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Autore: NightWatcher96    25/07/2014    5 recensioni
Quattro capitoli per raccontare dell'amore che sboccia fra mutanti e non... con una perdita.
Donnie x April / Leo x Karai.
Attenzione: in questa storia si cambiano molto le espressioni verbali.
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultimo mese di gravidanza per April. Bellissima, radiosa, felice. Orgogliosa di diventare mamma ed essere la moglie di Donatello Hamato, attualmente a lavorare su chissà cosa nella cantina della casa di campagna a due livelli con tanto di portico e altalena, costeggiata da meli e abeti. Celati dalla natura. Felici di vivere soli e insieme.
Guardava un album di fotografie, seduta al tavolo della rustica cucina mentre il forno scaldava alcuni involtini che aveva preparato come cena leggera in pieno agosto. Il tramonto esterno sfoggiava la sua luce arancione sul creato, dipingendo anche le pagine bianche del libro spesso ma ancora incompleto.
Le immagini in monocromo delle varie ecografie che aveva avuto grazie alla macchina di Donatello le donavano ancora quella gioia come la prima volta che aveva usato un test di gravidanza. Accarezzava la carta lucida con felicità, appoggiata alla mano che le sorreggeva il mento.
"Amore".
Si voltò e ridacchiò ai trucioli di legno attaccati alla maschera di Donatello che formavano degli orecchini sfiziosi. Era ricoperto di polvere di legname e le sue mani sporche di inchiostro avevano varie scheggiature. April si accigliò e lo tenne a sé, cercando di non schiacciarsi troppo il ventre nascosto sotto una larga maglia pre-mamma di un rosa pesco con fiorellini gialli.
"Ho finito il progetto, cara" sussurrò Donatello, guardandola con affetto "Vuoi vederlo?".
"Come potrei dir di no?".
Mano nella mano uscirono dalla porta secondaria della cucina, scendendo in una botola, facendo estremamente attenzione ai quattro scalini di legname. Vari fari illuminavano a giorno quella specie di bunker dove attrezzature da falegname e banchi da lavoro spiccavano sul quel grigio delle pareti abrasive.
Donatello tirò via un telo bianco dal suo progetto e April spalancò semplicemente gli occhi in puro stupore. Tutta di legno, con un piccolo dondolo e un telo bianco per evitare gli insetti...
"U... una culla...?".
Donnie annuì "Sì, per la piccolina qui. Ci ho lavorato parecchio".
"Donnie!" chiamò fortemente una voce dal pian terreno, molto familiare.
I due uscirono fuori e si stupirono di ritrovarsi dinanzi Raphael, Leonardo e Karai. Sembravano spaventati a giudicare dai loro sguardi ampliati e lustri. Qualcosa non andava a quanto pare. 
"Donnie... ci dispiace essere piombati qui senza preavviso..." fece subito Raph, mostrando lo Shell Raiser parcheggiato nello spiazzale erboso "Ma... abbiamo urgentemente bisogno del tuo aiuto. Mikey è peggiorato nella notte! Il sensei dice che potrebbe non avere molto tempo!".
April guardò acutamente Donnie, dandogli un cenno che non avrebbe accettato una non-partecipazione a quell'emergenza. Mikey era sempre stato il fratellino che non aveva mai avuto.
"D'accordo, andiamo" e salirono sul veicolo, con Raph alla guida...

....

Splinter aveva sempre voluto morire prima di tutti gli altri e non di vedere qualcun altro prendere il suo posto e prima del tempo. Non per rivivere il dolore di Tang Shen. Ma sfortunatamente le cose non avevano seguito questo suo volere e si erano riversate sul percorso del suo figlio più giovane.
Michelangelo era stato colpito da un cancro ai polmoni e la sua agonia stava prolungandosi da quasi cinque mesi, ormai. I sintomi erano inziati a mostrarsi dopo la partenza di Donnie e April alla fine del matrimonio...

"Auguri!" gridavano tutti, compreso Leatheread che era stato invitato e buffo sembrava con quel papillon nero al collo.
Donnie e April si baciarono, come marito e moglie: mentre Leonardo e Karai applaudirono, scambiandosi sguardi che cercavano un piacere notturno. 
Era stata una bellissima festa piena di foto dove tutto non sarebbe potuto andare storto.
Poi...
Un tonfo. Bicchieri frantumati sul pavimento del dojo e una tartaruga svenuta accanto all'albero. Michelangelo era crollato...


"Bambino..." gemette il topo, nascondendosi il viso nelle mani "Perché tu..."...

Donatello era uscito dal laboratorio con occhi iniettati di sangue. Tremava, sudava e nemmeno gli abbracci di April potevano calmarlo.
"Allora?" chiese subito Raphael, cercando di entrare nel laboratorio dove Mikey era stato intubato.
"Un... ca... cancro... polmonare...".
"Cosa?!" gridò praticamente Leonardo "Stai scherzando vero?".
"No, purtroppo. Un anno di vita..."...


"Perché..." soffocò il maestro, guardando Michelangelo supino in quel futon, debole, pallido e scheletrico.

"Raph, pensi che vivrò abbastanza per vedere la mia nipotina?".
Il rosso lasciò cadere la chiave inglese sul pavimento, mentre la sua moto perse immediatamente importanza. Si voltò per guardare Mikey mollemente sul divano, con una coperta gialla addosso. Aveva un sondino nel naso e le membra stanche.
"Perché pensi a queste cazzate? Lo sai che guarirai".
Ma non lo pensava sul serio. Non se sapeva l'ultimatum che Donnie aveva dato: visto che il cancro stava avanzando con un ritmo allarmante, nonostante le chemio, Mikey aveva cinque mesi di vita.
"Dovrai accettare la mia morte prima o poi" mormorò debolmente Mikey, chiudendo gli occhi "Nessuno è eterno. C'è chi vive una vita intera chi una metà. E chi nasce morto...".
"Vuoi che ti apra il cranio con la chiave inglese?!" ringhiò Raphael, armeggiando con l'utensile vicino al volto "Pensa a dormire, piuttosto".
Due piccole lacrime avevano già rigato il volto pallido del minore...


"SENSEI!".
Splinter si voltò verso la porta, sorridendo debolmente ai suoi figli giunti. Non doveva piangere, anche se i suoi occhi cannella traboccavano di lacrime amare. Il suo dolce Michelangelo non avrebbe potuto continuare a vivere la sua vita.
"Mikey..." chiamò dolcemente Donatello, inginocchiandogli dinanzi per prendergli la mano "Hai... combattuto bene, Otouto... sei stato forte...".
"Volevo... vedere la bambina..." rispose l'altro, schiudendo gli occhi ormai opachi.
April non era sicura di cosa le stesse accadendo, adesso. Non voleva aggiungere più dolore e preoccupazione di quanto già se ne fossero. Però... la pressione nel suo basso ventre le stava creando una soglia di dolore troppo alta per essere sopportata.
Adesso stava respirando più velocemente, premendo le mani a coppa ai lati della pancia gonfia. Il sudore colava lungo le sue guance, striando il leggero trucco.
"April, stai bene?" chiese Miwa, notandola affannata.
Lei cercò di sorridere e barricò un grido di dolore nella sua gola, mordendosi le labbra, ma non ci riuscì a lungo e scivolò in ginocchio, ansimando sempre più forte.
"APRIL!" gridò Donatello, voltandosi di colpo "Oh, no!".
"Mikey..." ansimò la quasi-mamma "Credo che la bambina abbia ascoltato il tuo desiderio... però, cerca di resistere...".
"Ci proverò...".
"Prendo la sedia a rotelle di Michelangelo per April... Raph, Leo, trasportate la barella con Mikey nel mio laboratorio! E' il momento!" ordinò Don, con un'autorità che meravigliò perfino Leonardo.
Ognuno non obiettò nulla ed eseguirono gli ordini; Donnie trasportò immediatamente April "nell'improvvisata" sala parto, mentre Leonardo tenne stretta Miwa a sé, rimanendo fuori, nel corridoio. Adesso il silenzio era calato immediatamente, fatto di sguardi tristi su Mikey che fissava stancamente la porta chiusa del lab.
"Mikey..." chiamò Raphael, deglutendo un po' "Sei... ancora con noi?".
"Sto... cercando...".
Leonardo appoggiò il mento sulla testa di Miwa, strofinandole la schiena... quando tutto andava così bene, ecco che... 
"Mikey, non è giusto..." biascicò in un fil di voce.
"Così è la vita" rispose il minore, facendolo sobbalzare che la sua esclamazione gli fosse giunta all'orecchio.
Nel silenzio, ognuno poteva semplicemente riflettere su quanto la loro vita sarebbe stata vuota senza l'adorabile Mikey... la piccola bimba che si accingeva a venir al mondo non avrebbe mai conosciuto uno zio dal cuore d'oro... mai.
Non poteva assolutamente essere giusto!
Un simile destino a poco più che un altro bambino.
Un urlo infantile sconvolse, poi, l'intero laboratorio, riversandosi soprattutto nel corridoio per bombardare le orecchie dei presenti.
La bimba era finalmente nata... Tre chili e ottocento grammi...

....

3 anni dopo...

"Hikari, non correre così".
Una bambina di tre anni con la pelle di un verde tenue, occhi bordeaux e capelli arancioni correva sull'erba calda della campagna dove April e Donnie vivevano la loro vita di coniugi. Indossava un vestitino giallo a pallini rosa e le sue gambette con tre dita per piede e quattro per mani la condussero vicino a uno steccato.
"Mamma!" chiamò.
"E' incredibile quanto veloce possa essere questa bricconcella" ridacchiò Donatello, prendendola in braccio "Lo sai che non devi correre fuori così".
La bimba mise il broncio e indicò il cespuglio di rose rosse dove capeggiava una tavola di legno con un nome inciso in giapponese.
"Che cosa c'è scritto?" chiese con il dentino mancante sull'arcata superiore.
"E'... la tomba di zio Michelangelo" biascicò Donatello, quando sentì dei piccoli piedini correre.
Si voltò e sorrise ampiamente alla tartarughina di quasi un anno e mezzo dagli occhi cobalto e la pelle di un verde vivo, con il guscio. Cinque dita per mano e due per piede. 
"Guarda chi c'è!" esclamò anche April, abbraccio il piccolino sudato "Ciao, Alexander!".
Il primogenito di Leo e Karai, nato un anno fa.
"Salve, ragazzi" salutarono, infatti, i genitori del bambino piccolo, in compagnia di Splinter.
"Che bella sorpresa!" esclamò anche Donnie, abbracciando la famiglia "Ma... non vedo Raph, dov'è?".
"Oh, beh, sai... aveva detto che voleva restarsene per conto suo, specialmente oggi" spiegò Leonardo, riprendendo Alex.
L'anniversario della morte di Mikey... l'angelo bianco che aveva chiuso gli occhi dopo che aveva tenuto fra le braccia la piccola Hikari.
"E' incredibile..." gemette Miwa "Quanto strana possa essere la vita...".
"Un giorno ci siamo, il giorno dopo non più" fece Splinter, contemplando la lapide "Michelangelo ci guarda da lassù, ragazzi miei, non dobbiamo essere tristi. Egli veglia e ci protegge... assieme alla mia Tang Shen".
Miwa voltò istantaneamente lo sguardo alle soffici nubi arancio che stavano lentamente accompagnando il tramonto d'agosto. Il vento soffiava dolcemente, sotto forma di carezze.
"Sono in ritardo?".
Il familiare sguardo dorato era appena apparso alle loro spalle, tenendo un piccolo fagottino al petto, avvolto in una copertina arancione. 
"Raph!" esclamò soprattutto Leo, avvicinandosi "Ma... questo è...".
"Mio figlio, sì".
"Ehm... perdonami..." s'intromise Donatello "E non ci hai detto di questa gravidanza? Né presentato la tua ragazza... o moglie?".
Il rosso scoppiò sonoramente a ridere, scoprendo il visino della minuscola tartarughina appena nata... forse da ore. Aveva la pelle verde mare, con lentiggini. Tre dita per piede, tre per mani, una minuscola codina e magnifici occhi azzurri. 
"E'..." espirò attonito il sensei, prendendo in braccio il bimbo "...Uguale a Michelangelo...".
"Ho ritardato per questo. Ho trovato quest'uovo abbandonato in uno dei canali fognari della TCRI Tower e nel mutageno, anche. Non me la sono sentita di abbandonarlo lì al suo destino e l'ho... diciamo... curato per questi quattro mesi" spiegò Raphael "Sono... diventato anch'io papà, visto?".
"Sono orgoglioso di te, Raphael" annuì il maestro, sorridente.
"Come si chiama?" chiese Miwa, intenerita dal piccolino grande quanto un pallone da football.
"Michelangelo. Hamato Michelangelo".
Donatello sorrise un po' scioccato. Faceva solo uno strano effetto, tutto qui".
"In suo onore. Michelangelo ne sarebbe stato felice" continuò Raph, riprendendosi il piccolo che era tornato a nanna "Siete... d'accordo?".
"Come potremmo non esserlo?" fece April, abbracciandolo.
"E' il fratellino?" chiese Hikari, dolcemente.
"No, un cuginetto" rispose Raphael, baciando la fronte del piccolo Mikey "Bentornato in famiglia, piccolino... ti proteggerò anche a costo della vita...".
Splinter espirò soddisfatto. Il dolore per la perdita del suo figlio più giovane pesava ancora, ma stranamente, con l'introduzione del nuovo Mikey tutto poteva anche continuare a susseguirsi. I suoi figli erano cresciuti, avendo creato le proprie famiglie e lui era nonno. 
I loro sorrisi parlavano chiaro: il ninjitsu non sarebbe stato la loro strada per sempre e lui era semplicemente felice che questo presente era un futuro che più volte aveva sperato. Certamente sarebbe stato ancora più radioso se il figlio bambino sarebbe continuato a vivere... ma la sofferenza che aveva visto incisa su quel volto gli fece sempre comprendere che, in fondo, Michelangelo era stato felice di volare nel cielo, per quanto fosse stato addolorato di lasciar la vita terrena.
Raphael, Leonardo e Donatello gli avrebbero reso la vecchiaia molto più interessante, però.
E questo Splinter già lo pregustava!

The End



Angolo dell'Autrice

Sono terribile, lo ammetto. Ma mi piace rendere amare le mie storie! Anche nella rosa più bella c'è sempre un petalo nero.
Anche se Mikey ci ha lasciati, è giunto il suo nuovo io, in miniatura! Eheheh! Le Tmnt Tots sono troppo cutie!
Anche questa storia è finita e voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito e che mi fanno sempre tanti complimenti!
Adesso scappo, pausa "pranzo" finita! Ciao!

  
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