Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: DeltAmb3r    25/07/2014    2 recensioni
La storia è ambientata dopo il World Duel Carnival, e si concentra su due strane apparizioni, due ragazze, una buona e l'altra malvagia arrivano in città. Esse hanno una pericolosa missione da compiere, avvolta nel mistero, e travestendosi da comunissime studentesse, entreranno nella vita del giovane Yuma Tsukumo e del suo amico Astrale. Nell'oscurità eterna, i Bariani tramano per distruggere il mondo astrale, ma allo stesso tempo scoprono dell'esistenza di due mondi ormai perduti, ed il regnante di uno di essi, una persona che Vector non avrebbe mai pensato di incontrare, farà parte in tutto e per tutto dei loro piani. Tra misteriose avventure, tra le quali raccogliere speciali versioni delle carte numero, una delle due ragazze entrerà persino nel cuore di una carta numero molto particolare, ed il cuore di quest'ultimo, nero come il buio più eterno comincerà pian piano a sciogliersi come l'oscurità si scioglie sempre alla luce del bene...
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bekuta/Vector, No.96 Black Mist/ No.96 Nebbia Oscura, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart of pitch'
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Capitolo 12 – Forze oscure
 
 
Numero 89 non sembrava tanto convinto della reazione del suo simile. Sbuffò in modo pesante -Non sembri sorpreso di vedermi. Non è così?-
-Anche se sembravi un innocuo gattino il tuo spirito era riconoscibile.- rispose sbuffando l’altro.
Uffa, credevo di fare una bella entrata in scena… invece mi ritrovo di nuovo senza niente.- dalla voce che adesso aveva sembrava un ragazzino deluso dal suo nuovo giocattolo -Non è giusto!-
-Beh, la speranza è l’ultima a morire, Sapphire.- ridacchiò divertita la corvina.
Black Mist non era affatto sorpreso di vederlo. Era uno di quei mostri numero che avevano un carattere piuttosto… bizzarro. Prendeva tutto come se fosse un gioco. E questo davvero non lo tollerava. Un mostro numero aveva anche bisogno di farsi rispettare, non di pensare sempre a tutto come fosse una cosa divertente.
-Mist! Mi rovini sempre tutto!- piagnucolò a squarciagola sbattendo i pugni come un bimbo capriccioso. Decisamente con aria troppo infantile per crederlo un numero.
-Sei proprio un bambino infantile.- numero 96 si coprì il viso con il palmo della mano, leggermente imbarazzato dalla figura dell’altro mostro numero.
-Basta tutti e due. Finitela.- si intromise Ailira un po’ di fretta, e sapeva benissimo che cosa doveva fare. Aveva già perso troppo tempo -Avremo qualcuno con cui duellare.-
Non appena le loro orecchie sentirono la parola “Duello”, entrambi voltarono lo sguardo verso la loro Master. Uno con aria insicura e l’altro rimanendo immobile a fissare cupo la ragazza. I due numeri si guardarono lanciando entrambi lo stesso sguardo che riconobbero a vicenda. Numero 89 annuì verso la ragazza.
-Io ci stò!- esclamò poi lo spettro grigio-azzurro -Puoi contare su di me! Come sempre del resto.-
A quell’affermazione, ricevette un’occhiata grigia e cupa da parte dell’altro numero.
-Allora, Black Mist?- tu invece ci stai?-
“Se davvero non ho altra scelta…” avrebbe  voluto dire.
Black Mist preferì non proferire parola. Si limitò ad annuire.
-Perfetto.- la corvina si coprì il volto con il braccio “spero almeno di non trovarmi brutte sorprese….” e anche se non lo dava a notare era piuttosto nervosa. Tanto che per il nervosismo cominciò a fischiettare una canzoncina prima di rimettersi in marcia verso la strada.
-Sei un deficiente...- numero 89 lo guardava impietosito e allo stesso tempo con disprezzo -Dovresti essere il primo a farti avanti. In fondo sei il suo numero, e lei è la tua master!- esclamò a bassa voce per paura che la ragazza dagli occhi cremisi lo sentisse.
-E perché dovrei? Cosa ottengo a fare da servitore agli umani?- puntualizzò all’altro numero -Tu cosa ottieni da quelle due terrestri?-
-Di sicuro non quello che vorresti ottenere tu. Essere un mostro numero non vuol dire essere mostri di natura.- spiegò, cercando almeno di fargli cambiare idea su tale cosa. Gli andava sempre sui nervi, anche prima di adesso.
-E tu sei il classico esempio di quello che hai appena detto…- ridacchiò.
-Non sei affatto divertente.- ora lo guardava peggio di prima, tenendo i suoi occhi bicolore attaccati addosso come fosse  una sanguisuga. Non contava il fatto che a  numero 96 non faceva effetto la sua occhiata truce.
-Forse non lo sai, ma quelle ragazze hanno passato una vitaccia. E se non ci fossi stato io, l’avrebbero fatta finita entrambe appese alla forca, ecco.-
Black Mist tacque immediatamente dopo aver udito le sue parole. Aveva capito bene? Eppure gli sembrava impossibile che due ragazzine normali, che non avessero nulla di strano… avrebbero deciso in un giorno a caso di suicidarsi. Forse non aveva capito bene quello che aveva appena detto.
-Cos… scusami? Puoi ripetere?-
-Hai capito benissimo quello che ho detto, ma te lo ripeterò lo stesso. Se non ci fossi stato io… loro si sarebbero ammazzate!-
Per sbaglio alzò troppo la voce e poiché erano molto vicini alla loro master, non poté fare a meno di sentire quell’esclamazione stridula.
-Cosa state confabulando voi due?- d’istinto si voltò di scatto verso i due mostri numeri che fluttuavano a tre passi da lei.
-Uhm… niente. Stiamo solo ricordando i bei vecchi tempi tra mostri numero. Vero Mistino?- improvvisò Sapphire avvolgendo il busto di numero 96 in un piccolo abbraccio -Siamo sempre rimasti grandi amici, no?- aveva una faccia rivolta all’altro che diceva: “ti prego, assecondami! Ti supplico!”
Black Mist decise di rimanere al gioco -Si, infatti. Amici come sempre.- assunse un tono meno roco e più dolce. Non era un granché come attore ma almeno riuscì a rimanere tanto convincente da convincere la sua master che continuò la sua strada, seguito dai due.
-Ora che la commedia è giunta al termine… levami le tue manacce di dosso… e non chiamarmi più Mistino…- gli rivolse uno sguardo così spaventoso che numero 89 rimase parecchio atterrito prima di fare come gli era stato detto - E adesso spiega tutto per filo e per segno.-
-…- il numero rimase comunque all’erta -Non qui con lei vicino, e non adesso. Quando saremo da soli. Non sarebbe una bella cosa ricordarle quello che ha dovuto passare.-
L’altro roteò gli occhi -Fa come ti pare, me lo dirai più tardi.- sospirò rassegnato.
“Tanto ormai non ti si può nascondere nulla, numero 96”
 
 
-Questo… è… davvero… assurdo… ma mi dici come fai a vincere sempre!?- strinse le coperte per rimanere comodamente nella sua posizione all’angolo del letto, nonostante fosse ancora nervosa. Non poteva competere col suo avversario. E in effetti non avrebbe dovuto fare quella domanda perché sapeva già quale fosse la risposta.
-Mia cara Ailè. Una carta rimane sempre una carta. E…- fece capolino dal mazzetto di carte posto davanti a sé, prendendo con una delle sue mani guantate una carta da mettere nel suo mazzo -…invitare una carta mostro a giocare a carte è stata una pessima cosa da fare per passare il tempo- la creaturina sghignazzò coprendosi il viso con la sua sciarpa color carminio.
-E questa sarebbe una novità? Allora dimmi un’altra cosa da fare per ammazzare il tempo quando Ailira viene a mancare.- era in controvoglia -Non ti ricordi più quante volte io abbia giocato con te a carte?- rispose lei serafica, prendendo anche lei una carta dal mazzetto. Controllò le carte coperte posandole in ordine alla sua mano.
-E devo ricordarti quante volte hai perso? Tutte quante, carissima.- quello gonfiò le guance -Hai davvero una bella faccia tosta a parlare così di me.- sbuffò.
-E piantala d lamentarti, mago-ragno!- ella riposò le sue carte alla mano leggermente irritata.
Chi le si trovava davanti ridacchiò -Ho tre paia di mini guantate, non quattro.-
-Si, ma sei un ragno.- protestò
Ridacchiò ancora una volta -Sei davvero un notevole soggetto quando fai così. È davvero una bella scena quando cerchi di battermi, hahah!- e rise ancora di più.
Sul viso di Ailè nacque un sorriso. E ancora una volta gliela diede per vinta. Tra le risatine del piccolo mostro seguirono anche quelle dalla ragazza.
Din Don!
Le loro risate si interruppero subito nel sentire il campanello del portone principale suonare. Entrambi voltarono lo sguardo alla porta della camera, per poi tornare a fissarsi. La ragazza si alzò dal letto per andare a controllare chi fosse. Eppure né lei, né sua sorella aspettavano degli ospiti. Ailè la definì una cosa insolita, dato che abitavano quasi fuori dalla città.
-Tu ora dovresti andare a dormire come tutti gli altri. Se è qualcuno che conosco e se dovrebbero anche scoprirti è la fine per tutti noi.-
Il mostro sbuffò nuovamente -Uffa…- Ailè continuava a pensare che si comportasse quasi come un bambino -La vittoria è individuale comunque!- ironizzò, coprendosi con la mantellina verde e oro che aveva sistemato dietro di sé quasi come fosse un cuscino.
-Va a quel paese.-
-Ti ho sentito!- ora non smetteva più di ridere.
-Si, ok, ma adesso smettila.- lo sguardo dipinto sul suo volto era esasperato. Intanto il campanello squillò nuovamente. La ragazza sperava che chi ci fosse alla porta non avesse perso la pazienza. Così urlò -Arrivo! Arrivo!-
Scese di corsa dalla tromba delle scale  per poi scivolare davanti alla porta. Per fortuna riuscì a tenersi in piedi aggrappandosi alla maniglia della porta. Quando si rimise completamente a posto, finalmente aprì la porta d’ingresso, per poi vedere di chi si trattasse.
-Oh, ciao Tori!- in effetti davanti a lei c’era la dolce ragazza dagli occhi ambrati e  dai capelli color smeraldo che veniva in classe con lei e con Ailira -Che ci fai qui?- le chiese gentilmente.
-Beh, ti ho portato gli appunti della lezione che hai saltato.- le rispose lei, consegnandogli un libricino di appunti.
Ailè era sorpresa. Davvero qualcuno aveva avuto la briga di pensare a lei?
-G..grazie mille, davvero, sei stata gentilissima.- le rispose, prendendo tra le esili mani, il taccuino.
Tori era davvero una ragazza da cui prendere esempio per le buone maniere, sperando sempre che nessuno le mettesse i piedi in testa.
-No, figurati. E poi volevo restituirti anche questo.- la ragazza frugò un attimo tra la borsa per poi estrarre un libro con disegnata una copertina molto particolare -Devo ringraziare te per avermelo fatto leggere.-
Ailè riconobbe subito quel libro. Lo aveva scritto lei stessa qualche anno fa (ovviamente la sorella aveva considerato una cosa stupida scrivere una storia inventata su quattro paginette), e Tori glielo chiese in prestito, scambiandolo persino come uno dei libri della biblioteca scolastica, o almeno all’inizio accadde questo -Secondo me saresti una scrittrice fantastica!-
L’altra arrossì dall’imbarazzo -Naa, è solo una piccola storiella di fantasia, nulla di chè…- si accorse che una risatina emerse dalla sua schiena, per fortuna l’altra non lo sentì -Ehi, ho un’idea! Perché non entri e non ci prendiamo una tazza di the? Tanto qui sei la benvenuta.-
-Sicuro che non ti do fastidio?- chiese lei.
-Che fastidio potresti darmi? Tanto sono sola a casa e mi sto annoiando tantissimo. Ho bisogno di qualcuno che mi tenga compagnia.- rispose, allargando l’entrata della porta-Su, accomodati pire, sei libera di fare tutto quello che vuoi.- e la invitò ad entrare, scostandosi dalla porta.
“Così quel rompiscatole non mi darà più fastidio con le sue partite a carte”
-Beh, allora va bene. Tanto non ho nulla da fare.- ed entrò. La prima cosa che notò, fu il grande e magnifico salone splendente che le due gemelle avevano faticato a rimettere in ordine senza nessun aiuto. Era tutto decorato come una di quelle case americane di molto tempo fa. Due lampadari creati con pezzi di vetro che sembravano dei veri e propri diamanti. Anche se le luci erano spente, brillavano lo stesso. Comò in legno dal colore scuro con vasi azzurri colmi di fiori.  U n grande tappeto rosso, delle scale altissime che portavano al secondo piano... Ailè la definì la stanza più antica della casa, perché la cucina era nuova di zecca. Tori invece la definì come una sala in cui si poteva ballare come facevano nelle fiabe, ma forse aveva esagerato.
-Wow!- alla ragazza si illuminarono gli occhi dalla sorpresa. Come poteva sapere che fuori dalla città, Ailè e la sorella (e ora anche numero 96) vivessero in una casa del genere?
-Se fossimo in un museo ti avrei fatto da guida.- ridacchiò la ragazza dagli occhi blu.
Tori poi si accorse di una cosa -Uhm, Ailè, hai una carta attaccata alla schiena.-
Ailè impallidì -Una carta dici?- ecco da dove proveniva quella risatina di prima. Cercò in tutti i modi di torgliersela e dopo un po’ riuscì nell’intento. Era proprio la carta di quel furbastro di un mostriciattolo che somigliava a un ragno con sei zampe -Ah… mi è rimasta attaccata dietro la schiena quando mi sono stesa sulle carte nella mia camera da letto.- si inventò una scusa improvvisa, e poi guardò la carta prima di metterla nella tasca dei jeans.
“Faremo i conti più tardi noi”
-Allora…vuoi mangiare una fetta di torta con una tazza di the?-
 
 
 
La giornata ormai era divenuta parecchio grigia. Letteralmente. Nuvoloni neri come la pece, rovinarono la bella giornata mattutina avvenutasi, e ora varcavano di qua e di la tra i cieli, senza lasciare traccia dell’azzurro che vi era prima.
In questi giorni le giornate passavano in questo modo per via del clima. Ma solo poche persone sapevano che qualcosa non andava. Astral era comunque tra questi.
-Si prevede giornata di pioggia.- ironizzò il ragazzo affianco a lui.
-Allora cosa pensi di fare?- chiese lo spirito astrale. -Ormai non c’è nessuno.-
-Tanto meglio. Nessuno ci disturberà nel cercare le carte.-
-Sarà…- sospirò -Ma non trovi che le giornate e il clima stia passando sempre allo stesso modo? Sempre che sia una cosa normale sulla terra.-
-La definirei una cosa normale se fossimo in autunno.- ridacchiò. Però a pensarci bene, Astral aveva ragione.
-Uhm…- come fosse un dubbio. Si fermò.
-Cosa c’è che non va, Astral?- chiese Yuma.
-Non lo so, ma ho un brutto presentimento…-
Quello che aveva appena detto Astrla fu come un segnale d’allarme per Yuma, che, come  se fosse stato guidato dall’istinto, alzò il capo. Lo stupore si dipinse nel suo viso, a prima vista spensierato.
-C’è qualcosa lassù.- gli disse, consigliandogli di fare anche lui la stessa cosa.
Astral si rese conto di ciò che Yuma aveva detto. Ragione per cui guardò in alto nel cielo per poi vedere che il suo amico aveva proprio ragione. Qualcosa di grande e nero (che si confondeva parecchio con i nuvoloni grigi) varcava la soglia del cielo. Con una forma a spirale, pareva fosse proprio un…
-Un portale.- farfugliò l’astrale.
Non c’erano dubbi. Quello era proprio un portale per un altro mondo. Lo stesso portale che aveva portato quelle strane carte sulla terra.
Un fulmine improvviso apparve nel cielo. E  la fonte di quell’ammasso elettrico fu proprio quella porta.
-Yuma… qualcosa non va.-
Yuma non capì così all’improvviso quell’affermazione -Cosa intendi dire?-
-Avverto una presenza. E sono sicuro che non è un bene.-
Un altro fulmine apparve. Eppure a entrambi sembrava si stesse avvicinando a loro.
E poi un altro. E un altro ancora. Da quel portale non uscivano altro che lampi e tuoni. Ed era davvero un brutto segno.
Qualcos’altro stava accadendo. Qualcos’altro uscì dal portale. Ma non era un fulmine.
Qualcosa di sferico stava andando alla velocità della luce pur di schiantarsi al suolo davanti a loro, ciò durò in una questione di secondi.
Fu un esplosione fortissima che provocò un intenso boato distruttore. Ogni cosa era avvolta da nient’altro che fumo. Fulmini squarciavano il cielo come una notte in tempesta. Sembrava che stesse arrivando quasi la fine del mondo. No, quella  sarebbe venuta dopo, se le cose sarebbero andate avanti di questo passo. Yuma non poté fare a meno di chiudersi gli occhi, posando anche un braccio che aveva subito tutto il colpo dell’esplosione e ora era divenuto più rovente di ogni altra cosa esistente. Astral venne scaraventato al suolo come il suo amico, chiedendosi da dove arrivasse una tale potenza d’impatto. Gli squarci nel cielo non accennavano a diminuire, anzi, aumentavano, come se stesse arrivando un tornado devastante. Ma lo spirito astrale era sicurissimo che fosse qualcosa di molto peggio. Qualcosa che sarebbe rimasto impassabile, da ora in avanti, nella sua memoria. Quell’attimo gli avrebbe lasciato il segno in eterno.
Non appena la luce passò a miglior vita, il ragazzo poté finalmente riaprire gli occhi, attendendo che la sua cecità momentanea passasse. La prima cosa che vide fu un enorme e profondo cratere davanti a sé. La prima cosa che fece fu aiutare Astral a rimettersi in sesto. Ancora non riusciva a capire da dove venisse una tale potenza.
-Astral… dai, alzati.- per un istante si dimenticò che non poteva toccarlo, per cui in un tentativo di aiutarlo le sue braccia trapassarono quell’esile e tremante corpo che
giaceva al suolo. In una questione di minuti, che l’astrale provò un tentativo di rialzarsi, ritrovandosi acquattato per terra.
-Astral, tutto ok? Forza, riprenditi!-
-Yu-Yuma…?- sussultò, incrociando i suoi occhi con quelli cremisi del ragazzo -Cos’è stato..?-
-Non ne ho idea…- rispose.
A loro insaputa, qualcosa si stava muovendo all’interno del cratere, aveva cominciato a muoversi. Era una sfera nerastra che stava emanando un bagliore violaceo. Per lo più fluttuava a mezz’aria, come se disponesse di vita propria.
Da quella sfera, il bagliore stava aumentando. Astral fu l’unico tra i due a percepirlo.
-Ma che..?-
 La piccola pallina nera si immerse in una piega del terreno rovente, e da lì attraeva forza come una calamita attrae metallo. Tramutò la forza in energia e, con ogni oncia lo assorbiva sempre di più, diventando sempre più grande.
Poi, quando la sfera aveva raddoppiato le sue dimensioni cominciò a pulsare. Tale impulso fece uscire piccole di liquido dai pori nella superficie della sfera. Qualcosa di nero e appiccicoso. La vita era stata svuotata da quel fluido, ed era ora di essere scartata come spazzatura.
-Che diavolo succede!?!- esclamò una voce portata dal vento, e al solo sentirla entrambi si voltarono. Ailira, numero 96 e… e chi altri?
Yuma e Astral erano più increduli a guardare quello spirito bianco e trasparente come lo stesso numero originale, più che vedere quella sfera nera che stava facendo fuoriuscire liquido.
-E tu chi saresti?- chiese Yuma a quello spirito astrale che non aveva mai visto.
-Non c’è tempo per spiegare.- rispose il diretto interessato. -In questo momento sei in grave pericolo!.-
 Sussultarono. Black Mist aveva lo sguardo spaesato quanto loro.
La sfera ormai aveva finito di espellere quel fluido appiccicoso e, come se fosse un uovo pronto a schiudere, si stava frantumando in mille pezzi, e quando fu piena di spaccature, esplose, mostrando una figura accovacciata che aveva cominciato a prendere una forma propria.
Un broncio gelido come il giaccio si dipinse sul volto di quel nuovo essere.
-Questo mondo ha un nonsochè di insopportabile. L’energia dell’odio è fortissima nel sottosuolo.-
Si presentava come un ragazzo umano di 18 anni. La pelle era rosea come quella di tutti gli esseri umani. Capelli neri e spettinati. Occhi dello stesso colore dell'oro. Indossava dei normalissimi abiti terrestri, per quanto di terrestre non avesse nulla. Un geans. Una giacca grigia e una maglietta rossa come il sangue.
-E tu chi saresti?- esclamò Yuma.
Il ragazzo si voltò disinvolto, come addirittura confuso -.....Uhm? Chi sono io?- Gli occhi gli si illuminarono dallo stupore davanti a quel ridicolo ragazzino, ma a sorprenderlo erano le altre figure. Figure che conosceva benissimo. -Io...sono un servitore di sua eccellenza del mondo delle ombre. Mi chiamo Shadow.-
-Sua… eccellenza? Ma di chi stai parlando?-
-Dopo ti spiego.- rispose Ailira al posto dello spettro.
Quello alzò un sopracciglio -Ma non mi dire… ci sei anche tu? Che sorpresa. Dal nostro ultimo incontro non credevo di doverti affrontare anche questa volta.-
-Ehi! Allora vuoi fare a botte?- rispose la corvina.
Tutti tranne numero 89 erano confusi -Scusate, voi vi conoscete?- chiese il ragazzo.
Ailira ringhiò silenziosamente, e sospirò- Yuma… mi serve una mano.- voltò i suoi occhi cremisi verso quelli di lui -Vuoi aiutarmi a battere questo essere inetto?-
-Inetto....- fece il finto offeso -Mai sentita un offesa peggiore di questa. Senza tua sorella richiedi aiuto a un pivello. Non ti facevo così codarda, mia cara Ailira.-
-Come ti permetti?!- esclamò numero 96. Il suo aspetto non lo spaventava più di tanto e sarebbe stato pronto a tutto pur di dargli filo da torcere.
-Mh… Amica, ti fai difendere da una misera ombra? Un nuovo mostro numero eh?-
Black Mist parve ancora più furioso per l’offesa ricevuta -Fatti sotto allora!-
-Ci sono anche io!- esclamò il ragazzo.
-Anche io..- sussultò Astral, che non si era del tutto ripreso dalla botta dell’esplosione.
Shadow sorrise. Il suo non era un sorriso maligno, ma di sfida -Allora accetto la sfida di buon cuore! Fatevi avanti!- Yuma estrasse il suo solito duel disk rosso e lo azionò al braccio.
Ailira invece azionò il suo duel disk lanciandolo in aria e facendolo legare di sua spontanea volontà al braccio.
Il  braccio del diciottenne venne invece trafitto da artigli spuntati dalle sue stesse ossa, strappando persino la giacca. Gemette di dolore. Quegli uncini presero la grande forma di un duel disk.
-Duel disk! Attivazione!!-
Yuma mise il duel gazer che si attivò all’istante.
Il viso di Ailira venne ricoperto da un tatuaggio rosso, che cambiò il colore della sua iride da rossa a oro.
Solo Shadow non lo aveva. Con i suoi occhi dal colore dell'oro, forse riusciva a intravedere i mostri anche senza.
-Duel gazer! Attivazione!!-
Erano tutti pronti al peggio. Era ormai tutto concesso.
-Combattiamo!!-
 
 
 
 
 
Angoino autrice
RITAAAARDOOOOOOO!!! Gomensai minna! Gomensai!!! *si inchina* col caldo mi era sparita la voglia di scrivere! Perdonatemi ragazzi! *scoppia in lacrime*
Magolor: *la pungola a distanza con un rametto* calmati.
Sigh… va bene *sguardo da cane bastonato* allora, il duello è comiciato e si sono scperte parecchie cose, vero? Come questo:
 
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Mi scoccio anche di disegnare, questo è vecchio di un mese, numero 89.
Ailè: Io voglio la rivincita!
Taranza: Ok, allora sei pronta? *sogghigna*
Informo a dire che Magolor e Taranza appartengono alla HAL laboratories (fatta eccezione per me eheh) e non a me u.u
Come andrà a finire? Scopritelo nel prossimo capitolo!
Kirby: Poyo?
Xana: *lo prende in braccio* Andiamo. Ti devo un campo di angurie, pallina rosa… -.-
Kirby: Poyo! ^^
Ciao e alla prossima!
Amber
   
 
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