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Autore: Defiance    25/07/2014    2 recensioni
Ivy e Natalie sono cresciute insieme.
Nel corso dei loro sedici anni, hanno costruito la vita che desideravano da bambine, quella che tutte le ragazze sognano.
Sarà una notte a sconvolgere per sempre la loro esistenza.
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Dalla fanfiction: "Amare è distruggere ed essere amati è essere distrutti. Non te lo ha mai detto nessuno, Jace Herondale?"
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N.B. Nella mia storia le cose sono leggermente diverse dai libri originali.
Ad esempio, Jace è figlio di Amatis, Sebastian è buono... scoprirete il resto
leggendo! Spero di avervi incuriositi e mi raccomando, recensite!
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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2
Natalie
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La schiena le faceva incredibilmente male; voleva aiutare la sua amica, ma non riusciva ad alzarsi.
Ogni volta che ci provava sentiva un dolore acuto attraversarla da parte a parte.
Si controllò il punto più dolorante e scoprì di avere qualcosa conficcata nella carne; estrasse il bastone, stringendo i denti.
Poi il mostro atterrò Ivy e lei doveva necessariamente alzarsi per andare a salvarla, altrimenti l’avrebbe uccisa.
Ignorò le fitte e si rimise in piedi, barcollando verso la ragazza, quando all’improvviso il mostro scomparve schizzandole addosso qualcosa di disgustoso.
Cercò di non vomitare.
Un ragazzo biondo, sui diciotto anni probabilmente, teneva sospesa una lama azzurra lucente e guardava Ivy con un’espressione di confusione mista a sorpresa.
Fantastico. Prima i mostri e ora dei tizi armati fino al collo. Qualche dio ci vuole morte, stasera.
Il giovane si accorse dopo qualche secondo della sua presenza, o se se ne fosse reso conto prima non lo diede a vedere; Natalie notò che i suoi occhi erano dorati.
“Tu stai bene?” domandò lo sconosciuto, prendendo tra le braccia la sua amica.
Aveva una voce profonda e carismatica.
“Lasciala andare!” esclamò, afferrando nuovamente il bastone e puntandolo contro il loro... cosa? Salvatore? Nuovo rapitore? Angelo?
Perché sì, quel tipo aveva le fattezze di un angelo; se la ragazza avesse mai provato ad immaginarsene uno, lo avrebbe dipinto esattamente così, ne era sicura.
“Non ho intenzione di farvi del male. Ma dovete venire con me all’Istituto”
“Sì. Perfetto. Andiamocene con uno sconosciuto armato all’una di notte che probabilmente vuole rinchiuderci in manicomio dopo essere state attaccate da una specie di piragna assatanato. O peggio. Ti sembro stupida?”
“Sembri in preda a una crisi isterica” disse un’altra voce, proveniente da dietro ‘riccioli d’oro’.
Lo aveva scorto solo in quel momento, c’era qualcuno con quel ragazzo.
Aveva i capelli talmente chiari da sembrare bianchi e gli occhi più verdi che Natalie avesse mai visto.
Fantastico. Ora gli sconosciuti sono due.
“E tu chi sei?” sbottò la mora, alzando le mani in aria esasperata.
“Sebastian Morgenstern” rispose quello, come se quel nome potesse dirle qualcosa!
“Ah allora okay”
“Visto? Mi conoscono perfino i Mondani!” esclamò lui, dando una pacca al biondo che alzò gli occhi al cielo.
“Ti sta prendendo in giro, idiota” borbottò, cominciando a percorrere il sentiero buio a ritroso, con Ivy ancora tra le braccia.
“Ehi!” urlò Natalie, correndogli dietro, ma si ritrovò la strada sbarrata da ‘fiocco di neve’.
Era stato così svelto che gli sbatté contro.
Ora do i soprannomi agli sconosciuti. Fantastico. Sono davvero in preda a un attacco isterico.
“A te ci penso io, tesoro” sussurrò, trafiggendola con lo sguardo.
Lei esitò, quegli occhi le facevano uno strano effetto, ma poi lo spinse via con uno strattone e cominciò a seguire l’altro.
“Ehi, riccioli d’oro! Molla la mia amica!”
“Visto che non può camminare e tu sei ferita, temo che io non possa lasciarla” le fece notare il giovane, “e per la cronaca, il mio nome è Jace”
Jace. Che razza di nome è Jace?
“D’accordo. Supponiamo che voglia fidarmi di te. Cos’è quest’Istituto?”
“Casa nostra” spiegò Sebastian, dopo averli raggiunti a grosse falcate.
Aveva un ghigno divertito stampato sul volto che Natalie trovò irritante.
“Oh. E questo dovrebbe portarmi a non prendervi a calci e chiamare la polizia, vero?”
Il tipo che diceva di chiamarsi Jace ridacchiò.
“Abbiamo i nostri metodi per non farci vedere dai Mondani, tesoro” la informò l’altro.
“I Mondani?”
“Gli umani. Come te”
E poi sono io quella ubriaca.
“Se voi non siete umani cosa siete?”
“Shadowhunters. Cacciatori di Demoni. E quello che Jace ha ucciso poco fa, ecco, quello era un demone”
Mondani. Demoni. Cacciatori di Demoni. Certo.
Stava per ribattere con una frecciatina, ma senza rendersene conto erano arrivati davanti alle rovine di una vecchia chiesa.
Natalie ricordò che Ivy ripeteva in continuazione quanto quell’edificio fosse bello, ma lei vedeva solo pietre, massi e la base di uno stabile.
“Sebastian, apri”
“Vivete qui? Tra le rovine di una vecchia chiesa?”
“Non sono rovine. Prova a liberare la mente e a guardare meglio” spiegò il biondino e immediatamente l’immagine di un enorme edificio comparve davanti a lei.
Sembrava un castello. Ecco cosa ci vedeva Ivy.
“Wow” mormorò stupefatta, mentre varcavano la soglia.
Un tipo dai capelli scuri e gli occhi azzurri corse immediatamente verso di loro.
“Jace. Sebastian! Che succede?”  domandò, aiutando l’amico a trasportare Ivy in una stanza piena di letti.
Sembrava una specie di infermeria.
“Alec, un demone ha attaccato queste due Mondane poco fa” disse Jace, mentre il suo compagno esaminava la ragazza, probabilmente per controllare se fosse ferita, ma a parte dei lividi non aveva nulla.
Uno sul braccio era particolarmente grande e brutto.
Solo in quel momento, Natalie notò che ognuno dei presenti era pieno di tatuaggi neri. Strane forme, ma erano le stesse su tutti quanti.
Sono finita in un covo di punk pazzi, probabilmente sono anche strafatti.
“L’altra ragazza è ferita” si ricordò Jace e il tizio che aveva chiamato Alec si avvicinò a lei.
“Vieni, ti medico” le disse gentilmente, invitandola a sedersi su una brandina libera.
“Finalmente. Pensavo che foste tutti biondi e con un ego smisurato” commentò lei, sopprimendo una smorfia di dolore quando l’alcol toccò la sua pelle.
“L’unico egocentrico qui è Jace” sussurrò divertito, chiudendo la ferita con delle garze e dei cerotti.
“Il suo amico non scherza...”
“Sebastian? Lui è solo irritante. Tutto qui. Ho finito”
“Cos’è questo posto?” provò ad indagare Natalie, bramava risposte come mai in vita sua.
“È l’Istituto dove viviamo noi Shadowhunters di Los Angeles. Prima lo gestiva la mamma di Jace, Amatis, ma quando è morta ho preso le redini io, perché sono il più grande tra tutti”
“Siete in molti?”
“Solo Jace, Sebastian, mia sorella Isabelle ed io. Ogni tanto c’è qualche Cacciatore di passaggio, ma di solito siamo solo noi”
Povera ragazza.
“Devi riposare, ti trovo una stanza...”
“No. No, devo tornare a casa. E anche Ivy. I nostri genitori...”
“Ehm, non credo sia una buona idea...”
Lasciò in sospeso la frase e solo a quel punto si rese conto di non avergli ancora detto il suo nome.
“Natalie”
“Natalie. Ti conviene trovare una scusa, Ivy non può lasciare l’Istituto” le consigliò Alec, indicando una camera vuota al piano di sopra.
La ragazza sospirò rassegnata.
“Posso almeno sapere cosa sta succedendo? Mi sta iniziando a far male la testa”
Il ragazzo sorrise.
“Ti mando Sebastian, lui ti spiegherà tutto. Io devo fare rapporto al Conclave...”
 
“Quindi, voi siete Nephilim, io una Mondana. E combattete contro i demoni per proteggerci. E poi ci sono i Nascosti che sarebbero Vampiri, Licantropi, Stregoni e Fate?”
“Giusto” confermò pazientemente Sebastian, forse un po’ divertito dalla ragazza.
Sembrava così spaesata, non era bello essere catapultati in un mondo completamente diverso dal proprio così, dal bello e buono.
“E quei tatuaggi sono rune che potenziano le vostre capacità”
Natalie concluse il suo riassunto e il giovane annuì.
“Bene. Ora la mia testa gira ancora di più”
Lui ridacchiò.
“Probabilmente domani sarete fuori e non dovrete più preoccuparvi di nulla che riguardi il Mondo delle Ombre”
“Se il Conclave ce lo permetterà?” dedusse lei, quando capì che c’era un ‘se’ a quella frase e che lui stava evitando di esternarlo.
“Come fai a sapere del Conclave?”
Sebastian sembrava sorpreso.
“Alec ha detto che doveva fare rapporto. Quindi immagino che agiate per suo conto”
“Il Conclave è un po’ il governo dei Nephilim, sì. Ma voi siete Mondane, non potete esserne coinvolte più di tanto. Questa era un eccezione, perché un demone vi ha attaccate... probabilmente rimuoveranno i vostri ricordi”
Natalie sbiancò.
Non le piaceva l’idea che qualcuno si insinuasse nella sua mente e le portasse via momenti della sua vita.
Sembrava sul punto di vomitare.
“No! Come possono farlo?”
“Con l’aiuto di uno stregone. E si dà il caso che il ragazzo di Alec sia uno di loro”
“No, ti prego no! Non permettere che lo facciano, non voglio! Sono i miei ricordi!”
Sebastian la guardò costernato.
“Non posso confutare una decisione del Conclave. Mi dispiace, ma se decideranno di agire in questo modo...”
Fu come ricevere una sberla in piena faccia.
“E dovete per forza avvertirli? Ivy ed io non ne faremo parola con nessuno e, anche se fosse, chi ci crederebbe?”
“Scommetto che Alec li ha già informati. È il suo dovere, non prendertela con lui”
“Dal tuo tono riesco a percepire che vuoi molto bene ad Alec” osservò la ragazza, corrugando la fronte.
Eccola, la curiosità che si faceva strada dentro di lei, la voglia di scoprire il più possibile su quel misterioso giovane.
“Sono in debito con lui. Mi ha salvato la vita” spiegò dopo un attimo di esitazione.
“Immagino che il vostro rapporto si basi su questo. Voi tutti Shadowhunters. Scommetto che vi salvate la vita a vicenda continuamente, perché con Alec è diverso?”
Sebastian sorrise.
“Sei intelligente. Alec mi ha accolto nell’Istituto quando nessun altro lo avrebbe mai fatto”
“E perché?”
Natalie proprio non riusciva a pensare ad un motivo per cui nessuno avrebbe potuto prendere con sé quegli occhioni verdi.
“Per via di mio padre. Lui... non era una bella persona”
E dal suo sguardo, capì che non doveva più fare domande, così disse solo: “I figli non dovrebbero pagare per i peccati dei propri genitori”.
Per un attimo fu un mescolarsi di verde e nero; i loro occhi si scontrarono con violenza, in un attimo in cui tutto sembrò elettrizzarsi attorno a loro.
Poi Sebastian si schiarì la voce e si alzò.
“Faresti meglio a riposare” disse soltanto e poi la lasciò da sola a rimuginare sugli eventi delle ultime ore finchè non cadde tra le braccia di Morfeo.





Angolo Dell'Autrice.
Ciao a tutti!
Fortunatamente sono riuscita ad aggiornare presto.
Ho dei problemi al pc, motivo per cui non so se
riuscirò a farcela sempre.
Che dire, spero tanto che la storia vi stia piacendo e
incuriosendo. Come avete potuto vedere, Sebastian è 
un po' diverso da come lo conosciamo
in questa storia.
è il ragazzo che per colpa di Valentine
non è mai nato nei libri, io ho voluto dargli la possibilità
che la Clare non gli ha dato.
Spero di ricevere i vostri commenti.
Alla prossima,

Bell.
  
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