Egitto
, Cairo .
Egyptian
Meuseum 22 settembre 2009.
-20.000
mila e 1 , 20.ooo e 2 …….e AGGIUDICATO!!!!- Il
banditore mostrò all’offerente numero 13 il
prezioso amuleto di Amun-Ra, l’occhio di Honur; un oggetto
che pareva valere più di qualsiasi gioiello, in quella
stanza. Eppure qualcosa gli diceva che non era quello che stava
cercando. Il vecchio sciamano gli aveva detto che ciò che
cercava era freddo come il ghiaccio e pungente come una brace ardente.
Un talismano. Qualcosa che lega la tua anima oltre l’abisso
infernale della morte.
Due
uomini sistemarono una teca di vetro sul tavolo delle offerte e,
quando il banditore scoprì quella teca dal drappo vistoso,
allora e solo allora, capì cosa stesse cercando.
-Signori
e signore , ecco a voi…Kohinoor.- Un boato di sussulti si
elevò nella stanza sotterranea del museo egizio; si
sentì il sangue affluire nelle tempie. I muscoli
erano tesi , sentiva l’oscurità di
quell’oggetto a distanza di migliaia e miglia di centimetri.
Era come se quel diamante avesse vita propria.
-Attualmente
, questo prezioso gioiello fa
parte della personale collezione della Corona inglese, signori.- Lo
sguardo delle donne rifletteva la lucentezza di quel tesoro e proprio
in quello sguardo, si intravedeva la brama di potere che
l’oggetto scaturiva. Il banditore sorrise e quel sorriso gli
illuminò la pelle scura e gli occhi castani, facendolo
apparire imponente.
-Si
narra che questo gioiello, appartenuto prima agli Indiani e dopo agli
inglesi , abbia il potere di uccidere un uomo al solo volere di una
donna…-Gli uomini della stanza assunsero un aria alquanto tesa,
mentre le donne, con i loro abiti eleganti e le labbra vogliose,
sussurrarono loro dolci moine.
-Suvvia
signori!- Il banditore cercò di rallegrare gli animi
turbati.-Non avete niente da temere, le nostre signorine qui sono
gentili!- Le ragazze del catering volsero un sorriso ai temerari
ricconi e puntarono gli occhi su di lui.
“Se
la bellezza è il tuo solo pregio, è allora anche
la tua condanna”.
Quella
voce. La sua voce. Gli fece ricordare lo scopo di quella maledetta
missione, trovarla era l’unico suo pensiero,
l’unica sua ragione di vita. La vendetta, pensò,
gli bruciava nel sangue. Come un veleno persistente, gli invadeva la
gabbia toracica e soffocava quel maledetto cuore d’ animale.
-Saliamo
a quota 90.000 mila signori!!9o.ooo e 1, 90.000 e 2…-
-200…-
La sua voce superò ogni tipo di distanza, finché
non arrivò dritta alle orecchie del banditore.
-200.000
mila signore?!!- Esaltato da quell’imperdibile offerta,
annunciò un rilancio.
- Il
numero 20 offre 200.000 mila signori!!! 2oo.ooo mila 1 , 200.ooo e
2…-Era fatta.
-300.000
mila!-Un vestito nero dalla fattura sobria ed elegante copriva un corpo
delicato e fresco. Vide che quella giovane estranea aveva esattamente
le sue intenzioni , poiché gli sorrise in modo diabolico.
-300.ooo
mila e 1 …300.000 mila e 2…-Lui non fece nulla .
-Aggiudicato
al numero 36!!! L’asta è ufficialmente
conclusa.-decretò il banditore. Oh Merda!! Aveva fallito e
l’unica alternativa ,che gli passò per la testa fu
seguire la giovane dall’abito nero. Ella si
incamminò con estrema lentezza verso le scale, che portavano
ad una sala di esposizione, poi deviò per
l’accesso al tetto. La notte era umida e le piramidi si
stagliavano all’orizzonte, come enormi giganti pronti
a divorare l’alba.
-Mi
cercavi, Guardiano?- Una voce di seta vellutata lo colse di spalle, si
voltò e vide che adesso la giovane indossava una tuta di
pelle nere, adornata da segni bianchi. Seelie .
- Si
, volevo giusto ammazzarti…- Una calibro 50 , che fino ad
allora era riposta all’interno dello smoking , gli prese
posto tra le mani salde. Pronte per uccidere. Sparò ma lei
scomparve in un lampo di luce, per poi apparire al suo fianco.
-Hai
violato le leggi degli annali, guardiano…
Non sei più un cacciatore- La sua voce , così
candida, era una spina nel fianco di quell’uomo.
-Non
sei nulla di nulla Tarlock…-
Irlanda
, Dublino
17
marzo 2014
-Sveglia!!!!!!-
Regan
cadde giù dal letto; il contatto con il pavimento gelido la
fece trasalire e subito saltò in piedi .
- Kelly
dannazione !- Imprecò. Kelly era sua sorella minore, un vero
demonio, anche se aveva l’aspetto di un angelo; come le fate,
pensò. Per tutta risposta alla sua scarsa pazienza, la
sorellina quindicenne gli mostrò il dito medio, segno di una
profonda maturità. << Oggi è San
Patrizio!!>> disse con la sua vocina, un po’
troppo acuta e scuotendo la chioma scura, attraversò la
stanza in cerca di sua sorella maggiore, che puntualmente aveva sepolto
la testa sotto ad un mucchio di cuscini.
-Regan
, daiiiii svegliati- La pregò lei , sedendosi sul suo letto
e accarezzandogli la schiena.
-Mmmm,
Kelly, vattene, oggi non andiamo a scuola.-La sorellina, offesa, si
allontanò. Non capiva il perché di
quell’indifferenza da parte di Regan, il giorno della festa
di San Patrizio. Era il santo patrono di tutta l’Irlanda e
tutti festeggiavano, cantavano per le strade della meravigliosa
Dublino; in più era anche la festa nazionale delle banche e
ciò significava che i coniugi O’ Neill potevano
dedicarsi alle loro principessine. Ormai Kelly aveva rinunciato
nell’intendo di far alzare la diciannovenne da quel letto,
che era diventato la sua fortezza, ma all’improvviso
un’idea gli balenò in testa.
-Sai
Regan … Oggi non hai quella visita al Trinity
College….?-. Regan riemerse dalla sua tomba fatta di coperte
e cuscini e si affrettò all’armadio. La piccola
Kelly sorrise, se c’era una cosa che poteva far scattare sua
sorella come un soldato, era il Trinity College. Regan aveva sempre
sognato di poter studiare lì, di poter consultare gli
antichi manoscritti custoditi
nella biblioteca dell’Università di Dublino.
<
-Avanti,
pulce! Cosa mi metto?- All’improvviso, la camera delle
sorelle O’ Neill venne
occupata da un
vento di caos. La piccola Kelly assisteva alla scena divertita, fortuna
che lei al momento doveva preoccuparsi solo di ricevere il primo bacio,
pensò.
-Quello
Verde !- squittì lei. Dopo essersi agghindate e truccate, le
due piccole donnine scesero le scale e si ritrovarono in cucina, alla
quale loro avrebbero sempre associato l’odore di frittelle e degli Irish
cream brownies.
Il
signor Charles O’ Neill , dipendente stimato della Cental
bank insieme
a sua moglie Marian, sedeva a capotavola e fu subito allietato da quel
chiasso quotidiano, che le sue due uniche figlie ostentavano.
-Molla
quella fetta di pane, Nana!- urlò Regan , che cercava di
afferrare l’ultima fetta di pane e marmellata. Ne aveva
bisogno , avrebbe dovuto affrontare il corso di lettere antiche e
doveva essere carica. E poi lei era quella maggiore, si
giustificò.
-Non
ci penso neanche!! Vecchia decrepita!!- Kelly fece una smorfia a Regan
, che pertanto cercò di pestarle il piede e invece
pestò quello sbagliato.
-Adesso
finitela !- ruggì il capofamiglia. Le due sorelline smisero
e la dolce Marian, ancora una volta , allietò
l’atmosfera. Se c’era una persona che manteneva
l’equilibrio in quella scapestrata famiglia, era Marian. Era
un ottima madre e una buona moglie, era sempre devota
all’unica cosa che per lei contava davvero nella vita, la
famiglia. Inoltre era anche una donna molto bella, malgrado i suoi 45
anni. Aveva gli stessi capelli scuri e ricci delle sue due figlie ma
solo Kelly aveva
i suoi occhi azzurri ; Regan invece possedeva quel verde innaturale che
soltanto il sangue degli “O’ Neil”
forniva. Quando
terminò la colazione , Regan come da rito,
incominciò a parlare di sport con suo padre e Kelly di moda
con sua madre.
-Papà
oggi vai a giocare Hurling con i tuoi colleghi?- chiese Regan.
-Oh
certo, tesoro. Vedrai che li massacrerò- Charles fece
l’occhiolino a suo a figlia, che gli schioccò un
dolce bacio sulla guancia. Regan era più legata al padre, ma
amava senza riserve anche la sua dolce e bellissima mamma.
-Oh
Regan!!- disse Kelly sghignazzando.
-Si?-
Regan guardò sua sorella diffidente. Oh no.
-C’è
il tuo amico Tommy!!! Il ragazzo che ami dalla terza media-. Regan
arrossì, si alzò di scatto e dalla finestra
intravide Tommy sulla veranda ,che indossava una maglietta bianca
aderente, una giacca di pelle e un paio di Rayban, praticamente la sua
tenuta da Harley . Dio,
come è sexy, pensò.
-Kelly!!
Smettila subito!!- La sorellina si alzò di scatto e corse
verso la porta dell’ingresso, quando Regan capì le
sue intenzioni fu troppo tardi. Corse anche lei verso
l’ingresso ma scivolò a terra e il suo vestito si
alzò, mostrando la sue
lingerie firmata Hello kitty. Maledetta Kelly .
-Ciao
anche a te gattina!!- Tommy l’aiutò a sollevarsi,
cercando a stento di trattenere le risate e imitando il verso di un
gattino sovraeccitato.
-Regan,
sei una
schiappa!!- Kelly era piegata in due dalle risate e cercava di postare
su facebook la
foto della sorella china sul pavimento. Quando fu in piedi Regan si
rassettò il vestito e scacciò via sua sorella .
-Vattene
via, Gollum!!-
Poi
pregò sua madre di lasciarla sola. Il tempo che ci mise per
uscire fuori da quella casa , secondo Regan ,fu infinito, ma alla fine
si ritrovò sul marciapiede di fronte casa sua in sella alla
moto del suo Tommy. Aveva una cotta per lui da quanto in terza media
aveva cercato di baciarla al gioco della bottiglia; allora aveva
creduto che fosse un imbranato però poi con il passare degli
anni ,con l’arrivo del liceo e dei problemi adolescenziali, le aveva dimostrato
di essere un vero amico. Uno di quelli che non ti prendono in giro, se
avverti cose strane o se credi improvvisamente che Dublino sia popolata
da mostri orrendi e
dall’aspetto spaventoso o
da bellissime fate.
Tommy
le allacciò il casco e come al solito le
raccomandò di stringersi a lui, il che a Regan non
dispiacque affatto. Tommy era perfetto, non solo caratterialmente
parlando ma anche fisicamente ;a Londra per un periodo aveva fatto
anche il modello per quel ridicolo negozio in cui i ragazzi ti
assistono a dorso nudo. Attraversarono la piazza centrale e superarono
il palazzo del parlamento, in pochi minuti raggiunsero il Trinity
College; presenta un
enorme campus, che si staglia lungo quasi tutto l’isolato,
l’edificio ha un
aspetto centenario, che deliziò la fantasia di Regan. Tommy
smontò dalla sella e si soffermò ad ammirare il
volto della sua migliore amica, tante volte aveva pensato di essere
qualcosa di più per lei ma non voleva rischiare di perderla
in ogni modo possibile. Regan
era la sola persona che
dopo il crollo dei suoi genitori era riuscita a fargli capire che dopo
tutto non era colpa sua, se si erano separati. Semplicemente, gli disse
Regan una volta, avevano smesso di condividere il paradiso; per lei
l’amore era questo, un paradiso. E se invece fosse stato il
più infido degli inferni?
-Avanti,
Einstein!! Schioda dalla mia moto.- le spettinò la frangia ,
contornata da quei ricci quasi indomabili.
-Schioda
? hahah che linguaggio forbito Mr.
Walsh.- Scese dalla vettura e abbracciò il suo
più caro confidente.
-Augurami
buona fortuna…- sussurrò. Tommy
l’allontanò, per permettersi soltanto per
un’stante di perdersi nella laguna dei suoi occhi.
-Non
hai bisogno della fortuna, Regan O’ Neill.- I due amici si
salutarono e quando Tommy partì, Regan notò la
figura di un uomo incappucciato che la stava fissando. Scosse la testa,
probabilmente era solo frutto della sua immaginazione.
Nei
corridoi gli studenti sfrecciavano per paura di fare tardi e Regan si
trovò improvvisamente in balia della corrente; infatti
sbagliò più volte la classe.
-Scusate
il ritardo io sono Regan O’ Neill, sono qui per una visita di
prova e..-
-SBAGLIO
O QUESTA È L’AULA DI LETTERATURA?-.
-Oh
scusate non pensavo fosse l’aula di
Anatomia…ehmmmm , usate le protezioni.-
BHE
QUESTO È PROPRIO DA SCEMI.
Un
ragazzo le rivolse un occhiolino.-Contaci, tesoro…-rispose.
Regan
si portò la mano sulla fronte. -Regan
O’ Neill- si disse. -Sei decisamente imbranata.-
Quando
giunse finalmente nell’aula di lettere antiche , si sedette
accanto ad una biondina.
-Piacere,
io sono Regan.-
La biondina le rivolse un sorriso e inclinò la testa di
lato, come un uccello rapace, che è colto dalla
curiosità.
-Piacere
Regan, io sono Sam.- Le strinse la mano e
si allungarono in commenti sarcastici riguardo alla componente maschile
del corso. Trovò Sam molto socievole e spiritosa.
-Conosci
il professore che
terrà la lezione ?- chiese. Era curiosa: il programma diceva
che si chiamava James Black. Vaneggiò per un secondo appena
vide la parola Tarlock.
-Ovvio
Raggie, tu no?- Sam sembrava sconcertata, si portò una mano
alla bocca e sorrise. <<È nuovo e credimi se
ti dico che
Henry Cavill ha dei pettorali di bronzo anziché
d’acciaio rispetto al nostro professore.>>
Regan sghignazzò. Sembrava tutto così irreale,
lei lì, al Trinity college a seguire letteratura antica con
una ragazza che parlava di pettorali. ERA STRATOSFERICO!!! Si
udì un rumore e all’improvviso tutti i ragazzi che
parlottavano tra loro smisero di farlo. Tutti loro si voltarono verso
la cattedra, che era occupata da lui. Regan non capì cosa
fosse successo, in un attimo si ritrovò a dirigersi verso
quell’uomo che gli rivolse un sorriso seducente.
Sentì Sam in lontananza che
la richiamava a sedersi ma in qualche modo lei non aveva potere sul suo
corpo; era intrappolata da quegli occhi di ghiaccio, quella pelle
scura, la barba incolta . In meno che non si dica, si
ritrovò tra le braccia di quell’uomo, che la fece
sedere sulla cattedra. Gli sbottò la camicia e con la sue
labbra tracciò una scia ardente di baci che percorse il suo
collo, il suo petto, la sua bocca. Gli morse le labbra e Regan
intravide il suo tatuaggio sul collo e
per un attimo credette di averlo tatuato lei, con le sue labbra.
-Regan….-
Lei sentì la voce di Sam. -Regan.-
Scosse
la testa e si
ritrovò di nuovo al
suo posto. Gli occhi
di tutti erano incollati su di lei, in particolare un paio di occhi
color ghiaccio.
-Allora
..- disse il professor
Black.
-..Miss
O’ Neill, lei sa cosa caratterizza la letteratura irlandese
del sedicesimo secolo?-
-Le
fate.-sussurrò.
Piaciuto il primo capitolo?!! Spero tanto di si , perché mi sono molto divertita a scriverlo e vi sarei grata , se mi esprimeste le vostre opinioni tramite delle recensioni. Vorrei ringraziare soprattutto Aniasolary che mi ha ispirata XD E’ un genio.