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Autore: bubs89    25/07/2014    1 recensioni
Non appena la donna fu uscita dall'appartamento, Sherlock si alzò con foga e si sporse dalla porta.
-Signora Hudson!- ululò -Del tea!- ordinò perentorio per poi tornare a sedersi, contrariato.
-Ma non è partita?- domandò Hailey indicando la porta, dubbiosa.
-Chi?- chiese Sherlock corrugando la fronte.
-La signora Hudson.- ribatté la rossa con una scrollata di spalle.
-Oh. Si.- si ricordò lui inarcando il sopracciglio -D'accordo, allora. Niente tea e tu che ti intrometti nel mio lavoro. Una giornata davvero elettrizzante.- commentò sarcastico tamburellando le mani sulla poltrona.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Vi dico solo una cosa: ci sarà da correre!
Buona lettura!


-E se la bomba non fosse sul ponte?- domandò Hailey in un sussurro. Sherlock si voltò a guardarla corrugando la fronte.

La rossa era ritta, immobile, talmente vicina al parapetto del ponte che quasi sembrava in procinto di prendere il volo, stagliata contro il cielo grigio. Il vento le scompigliava i capelli, la giacca sbatteva ritmicamente contro il suo corpo. Alzò il braccio sinistro, il dito indice che indicava qualcosa in lontananza.
Sherlock seguì con lo sguardo la direzione da lei tracciata.
La MV Dixie Queen si faceva largo sulle acque del Tamigi e, improvvisamente, tutto acquistò un senso. Il consulente investigativo scandagliò velocemente le loro possibilità. Diversi moli si affacciavano sul fiume scuro, le barche attraccate beccheggiavano placidamente, indisturbate.

St. Katharine's Pier, 100 metri, 2 minuti a piedi. Troppo vicino al ponte. Opzione non praticabile.

President Quay Hous, 200 metri, 5 minuti a piedi. La nave non passerà abbastanza vicino. Scartato.

Guardò dall'altra parte del fiume scuro. Strizzò gli occhi azzurri, acuendo la vista.

-Trovato.- mormorò con un sorriso di sfida -Corri!- gridò a Hailey passandole accanto.

La rossa non se lo fece ripetere due volte.
Sherlock ignorò il richiamo degli addetti al ponte, scansandone uno che tentò invano di fermarlo, e imboccò il Tower Bridge, mentre la ragazza lo seguiva come un'ombra.
Fu in quel momento che il cellulare del consulente investigativo cominciò a suonare. La rossa lo guardò incredula mentre l'uomo estraeva il telefono dalla tasca e rispondeva alla chiamata.

-John!- gridò sollevato senza smettere di correre -John! Finalmente, ti ho mandato un'infinità di messaggi! Devi venire qui. SUBITO!- ululò Sherlock.

-Sherlock?! Sherlock?! Non ti sento bene... io...- le parole dell'ex militare si spensero per un momento -Siamo all'ospedale... Mary è entrata in travaglio un paio d'ore fa...- la voce di John era carica di emozione.

La strada scomparve per un momento dal panorama dal detective privato. Il piede destro quasi mancò il marciapiede.

-Sherlock, muoviti! Trentuno minuti!- gridò Hailey guardandolo in cagnesco. L'uomo scosse la testa e accelerò.

-Chi è? Hailey?- domandò la voce al telefono -Sherlock?! Sei ancora con lei? È successo qualcosa?- domandò John non sentendo l'amico emettere suono.

-No, John. È tutto a posto. Fai le mie congratulazioni a Mary.- mormorò Sherlock chiudendo la comunicazione. Cos'altro avrebbe potuto dirgli? John non avrebbe mai lasciato la moglie in procinto di partorire, e anche nella remota possibilità che l'avesse fatto, non aveva intenzione di fargli rischiare la vita. Non questa volta.

-Sherlock!- gridò Hailey con un cenno davanti a sé.

I due lati del ponte avevano iniziato a sollevarsi.

-Continua a correre!- urlò Sherlock mentre tentava di mettersi in contatto con Lestrade. Sfortunatamente il cellulare dell'investigatore suonava a vuoto.

Il ponte levatoio si era sollevato solo di pochi centimetri. I due fecero un balzo e lo superarono, senza fermarsi. Una volta giunti alla seconda torre, Sherlock fece cenno alla ragazza di seguirlo e virò a destra. Si aggrappò alle sporgenze e iniziò a calarsi.

-Razza di...- inveì Hailey scuotendo la testa mentre cercava di imitarne i movimenti.

A circa due metri e mezzo da terra il basamento del ponte era formato da un muro liscio di mattoni. Sherlock si lasciò cadere. Poi continuò a correre su Shad Thames.
La via brulicava di persone, turisti per lo più, che affollavano i negozi e si accalcavano contro le vetrine illuminate. Sherlock e Hailey si catapultarono lungo la via, scontrando arti e attirando insulti e occhiate infastidite.

-Ventitre minuti.- urlò la rossa guardando l'orologio, senza fiato. Doveva smettere di fumare.

Quando rialzò gli occhi, non vedeva traccia del detective.

-Hailey, di qua!- gridò Sherlock, alle sue spalle. La rossa si voltò. L'uomo era corso dentro un vicoletto che riconduceva lungo la riva del Tamigi.

Corsero lungo la piccola banchina, affiancando una pila di container rossi e bianchi incrostati di ruggine. Un ponticello sovrastato di piloni di metallo li condusse a una banchina sospesa nell'acqua a cui erano attraccate diverse imbarcazioni.

-Qual'è il piano, genio?- domandò Hailey piegandosi in due, sfinita.

-Seguimi.- rispose lui, con un sorriso. Sherlock balzò con un salto sul ponte di una barca, un quindici metri bianco latte evidentemente dedicato al trasporto dei turisti, e la percorse tutta, posizionandosi in attesa. La ragazza scosse la testa, in un gesto di resa. Seguì l'uomo e si mise al suo fianco, pronta a balzare.
La Dixie Queen avanzava placidamente sulle acque verdi del Tamigi. I turisti si affollavano sui corridoi della nave, sporgendosi dalle ringhiere bianche con le macchine fotografiche e i cellulari, pronti a catturare i loro ricordi con uno scatto.
La nave era troppo lenta.
Hailey lanciò un'occhiata al detective privato, mentre il traghetto sfilava davanti ai loro occhi. Il cuore le martellava nel petto.
Poi Sherlock prese la rincorsa e si lanciò.
Le persone urlarono, stupefatte.
Sbattè violentemente contro il parapetto, aggrappandosi con tutta la sua forza. Stringendo i denti gettò la gamba destra oltre la ringhiera e si issò a bordo.

-Pazzo.- mormorò Hailey facendo alcuni passi indietro. Prese la rincorsa e saltò.

Il colpo le mozzo il fiato. Letteralmente. Capì che stava perdendo la presa e che sarebbe finita nelle acque sotto di lei. Poi sentì delle mani chiudersi attorno ai suoi polsi. Alzò gli occhi verdi e ne incrociò un paio freddi come il ghiaccio.
Sherlock la aiutò a salire a bordo. La rossa si sedette sul pavimento di legno, ansimando. Attorno a loro si era radunato un manipolo di turisti. Un uomo, americano, quarantacinque anni circa, li fissava, la videocamera puntata su di loro.

-Potevate prendere il traghetto alla fermata dopo il ponte.- fece con sguardo dubbioso.

-Mi creda: sarebbe stato troppo tardi.- ribatté Hailey ansimante. Diede un'occhiata all'orologio da polso -Dodici minuti!- decretò rimettendosi in piedi.

-Tu inizia a controllare questo piano, io cercherò di convincere il comandante ad accostare e fare scendere i passeggeri e passerò in rassegna il secondo.- decise Holmes correndo verso le scale esterne che portavano al piano superiore. Doveva raggiungere il ponte di comando.

-D'accordo.- gridò Hailey dirigendosi dal lato opposto.

La ragazza entrò nella cabina. L'ambiente era grande, spazioso, allestito con decine di tavoli rotondi, finemente apparecchiati. Legno scuro era stato usato per le modanature interne. Dettagli in oro risplendevano qua e là. Un bancone da bar occupava tutta una parete con centinaia di scintillanti bicchieri appesi a testa in giù.
Aveva solo undici minuti.
Iniziò a cercare, scapicollandosi a terra per perquisire i tavoli. Camminava carponi controllando con occhiate veloci, ma accurate, quando gli comparvero davanti un paio di stivali. Hailey alzò lo sguardo. Due uomini in divisa scura la fissavano con le mani sui fianchi. Evidentemente qualcuno dei passeggeri aveva dato l'allarme.

-Signorina? Sono costretto a chiederle di seguirci.- disse il più vicino corrugando la fronte.

-Questo non è il momento adatto.- ribatté la rossa con un'espressione esasperata.

  
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