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Autore: Sarapia    25/07/2014    2 recensioni
Dopo diversi anni tutto sembra essersi riappacificato nelle vite dei protagonisti della storia di J.K.Rowling. A raccontare brevemente come i protagonisti conducono le loro vite è Luna Lovegood. Tra tutte però viene messa in risalto una storia in particolare, che non ha avuto il lieto fine tanto sperato. Luna Lovegood racconta.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Luna passeggiava serena tra le vie di Londra. Era un pomeriggio uggioso, come sempre, a Londra.

Sorrideva alla folla troppo impegnata alla propria inutile vita per notare la donna dai capelli biondo sporco mentre camminava quasi saltellando.

Aveva in programma di andare a trovare Harry e Ginny, ma sapeva che anche loro erano molto indaffarati: il celebre Harry Potter era impegnato insieme al fedele amico Ronald Weasley a cacciare gli ultimi maghi oscuri rimasti in circolazione dopo tanti anni dalla caduta di Lord Voldemort. Luna non aveva mai fatto troppo fatica a pronunciare quel nome e anche adesso, a distanza di anni, sorrideva al pensiero di come tutto era finito per il verso giusto.

Ginny quel weekend avrebbe giocato l' ultima partita della sua carriera prima di ritirarsi e pensare solo al futuro dei suoi figli, James, Albus e Lily.

Luna si divertiva ancora molto quando ricordava il momento in cui Harry le aveva detto che avevano deciso di dare all' unica figlia femmina il suo nome.

Lily Luna.

Sì, era proprio un bel nome, pensò sorridendo mentre passava dinnanzi a una vetrina con dei manichini davvero brutti.

E se fosse andata a trovare Draco? Dopotutto, ora che i rapporti si erano riappacificati, si era mostrato molto cortese le ultime volte che era andata al San Mungo. Il dottor Malfoy era un Guaritore eccellente e questo lo sapevano proprio tutti nel mondo magico.

Pensò a suo figlio, Scorpius, e sorrise ancor di più ricordando gli sguardi che si erano scambiati il piccolo Malfoy e la piccola Weasley, Rose, all' Espresso di Hogwarts per la fine dell' anno scolastico.

Chissà quando quei due sarebbero diventati suoceri, pensò Luna immaginando Ron e Draco durante la dichiarazione dei propri figli.

Loro erano ignari di tutto, e questo Luna lo aveva capito fin da subito. Nessuno sospettava niente, nemmeno l' intelligente Hermione Granger, Ministro della Magia.

No, probabilmente Draco era troppo impegnato: non l' avrebbe disturbato.

In quel periodo anche Neville probabilmente era casa, viste le vacanze estive. Non si era mai sposato e l' unico piacere lo traeva dall' essere insegnante di Erbologia a Hogwarts.

Luna sorrise al pensiero di andare a trovare l' amico, ma sapeva altrettanto bene che non sarebbe andata a disturbarlo nelle vacanze estive, mentre con molte probabilità accudiva i genitori in fin di vita.

Non se ne era nemmeno accorta, ma le sue gambe snelle l' avevano condotta vicino a un cimitero.

Senza perdere il suo sorriso, Luna passò dal fioraio più vicino e prese i fiori più belli che vi si trovassero. Avrebbe potuto usare la magia per far comparire dei fiori altrettanto belli, ma era da tempo ormai che non utilizzava più la magia.

Con un mazzo gigante di rose e dall' altra parte delicati narcisi profumati, si incamminò tra le tombe del cimitero, fino ad arrestarsi.

Perse il sorriso.

Lasciò a terra i fiori e si inginocchiò vicino a quattro lapidi, tutte vicine tra loro.

Dalla prima lapide le sorrideva l' immagine di una donna bellissima, dai capelli del suo stesso biondo sporco.

-Ciao mamma.- mormorrò tornando a sorridere, triste.

Al suo fianco c' era un uomo dallo sguardo pacifico e un po' folle, il suo stesso sguardo.

-Ciao papà.- disse malinconica accarezzando la foto del padre e si avvicinò alle altre due lapidi.

La prima era scura ma molto bella e vi era l' immagine di un uomo attraente e misurato, con capelli castano chiaro e un sorriso a trentadue denti.

Suo marito era stato proprio un bell' uomo, l' aveva sempre curata, fino al giorno della sua malattia.

Aaccarezzò la foto ed ebbe un tuffo al cuore mentre cercava di trattenere le lacrime calde.

Alla fine andò verso l' ultima lapide.

Quest' ultima era bianca come la neve e nel riquadro c' era una bimba di quattro anni, che non sarebbe mai più cresciuta. Sarebbe rimasta sempre la sua bimba spensierata. Sempre. Polly May non avrebbe mai conosciuto la crudeltà e la disonestà di quel mondo tanto ingiusto. Sarebbe sempre vissuta lì, in una bara troppo grande per una bimba tanto piccola.

-Dormi Polly, dormi.- sussurrò alla sua bambina.

Una lacrima calda le rigò il volto e avvicinandosi ancor di più alla foto tentò di sorridere.

Polly Mey aveva corti capelli di un biondo sporco, come i suoi, grandi occhi cerulei e piccole labbra rosee. Nella foto agitava una manina paffuta e Luna poggiò la sua su quella della figlia, morta agitando la bacchetta del padre mentre lui e Luna dormivano.

Luna non avrebbe mai più toccato la sua bacchetta, mai più.

Singhiozzando in silenzio distribuì i fiori tra le lapidi e baciando ancora una volta la foto di Polly Mey si alzò e si voltò.

Tornò a sorridere, triste.

   
 
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