncuranza, mentre egli estrae da un cassetto un involucro coperto da del velluto nero. Me lo porge quasi con riverenza e lo infilo in una tasca del mantello.

Mi congedo gentilmente e Sinister mi dedica un’altra intensa occhiata.

<< Mi saluti suo padre >> mi raccomanda, non proprio entusiasta, e annuisco seriamente. Quindi mi dirigo verso la porta e, appena giunto a Diagon Alley,  infilo con cautela la mano nella tasca del mantello, sfiorando la superficie irregolare della Bottiglia. La dimora di un Genio? Sorrido tra me e me, divertito.

 

 

Mi Smaterializzo direttamente sul soffice divano di velluto verde del salotto della residenza della mia famiglia, Malfoy Manor, dove mio padre mi accoglie con la consueta urbanità.

<< Hai fatto quanto ti avevo chiesto, Draco? >> domanda, senza staccare gli occhi dalla Gazzetta del Profeta. Annuisco freddamente e gli porgo il misterioso oggetto che avevo ritirato da Magie Sinister a Nocturn Alley poco prima.

Mi dirigo senza dire una parola al piano superiore e, una volta raggiunta la mia camera da letto, estraggo la Bottiglia e la poso con indifferenza sulla trapunta di seta. Mi spoglio lentamente e indosso degli indumenti più confortevoli.

Finalmente ho la possibilità di osservare al meglio il mio ultimo acquisto e inizio a farlo con inconsueta curiosità, dopo aver preso la saggia precauzione di chiudere la porta a chiave.

Cerco invano di rispolverare le mie conoscenze accademiche sui Geni, ma mi accorgo di aver rimosso completamente le nozioni imparate a Hogwarts a riguardo. Mi sforzo ancora, ma la mia mente al capitolo “Creature Magiche” presenta spaventose lacune.

<< Dunque… vediamo di farti uscire da lì… >> e inizio a scuotere con fermezza la Bottiglia, senza però ottenere alcun risultato.

<< Spero vivamente che Sinister non mi abbia imbrogliato >> sibilo con rabbia, e simultaneamente annoto la comparsa di alcune parole sulla superficie vitrea della Bottiglia. Lessi faticosamente: “Strofinare il collo, non scatenare un terremoto, idiota.”

<< Abbiamo un Genio ironico, a quanto vedo! >> commento ridendo, ed eseguo docilmente le istruzioni. Me lo aspettavo: non accade nulla. Aspetto ancora qualche minuto, speranzoso e fiducioso. Ancora niente.

Ma, proprio mentre inizio a macchinare cruenti piani omicidi ai danni di Sinister, una nebbiolina sottile e azzurrognola inizia ad aleggiare per la stanza, coprendo parzialmente la mia visuale.

Bene: c’è tutta la nebbiolina che vuoi, ma del Genio nessuna traccia. Mi insospettisco, finché una vocina acuta e sdegnosa, che identifico come appartenente al suddetto Genio, mi informa annoiata che esaudirà tre dei miei più reconditi desideri. Inutile negarlo: sono sbigottito. Non avevo mai preso seriamente in considerazione l’ipotesi che ci fosse veramente… qualcuno… dentro quella Bottiglia dall’aria così comune.

<< Come ho ripetuto centinaia di volte a quel cerebroleso di Aladino, non ho la facoltà di resuscitare i morti >> continua la vocina imperterrita, e soffoco a malapena una risata.

<< Prego il mio cliente di informarmi delle sue volontà entro la fine del secolo >> scandisce poi il Genio, irritato.

<< Perché non vieni fuori? >> chiedo, con una punta di malizia nella voce.

<< Prego di usarmi maggiore cortesia >> ghigno, accigliato.

<< Dunque… >> mi correggo con ossequiosità << potrei avere l’inusitata fortuna di ammirare le sembianze celestiali del celeberrimo Genio della Bottiglia? >> concludo, senza avere realmente l’intenzione di essere offensivo. Non ottengo risposta.

<< Credevo che Aladino si fosse rivolto a una lampada >> osservo con noncuranza e, proprio in quel momento, il Genio decide di degnarsi della mia presenza.

Nella mia insignificante esistenza non avevo mai avuto la straordinaria opportunità di incontrare una creatura simile e, di conseguenza, non avevo la minima idea di come fosse fatta. Rimango sorpreso quando mi si presenta davanti… be’, sono tutt’ora boccheggiante… mi si presenta davanti una mia esatta copia (a parte la vocina stridula e ridicola, naturalmente).

<< Ti ricordavo blu, con il codino e le catene ai polsi >> commento, sbalordito.

<< Quello era il Genio della Lampada… da Aladdin, cartone animato, Walt Disney, 1992… ignorante >> precisa lui con quella sua vocina orrendamente in disaccordo con la perfezione del suo (cioè, mio) corpo << La realtà è diversa, ragazzino >>.

Decido saggiamente di ignorarlo, risparmiandolo a una morte atroce.

<< Come posso chiamarti? >> chiedo, con forzata gentilezza. Sembra sorpreso dal mio tono. È davvero sconcertante parlare con il proprio clone dalla vocina insopportabile.

<< Genio della Bottiglia >> sbuffa lui, esaminandosi una ciocca di capelli << Che colore terrificante >>. Passo sopra anche a questo commento sacrilego. Che nome originale, penso sullo stesso tono della sua osservazione.

<< Già, mai quanto Draco, però >> ribatte lui: evidentemente possiede anche l’adorabile abilità di leggere nel pensiero. Stupendo. Trentacinque galeoni per una vecchia bottiglia crea-cloni-esaudisco-i-tuoi-desideri-e-ti-leggo-discretamente-nel-pensiero.

<< Il tuo primo desiderio? >> chiese poi con tono professionale e pragmatico, ignorandomi del tutto.  

Borbotto qualcosa di incomprensibile e abbasso lo sguardo.

<< Non ho la minima idea di che cosa chiedere! >> sbotto poi, irritato di guardare negli occhi i miei stessi occhi. Che scocciatura.

<< Io credo proprio di sì, invece… Bugiardo >> mi contraddice lui, compiaciuto. Io… bugiardo? Ma se sono la Bocca della Verità!

<< Non esiste definizione più calzante: roccioso, pesante e con la bocca larga >> mi aveva letto ancora una volta nel pensiero.

<< E sentiamo, dunque… quale sarebbe il mio desiderio? >> lo provoco spavaldamente.

<< Il tuo desiderio >> inizia il Genio con studiata lentezza (sudo freddo) << è… >> Lo dice. Accidenti. Proprio quello. Sono fregato. Alla grande.

<< Quindi…? >> sbuffa spazientito << Ti decidi ad esprimere il desiderio? >>. Sono ancora pietrificato. Incapace di sillabare alcunché. Il mio desiderio. Semplicemente irrealizzabile.

La mia copia mi dà un colpetto sulla fronte. Deglutisco, riprendo un po’ di coscienza di me stesso. Inspiro.

<< Genio… >>. È fatta.

 

 

<< Quella blu >> biascica il Genio con il suo tono annoiato, e indica con un gesto pigro della mano la cravatta che stringo nella destra. Me la annodo velocemente.

<< La colonia, Draco >>. Torno sui miei passi e mi spruzzo un po’ di profumo.

<< Scusa, sono così agitato >>.

<< Sono così agitato >> mi scimmiotta lui (lo fa spesso, molto più spesso di quanto gli convenga) << Devi soltanto andare al lavoro! >>.

<< Be’, considerando che lavoriamo nello stesso edificio e che le possibilità di incontro sono molteplici, direi che ho il diritto di essere almeno un po’ agitato >> sibilo con rabbia e afferro la Bottiglia, infilandomela nel mantello. Il Genio si ritira nella sua dimora appena in tempo.

<< Che cosa vuol dire? >> sbotta, offeso.

<< Significa… che ti porto con me >> una saggia decisione, direi: chissà cosa avrebbe combinato la mia fotocopia se lo avessi lasciato a casa. Sì, probabilmente un disastroso cataclisma.

La sua vocina stridula si abbassa di parecchi decibel, ma non abbastanza da impedirmi di ascoltare le sue veementi imprecazioni.

Con un sonoro pop mi Smaterializzo direttamente al Ministero.

 

 

Entro con disinvoltura  nell’Ascensore, diretto al settimo piano, accompagnato anche da una quantità imprecisata di fastidiosi aeroplani di carta.

<< Malfoy… Clark ha spostato a oggi il cambio degli uffici >> mi accoglie freddamente una voce familiare. Mi volto e sorrido a Ginevra Weasley. << Vedi di essere pronto per un quarto d’ora, grazie >> scandisce ancora con rabbia ingiustificata << L’ufficio Auror si sposterà al vostro piano e… >> inizia a spiegarmi, ma la interrompo.

<< Ci arrivo, grazie >>.

<< Non mi pareva ne fossi in grado >> ribatte lei beffarda, e si volta per darmi le spalle. Preferisco non ribattere, so che sarei troppo velenoso. Nell’Ascensore cade un silenzio di tomba e un mago allampanato mi lancia uno sguardo comprensivo.

Quinto piano. Tlin. Le porte si aprono cigolando e quasi tutti escono svogliatamente dall’Ascensore. Tutti tranne la Weasley e io.

Alzo gli occhi e osservo con finto interesse la lampada al neon appesa sopra le nostre teste, che inizia sospettosamente a scoppiettare e a lampeggiare. Ben presto rimaniamo al buio. << Che meraviglia >> commenta la Weasley seccamente.

<< Credevo fosse il tuo sogno di sempre >>.

<< Che cosa? >> chiede lei duramente. Tlin. Sesto piano. Deve scendere. Blocco la porta.

<< Rimanere da sola con me al buio >> ghigno.

<< Oh, certo… ci mancherebbe! Chi non chiederebbe di innamorarsi di te, viziato arrogante Serpeverde purosangue? >>. Quel commento mi fa trasalire e la lascio passare.  

 

 

Qualcuno passeggia pigramente nel mio ufficio. Ne intravedo appena la sagoma, attraverso il vetro opaco della porta. Entro il più silenziosamente possibile e rimango basito.

<< Chissà a che ora sei venuta qui, per aver già trasportato le foto del caro Ronnie nel tuo nuovo ufficio! >> esclamo sorpreso, guardando una Hermione Granger attorniata da cartellette, pile di documenti, portafoto e astucci magicamente sospesi a pochi centimetri dalle sue spalle.

<< C’è qualcuno che qui lavora, Malfoy >> ribatte lei seccamente. Sembra molto irritata e, di solito, si limita semplicemente a rispondere a tono ai miei commenti sferzanti, senza offendersi in modo particolare.

<< Che succede? Litigato con Ronnie? >> la canzono io con voce suadente.

<< Da quando in qua ti interessi alla mia vita privata, Malfoy? >> dice lei con finto disinteresse.

<< Mi sembra di esagerare definendo una relazione con Weasley “vita privata” >> mi giustifico aspramente, ghignando. In quel momento vengo letteralmente travolto da una furia dotata di chioma fulva, entrata con eccessivo slancio nell’ufficio.

Trovo il suo viso lentigginoso a pochi centimetri dal mio. Non sembra pensare neppure un secondo di spostarsi. Le sorrido. Strano, ricambia.

<< Non riesco a capire perché tu non ne abbia approfittato prima nell’Ascensore, Weasley… non mi pare il caso di scendere in intimità adesso… c’è la tua amichetta qui >> le sussurro con tono provocante all’orecchio e lei arrossisce violentemente. Si alza con rapidità fulminea.

<< Che è successo prima, Ginny? >> indaga la Granger a mezza voce.

<< Niente, assolutamente niente >> risponde la Weasley senza staccare gli occhi dal pavimento.

<< Suvvia, ragazze… Niente scene di gelosia! >> intervengo sogghignando. Con un incantesimo spedisco i miei effetti personali al sesto piano ed esco teatralmente dall’ufficio, ammiccando con disinvoltura.

<< Niente, dici… eh? >> sento ancora la Granger.

<< Precisamente >> puntualizza la Weasley scocciata. Sorrido tra me e me, infilando la mano nella tasca del mantello e picchiettando lievemente la Bottiglia.


 

  
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